Coronavirus
Esperienze di cooperazione istituzionale e di integrazione tra Fondi e Politiche. Insegnamenti utili per fronteggiare il COVID-19
L'emergenza sanitaria in corso sta avendo un impatto significativo sulle attività produttive e sociali, comprese quelle riconducibili al settore agricolo e ai territori rurali. Le criticità prodotte dall'emergenza richiedono prova di capacità di reazione in grado di configurare con rapidità nuovi strumenti operativi che vadano incontro alle necessità impellenti delle istituzioni e degli operatori che vivono e lavorano nei territori rurali.
Lo stato emergenziale che stiamo vivendo in questi mesi sta richiedendo uno sforzo immane nell'individuare potenziali soluzioni alle criticità che sono comparse nel settore agricolo e nelle aree rurali. Criticità che vanno a sommarsi a carenze di varia natura (strutturali soprattutto) che incombono da anni sul settore agricolo e sui territori rurali, condizionandone i loro percorsi di sviluppo e di crescita.
È emersa con forza la necessità di mettersi in gioco, di individuare obiettivi capaci di interpretare i fabbisogni odierni del settore e dei territori e applicando metodi e procedure veloci e proattive. Azioni queste che richiedono anche un ripensamento delle politiche in corso e di eventuali correttivi da apportare per renderle più alla portata della fase emergenziale. Gli interventi da mettere in campo, d'altro canto, debbono essere in grado di proporre soluzioni che consentano di superare le criticità preesistenti agevolando la ripresa nel medio lungo periodo.
Nelle scelte da compiere possono tornare utili programmi, approcci e i metodi adottati, nel corso degli ultimi anni, nel nostro Paese per intervenire in soccorso di altre situazioni di emergenza o per superare stati di disagio evidenti. A tal fine, il CREA nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale ha avviato - anche a seguito di una sollecitazione pervenuta dalla Rete Rurale Europea -, una ricognizione per identificare le esperienze più significative e che potrebbero fornire spunti utili da adottare sia in questa fase emergenziale che nel medio lungo periodo.
Di primo acchito, sono state censite cinque esperienze, di cui quattro a livello nazionale e una a livello regionale. Si tratta, nello specifico di esperienze riconducibili a:
- Il Quadro nazionale delle Misure forestali nello sviluppo rurale 2014-2020, il quale, frutto del lavoro partecipato di tutte le regioni italiane - con il coordinamento dell'Osservatorio Foreste - ha rappresentato lo strumento di coordinamento e di indirizzo per l'attivazione delle Misure forestali previste dal Regolamento UE n. 1305/2013, dello sviluppo rurale 2014-2020. Il suo valore aggiunto è rintracciabile nel fatto che esso non ha rappresentato uno strumento vincolante per le Regioni, ma uno strumento di riferimento nazionale a supporto alla programmazione FEASR per una più snella, efficace ed efficiente attuazione e implementazione delle misure forestali nei PSR sul territorio nazionale.
- Il Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020-2022, frutto anche esso di un approccio condiviso e partecipato tra le istituzioni che, a vari livelli, hanno il mandato di coordinare e realizzare gli interventi di prevenzione e contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura (Ministeri dell'interno, del lavoro e dell'agricoltura, Regioni, ANPAL, ANCI, INL, INPS). Il Piano esprime una strategia nazionale per affrontare un'emergenza, quella dello sfruttamento della manodopera in agricoltura, strategia condivisa, appunto, a diversi livelli istituzionali e basata sulla mobilitazione di differenti Programmi di derivazione comunitaria, nazionale e regionale.
- Il Piano di intervento per il rilancio del settore agricolo e agro-alimentare nei territori colpiti da Xylella, elaborato dal Mipaaf per contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa in attuazione delle Decisioni comunitarie e Decreti nazionali. Il Piano, come è noto, ha come obiettivo l'individuazione di una politica organica da attuare per contrastare l'espansione della Xylella, ripristinare e rilanciare la coltura olivicola e l'intera economia agricola del territorio interessato. Le sue azioni presentano sì una dimensione legata a caratteristiche di urgenza che sono quelle tipiche delle calamità e delle emergenze, ma si basano anche su una solida architettura che supera l'ottica di brevissimo periodo.
- La Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) nelle aree terremotate del centro Italia. La SNAI per le zone colpite dal sisma del Centro Italia avvenuto il 24 agosto 2016 ha adottato un metodo specifico che tiene conto della situazione particolare di queste aree. Essa, intervenendo nelle 5 aree interessate (Nuovo Maceratese; Ascoli Piceno; Val Nerina; Monti Reatini; Alto Aterno - Gran Sasso Laga), si è proposta come occasione di politica economica sia per la riorganizzazione dei servizi territoriali secondo logiche innovative che per il rilancio e l'innovazione delle principali filiere agricole locali. La SNAI ha previsto, tra l'altro, un rafforzamento dell'integrazione strategica e delle cooperazioni istituzionali tra le amministrazioni coinvolte.
- La Misura 16 del PSR Piemonte 2014-2020, il cui scopo è quello di superare i svantaggi dovuti alla frammentazione degli operatori nelle aree rurali, aiutando gli stessi a cooperare. La misura incentiva forme di cooperazione tra almeno due soggetti (operatori del settore agricolo, forestale e del mondo rurale, o altri) che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi della politica di sviluppo rurale. Il suo valore aggiunto è dato dalla scelta, strategica, di creare sinergie con azioni cofinanziate dal POR Piemonte e volte a sostenere la creazione di piattaforme tecnologie nel campo dell'agroalimentare sostenibile.
La ricognizione è ancora in corso e man mano che verranno identificate delle esperienze significative, le stesse saranno inserite nel Documento redatto ad hoc e consultabile a questo indirizzo, al quale si rimanda per un approfondimento delle singole esperienze, il cui dettaglio è contenuto in specifiche schede.
Alcuni insegnamenti da trarre
Dalla lettura orizzontale delle prime esperienze censite emergono alcuni punti comuni che potrebbero rilevarsi utili non solo in questa fase emergenziale ma anche nel futuro. Di seguito, si richiamano alcuni di essi.
In primo luogo, emerge come tratto caratterizzante, il bisogno di uno stretto ed efficace coordinamento delle istituzioni/forze/enti chiamati a gestire le azioni di contrasto sul territorio a tutti i livelli (nazionale, regionale, provinciale, comunale) e con diverse funzioni: legislative, amministrative/gestionali, di prevenzione, controllo, di informazione, ricerca, etc. Nello stesso tempo, si fa riferimento alla capacità - intesa sia in termini di scelte politiche che di competenze messe in campo - di adottare metodologie partecipative che permettano di condividere fra gli attori rilevanti, istituzionali e no, le scelte strategiche adottate e di massimizzare l'impatto delle azioni programmate, che presentano spinte innovative di non poco conto. Proprio il carattere innovativo - di metodo e di processo - delle iniziative richiede, a monte, la necessità di garantire la dimensione del supporto politico e istituzionale a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale) necessario per realizzare e mantenere scelte strategiche che implicano una discontinuità rispetto al passato (definizione di un quadro di regole semplificate, flessibili e armonizzate). Non va neanche sottovalutata l'utilità di stabilire una regia nazionale, che garantisca il supporto tecnico e scientifico alle parti in causa nelle scelte da adottare.
La principale lezione da apprendere, però, è la necessità di affiancare, sin da subito, all'agire nell'immediato per risolvere l'emergenza, la programmazione di azioni di medio-lungo periodo che aiutino da un lato la sostenibilità degli interventi messi in atto e dall'altro, la messa in campo di strumenti, strutture volte a prevenire e contrastare il pervenire dell'emergenza in futuro.
PianetaPSR numero 91 maggio 2020