Rafforzare le misure di gestione del rischio per promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato.
Questi gli obiettivi della PAC post-2020, confermati in occasione del Convegno internazionale "La gestione del rischio nella PAC post-2020: proposte e fabbisogni del territorio", tenutosi a Roma lo scorso 28 novembre e organizzato dal Mipaaf, in collaborazione con ISMEA. L'evento conclude la serie di 16 workshop regionali nell'ambito delle attività di informazione e capacity building volte a promuovere l'uso di strumenti di gestione del rischio in agricoltura per fronteggiare le perdite di produzione, nonché per contrastare le fluttuazioni di mercato.
I workshop hanno rappresentato un momento di confronto e raccolta dei fabbisogni del partenariato di settore - oltre 1.100 partecipanti tra ordini professionali, organizzazioni sindacali e di produttori, Compagnie assicurative, Consorzi di Difesa e mondo della ricerca.
Incrementare l'offerta assicurativa, con attenzione alla perdita di qualità, alle produzioni a basso valore aggiunto e alla copertura da rischi catastrofali, nonché continuare il processo di semplificazione e migliorare l'efficienza dei sistemi informativi sono i fabbisogni emersi in tutte le Regioni visitate.
Su queste basi, l'evento finale è stato opportunità di dibattito tra istituzioni pubbliche, organismi internazionali e rappresentanti del mondo agricolo e assicurativo per discutere le nuove proposte per le politiche di gestione del rischio in Italia, anche in vista della riforma della PAC.
Dai risultati dell'indagine della Corte dei Conti europea sull'efficacia degli strumenti unionali di gestione del rischio, si delinea un quadro comunitario caratterizzato da un utilizzo ridotto di tali strumenti, dove la maggior parte del sostegno è destinato alle assicurazioni agevolate, ma il ricorso a queste ultime è limitato e non uniforme.
Per l'Italia, tra i pochi paesi nell'Ue ad avere attivato i Fondi di mutualizzazione e l'Income stabilization tool, la Corte evidenzia un uso degli strumenti completo, ma non sempre mirato. Nel quadro delle assicurazioni, la diffusione, soprattutto nelle regioni del Sud, è ancora molto limitata e i fondi di mutualizzazione, compresi gli strumenti per la stabilizzazione del reddito (IST), registrano un'eccessiva complessità soprattutto in fase di attivazione.
A livello dell'Unione, come confermato nel corso dell'evento dalla Commissione europea - DG Agricoltura e sviluppo rurale, solo 11 Stati membri hanno deciso di attivare gli strumenti di gestione del rischio offerti nel quadro del secondo pilastro della PAC.
Tra questi, solo Francia, Italia e Portogallo offrono il sostegno dell'UE a fondi di mutualizzazione e solamente Italia e Ungheria hanno attivato anche gli IST. L'Italia, in particolare, ha scelto di agire in maniera sinergica affidando al programma nazionale gli strumenti assicurativi, i fondi di mutualizzazione e gli IST settoriali, lasciando alle Regioni la scelta di attivare un sostegno per azioni preventive e per il ripristino del potenziale produttivo agricolo.
Durante l'incontro, il Mipaaf ha avuto modo di esporre i risultati ottenuti dal sistema per le assicurazioni agevolate che ha registrato una partecipazione crescente raggiungendo, nel 2019, più di 81 mila aziende aderenti, per un valore assicurato totale di 8,1 miliardi di euro, ed un incremento nel Sud Italia del 29% rispetto al 2018, anche se permane un forte squilibrio territoriale a vantaggio delle regioni del Nord.
Resta da valutare l'effetto dell'entrata in esercizio dei Fondi di mutualizzazione e degli IST i quali, superato l'iniziale scetticismo da parte degli agricoltori, potranno contribuire efficacemente ad accrescere le coperture contro i rischi meteoclimatici, sanitari e ambientali e contro le perdite di reddito.
Con uno sguardo agli scenari internazionali, i rappresentanti di OCSE e FAO hanno sottolineato la centralità delle strategie aziendali per migliorare le forme di prevenzione e mitigazione del rischio. Attraverso la presentazione di diversi casi studio, i due portavoce hanno dimostrato la necessità di considerare gli agricoltori come parte attiva nella pianificazione dei sistemi di gestione del rischio anche ai fini della sicurezza alimentare e della mitigazione dei cambiamenti climatici.
Per il futuro, il Green New Deal prevede un ruolo prioritario per gli strumenti di gestione del rischio, promuovendo interventi a favore dell'adattamento ai cambiamenti climatici e della transizione delle aziende verso forme di agricoltura più resiliente. Sulla base delle prime linee guida tracciate dal nuovo piano UE per l'ambiente, la Commissione europea - DG Agricoltura e sviluppo rurale ha individuato nell'integrazione tra sostegno UE e buone pratiche agricole un sistema vincente. Fondamentale, in questo senso, sarà l'attivazione sinergica dei vari strumenti, coniugando interventi unionali, strategie degli Stati membri e strumenti del settore privato.
Alla luce dei risultati ottenuti e delle difficoltà riscontrate, Mipaaf e ISMEA concordano, inoltre, nella necessità di attuare in Italia un'evoluzione del Sistema di Gestione dei Rischi istituendo un Fondo di Mutualità Nazionale a tutela di tutte le aziende agricole italiane contro i rischi meteo-climatici cosiddetti catastrofali, ovvero gelo, siccità e alluvione.
Agendo in maniera integrata su entrambi i pilastri della PAC, in combinazione con le attuali coperture assicurative agevolate, il Fondo consentirebbe alle aziende agricole di dotarsi di una "rete di sicurezza" di base e di scegliere ulteriori coperture attraverso la sottoscrizione di polizze assicurative o l'adesione a Fondi di mutualizzazione e IST. Da ciò la necessità di riformare radicalmente l'organizzazione del Fondo di solidarietà nazionale con l'obiettivo di migliorare la capacità di intervento pubblico nella stabilizzazione dei redditi degli agricoltori, superando talune disuguaglianze nella distribuzione delle risorse fra territori e filiere produttive.
Dopo aver raccolto le riflessioni dei rappresentanti del mondo agricolo e assicurativo, la Ministra Teresa Bellanova, a conclusione del Convegno, ha confermato l'urgenza di creare in Italia un sistema integrato di gestione del rischio. La proposta di attivazione di un fondo di mutualizzazione è già stata presentata in occasione dell'ultima riunione del Consiglio dei Ministri dell'agricoltura europei e sarà oggetto di uno specifico tavolo in seno ai Gruppi di lavoro per la definizione del Piano strategico della PAC post 2020.
L'intervento pubblico si dimostra, pertanto, uno strumento fondamentale per la tutela del reddito degli agricoltori, nonché per lo sviluppo di un'agricoltura resiliente in grado di fronteggiare più efficacemente i cambiamenti climatici.
Agnese Sciotti
ISMEA
PianetaPSR numero 87 gennaio 2020