A causa della pandemia da Covid 19 questi primi sei mesi del 2020 sono stati caratterizzati da forti turbolenze nei mercati finanziari, dall'erosione della fiducia dei consumatori e da un'elevata incertezza.
La situazione di emergenza ha avuto un forte impatto sulle scelte di acquisto dei consumatori nonché sugli scambi agricoli internazionali con ripercussioni anche sui prezzi del settore che mostrano una tendenza al rialzo dovuta ai maggiori costi sostenuti da tutti gli attori della filiera agroalimentare. Sono emerse difficoltà logistiche e nel reperimento della manodopera agricola (indisponibilità di lavoratori stagionali soprattutto stranieri); inoltre, la chiusura del canale Ho.re.ca. ha avuto un impatto negativo sia sui prodotti a più elevato valore aggiunto sia su quelli orientati all'export; a questo si deve aggiungere la forte crisi del settore agrituristico con perdita pressoché totale dei flussi turistici.
Le stime parlano per il 2020 di una contrazione del reddito agricolo medio per ettaro superiore al 3% con punte del 5% per il settore zootecnico.
Partendo da questo quadro di incertezza economica brevemente delineato, la vera incognita per i Programmi di sviluppo rurale sarà quella di vedere come la spesa dei PSR proseguirà nella seconda parte dell'anno; ossia se essa subirà un rallentamento dovuto alle mutate scelte di investimento degli imprenditori agricoli o agli eventuali rinvii e rinunce dei progetti di investimento programmati dai beneficiari dei PSR con ripercussioni sull'attuazione di alcune misure dei PSR.
Bisogna aggiungere tra l'altro che in questi mesi c'è stata una forte limitazione dell'attività della pubblica amministrazione correlata all'impossibilità di eseguire le operazioni di controllo sul territorio e all'impossibilità dei produttori di raggiungere le sedi dei centri di assistenza agricola al fine di eseguire gli adempimenti connessi agli aiuti della PAC.
Vediamo ora come è stato il trend della spesa in questi primi mesi del 2020 dei Programmi di sviluppo rurale confrontando i dati con quelli dell'anno 2019.
Lo scorso anno il trend della spesa è stato leggermente in calo nella prima parte dell'anno: infatti, nei primi quattro mesi si è passati da 111 milioni di euro rendicontati nei mesi di gennaio e febbraio ad 82 milioni di euro dichiarati nel mese di maggio 2019.
Viceversa nei primi quattro mesi del 2020 notiamo una spesa via via crescente: nei mesi di gennaio e febbraio sono stati rendicontati circa 74 milioni di euro per poi passare nel mese di aprile a 123 milioni di euro; purtroppo nel mese di maggio la spesa ha avuto un brusco calo con un ammontare dichiarato a livello Italia di appena 70 milioni di euro (grafico 1).
Analizzando i dati di dettaglio per tipologia di Regione si nota una diminuzione pressoché generalizzata della spesa nel mese di maggio e questa diminuzione appare più marcata nelle regioni del Centro-Sud (Regioni meno sviluppate - ex obiettivo 1), dove si è passati da una spesa FEASR dichiarata di 46 milioni di euro nello scorso mese di aprile ad una spesa di appena 25 milioni di euro nel mese di maggio (grafici 2-3-4).
Pertanto bisogna sperare che questo trend negativo emerso a maggio non sia una tendenza di generale diminuzione della spesa anche nella restante parte del 2020: se così fosse questo porterebbe alcune regioni a rischiare il disimpegno di una quota parte dei fondi assegnati non riuscendo a portare a rendiconto l'ammontare di risorse necessarie che avrebbero permesso loro di superare la soglia di spesa minima.
Tuttavia numerosi sono stati gli interventi posti in essere in questi mesi dalla Commissione Europea che cercano di mitigare, per quanto possibile, gli effetti socio-economici dell'epidemia Covid-19.
Infatti, è stata prevista la proroga delle domande di aiuto al 30 giugno 2020 (reg.di esecuzione n.501/2020 del 6 aprile 2020), l'incremento degli anticipi dal 75% al 85% (reg. di esecuzione n.531/2020 - da erogare dopo aver completato i controlli amministrativi), la semplificazione e le deroghe sui controlli sia per quanto riguarda gli interventi a superficie e capo (cioè sulle misure SIGC per gli anni 2019 e 2020) sia per gli interventi strutturali (misure non SIGC), con una riduzione del tasso minimo di controlli il loco e la possibilità di sostituirli con prove alternative e/o documentali (reg. di esecuzione n. 532/2020).
Una maggiore flessibilità è stata data, inoltre, nello spostamento dei fondi disponibili tra le misure del PSR con la possibilità di introdurre misure per far fronte alla crisi (attivazione della nuova misura 21 per far fronte all'emergenza Covid.19 - nuovo art. 39 ter. Reg. 1305/2013).
Queste iniziative di semplificazione e maggiore flessibilità nelle procedure potrebbero quindi avere un effetto positivo sul trend di spesa grazie all'adeguamento rapido dei programmi alla mutata situazione socio-economica e la possibilità di destinare risorse verso quei settori colpiti maggiormente dalla pandemia (come il settore agrituristico e il settore florovivaistico), mettendo al sicuro dal rischio di disimpegno fondi essenziali per lo sviluppo rurale.
Luigi Ottaviani
PianetaPSR numero 92 giugno 2020