La crisi finanziaria incombente, alla quale ha fatto seguito la proposta in agosto di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy di bloccare i fondi strutturali alle nazioni in eccessivo deficit, ha avuto come effetto quello di riportare sotto i riflettori la questione dell'utilizzo in Italia delle dotazioni dei fondi europei.
In questi giorni, in cui si infiamma il dibattito sul reperimento di risorse per ridurre il deficit di bilancio ed incentivare nel contempo crescita e sviluppo, i fondi europei sembrano il volano giusto per far ripartire la macchina Italia, una grande occasione da non lasciarsi sfuggire.
Infatti, senza crescita non si va da nessuna parte e nessuna manovra aggiuntiva potrà mai compensare la mancanza di sviluppo dell'economia che sposterà inevitabilmente il traguardo sempre più lontano.
Purtroppo è di luglio il dato sull'utilizzo dei fondi Fesr e Fse (sesto monitoraggio sulla programmazione e spesa dei fondi strutturali europei) in cui emerge che ben 8,8 miliardi di euro sono a rischio di revoca, la maggior parte dei quali destinati al Mezzogiorno.
A fronte di questi dati poco incoraggianti, il Fondo per lo sviluppo rurale (Feasr), mostra una performance complessiva nettamente migliore rispetto agli altri fondi. Ad ogni modo, va anche ricordato che la pausa estiva non ha risparmiato nemmeno la macchina della spesa agricola per lo Sviluppo rurale, mostrando in agosto un risultato inferiore alle attese con una spesa Feasr dichiarata pari a 49,3 milioni di euro.
Le regioni dell'Obiettivo Convergenza rendicontano appena 17,54 meuro di fondi europei e le regioni dell'Obiettivo Competitività quasi 32 meuro di quota Feasr. A questo dato tocca aggiungere la spesa piuttosto fiacca dei mesi di maggio, giugno e luglio che si è attestata intorno ai 65 meuro di quota comunitaria.
Pertanto è molto probabile che il terzo trimestre del 2011 si chiuda con una spesa all'incirca simile a quella del trimestre precedente (circa 180 meuro): questo significherà che avremo da rendicontare negli ultimi tre mesi dell'anno ancora 370 milioni di euro per non rischiare il disimpegno.Confrontando il dato con il 2010 , le regioni del Sud dichiarano un montante nettamente inferiore con 40 meuro in meno, mentre le regioni del Centro Nord si allineano pressappoco alla performance precedente. Confrontando la situazione odierna con quella di un anno fa, emerge che nel mese di agosto del 2010 mancavano circa 397 milioni da liquidare mentre oggi sono in sospeso risorse per 475 milioni di euro, quindi circa 80 in più rispetto allo scorso anno.
A ben guardare, questo dato è dovuto non tanto al ritardo della spesa delle regioni Convergenza che, sebbene debbano ancora rendicontare 353 meuro, si attestano sul livello dell'altro anno, ma alle regioni Competitività che hanno ancora in sospeso risorse per 117 meuro, contrariamente all'annualità 2010 quando dovevano spendere soltanto 45 meuro di Feasr.
Quindi la situazione appare invariata per le regioni del Sud, ma addirittura peggiorata per le regioni del Centro Nord, che stanno scontando il ritardo della spesa del primo semestre del 2011.
La capacità di fare spesa delle regioni sembra quindi, nonostante tutto, non ancora essere entrata a sistema.
Pertanto, è necessario ancora moltiplicare gli sforzi e mettere in essere iniziative non solo di emergenza ma capaci di innescare effetti a catena per allinearsi alle performance di spesa europee.
Luigi Ottaviani
PianetaPSR numero 2 - settembre 2011