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Sostenibilità 

UNISECO: un progetto europeo per comprendere e migliorare la sostenibilità dei sistemi agroecologici nell'UE

Il progetto è portato avanti in 16 Stati Membri, tra i quali l'Italia. Il partner scientifico italiano, il CREA-PB, cura una ricerca che ha come caso studio il Biodistretto del Chianti.

La transizione agroecologica

Il mondo agricolo sta dimostrando una crescente consapevolezza dell'esigenza di coniugare una soddisfacente e redditizia produzione di alimenti con la gestione sostenibile delle risorse naturali, con la lotta ai cambiamenti climatici e con lo sviluppo sociale delle aree rurali. Sempre più spesso, nel dibattito scientifico e politico, l'agroecologia viene evocata come un nuovo paradigma in grado di soddisfare i principali requisiti di sostenibilità non solo del settore primario, ma più in generale del sistema agro-alimentare. 

L'agroecologia, che è stata definita come "la scienza che applica concetti e principi ecologici per la progettazione di sistemi agro-alimentari sostenibili", viene identificata al contempo come una disciplina scientifica, una pratica e un movimento sociale. Come scienza dà priorità alle interazioni ecologiche tra le varie componenti dell'agroecosistema attraverso un approccio transdisciplinare, mentre come pratica si basa su un uso sostenibile delle risorse rinnovabili, ed in particolare promuove sistemi agricoli diversificati, incentrati sulle conoscenze e le priorità dei produttori e l'uso delle risorse genetiche locali. Infine, come movimento, l'agroecologia privilegia l'approccio territoriale, anche attraverso un coinvolgimento attivo delle comunità locali. 

Di fatto esistono già diversi modelli produttivi che, in maniera più o meno diretta, riconducono ai principi dell'agroecologia. Tra questi vi è indubbiamente l'agricoltura biologica e, almeno in parte, l'agricoltura integrata, conservativa, a basso impatto, climate smart, ecc.  Ognuno di questi modelli produttivi può rappresentare un punto di snodo cruciale per la transizione agroecologica (figura 1).

Figura 1  - La transizione agroecologica

Fonte: Ns elab. da Tittonell (2014)

Infatti, gli obiettivi agroecologici si possono raggiungere solamente attraverso un processo di progressivo adeguamento di tecniche e approcci, caratterizzato da una serie di tappe progressive (ad esempio passando dall'agricoltura integrata, alla sostituzione degli input, fino al biologico), che richiedono non solo innovazioni tecnologiche ma anche istituzionali, che devono essere adeguatamente supportate da politiche pubbliche e da incentivi di mercato, fino a raggiungere il ridisegno del sistema agroalimentare.

Il progetto UNISECO

È in questo contesto che si inserisce UNISECO (Understanding and Improving the Sustainability of Agro-ecological Farming Systems in the EU), un progetto di ricerca triennale (2018-2021), finanziato nell'ambito del programma H2020. Il progetto viene realizzato in 16 Stati Membri, tra cui figurano Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Grecia, Finlandia, Lituania e Ungheria. UNISECO prevede, da parte di ogni partner scientifico, lo svolgimento di un caso di studio nazionale. In Italia la ricerca è curata dal CREA-PB e il caso di studio riguarda il Biodistretto del Chianti.

Il principale obiettivo di UNISECO è quello di incrementare la sostenibilità dei sistemi agricoli dell'UE attraverso la co-costruzione di strategie e di incentivi volti alla diffusione di approcci agroecologici. In particolare, il progetto mira a identificare e diffondere le strategie di gestione aziendale più idonee per l'agricoltura europea e al contempo favorire una migliore comprensione degli ostacoli tecnici, sociali, economici e politici che impediscono una più estesa diffusione di tecniche agroecologiche. Per raggiungere questi obiettivi vengono adottate metodologie innovative per la valutazione della sostenibilità dei sistemi agricoli, prestando particolare attenzione alle attività degli agricoltori e al ruolo degli altri soggetti coinvolti nella definizione di tecniche e politiche a livello locale.

Gli strumenti operativi messi a punto da UNISECO hanno l'obiettivo di valutare gli impatti ambientali, economici e sociali della diffusione di tecniche e principi agroecologici in diversi sistemi agricoli dell'UE, sia a livello aziendale che territoriale. 


Per l'analisi aziendale sono utilizzati tre strumenti di supporto alle decisioni (DST- Decision Support Tools):

  • SMART: valutazione della sostenibilità attraverso 300 indicatori;
  • Cool Farm Tool: valutazione delle emissioni di gas serra, risorse idriche e biodiversità;
  • COMPAS: valutazione dei cambiamenti economici e tecnologici delle aziende.

L'analisi territoriale, invece, prevede un coinvolgimento attivo di numerosi attori locali attraverso processi e metodi partecipativi (focus group, workshop) e altre metodologie di ricerca (es. Social Network Analysis, Analisi Multicriterio). L'obiettivo è quello di analizzare e favorire la transizione agroecologica in diversi contesti europei attraverso un processo partecipativo e multidisciplinare, in modo da integrare le conoscenze di agricoltori, consulenti, ricercatori e altri portatori di interesse.

Il caso di studio italiano: il Biodistretto del Chianti

Il Biodistretto del Chianti nasce da un'iniziativa di un gruppo di viticoltori biologici e da altri attori locali che hanno riconosciuto l'esigenza di un nuovo modello di governance del territorio. Il territorio del Chianti è caratterizzato da un equilibrio peculiare tra sistema insediativo storico, produzioni agricole e paesaggio, che, tuttavia, può essere minacciato da uno sviluppo rurale non armonico. I maggiori rischi di degrado del paesaggio (naturale e culturale) sono associati alla riconversione colturale (ad esempio da uliveto a vigneto specializzato), all'abbandono delle superfici agricole marginali e all'urbanizzazione. A ciò, si aggiungono il problema della gestione delle crescenti popolazioni di fauna selvatica e lo scarso sviluppo di filiere locali di prodotti diversi dal vino che tradizionalmente sono stati legati al territorio (olio, formaggi, carni e salumi, legumi, zafferano, produzioni orticole e cerealicole di piccola scala). La riduzione della diversificazione della maglia agraria e l'intensificazione della gestione dei vigneti provocano consumo di suolo e inquinamento di aria e acqua, riducendo la possibilità di recuperare terreni per ripristinare filiere agroalimentari abbandonate.

In questo contesto il Biodistretto vuole valorizzare l'ampia gamma di servizi forniti dagli agroecosistemi locali, anche attraverso la (ri)diversificazione delle filiere agroalimentari locali. Pertanto, la ricerca ha incentrato l'attenzione sul ruolo del Biodistretto nel rispondere alla seguente sfida: "Quali azioni occorre mettere in campo per migliorare la redditività, l'occupazione e la qualità ambientale del territorio attraverso l'introduzione dei principi agroecologici nella gestione delle aziende agricole?".

 

Nell'ambito del caso di studio del progetto è stato analizzato un campione di 12 aziende agricole, valutandone le performance economiche, sociali e ambientali, con l'obiettivo di intercettare diversi livelli di transizione verso l'agroecologia. La ricerca ha previsto anche l'analisi della governance del territorio e soprattutto la co-costruzione di strategie per un ridisegno del sistema agroalimentare locale che preveda il superamento del biologico di sostituzione, condividendo i pilastri del più olistico approccio agroecologico. Le azioni proposte, scelte in base alla loro efficacia e coerenza rispetto alle finalità del Biodistretto, sono un insieme di tecniche, pratiche e scelte istituzionali, che offrono una visione strategica del territorio ispirata ai principi dell'agroecologia.

Raccomandazioni per le politiche agricole e di sviluppo rurale

Attraverso un approccio multidisciplinare e partecipativo e sulla base dei dati raccolti nell'ambito dei casi di studio, UNISECO vuole anche fornire raccomandazioni strategiche ai decisori politici sul futuro delle politiche agricole e di sviluppo rurale. Già dal suo avvio, il progetto ha istituito un tavolo di confronto con diversi stakeholder nazionali e comunitari, con l'obiettivo di co-costruire raccomandazioni sugli strumenti di policy più efficaci nel coniugare la redditività delle aziende agricole con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. È stato inoltre attivato un confronto diretto con la Commissione Europea sui limiti e le potenzialità degli interventi attuali, nonché sul disegno di politiche future che sappiano favorire in maniera più efficace la transizione agroecologica. In particolare, in vista della PAC post 2020, il progetto ha focalizzato l'attenzione sugli interventi a carattere ambientale e su quelli che dovrebbero favorire la creazione di posti di lavoro nelle aree rurali. Una descrizione più dettagliata delle implicazioni di policy scaturite dal progetto sarà presentata in uno dei prossimi numeri di Pianeta PSR.

 
 
 

Andrea Povellato 
Francesco Vanni 
CREA-PB

 
 

PianetaPSR numero 88 febbraio 2020