Il potenziamento dei servizi di consulenza e una loro maggiore integrazione all'interno del sistema della conoscenza e dell'innovazione in agricoltura (AKIS) sono tra gli aspetti evidenziati dal quadro regolamentare per la programmazione post 2020.
Proprio in virtù di questi orientamenti, a livello nazionale ed europeo si stanno moltiplicando le iniziative che hanno l'obiettivo di rafforzare i servizi di consulenza, in un'ottica di migliore supporto all'attività agricola e forestale dei territori rurali.
Tra le esperienze a livello europeo attualmente in campo, il progetto ERASMUS+ "Rural Advisory Monitoring and Evaluation System linked to Precision Learning (RAMONES-PL)" potrà consentire di rafforzare e migliorare gli standard dei servizi di consulenza attraverso un sistema di monitoraggio e valutazione che possa contemporaneamente supportare lo sviluppo di programmi di formazione professionale di precisione, ossia su misura rispetto alle necessità dei consulenti, attraverso l'uso di strumenti digitali (precision learning). Le attività di apprendimento saranno, infatti, orientate a sviluppare competenze in aree specifiche nelle quali i consulenti risultino essere attualmente carenti, ottenendo in tal modo un miglioramento della qualità dei servizi prestati, monitorati attraverso dei servizi digitali, oltre che grazie all'uso di tradizionali tecniche di acquisizione dei dati.
Il progetto, coordinato dalla fondazione ungherese GAK Kft e che vede una significativa partecipazione del CREA-PB, ha tra i principali output: i) la definizione di un dizionario delle competenze necessarie per lo svolgimento di determinate attività di consulenza; ii) la definizione di un set di indicatori per il monitoraggio e la valutazione delle performance dei consulenti; iii) la predisposizione di una app basata sull'approccio del Customer Relationship Management (CRM) usufruibile tramite dispositivo mobile da parte del consulente e dell'utilizzatore del servizio, che permetta di tracciare le attività di consulenza, nonché le azioni messe in atto a livello aziendale, al fine di individuare da un lato le esigenze di rafforzamento delle competenze e di miglioramento delle performance relative ai servizi di consulenza e dall'altro di pianificare le attività di formazione di precisione. Le attività di progetto sono state e saranno realizzate con la preziosa collaborazione del CONAF.
Per la costruzione del primo step di progetto, relativo alla costruzione del dizionario delle competenze, è stata condotta una survey su un campione di aziende agricole della Croazia, del Nord della Macedonia, dell'Ungheria, della Lettonia, della Slovacchia e dell'Italia, al fine di individuare i servizi ritenuti fondamentali e le competenze ricercate nei consulenti aziendali.
Con particolare riferimento ai risultati a livello italiano, le 56 aziende agricole rispondenti all'indagine sono per lo più appartenenti al settore delle colture arboree (36,7%) e dei sistemi colturali misti (26.7%) (Fig. 1) e rappresentano tutte le dimensioni aziendali.
Tra i principali risultati emersi, è evidente l'importanza rivestita dalla consulenza tecnico agronomica (45%) e da quella per l'accesso ai finanziamenti PAC e/o altri contributi nazionali o regionali (30%). Meno rilevanti, invece, la consulenza legale e quella amministrativa, spesso svolta da specifiche figure professionali (Fig. 2).
In linea con tale risultato, è quello relativo alla frequenza con cui i diversi servizi vengono richiesti. Infatti, proprio il supporto all'accesso ai finanziamenti è la tipologia maggiormente richiesta, insieme alla gestione dei dati aziendali (amministrazione), gestione del rischio e produzione/tecnologia (Fig. 3).
La scelta di un canale appropriato per il trasferimento delle informazioni e della conoscenza ha un ruolo fondamentale sull'efficacia stessa del servizio.
La metodologia preferita rimane il contatto diretto tra consulente e azienda (face to face), ma sono comunque ritenuti validi anche la consulenza telefonica e via email. Meno apprezzate le consulenze di gruppo con altri imprenditori agricoli e l'utilizzo di internet, sebbene nel periodo pandemico si sia rivelato di particolare importanza per il mantenimento dei servizi.
La figura del consulente, quindi, assume un ruolo chiave per le aziende, che hanno mostrato una sostanziale fedeltà affidandosi allo stesso professionista nel corso degli anni. Le qualità attese e le aspettative sono, pertanto, numerose e attengono principalmente alla competenza e all'ottenimento dei risultati da parte dell'azienda. Molto importanti per la definizione di un buon servizio di consulenza anche la tempestività nella prestazione e la disponibilità (Fig. 5).
Un'ultima domanda è stata dedicata alla percezione, da parte dell'agricoltore, della misurabilità dei servizi di consulenza offerti, in termini di ricadute sulle attività aziendali (Fig. 6). In generale i rispondenti hanno difficoltà nel quantificare gli effetti pratici dei servizi di cui hanno beneficiato. Tuttavia, sono più facilmente quantificabili i servizi dedicati alla predisposizione delle domande di aiuto e alla gestione aziendale. In particolare, quest'ultimo risultato rivela che la consulenza è in grado di produrre effetti verificabili a livello di azienda nel complesso, perché interessa diversi aspetti dell'operato dell'agricoltore.
In conclusione, l'indagine ha rilevato come il rapporto tra imprenditori agricoli e consulenti sia molto ancorato a modelli tradizionali, non solo nelle modalità di accesso ai servizi, ma anche nei servizi proposti. Questi sono, infatti, soprattutto legati ad aspetti amministrativi e di accesso alle politiche, mentre le aziende ricorrono meno di frequente alla consulenza sulla contabilità e sugli aspetti di mercato. Questo è in parte dovuto alle caratteristiche delle aziende. Si tratta, infatti, di piccole aziende a conduzione familiare che non percepiscono certi temi come prioritari, ma anche a motivi culturali, secondo i quali la gestione e il marketing passano in secondo piano rispetto ad altri temi "più urgenti" come le questioni tecnico-agronomiche.
In questo quadro, in vista della nuova politica, appare rilevante fornire agli agricoltori una corretta informazione circa il ruolo del consulente nel facilitare la cooperazione, anche oltre il settore primario, per estendersi all'intero sistema della conoscenza e agli attori delle filiere collegate, supportando quindi la creazione di network e, più in generale, di processi di empowerment dell'agricoltore.
Le attività del progetto RAMONES, che riguardano tutti gli ambiti di consulenza (problem solving; trasferimento di conoscenza; supporto al processo decisionale; supporto all'innovazione e alla transizione; supporto all'integrazione di filiera e dei sistemi locali e agroalimentari; standard professionali ed etica) sono realizzate in sinergia con il progetto H2020 i2connect, di cui il CREA-PB è partner, maggiormente focalizzato sui servizi di supporto ai processi di innovazione.
Valentina Carta - CREA Politiche e Bioeconomia
Simona Cristiano - CREA Politiche e Bioeconomia
Alberto Sturla - CREA Politiche e Bioeconomia
PianetaPSR numero 100 marzo 2021