Il sistema zootecnico (produzione di carne, latte e derivati) è uno dei segmenti più dinamici e rilevanti dell'agricoltura comunitaria e nazionale. Nel nostro Paese le regioni che mostrano indici di specializzazione più elevati nell'attività zootecnica sono la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e l'Emilia Romagna; in queste aree si concentra la produzione italiana di carne, latte e formaggi e si genera la quasi totalità dei valori economici riconducibili al sistema zootecnico, che in Italia vale il 29,07% dell'intera economia agricola (oltre 16 miliardi di euro). Se consideriamo anche il valore legato alle produzioni trasformate (latte e derivati e carne bovina) il peso arriva ad oltre il 16% del fatturato dell'industria alimentare italiana (Annuario dell'agricoltura italiana, 2018).
Nonostante tali valori, negli ultimi anni il sistema zootecnico ha dovuto affrontare sfide inedite rispetto al passato, in particolare con riferimento al sistema regolamentare, di mercato e della domanda finale di carne, latte e derivati.
Le nuove sfide richiedono continue innovazioni da parte dei sistemi di allevamento; le innovazioni dovrebbero supportare una competitività sostenibile e favorire lo sviluppo di sistemi di allevamento sani e sicuri, con cui raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare.
La programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020 ha riconosciuto un ruolo centrale all'innovazione, promuovendola con l'istituzione del Partenariato europeo per l'innovazione in agricoltura (PEI-AGRI) (Ascione, Ugati, 2018; Vagnozzi, 2019). Il PEI-AGRI opera attraverso i Gruppi Operativi (GO), che realizzano progetti di cooperazione fra i diversi attori rurali finalizzati alla co-produzione di conoscenza, attraverso lo sviluppo, la sperimentazione e l'adattamento dell'innovazione in azienda (European Commission, 2013).
A settembre 2020, i Psr italiani hanno finanziato 545 GO, di cui il 19% (104) riguarda il settore zootecnico, per un contributo concesso di 33.798.966 €, pari al 19% del totale concesso ai GO riconosciuti.
Esaminando la ripartizione dei progetti per Regione si denota una concentrazione dove il comparto è già di per sé rappresentativo dell'economia regionale, è il caso di Emilia Romagna e Lombardia, ma si ha una numerosità interessante anche in Campania e Marche (Fig. 1).
Oltre la metà delle risorse concesse è finalizzata al miglioramento delle prestazioni economiche delle aziende agricole e incoraggiare la ristrutturazione e l'ammodernamento delle stesse (focus area 2A) e a seguire, con un tasso del 32%, la competitività dei produttori primari nella filiera agroalimentare. Il resto è destinato all'uso efficiente di risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio (priorità 5) e alla tutela all'ambiente (priorità 4); tutte questioni che risponderebbero alle nuove sfide richieste dal comparto zootecnico.
Fig. 1 - Totale GO zootecnici su totale GO selezionati, numerosità e contributo concesso (€) dei GO zootecnici nelle Regioni e Province Autonome
Fonte: Elaborazioni dai siti web delle AdG
Dalla classificazione dei GO per comparti produttivi [1] si rileva che dei 104 progetti di innovazione per la zootecnia, circa la metà (numerica e finanziaria) riguarda i bovini; e a conferma della vocazione zootecnica regionale, la numerosità dei GO per i bovini (da latte e da carne) si concentra in due regioni: l'Emilia Romagna e la Lombardia.
L'altro comparto rilevante è il suinicolo (20 GO per circa 5,7 milioni di euro di risorse concesse), ed anche in questo caso l'Emilia Romagna è la regione in cui c'è la prevalenza numerica e finanziaria di progetti.
Le tematiche prevalenti dei GO zootecnici (Fig. 2) risultano la gestione aziendale, il benessere animale e le emissioni di inquinanti e gas serra. Il benessere animale ha un peso finanziario rilevante, con circa 6,3 milioni di euro di risorse concesse e con la maggiore concentrazione di progetti in Emilia Romagna.
Fig. 2 - Distribuzione dei GO zootecnici per tematica (numero e valori in euro)
Fonte: Elaborazioni dai siti web delle AdG e della Banca dati GO Innovarurale
Inoltre, una prima analisi delle schede dei GO ha consentito di verificare la presenza di innovazioni destinate a produzioni di origine animale, con certificazioni di qualità (DOP, IGP, STG). La qualità certificata dei prodotti è un fattore di rilevante importanza per il mercato e la commercializzazione, in quanto assicura la tracciabilità e garantisce sui metodi e/o i luoghi di produzione. Ma sono solamente 22, dei 104 totali, i progetti che promuovono innovazioni destinate alla produzione con certificazioni di qualità (DOP, IGP, STG), e si concentra al Nord in Emilia Romagna, mentre al Sud in Puglia e Sicilia. I trasformati e, in particolare, i formaggi sono i principali in termini numerici e di valore finanziario, confermando il trend nazionale che contraddistingue il settore zootecnico (Macrì, 2017).
I risultati dell'analisi sui GO zootecnici ammessi alla data dell'indagine, confermano molti aspetti che caratterizzano il comparto a livello nazionale. Innanzitutto, si osserva la forte vocazione produttiva regionale, per cui i GO zootecnici si concentrano nelle regioni con gli indici di specializzazione più elevati, come Emilia Romagna e Lombardia. Le tipologie di allevamenti prevalenti, sono i bovini e i suini, che sono peraltro i comparti tradizionali e di maggiore valore della produzione zootecnica italiana (Annuario dell'agricoltura italiana, 2018). Tra i bovini, predomina l'allevamento dei bovini da latte.
I GO si sono adeguati agli obiettivi di politica europea, finanziando innovazioni per una competitività sostenibile, che tutela la sicurezza e la salubrità degli allevamenti e dei prodotti alimentari. La gestione aziendale, il benessere animale e la riduzione di emissioni inquinanti sono tra le tematiche più diffuse, come risposta all'esigenza di ridurre il carico zootecnico sulle risorse naturali.
Elisa Ascione, Rossella Ugati
elaborazioni grafiche: Massimo Perinotto
CREA - Centro Politiche e Bio-economia
PianetaPSR numero 95 ottobre 2020