Una delle realtà storiche della produzione integrata italiana è quella dei vini del Trentino. Il Consorzio di Tutela così come è oggi nasce nell'ottobre del 2011 per tutelare e promuovere il mondo della viticoltura trentina. Riunisce e rappresenta oltre il 90% dei produttori del territorio e lavora per salvaguardare le denominazioni di origine e promuovere le eccellenze trentine in Italia e nel resto del mondo, attraverso la comunicazione di una comune identità costruita nel rispetto delle differenze delle tante anime che lo compongono.
* soci consorzio Vini: 83
* ettari di vigneto in Trentino: circa 10.000 ettari
* vino prodotto in Trentino: in media 800.000 ettolitri
* principali uve per quantità: Pinot Grigio, Chardonnay, Muller Thurgau, Teroldego Rotaliano
* uve caratteristiche: Nosiola, Teroldego Rotaliano, Marzemino, Muller Thurgau
* Il Consiglio di Amministrazione composto da 13 membri rappresentativi di tutte le realtà vitivinicole del territorio. È presieduto da Pietro Patton Presidente della Cantina Sociale Lavis Valle di Cembra. Vicepresidente Luca Rigotti di Mezzacorona. Il team operativo è formato da un direttore (Graziano Molon) e 2 collaboratori di cui uno dedicato alle attività di tutela, vigilanza e certificazione. Per le specifiche necessità della SQNPI, il Consorzio si avvale un un'importante dotazione informatica per la gestione elettronica centralizzata di tutti i dati dei quaderni di campagna degli aderenti e di ulteriori collaborazioni sia in campo che in ufficio. Fondamentale è il ruolo dei coordinatori tecnici delle cantine del territorio, che coadiuvano il Consorzio in tutte le fasi certificative.
Il Consiglio di Amministrazione composto da 13 membri rappresentativi di tutte le realtà vitivinicole del territorio.
È presieduto da Pietro Patton Presidente della Cantina Sociale Lavis Valle di Cembra. Vicepresidente Luca Rigotti di Mezzacorona. Il team operativo è formato da un direttore (Graziano Molon) e 2 collaboratori di cui uno dedicato alle attività di tutela, vigilanza e certificazione.
Per le specifiche necessità della SQNPI, il Consorzio si avvale un un'importante dotazione informatica per la gestione elettronica centralizzata di tutti i dati dei quaderni di campagna degli aderenti e di ulteriori collaborazioni sia in campo che in ufficio.
Fondamentale è il ruolo dei coordinatori tecnici delle cantine del territorio, che coadiuvano il Consorzio in tutte le fasi certificative.
Abbiamo chiesto al presidente Pietro Patton di raccontarci il percorso fatto dal Consorzio e il ruolo che oggi ha per i produttori il SQNPI.
Dal 1991 il Consorzio Vini del Trentino ha deciso di percorrere la virtuosa strada della produzione integrata.
Gli obiettivi principali si possono delineare in 3 step successivi
Il percorso, iniziato con il Consorzio Vini del Trentino capofila e coordinatore, ha coinvolto quest'anno 5667 viticoltori appartenenti a 30 cantine di cui 15 sociali e consolida il suo primato nazionale quale unico processo certificativo in Italia a veder premiato un così alto numero di agricoltori coordinati da un'unica entità consortile. Dopo la certificazione dell'uva da vino le cantine proseguono la certificazione anche per il prodotto vino.
Il primo vantaggio è quello relativo alla consapevolezza di operare con grande attenzione al territorio ed ambiente e di poter portare un prodotto salubre e certificato alla produzione vitivinicola.
Vi è poi anche l'orgoglio di operare con scienza e coscienza mediante un'agricoltura che riduce al massimo il rischio per gli operatori, per gli abitanti e mette a disposizione dei consumatori un prodotto certificato sano e sicuro.
Attualmente poi sono sempre più le cantine trentine - oltre l'80% - che hanno deciso di certificare i propri prodotti con il relativo marchio, ottenendo così un potenziale vantaggio promozionale nel competitivo mercato del vino nazionale ed internazionale. Poter apporre l'"apina" sulla bottiglia qualifica ed identifica il prodotto come certificato SQNPI e propone quindi un maggiore appeal.
Si migliora in questo modo anche l'immagine del mondo vitivinicolo che tanto contribuisce al paesaggio tipico di un territorio come quello trentino che vive di turismo.
I primi aspetti che vengono enfatizzati in un processo di certificazione sono purtroppo quelli legati alla maggior burocrazia e questo spesso viene vissuto come un limite; è vero anche però che il darsi delle regole e gestire in maniera coordinata ed efficace l'approccio agronomico ha migliorato il modo di lavorare facendo crescere la dimensione professionale degli agricoltori.
Il passaggio più importante riguarda la formazione costante, che accresce di anno in anno le competenze e le capacità, ma rende soprattutto evidente come ogni percorso di certificazione non debba essere visto come un processo finito e delineato che si conclude ogni anno, ma piuttosto come un continuum lungo il quale tutta l'agricoltura vitivinicola trentina cresce assieme anno per anno verso traguardi di sempre maggiore sostenibilità della viticoltura, nel rispetto dell'ambiente e delle persone che ci vivono o passano un periodo di vacanza.
Matteo Tagliapietra
PianetaPSR numero 97 dicembre 2020