Il benessere degli animali è una tematica sempre più centrale all'interno delle politiche comunitarie, anche per via dei risvolti in termini di sostenibilità, etica e qualità (Macrì M.C., Scornanienghi M., 2018) ad esso connessi. In ambito PSR, è la Misura 14 lo strumento dedicato a supportare interventi che migliorino le condizioni di vita degli animali da reddito.
Tra le aziende finanziate dal PSR Sardegna 2014-2020, un esempio di buona pratica è rappresentato da Gianmario Pes, un giovane allevatore di Dolianova specializzato nella produzione del suinetto da latte, un prodotto altamente ricercato dal consumatore locale, dal segmento turistico e della ristorazione.
Grazie al suo ingegno e al confronto maturato con altre realtà regionali ed europee, questo giovane imprenditore si è saputo distinguere per i sistemi innovativi adottati nel suo allevamento en plen air, un modello produttivo in crescente espansione nell'Isola che prevede l'utilizzo di ampie superfici di terreno recintate, all'interno delle quali i suini dispongono di zone funzionali predisposte e attrezzate per l'abbeverata, l'alimentazione, il riposo, il parto, lo svezzamento e l'ingrasso.
Per il particolare orientamento al benessere e alla sostenibilità ambientale, l'azienda è stata individuata dalla Regione Sardegna come buona pratica di utilizzo dei fondi FEASR e presentata ai rappresentanti della Commissione Europea, durante una visita aziendale prevista nell'ambito dell'ultimo incontro bilaterale tenutosi in Sardegna ad ottobre 2019.
Recentemente l'allevatore di Dolianova ha ottenuto un ulteriore riconoscimento nell'ambito di un importante concorso nazionale rivolto ai giovani agricoltori, per aver saputo coniugare l'innovazione con l'attenzione all'ambiente e agli animali.
Per comprendere meglio la sua esperienza, abbiamo incontrato Gianmario in azienda e gli abbiamo chiesto di raccontarci come nasce il suo progetto e la sua esperienza di utilizzo dei fondi PSR.
Puoi raccontarci come è iniziata la tua avventura imprenditoriale?
Con molto piacere. Nasco da una famiglia di agricoltori e sin da ragazzo ho dato una mano nell'azienda familiare, che inizialmente era destinata a seminativi e ad oliveti. Ho poi lavorato per circa sei anni come dipendente in una cooperativa che praticava l'allevamento suinicolo intensivo e si può dire che ho imparato lì le basi del mestiere di allevatore.
A un certo punto mi sono reso conto che stavo trascurando lo studio e ho deciso di diplomarmi presso l'Istituto Agrario: sapevo che senza una buona formazione di base non sarei potuto andare molto lontano e oggi sono felicissimo di aver fatto quella scelta e quei sacrifici: di giorno lavoravo e la sera andavo a scuola, determinato e desideroso di apprendere tutto ciò che potevo per il mio futuro. Il lavoro da dipendente non combaciava con le mie aspettative, inoltre iniziavano a pesarmi le giornate trascorse dentro un capannone e sognavo di avere una mia azienda all'aria aperta.
Dopo il diploma ho fatto una esperienza importante presso la Grande Distribuzione, lavorando come addetto prima in gastronomia e poi in macelleria: mi è servita tantissimo per imparare a rapportarmi nel modo giusto con i clienti.
Nel 2009 è uscito il bando per il primo insediamento del PSR 2007-2013 e ho messo tutte le mie energie per preparare al meglio il progetto aziendale e la domanda di finanziamento, con il prezioso supporto di un professionista, ma anche consapevole di avere la preparazione giusta per compiere scelte importanti.
Posso senz'altro affermare che avere intercettato la Misura 112 del precedente PSR ha cambiato la direzione della mia vita: ho potuto realizzare e organizzare l'allevamento semi-brado, le strutture per l'alimentazione, la movimentazione e il soggiorno degli animali, nonché mantenere un piccolo budget che mi sarebbe servito per cofinanziare i successivi interventi.
Dopo il primo insediamento in che modo la tua azienda ha beneficiato dei finanziamenti PSR?
Nel tempo ho potuto beneficiare di diverse misure del PSR Sardegna: la misura 114 (Consulenza), 111 (Azioni informative) e 121 (Investimenti) del PSR 2007-13 e, più di recente, la sottomisura 4.1 (Investimenti), 11 (Agricoltura biologica) e 14 (Benessere animale) con il PSR 2014-20. L'adesione al PSR e al benessere animale mi hanno consentito di ottenere un prodotto di qualità elevata, ricercato e riconoscibile sul mercato, come il porchetto sardo, che figura tra i prodotti alimentari tradizionali della Sardegna nell'elenco nazionale del Ministero delle Politiche Agricole.
Inoltre, grazie all'ausilio di consulenti specializzati nel settore, ho potuto migliorare in questi anni l'efficienza riproduttiva e minimizzare la presenza di patologie, ricorrendo ad un uso molto limitato di farmaci e antibiotici.
Col tempo sono riuscito a migliorare i risultati aziendali, contenendo i costi e puntando a conferire un maggiore valore aggiunto al prodotto, anche grazie all'adesione al sistema di certificazione volontaria UNI ISO 22005 di rintracciabilità della filiera, fortemente voluto dal Consorzio a cui aderisco, che garantisce il consumatore sulla provenienza locale.
Quali elementi di innovazione hai potuto introdurre in azienda grazie al supporto delle misure del PSR?
I bandi PSR mi hanno consentito di infrastrutturare l'azienda per l'allevamento all'aperto e anche di introdurvi alcuni elementi peculiari di innovazione, ad esempio i sistemi di soggiorno e le attrezzature mobili necessarie per la movimentazione degli animali, che ne rendono possibile il periodico trasferimento sui diversi appezzamenti destinati all'allevamento.
In questi anni ho sperimentato e adottato, avvalendomi della consulenza di un agronomo, la pratica di ruotare i recinti nell'ambito di un piano di avvicendamento colturale, per sfruttare al meglio i nutrienti e minimizzare, al tempo stesso, i fenomeni di inquinamento dei terreni.
Grazie ai finanziamenti ricevuti dal PSR ed alla costante assistenza tecnica dell'agenzia regionale LAORE, ho potuto installare all'interno dei recinti delle confortevoli capannine ad arco, costruite in legno e lamiera zincata, adeguatamente coibentate ed arieggiate sui lati per favorire il comfort degli animali durante il periodo di gravidanza e dopo il parto.
In questo caso, per individuare la migliore soluzione sul mercato mi è stata molto utile una visita di studio che ho potuto fare in Spagna, nell'ambito delle attività di formazione previste dal PSR 2007-2013 (N.d.A.: Misura 111 "Azioni nel campo della formazione professionale e dell'informazione, compresa la diffusione di conoscenze scientifiche e di pratiche innovative", realizzate dall'Agenzia regionale LAORE Sardegna).
In generale ho sempre cercato la possibilità di confrontami con altri allevatori, anche nella mia zona, perché ritengo che sia molto utile, soprattutto tra noi giovani, scambiarsi esperienze.
Credo che i finanziamenti pubblici dovrebbero facilitare ancora di più questo tipo di scambi, anche al di fuori dei confini della regione, perché ti aprono la mente e ti consentono di vedere metodiche diverse.
Quali sono dal tuo punto di vista i vantaggi di un allevamento en plen air rispetto al modello intensivo?
Dal punto di vista economico, ho potuto verificare di persona che gli investimenti per la realizzazione di un impianto di questo tipo sono molto inferiori rispetto ad un impianto intensivo e anche i costi di gestione sono più limitati.
Inoltre, l'impegno in termini di tempo è minore, non è necessario un controllo così serrato degli animali e ciò mi consente di avere più tempo libero per me e la mia famiglia. Ho anche più tempo per riflettere sullo sviluppo del progetto, ad esempio in questo periodo sto lavorando per ideare col supporto di un tecnico un laboratorio di trasformazione in azienda, che spero potrà consentirmi in futuro di produrre alcune tipologie di carni trasformate molto richieste dal mercato locale.
Dal punto di vista ambientale, il vantaggio principale dell'allevamento all'aperto è che non si pone il problema dei liquami, che viene risolto con lo smaltimento diretto sui terreni delle deiezioni, semplicemente rispettando l'equilibrio tra superficie disponibile e bestiame allevato.
Infine, l'allevamento all'aperto risponde pienamente alle esigenze di benessere animale: i suini hanno la possibilità di esprimere tutti i comportamenti tipici della specie come grufolare, socializzare e giocare all'aria aperta. L'eliminazione degli stress determina un netto miglioramento dello stato fisico e sanitario dei suinetti e si riflette sulla qualità delle carni, oltre a essere di per sé un fattore molto apprezzato dai clienti più esigenti.
Stiamo vivendo un particolare momento socioeconomico a causa della pandemia in corso. In che modo la l'emergenza Covid-19 in atto ha impattato nella tua attività aziendale?
La preoccupazione per il futuro è stata e continua ad essere alta, considerato lo stato di incertezza che stiamo vivendo. Sono socio attivo del "Consorzio del suinetto del Gerrei e della provincia di Cagliari" la cui produzione è rimasta invenduta per il 60% negli ultimi due mesi. Il Consorzio ha colto questa situazione per aiutare chi si trova in maggiore difficoltà e qualche giorno fa ha donato venti suinetti alla Caritas Diocesana. Osservo tuttavia i primi timidi segnali di una ripartenza dei consumi, che spero possano proseguire con l'avvio della stagione estiva.
Cosa prevedi per il futuro della sua azienda?
Intravedo uno sviluppo graduale sia sul fronte della crescita delle superfici e del numero di capi allevati, sia sul fronte della trasformazione, che confido mi possa dare un maggiore ruolo sul versante commerciale. Spero, inoltre, che la mia esperienza possa essere di ispirazione per altri giovani e per i tanti allevatori del settore suinicolo, nell'attuale e delicata fase che sta finalmente portando al debellamento della Peste suina in Sardegna.
Nicola Sassu - Assessorato dell'Agricoltura e riforma agro-pastorale della Regione Sardegna nsassu@regione.sardegna.it
Valentina Carta - CREA PB Sardegnavalentina.carta@crea.gov.it
PianetaPSR numero 91 maggio 2020