IL gruppo Agrifin (comitato di esperti che si occupa di questioni finanziarie legate all'agricoltura, nella riunione dell'8 settembre 2011 a Bruxelles, ha analizzato la relazione speciale n. 5/2011, riguardante "Il Regime di Pagamento Unico (RPU): aspetti da considerare per migliorare la sana gestione finanziaria", redatta dalla Corte dei Conti europea a luglio 2011.
La relazione n. 5/2011, , frutto degli audit condotti nei 17 Stati membri che hanno adottato tale regime di aiuto, nonché degli audit supplementari svolti in Francia, Regno Unito ed Italia, fornisce un'interessante analisi sul Regime di Pagamento Unico e formula puntuali conclusioni che saranno di grande utilità nei futuri lavori della PAC post 2013.
Le considerazioni della Corte dei Conti Ue.
Il Regime di Pagamento Unico, concepito per essere coerente con gli obiettivi della Pac finalizzati ad incrementare la produttività dell'agricoltura ed a migliorare il reddito degli agricoltori ha, da un lato, contribuito al conseguimento di tali obiettivi ma, da un altro lato, determinato una serie di aspetti discutibili. Infatti, la Corte ritiene che una parte consistente dei pagamenti diretti, che rappresentano una quota importante del reddito degli agricoltori, continua ad essere erogata ad aziende di grandi dimensioni, per cui la cui ripartizione del regime di pagamento tiene poco conto della situazione specifica del destinatario dell'aiuto.
Nel 2008 la ripartizione del regime di pagamento unico tra i beneficiari è stata la seguente:
Inoltre, non è stabilito un collegamento tra il livello dell'aiuto e le esternalità positive derivanti dai servizi che gli agricoltori rendono alla collettività rispettando, nella gestione della loro azienda, le norme ambientali e mantenendo le superfici agricole in buone condizioni agronomiche ed ambientali (Bcaa).
Oltre a ciò la Corte reputa, quali elementi di debolezza, che talune nozioni non sono definite con precisione, oltre ad esserci una significativa discrezionalità per gli Stati membri nell'attuazione di taluni elementi chiave e che l'ampia gamma di opzioni di attuazione previste per l'implementazione del regime di pagamento ha generato una disomogenea ripartizione degli aiuti tra gli agricoltori nei dei diversi Stati membri, in funzione del modello adottato.
A seguito degli elementi di debolezza riscontrati, la Corte dei Conti invita la Commissione europea a riesaminare taluni aspetti del regime d'aiuto sulla base delle seguenti raccomandazioni.
Raccomandazione 1 |
"L'attuale normativa, con le relative modalità d'esecuzione, dovrebbe essere modificata per garantire che gli aiuti RPU siano diretti agli agricoltori attivi escludendo i beneficiari che non svolgono attività agricole o le cui attività agricole sono irrilevanti". |
Raccomandazione 2 |
"I terreni e le attività agricole ammissibili devono essere definiti in maniera più chiara al fine di escludere dal beneficio degli aiuti a titolo dell'RPU le parcelle non agricole e le attività che non contribuiscono ad accrescere la produttività agricola o al mantenimento attivo del valore ambientale dei terreni". |
Raccomandazione 3 |
"Il calcolo degli aiuti RPU dovrebbe essere modificato per rispecchiare meglio i costi delle esternalità ambientali e di altra natura". |
Raccomandazione 4 |
"Le norme in materia di BCAA dovrebbero richiedere lo svolgimento di attività concrete e regolari da parte degli agricoltori affinché essi possano ricevere l'importo integrale dell'aiuto. Le riduzioni dei pagamenti per il mancato rispetto degli obblighi in materia di condizionalità dovrebbero essere rese più dissuasive". |
Raccomandazione 5 |
"Si dovrebbe ricercare una ripartizione più equilibrata degli aiuti RPU tra gli agricoltori mediante un'ulteriore modulazione dei pagamenti, o stabilendo un massimale per i singoli pagamenti più elevati, oppure ancora tenendo conto della situazione specifica delle aziende agricole". |
Raccomandazione 6 |
"Il calcolo dei diritti dovrebbe basarsi sulle condizioni in cui è effettivamente svolta l'attività agricola nelle vari regioni. La transizione dovrebbe comunque garantire che gli effetti indesiderati, quali l'aumento dei canoni di affitto e del prezzo dei terreni, siano di portata limitata". |
Le considerazioni della Commissione Ue.
La Commissione, da parte sua, reputa positivamente il risultato dell'applicazione del Regime di Pagamento Unico, sia per la spinta all'orientamento al mercato che viene dato alle aziende agricole, sia per i vantaggi concernenti la posizione negoziale dell'Unione europea nel negoziato dell'OMC.
I pagamenti diretti sono misure di sostegno che, dovendo essere compatibili con le regole della green box, non possono essere collegate alla produzione, né possono essere parametrate ai costi sostenuti dagli agricoltori per assolvere agli obblighi delle Bcaa.
Tuttavia, per quanto riguarda taluni elementi di debolezza del regime, in linea con le considerazioni contenute nella Comunicazione sul futuro della Pac presentata lo scorso novembre ed in risposta alle raccomandazioni della Corte, è possibile affermare che l'individuazione della definizione di agricoltore attivo sarà un nuovo elemento del sistema di non semplice individuazione; che il sostegno per gli agricoltori non può essere collegato ai risultati della produzione per il rispetto delle regole dell'Omc; che l'efficacia ambientale dell'attività agricola sarà ulteriormente incrementata attraverso l'introduzione di specifiche pratiche colturali "verdi"; che la redistribuzione degli aiuti e la fissazione di limiti per gli importi elevati sono opzioni già previste nella Comunicazione sul futuro della PAC; che sarà prevista una ripartizione più equilibrata del sostegno per tenere in considerazione dei settori in difficoltà.
Alcune riflessioni.
La relazione della Corte dei Conti offre una dettagliata analisi di cosa rappresenta il Regime di Pagamento Unico nell'ambito della Politica Agricola Comune e di come migliorarne la gestione.
Lo scopo di tale aiuto è contenuto al punto 6 della relazione: "l'RPU è concepito per essere coerente con gli obiettivi complessivi della politica comune finalizzati ad «accrescere la produttività agricola» e «assicurare così un equo tenore di vita alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell'agricoltura». Pertanto il reddito degli agricoltori, che era stato una delle principali preoccupazioni della PAC sin dal momento della sua introduzione, è rimasto una questione di grande rilevanza".
Questa affermazione, peraltro non contestata nelle controdeduzioni della Commissione, rappresenta il cuore del dibattito comunitario in atto.
Infatti, se lo scopo dell'RPU è quello di sostenere il reddito degli agricoltori, non può essere concepibile che una distribuzione degli aiuti non tenga conto dei fattori economici ma sia semplicemente incardinata solo sul fattore superficie.
Tuttavia, a parte quanto ora accennato in merito alla redistribuzione degli aiuti, si può desumere che le criticità sollevate dalla Corte e contenute nelle raccomandazioni, troveranno in gran parte risposta nei testi legislativi che la Commissione sta predisponendo, che saranno presentati il prossimo mese di ottobre, sui quali si incardinerà il negoziato che completerà il passaggio al disaccoppiamento dei pagamenti diretti iniziato con la riforma del 2003.
Damiano Li Vecchi
PianetaPSR numero 2 - settembre 2011