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Nuovo PAN fitosanitari, chiusa la consultazione pubblica si lavora al post 2020

In attesa che vengano analizzate le osservazioni pervenute ai Ministeri, fervono i lavori per l'armonizzazione con la PAC post-2020.

La revisione del Piano d'azione nazionale (PAN) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari è stata al centro di un forum organizzato dal CREA lo scorso 4 ottobre a Roma. L'iniziativa, realizzata nell'ambito delle attività della scheda 5.1 del programma Rete rurale nazionale 2014-2020, ha avuto l'obiettivo principale di favorire un confronto-dibattito fra i principali portatori d'interesse sulla proposta di revisione del PAN pubblicata lo scorso 31 luglio e rimasta in consultazione fino al 15 ottobre scorso. L'evento è stato promosso dai tre Ministeri competenti (Politiche agricole, Ambiente e Salute) e ha coinvolto oltre 250 partecipanti, sia istituzionali che del mondo operativo, principali stakeholder del tema "uso sostenibile" (organizzazioni di categoria, associazioni ambientaliste, ordini e collegi professionali, aziende produttrici di prodotti fitosanitari, autorità regionali).

Punti di forza-debolezza del "vecchio" PAN

In attesa che i tre Ministeri coinvolti "metabolizzino" le  migliaia di osservazioni pervenute dalla consultazione pubblica per predisporre il testo definitivo da sottoporre all'approvazione della Conferenza Stato-Regioni, è possibile delineare un quadro di quelle che sono le principali novità e i principali punti oggetto di discussione contenuti nella nuova proposta di Piano. 
Quello pubblicato lo scorso 31 luglio rappresenta il primo aggiornamento di un Piano che in Italia è stato adottato per la prima volta nel 2014 (con decreto interministeriale del 22 gennaio), così come previsto dal dlgs n. 150 del 14 agosto 2012 in recepimento della direttiva 2009/128/CE. 

La nuova proposta di Piano tiene pertanto conto dei risultati del primo ciclo di attuazione (2014-2019), ma anche di una serie di indicazioni emerse a seguito di una visita conoscitiva effettuata nel 2017 dalla Commissione europea finalizzata a valutare lo stato di attuazione della Direttiva 128 in Italia. 
Secondo la Commissione, l'Italia ha messo in atto con il suo primo PAN una serie importante di pratiche virtuose utili a favorire l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. 

Fra queste, ad esempio:

  • la limitazione dell'irrorazione aerea, 
  • il divieto o la limitazione all'uso di prodotti fitosanitari in aree specifiche, 
  • la realizzazione di una vasta rete di monitoraggio delle specie nocive, 
  • la predisposizione di bollettini informativi finalizzati all'applicazione degli otto principi della difesa integrata obbligatoria,
  • l'istituzione di un sistema di sorveglianza nel caso di avvelenamento acuto.
  • Sempre secondo la Commissione, tuttavia, l'attuazione del primo PAN evidenzia per l'Italia anche alcune criticità come ad esempio: 
  • l'assenza di obiettivi quantitativi "misurabili" su cui concentrare l'azione del Piano (peraltro riscontrata anche nei Piano d'azione di molti altri Paesi UE), 
  • il basso numero di "patentini" (certificati di abilitazione per gli utilizzatori professionali) rilasciati a meno della metà dei degli utilizzatori potenzialmente interessati),
  • il basso numero di macchine irroratrici sottoposte a "controllo funzionale" (meno di una su tre),
  • gli scarsi controlli sul rispetto degli otto principi della difesa integrata obbligatoria.

Le novità del "nuovo" PAN

Il nuovo Piano proposto non prevede uno stravolgimento del vecchio testo, ma specifici aggiornamenti e integrazioni finalizzati a superare i punti di debolezza del PAN 2014 e, soprattutto, a rendere più efficace tutto il sistema di attuazione - delle azioni previste. In questo senso, la bozza del nuovo PAN individua una stretta sinergia con la PAC e, in particolare con la Strategia nazionale della programmazione post 2020 che il Ministero delle politiche agricole e le Regioni stanno elaborando, anche in considerazione del fatto che la futura Politica Agricola Comune coincide in buona parte con il periodo di attuazione del Piano stesso.  

Nel complesso, le novità della nuova proposta di Piano possono essere riassunte nelle quattro seguenti priorità strategiche:

  1. definizione degli obiettivi quantitativi,
  2. sinergia con la Strategia Nazionale PAC post-2020,
  3. attenzione particolare alla tutela della biodiversità,
  4. rafforzamento della governance e innovazione.

1. Definizione degli obiettivi quantitativi utili a focalizzare la strategia del Piano

Nella proposta di nuovo PAN viene definita una serie di obiettivi quantitativi che dovranno essere raggiunti entro la fine del quinquennio di azione. Questi obiettivi, benché non abbiano valore vincolante, hanno lo scopo di focalizzare la strategia del Piano, di contribuire a monitorarne i risultati e a "impegnare" la PAC verso azioni da mettere in campo nel periodo post-2020, orientate alla sostenibilità dell'uso dei prodotti fitosanitari. 

Gli obiettivi proposti sono:

  • aumento del 30% della superficie agricola condotta con il metodo della produzione integrata (certificata con il marchio SQNPI ai sensi della legge n.4 del 3 febbraio 2011), (riferito al dato 2017, pari a 140.000 ha);
  • aumento del 60% della superficie agricola condotta con il metodo dell'agricoltura biologica (riferito al dato 2017, pari a circa 1,9 milioni di ettari equivalenti al 15% della SAU nazionale);
  • aumento dell'80% della superficie agricola condotta con il metodo dell'agricoltura biologica nelle aree naturali protette e nei Siti Natura 2000, sempre con riferimento all'anno 2017;
  • riduzione del 20% delle quantità di sostanze attive di prodotti fitosanitari candidate alla sostituzione immesse in commercio, con riferimento alla media del triennio 2016-2018 (ndr. tra le sostanze attive candidate alla sostituzione è presente il rame);
  • riduzione del 10% delle quantità di sostanze attive di prodotti fitosanitari prioritarie e pericolose prioritarie immesse in commercio, con riferimento alla media del triennio 2016-2018;
  • percentuale non superiore all'1% dei campioni di alimenti di origine vegetale con presenza di residui di sostanze attive di prodotti fitosanitari non conformi ai requisiti del regolamento CE n. 396/2005 (i dati 2017 sull'ortofrutta italiana indicano una percentuale di campioni regolari pari al 98,7%);
  • percentuale pari al 25% degli utilizzatori professionali dei prodotti fitosanitari che operano nei siti della Rete Natura 2000 e nelle aree naturali protette, ai quali è erogata una formazione specifica sui temi riguardanti le peculiarità di tali aree e la necessità di tutela della biodiversità;
  • percentuale inferiore allo 0,5% di campioni che presentano sostanze attive prioritarie e pericolose prioritarie in concentrazioni superiori allo 0,1 microgrammi/L nelle acque superficiali;
  • percentuale inferiore allo 0,5% di campioni che presentano sostanze attive candidate alla sostituzione in concentrazioni superiori allo 0,1 microgrammi/L nelle acque superficiali.

Il raggiungimento dei suddetti obiettivi è strettamente vincolato all'attenzione di quella che sarà la futura PAC e alla capacità che il Paese avrà di armonizzare tutti gli strumenti vigenti sul territorio in tema di politiche agricole, ambientali e della salute.

2. Sinergia con la Strategia Nazionale PAC post-2020

Una delle priorità della PAC attuale e futura è contribuire efficacemente all'attuazione della Direttiva 128 "uso sostenibile" per il benessere e la salute di cittadini e consumatori, ma anche preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura dall'uso non sostenibile dei prodotti fitosanitari. 
In questa prospettiva, il fatto che le tempistiche di revisione del PAN coincidano sostanzialmente con quelle di elaborazione della strategia PAC post-2020 offre un'occasione preziosa per costruire fra questi due percorsi di policy una sinergia armonica di strumenti e intenti. 

Per dare reale corpo agli obiettivi del PAN, nella prospettiva di una strategia nazionale PAC post-2020 che dovrà coordinare in modo efficace obiettivi, regole e risorse di Primo pilastro, Secondo pilastro e Ocm, il Ministero, le Regioni e le Province Autonome dovranno studiare e prevedere una serie di strumenti utili a finanziarie l'attuazione delle azioni previste dal nuovo Piano o, più in generale, a garantirne il rispetto e l'applicazione in sintonia con gli obiettivi del Piano stesso. 

Fra questi strumenti rientrano:

  • la "condizionalità rafforzata" (che si rafforza di elementi relativi all'uso sostenibile in aree specifiche ai fini della tutela della biodiversità), 
  • gli eco-schemi del Primo pilastro, che possono prevedere anche una declinazione dedicata al tema "uso sostenibile",
  • le misure di sviluppo rurale per il sostegno ad azioni di i) formazione e consulenza, ii) tutela e salvaguardia della biodiversità, iii) supporto alla diffusione dei metodi di produzione integrata (certificata) e agricoltura biologica, iv) sostegno ad investimenti produttivi e non produttivi volti a ridurre i rischi connessi all'uso e alla manipolazione dei prodotti fitosanitari.

A proposito di sostegno PAC e di condizionalità, che alza progressivamente l'asticella degli impegni obbligatori richiesti agli operatori agricoli, va richiamato il monito che la Commissione europea ha indirizzato all'Italia con riferimento all'ancora debole controllo del rispetto degli otto principi della difesa integrata obbligatoria.
Questi otto principi, previsti dall'allegato 3 della direttiva 2009/128/CE e ripresi dal d.lgs. n.150 del 14 agosto 2012, sanciscono di fatto la fine alla cosiddetta "agricoltura convenzionale" richiedendo a tutti gli agricoltori il rispetto obbligatorio di alcune buone regole che sono alla base dell'uso sostenibile dei fitosanitari.

BOX - Gli 8 principi della difesa integrata obbligatoria

1. La prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi dovrebbero essere perseguite o favorite in particolare da:
* rotazione colturale,
* utilizzo di tecniche colturali adeguate (ad esempio falsa semina, date e densità della semina, sottosemina, lavorazione conservativa, potatura e semina diretta),
* utilizzo, ove appropriato, di «cultivar» resistenti/tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/certificati,
* utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/drenaggio,
* prevenzione della diffusione di organismi nocivi mediante misure igieniche (per esempio mediante pulitura regolare delle macchine e attrezzature),
* protezione e accrescimento di popolazioni di importanti organismi utili, per esempio attraverso adeguate misure fitosanitarie o l'utilizzo di infrastrutture ecologiche all'interno e all'esterno dei siti di produzione.
2. Gli organismi nocivi devono essere monitorati con metodi e strumenti adeguati, ove disponibili. Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, ove possibile, osservazioni sul campo nonché sistemi di allerta, previsione e diagnosi precoce scientificamente validi, così come l'utilizzo di pareri di consulenti qualificati professionalmente.
3. In base ai risultati del monitoraggio, l'utilizzatore professionale deve decidere se e quando applicare misure fitosanitarie. Valori soglia scientificamente attendibili e validi costituiscono elementi essenziali ai fini delle decisioni da prendere. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti per la regione, aree e colture specifiche e condizioni climatiche particolari devono essere presi in considerazione, ove possibile, prima del trattamento.
4. Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili, mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo degli organismi nocivi.
5. I pesticidi sono quanto più possibile selettivi rispetto agli organismi da combattere e hanno minimi effetti sulla salute umana, gli organismi non bersaglio e l'ambiente.
6. L'utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l'utilizzo di pesticidi e di altre forme d'intervento ai livelli necessari, per esempio utilizzando dosi ridotte, riducendo la frequenza dei trattamenti o ricorrendo a trattamenti parziali, avendo cura che il livello di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi nocivi.
7. Ove il rischio di resistenza a una misura fitosanitaria sia conosciuto e il livello di organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti di pesticidi sulla coltura, le strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in atto per mantenere l'efficacia dei prodotti. Ciò può includere l'utilizzo di diversi pesticidi con diversi modi di azione.
8. Sulla base dei dati relativi all'utilizzo dei pesticidi e del monitoraggio di organismi nocivi, l'utilizzatore professionale dovrebbe verificare il grado di successo delle misure fitosanitarie applicate.

Presto o tardi questi otto principi entreranno a far parte della condizionalità, ma già oggi devono guidare la scelta degli strumenti di premialità che la PAC può e deve mettere in campo.

3. Attenzione particolare alla tutela della biodiversità

Nella stesura del nuovo Piano, una particolare attenzione è stata posta alla tutela dell'ambiente acquatico e delle acque potabili e alla riduzione del rischio e, ove possibile, dell'uso dei prodotti fitosanitari in aree specifiche come i siti della Rete Natura 2000. Particolare attenzione è stata rivolta anche alla salvaguardia delle api e degli altri impollinatori selvatici. Riferimento per questi due temi sono le Linee guida adottate con decreto ministeriale 10/3/2015.

Su questi temi, ai fini dell'operatività della futura PAC, sarà fondamentale svolgere un fine lavoro di raccordo fra le misure previste dalle Linee guida e il sistema della condizionalità/baseline che segna il confine fra obbligo e premialità per i vari strumenti di sostegno PAC. Allo stesso modo sarà fondamentale che anche il sistema di codifica delle regole di Natura 2000 trovi efficace e omogenea attuazione in tutti i territori regionali.

4. Rafforzamento della governance e innovazione.

Per il raggiungimento degli obiettivi, il nuovo Piano richiede che le Regioni e le Province autonome istituiscano entro 6 mesi dall'entrata in vigore del Piano, laddove ancora non esistente, un organismo di coordinamento nel quale siano rappresentate tutte le strutture amministrative competenti (agricoltura, ambiente, salute, formazione). Questa appare una via obbligata per permettere l'armonizzazione a livello territoriale di una serie di disposizioni che afferiscono a filiere istituzionali differenti e che richiedono approcci multidisciplinari di intervento. 
Allo stesso modo il nuovo Piano, al fine di promuovere innovazione scientifica e tecnica, propone che il Ministero delle politiche agricole stipuli accordi dedicati con le facoltà di agraria, con gli istituti tecnici secondari, con le società scientifiche e con gli ordini professionali. Tali accordi dovrebbero essere finalizzati a promuovere nuova ricerca e a preparare al meglio i tecnici del domani in tema di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

Le posizioni degli stakeholders

Molto variegate le posizioni dei principali portatori d'interesse rispetto alla proposta di PAN messa in consultazione. Le prime divergenze possono essere registrate in tema di approccio complessivo del Piano rispetto ai suoi obiettivi: per alcuni servono più regole e più controlli; per altri, invece, meno prescrizioni ma più ambizione in termini di ricerca, innovazione e strategia complessiva.
Altre divergenze, poi, si registrano sulle due "agricolture" virtuose attenzionate dal Piano: il biologico e l'integrato (certificato). Per alcuni, si dovrebbe puntare solo sulla prima come unica via possibile per ridurre la dipendenza dai fitosanitari. Per altri, invece, queste due agricolture non dovrebbero essere messe in competizione in quanto entrambe, insieme, consentono di trovare le soluzioni più adatte ai diversi contesti produttivi del Paese in tempi di cambiamento climatico.
Molto dibattute, infine, sono le questioni relative alle distanze da rispettare durante i trattamenti fitosanitari nei casi in cui le superfici trattate siano adiacenti alle aree frequentate dalla popolazione e alla quantificazione degli obiettivi target del Piano: per alcuni il Piano propone soluzioni troppo ambiziose, per altri invece soluzioni troppo blande.

Link utili

 
 

Danilo Marandola
Responsabile scheda CREA-RRN 5.1

 
 

PianetaPSR numero 84  ottobre 2019