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Pac post 2020

PAC post 2020, parte la nuova fase di confronto col partenariato per costruire la Strategia nazionale

In occasione del primo incontro del nuovo Tavolo di Partenariato è stato presentato il documento "Verso la Strategia nazionale per un sistema agricolo, agroalimentare, forestale inclusivo e sostenibile" che apre una nuova fase del confronto per la definizione del Piano Strategico Nazionale della PAC.

La presentazione al costituendo Tavolo di partenariato del documento "Verso la Strategia nazionale per un sistema agricolo, agroalimentare, forestale inclusivo e sostenibile" avvia una nuova fase del confronto che dovrà portare alla definizione del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 (PSN).

Il percorso preparatorio

La metodologia comunitaria suggerisce, infatti, che il PSN sia elaborato partendo dall'analisi di contesto e dall'analisi SWOT, per poi individuare le esigenze e le priorità di intervento consultando il partenariato economico e sociale e i rappresentanti della società civile. La prima parte dell'attività è stata realizzata nei mesi scorsi con la realizzazione dei policy brief e delle analisi SWOT articolate per obiettivo specifico della PAC e per l'AKIS, mentre le esigenze e le priorità saranno discusse nel corso del prossimo Tavolo di partenariato, dopo un lavoro preliminare con le Regioni e Province autonome, comunque responsabili degli interventi di sviluppo rurale. 

Gli obiettivi e gli ambiti di intervento descritti nel documento "Verso la Strategia Nazionale" non vanno confusi, quindi, con quelli che dovranno essere individuati all'interno del PSN e che deriveranno dal processo sopra descritto. L'esercizio non è evidentemente fine a sé stesso e dovrà supportare la definizione del contributo nazionale al raggiungimento dei 9 obiettivi specifici della PAC e dell'obiettivo trasversale sull'AKIS, così come in una fase ancora successiva le priorità e le azioni da finanziare. 

Il documento è, infatti, il risultato di un'attività di ascolto informale, che ha visto la Rete Rurale Nazionale costantemente impegnata sin dalla pubblicazione della Comunicazione "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura" e ha la finalità principale di aprire e contribuire alla riflessione pubblica sulle sfide che il nostro Paese è chiamato ad affrontare nel prossimo decennio per affrontare per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati da Agenda 2030, dal Green Deal, da Farm to Fork e dalle diverse strategie che ne derivano. 

Il confronto che auspicabilmente deriverà dalla discussione sui contenuti documento dovrà favorire l'individuazione di obiettivi e ambiti di azione condivisi e a offrire un quadro di riferimento che rafforzi e dia visibilità al contributo dell'Italia al raggiungimento di obiettivi comuni, che nella loro complessità non possono essere supportati solo con la prossima PAC.

L'analisi del documento

L'ambizione del documento è quella di offrire una cornice a cui fare riferimento per la costruzione di qualunque documento di programmazione che interessi il settore agricolo, alimentare e forestale e le aree rurali, ma anche per utilizzare in forma integrata e complementare tutte le risorse finanziarie disponibili (PAC, PNRR, Politica di coesione, Fondo sviluppo e coesione, altre politiche nazionali e regionali), individuando di volta in volta gli strumenti più idonei per massimizzare l'efficienza e l'efficacia dell'azione pubblica per agire su un quadro, così importante e complesso. 

Il documento parte dall'assunto che il settore agricolo, alimentare e forestale sia chiamato a investire sulla sostenibilità dei processi produttivi e sull'inclusione nelle sue diverse dimensioni. Tale investimento deve, tuttavia, garantire al contempo la vitalità e la resilienza economica e sociale dei sistemi agricoli e forestali e delle aree rurali nel complesso e deve tener conto del ruolo che il settore primario ha o può potenziare nella produzione di esternalità positive e beni pubblici essenziali per il benessere umano. 

Il ruolo delle politiche pubbliche, quindi non solo della PAC, dovrebbe essere quello di accompagnare il sistema verso un cambiamento capace di trasformare i diversi temi della sostenibilità e dell'inclusione, in elementi di competitività settoriale e territoriale, trasformando in valore:

  • - le opportunità che possono derivare dalla transizione ecologica, sfruttando la bioeconomia, la digitalizzazione, l'economia circolare, la riduzione degli sprechi alimentari e l'agroecologia;
  • - la progressiva riduzione della pressione esercitata dalle attività agro-forestali sul capitale naturale (acqua, aria, suolo, biodiversità), sul paesaggio e sul clima;
  • - i servizi ecosistemici garantiti dalle attività agro-forestali, dalle filiere agro-alimentari e in generale dalle zone rurali;
  • - la semplificazione e l'armonizzazione dei diversi schemi di produzione a basso impiego di input, da comunicare correttamente al consumatore finale.

Partendo dalle analisi degli 11 Policy Brief, dalle analisi SWOT e dalle prime riflessioni con le Regioni e Province autonome sulle esigenze di intervento il documento "Verso la Strategia Nazionale" propone 6 linee tematiche di azione che, integrate tra loro, siano capaci di interpretare in chiave innovativa, ecologica e inclusiva i principali ambiti di sostegno di cui il sistema agro-alimentare e forestale ha necessità per compiere la richiesta transizione:

  1. potenziare la competitività del sistema in ottica sostenibile, favorendo l'organizzazione delle filiere e rafforzando le connessioni fra produttori e consumatori, investendo sulla protezione dei redditi degli imprenditori agricoli e forestali e sull'integrazione dei settori verso un'economia realmente circolare, anche ampliando il perimetro operativo delle filiere a nuovi ambiti economici;
  2. migliorare le performance climatiche e ambientali dei sistemi produttivi, assistendo gli operatori del settore verso una gestione sostenibile del capitale naturale, recuperando o salvaguardando i paesaggi agrari secondo un equilibrio ecologico e tutelando gli habitat naturali e gli agroecosistemi;
  3. rafforzare la resilienza e la vitalità dei territori rurali, generando occasioni di nuova imprenditoria basate sul consolidamento del patrimonio naturale e sociale, creando le condizioni per migliorare l'attrattività e l'inclusività delle zone marginali;
  4. promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro al fine di garantire la tutela dei diritti dei lavoratori, fornendo anche gli strumenti che assicurino l'equità nei contratti e condizioni per l'emersione e la regolarizzazione di lavoratori;
  5. rafforzare la capacità di attivare scambi di conoscenza e innovazioni, accrescendo la consapevolezza collettiva e istituzionale sulle implicazioni legate alla sostenibilità dei sistemi agroalimentari e favorendo la partecipazione attiva degli operatori e dei cittadini;
  6. efficientare il sistema di governance, rafforzare le strutture di gestione amministrative a livello nazionale e regionale, costruire un quadro regolamentare semplice e adeguato alle nuove sfide e alle nuove esigenze.

Come si può leggere nel documento, ogni linea di azione tematica è articolata in ambiti di intervento su cui si ritiene opportuno concentrare l'attenzione come possibili ambiti in cui attivare i diversi strumenti di sostegno pubblico o prevedere un insieme di azioni abilitanti che dovranno garantire una maggiore efficienza ed efficacia nel raggiungimento degli obiettivi.

Le scelte da operare

Le riflessioni proposte dal documento potranno, quindi, essere utili sia per individuare le esigenze di intervento, sia per definire le misure più opportune da finanziare. Proprio questo secondo aspetto sarà il più delicato, perché le scelte complesse che il Paese sarà chiamato ad effettuare e che, in parte, già caratterizzano il dibattito pubblico:

  • - in primo luogo, le scelte sul primo pilastro dove i temi più discussi riguardano le modalità di erogazione degli aiuti diretti e i possibili eco-schemi da attivare, la cui combinazione dovrà auspicabilmente essere capace di garantire la resilienza delle aziende, equità nella loro distribuzione e impegni ambientali efficaci da parte del sistema produttivo;
  • - l'equilibrio necessario tra eco-schemi nel primo pilastro e interventi agro-climatico ambientali o per l'agricoltura biologica nel secondo pilastro che dovranno essere costruiti in modo tale da essere efficaci dal punto di vista ambientale e appetibili per le aziende;
  • - le scelte settoriali tra interventi finanziabili con le OCM, quelli in capo allo sviluppo rurale e non ultima l'opportunità di prevedere alcuni aiuti accoppiati;
  • - il dettaglio territoriale degli interventi connessi allo sviluppo rurale ancora condizionato da quanto sarà definito dai Regolamenti ancora in discussione, pur rimanendo certa la responsabilità delle Regioni e delle Province della loro programmazione e attuazione;
  • - le sfide della digitalizzazione, che necessitano di un sistema complesso e coerente di interventi non tutti finanziabili con la PAC, ma anche di nuovi modelli organizzativi delle imprese.

In generale, comunque, è necessario prendere atto che ci si muove in un contesto di risorse non illimitate e che, conseguentemente, sarà necessario individuare e finanziare interventi capaci di conseguire più obiettivi contemporaneamente, favorire l'efficacia degli interventi attraverso forme di integrazione e concentrazione a livello settoriale o territoriale, migliorare la capacità di accesso ai finanziamenti attraverso una maggiore attività di comunicazione delle opportunità esistenti e supportando la capacità di progettazione dei potenziali beneficiari. Su questi aspetti sarà altrettanto importante il contributo del partenariato, sia nelle riflessioni necessarie all'elaborazione del PSN, sia con la loro partecipazione attiva a livello territoriale.

 
 
 
 

Alessandro Monteleone

CREA PB

 
 

PianetaPSR numero 101 aprile 2021