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Ambiente

Giornata del suolo, il ruolo dell'agricoltura

La gestione sostenibile di una risorsa preziosissima è stata al centro di un workshop alla Camera dei Deputati nel corso del quale sono state presentate le Linee guida della FAO.

Il 5 dicembre 2019 si è celebrata la Giornata Nazionale del Suolo [1] per approfondire la tematica al fine di gestire in maniera sostenibile (protezione e conservazione) tale preziosa risorsa, limitata e fragile, ma in grado di incrementare la produzione agroalimentare, conservare la biodiversità, regolare la qualità dell'acqua, favorire la quantità nutrizionale degli alimenti, consentire la mitigazione dei cambiamenti climatici e dei fenomeni idrologici estremi.

In occasione ed in preparazione dell'evento, il 3 dicembre c.m. si è tenuto il workshop sul tema "Suolo e Agricoltura: dalla ricerca all'azione" presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati per presentare le Linee guida volontarie elaborate dalla FAO per la gestione sostenibile del suolo.

Le linee guida volontarie FAO per la gestione sostenibile del suolo

Nel dicembre 2012, presso la FAO, è stata istituita la Global Soil Partnership (l'Alleanza Mondiale delle Nazioni Unite sul Suolo) per rafforzare i rapporti di collaborazione tra le parti interessate nell'utilizzo e gestione del suolo al fine di incentivare le azioni di tutela e ripristino; promuovere la ricerca; incrementare gli investimenti per la gestione sostenibile del suolo; favorire l'adozione di politiche inerenti al suolo; incrementare la quantità e la qualità dei dati disponibili in materia; minimizzare il rischio di degradare ulteriormente i suoli ed, infine, per sviluppare la protezione e la conservazione del suolo stesso, nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile creando filiere di produzione sostenibili. 

In tale contesto nel 2016 hanno visto la luce le "Linee guida volontarie per promuovere la gestione sostenibile del suolo" (VGSSM) che integrano la Carta Mondiale del Suolo elaborando principi e buone pratiche per la loro attuazione sia in campo politico che nel processo decisionale.

Tali Linee guida indicano strumenti di applicazione pratica per tutti i soggetti coinvolti nei settori dell'agricoltura, della pastorizia, della silvicoltura e della gestione delle risorse naturali. Esse dovranno essere promosse dai vari governi e confrontate con le politiche nazionali già in vigore al fine di colmare le lacune presenti in materia nella legislazione dei Paesi Membri. 

Dette Linee guida, scaturenti da un processo inclusivo e partecipativo, identificano undici tematiche fondamentali che gli Stati dovranno impegnarsi a perseguire per garantire la conservazione del suolo, contenere l'erosione ed il degrado della struttura, garantire un'adeguata copertura vegetale, promuovere lo stoccaggio del carbonio, salvaguardare la fertilità dei suoli, assicurare livelli minimi di salinizzazione e sodicizzazione, tutelare il corretto drenaggio delle acque, assicurare livelli di contaminanti sotto la soglia di tossicità, garantire il mantenimento della biodiversità del suolo e di tutte le sue funzioni nonché un giusto e sicuro apporto di nutrienti  nella produzione del cibo e dei foraggi, ridurre il consumo di suolo attraverso una responsabile pianificazione territoriale. 

L'Italia è uno dei pochi Paesi Membri che ha tradotto nella propria lingua le suddette Linee guida che rappresentano un volano per originare una cultura condivisa tra i diversi soggetti coinvolti: istituzioni, ricercatori, imprenditori, organizzazioni professionali, università, accademie e cittadini.

Il binomio suolo ed agricoltura

In tale contesto il settore dell'agricoltura riveste un duplice ruolo sia dal punto di vista delle emissioni climalteranti per l'ambiente che della mitigazione climatica in quanto svolge la funzione di sequestro del carbonio e di assorbimento dei pozzi. Gli agricoltori, quindi, sono i primi custodi del suolo.

Purtroppo, il degrado dei suoli è progredito notevolmente in tutto il mondo. Infatti, studi recenti dimostrano che circa il 33% dei suoli mondiali sono moderatamente o fortemente degradati [2]

Si stima una perdita annuale mondiale di 75 miliardi di tonnellate di suolo fertile determinata da fenomeni erosivi, dall'inquinamento, dalle pratiche agronomiche non sostenibili, dal cambio di utilizzo del suolo (deforestazione o conversione da pascolo a suolo coltivato) e dall'impermeabilizzazione dello stesso. Il recupero di sostanza organica nei suoli, quindi, diventa imperativo, a partire dalle zone collinari e montane del nostro Paese in quanto il recupero della fertilità determinerebbe la mitigazione dei fenomeni alluvionali. 

L'agricoltura dovrà assumere un ruolo centrale nei confronti della transizione da percorrere e la nuova programmazione della Politica Agricola Comune dovrà garantire la trasformazione agro-ecologica abbandonando il sistema di aiuti prestato attraverso la compensazione del reddito degli agricoltori ed incentrandosi nel fornire agli stessi fondamenta e supporto per avviarli verso lo sviluppo sostenibile in agricoltura.

Il suolo è dunque un elemento "cerniera" in grado di coniugare aspetti ambientali ed economici.
Nel primo metro di profondità del suolo si rinvengono, a livello mondiale, 1500 Pg di carbonio organico: le pratiche agronomiche non virtuose conducono alla degradazione e possono ampliare gli effetti dei cambiamenti climatici in quanto determinano la perdita di carbonio al suolo che ritorna in atmosfera sotto forma di anidride carbonica o metano. 
La gestione del suolo, quindi, può essere definita sostenibile solamente se le attività agricole sono in grado di supportare, incrementare, regolare i servizi ecosistemici forniti dal suolo, senza comprometterne la funzionalità e la biodiversità, lasciando intatto il capitale naturale per le future generazioni.
La gestione sostenibile del suolo è fondamentale per le tre Convenzioni principali delle Nazioni Unite che riguardano la biodiversità (UNCBD), i cambiamenti climatici (UNFCCC) e la lotta alla desertificazione (UNCCD).Al fine di favorire la capacità di stoccaggio di CO2 nei suoli agricoli e ridurre le emissioni in atmosfera di gas serra, è importante promuovere l'adozione di sistemi colturali innovativi ed efficienti basati sull'inserimento di coltivazioni in grado di favorire la più ampia copertura vegetativa nell'annata agraria, quali quelle di integrazione, intercalari, consociate (erba medica, trifoglio, ecc..), catch crop e cover crop nelle rotazioni. 

Occorre, inoltre, introdurre una quota maggiore di colture da foraggio; impiantare o preservare le siepi, le macchie e le fasce tampone arbustive; aumentare la conversione delle superfici delle colture arative a prati; incentivare la non lavorazione del suolo (no tillage) tramite la semina su sodo; attuare schemi di rotazione lunghi; coltivare su livello; gestire e recuperare i terreni marginali con l'introduzione di nuove colture; privilegiare la pacciamatura organica e migliorare l'attività sia della macrofauna che della microflora, specialmente quella fungina, per incrementare la porosità del suolo garantendo un'ottima aereazione, infiltrazione dell'acqua, trasferimento di calore e crescita delle radici.

Per quanto riguarda le superfici agricole sarà importante promuovere misure volte ad adottare tecniche di fertilizzazione e distribuzione del materiale organico (effluenti, digestato, compost, ecc.) più efficienti ed efficaci, come, tra le altre, l'iniezione diretta del digestato, la fertirrigazione di precisione, le tecniche a rateo variabile.

Si sottolinea l'importanza di monitorare gli indicatori agronomici (rese colturali, qualità delle produzioni, costi per coltura, ecc) ed ambientali (contenuto in sostanza organica dei suoli, attività microbiologica, presenza di anellidi e microartropidi, ecc) per verificare il miglioramento delle funzioni agro-ecologiche dei suoli apportato dalle pratiche attuate e di promuovere progetti di ricerca, di trasferimento di conoscenze e supporto all'adozione di tecniche innovative specifiche tra ricercatori, tecnici ed agricoltori. 

Occorre, inoltre, incentivare il supporto, la formazione e la sensibilizzazione in ambito scolastico e professionale delle pratiche di gestione sostenibile del suolo. I servizi di divulgazione agricola dovrebbero stimolare principi e pratiche sostenibili per il suolo. 

Una delle questioni fondamentali, infine, rimane il consumo stesso di suolo, determinato dalla sua impermeabilizzazione e dall'alterazione della sua composizione.
L'impermeabilizzazione altera in modo drammatico il ciclo dell'acqua superficiale (determinando frane e alluvioni) e di quella sotterranea (riducendo la disponibilità delle falde). È pertanto urgente e necessario che il Parlamento legiferi una normava specifica in materia di consumo del suolo e di quanto sin qui trattato.

 
 
Note

[1]
Il suolo è un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si originano dall'alterazione chimico - fisica delle rocce e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Al suolo sono correlati i seguenti servizi ecosistemici: la produzione di cibo e di biomasse; la regolazione del microclima, dei cicli biogeochimici, del deflusso superficiale e dell'infiltrazione dell'acqua; il controllo dell'erosione; la ricarica delle falde; la cattura e lo stoccaggio del carbonio; la mitigazione dei fenomeni idrologici estremi e la conservazione della biodiversità. Il suolo è risorsa limitata e non rinnovabile in quanto per originare 1 centimetro di suolo fertile sono necessari dai 100 ai 1000 anni.

[2] Fonte: Stato delle Risorse del Suolo nel Mondo, FAO (2015).
 
 

Ilaria Falconi
MIPAAF

PianetaPSR numero 86 dicembre 2019