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Coronavirus, la risposta delle AdG dei PSR nella "Fase 2" dell'emergenza epidemiologica

Continua la ricognizione delle Postazioni regionali della Rete Rurale Nazionale. Pubblicato l'aggiornamento del documento che raccoglie le misure preventive e precauzionali delle AdG.

Con la pubblicazione del Documento "Misure preventive e precauzionali delle AdG dei PSR in risposta all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Versione 30 giugno 2020" si è conclusa la prima fase del lavoro di ricognizione, avviato in primavera dalle Postazioni della RRN, per fornire un quadro sufficientemente completo delle strategie e degli interventi adottati dalle Regioni e Province autonome italiane in favore del settore primario e dell'economia rurale al tempo del nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

Il lavoro delle postazioni, giunto al secondo aggiornamento, consente di tracciare le principali linee di azione emergenti nella fase di riapertura e rilancio delle attività economiche, produttive e ricreative del Paese, dopo il lungo e catastrofico lockdown - rinnovato dal DPCM del 10/04/2020 su tutto il territorio nazionale, fino al 3 maggio 2020 - di tutte le attività produttive industriali e commerciali, con la sola esclusione di quelle coinvolte nelle poche filiere consentite, quale ad esempio la vendita di generi alimentari e di prima necessità.

L'attenzione delle postazioni è stata questa volta rivolta alla seconda delle tre fasi in cui, secondo le indicazioni del Governo, e come ormai in uso nel gergo comune, viene suddiviso lo sviluppo della crisi sanitaria, ossia:

  • la "Fase 1", di chiusura progressiva/parziale, da febbraio 2020;
  • la "Fase 2", di riapertura progressiva/parziale e gestione flessibile, per step successivi a partire da maggio 2020;
  • la "Fase 3", di riapertura totale e gestione flessibile, idealmente entro il 2020.

"Ripartenza" e "rilancio" sono le parole chiave di questo periodo. "Rilancio" è invero la parola d'ordine con cui è stato varato il Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19, che ha disposto al Capo VI le seguenti misure per l'agricoltura, la pesca e l'acquacoltura: l'istituzione di un "Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi", il contenimento della produzione nel settore vitivinicolo, lo stanziamento di fondi ad integrazione delle iniziative di distribuzione delle derrate alimentari cui concorre il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) 2014/2020, altro ancora in favore della filiera agroalimentare.

Il passaggio alla "Fase 2" è avvenuto quale naturale conseguenza del riconoscimento, a tutti i livelli istituzionali, di alcune semplici evidenze:

  • che la ripresa progressiva dell'attività economica e sociale è della stessa vitale importanza della protezione della salute delle persone;
  • che l'economia del paese è altamente interconnessa su scala nazionale;
  • che occorre colmare i divari territoriali che caratterizzano il Paese, dotandosi di nuove infrastrutture e procedure in grado di assicurare un utilizzo rapido e efficace di tutti i fondi disponibili;
  • che occorre una piena coerenza delle decisioni relative a specifici territori, assicurando un approccio coordinato da parte delle Amministrazioni regionali e locali, anche nella gestione degli interventi volti a "ripartire in sicurezza".

Tutti questi punti sono stati sviluppati nel Rapporto Iniziative per il rilancio "Italia 2020-2022" (cosiddetto "Piano Colao") con il quale lo scorso giugno il Comitato di esperti in materia economica e sociale (istituito con DPCM del 10 aprile 2020) ha inteso tracciare a grandi linee una visione condivisa, degli obiettivi e delle iniziative al fine di mitigare gli effetti della crisi COVID-19 e accelerare la fase di ripresa del Paese su basi più forti di resilienza e sostenibilità, anche alla luce dei nuovi obiettivi strategici europei.

Fonte: Comitato di esperti in materia economica e sociale, 2020.

In questo scenario le Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, ciascuna con il proprio grado di reattività, hanno posto in campo numerosi provvedimenti e soluzioni operative finalizzate da un lato ad adeguare e accelerare le procedure già poste in essere per i PSR, dall'altro a fronteggiare le diverse fragilità esistenti nei territori, in particolare l'improvvisa carenza o indisponibilità di liquidità delle imprese.

Alcuni di questi aiuti straordinari sono stati attivati sulla scorta delle indicazioni del Decreto-Legge 8 aprile 2020, n. 23, cosiddetto "Decreto Liquidità"; altri sono stati posti nella cornice normativa definita dalla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020, C(2020) 1863 final, recante il "Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19".

In sintesi, la straordinaria mobilitazione osservata con la ricognizione delle Postazioni può essere ricondotta alle seguenti categorie di provvedimenti:

Il Quadro degli interventi dalla "Fase 1" alla "Fase 2" dell'emergenza sanitaria

Appare opportuno evidenziare alcuni schemi innovativi implementati dalle Amministrazioni regionali e provinciali nella loro azione a sostegno delle imprese e dei cittadini. Andando ben oltre le consuete funzioni di elargizione di provviste e di controllo, esse infatti hanno:

  • attivato processi di cambiamento impensabili nelle architetture burocratiche di soli pochi mesi fa, adottando soluzioni operative sempre più flessibili, trasparenti e semplificate nella conduzione dei progetti (es. nel cambio di beneficiari, nella proposizione di varianti, nella rendicontazione e conclusione dei lavori) e potenziando le azioni di informazione, pubblicità e interazione con altre istituzioni, gli utenti e la società civile, attraverso lo sviluppo di nuovi strumenti on line (es. sezioni dedicate all'emergenza COVID-19 nei siti istituzionali);
  • assunto un nuovo ruolo di garanti dell'equilibrio tra la sfera sociale e quella economica, facendosi: a) promotori di reti di collaborazione con Enti locali, associazioni, imprese e esponenti del terzo settore per la realizzazione congiunta di iniziative volte alla tutela dei diritti dei lavoratori o all'acquisto e distribuzione di alimenti e beni di prima necessità o all'accesso a internet da parte delle fasce fragili della popolazione; b) fornitori di servizi di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro in agricoltura, anche attraverso piattaforme on line istituzionali; c) divulgatori di informazioni in merito a norme e protocolli di sicurezza sanitaria negli ambienti di lavoro.

Sebbene non siano mancate le difficoltà ed alcuni colli di bottiglia nell'attuazione dei diversi strumenti e misure di emergenza, è da apprezzare la reattività della Amministrazioni che hanno avviato percorsi di adattamento e cambiamento verso nuovi approcci e assetti organizzativi più orientati alla digitalizzazione e alla semplificazione amministrativa. In tal senso, sarà interessante effettuare un follow up delle azioni intraprese, al fine di valutarne la reale tempestività ed efficacia nel rispondere alle esigenze del settore.

 
 
 

Francesca Varia

 
 

PianetaPSR numero 93 luglio/agosto 2020