Nel 2020 senza alcun dubbio la pandemia ha messo alla prova il settore agroalimentare, con ricadute su svariati fronti: si pensi, ad esempio, alla ridotta disponibilità di manodopera nel settore agricolo, in particolare nei primissimi mesi di lockdown; alle oscillazioni nei prezzi delle materie prime, alle difficoltà riscontrate dalla logistica distributiva e ultimo, ma non di certo meno importante, le mancate vendite nel canale Ho.Re.Ca. Eppure, nonostante queste difficoltà, la Ricerca condotta dall'Osservatorio Smart AgriFood (organismo di ricerca condotto dal Politecnico di Milano e dall'Università degli Studi di Brescia) tra il 2020 e i primi mesi del 2021 ha restituito una fotografia di un settore agroalimentare dinamico e aperto all'innovazione.
Anche nel 2020 il mercato dell'Agricoltura 4.0 ha continuato la sua crescita, in Italia e nel mondo, seppure con un ritmo differente rispetto ai precedenti anni - +20% nel 2020 rispetto al 2019, a fronte di un +22% nel 2019 e un +270% nel 2018 (fig.1). La situazione pandemica ha chiaramente rallentato gli investimenti in soluzioni di "Agricoltura 4.0" [1] , ma questo è valso soprattutto per la prima parte del 2020. La seconda metà dell'anno, infatti, è stata caratterizzata da una nuova fase di slancio, che ha portato questo mercato a raggiungere in Italia i 540 milioni di euro, questo anche grazie agli incentivi fiscali, resi disponibili alla quasi totalità delle aziende agricole italiane. Visti in particolare gli ultimi mesi del 2020, è lecito attendersi perciò un aumento del ritmo di crescita del mercato nel corso del 2021, così come un aumento della diffusione delle soluzioni di Agricoltura 4.0, dal momento che la superficie coltivata con questi strumenti si ferma ad oggi al 3-4% del totale dei terreni.
Questo mercato è trainato principalmente dai produttori di macchine agricole e ausiliari, responsabili del 73% del fatturato, seguiti dai fornitori di soluzioni IT e tecnologie avanzate (in particolare Internet of Things) con una quota del 17%. Le soluzioni che attirano più investimenti sono quelle per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole (36% del mercato) e i macchinari connessi (30%). Nei software gestionali si concentra il 13% della spesa, i sistemi per il monitoraggio da remoto di coltivazioni e terreni coprono l'8%, il 5% è rappresentato da sistemi di supporto alle decisioni, il 4% da soluzioni per la mappatura di coltivazioni e terreni, il 2% da robot per le attività in campo.
Il mercato delle soluzioni di Agricoltura 4.0 in Italia è variegato e copre diverse fra le esigenze aziendali espresse dagli agricoltori. Sono 538 le soluzioni censite dall'Osservatorio Smart AgriFood (oltre 100 in più rispetto al 2019) di cui il 79% è pensato per aiutare le aziende agricole nella fase di coltivazione, il 45% durante la semina, il 35% nella raccolta e il 16% nella fase di pianificazione. Le più numerose sono le soluzioni utilizzabili in diversi settori (61%), mentre fra gli strumenti applicabili a specifici comparti prevalgono quelli per l'ortofrutticolo (17%), il vitivinicolo (17%) e il cerealicolo (16%).
Le tecnologie su cui si concentrano le soluzioni sono prevalentemente Data & Analytics (73%), piattaforme e software di elaborazione (68%) e Internet of Things (54%, +4%), seguite dai device di ultima generazione (46%), mobilità e geolocalizzazione (38%), veicoli e attrezzature connesse (25%), Cloud (19%) e Artificial Intelligence & Machine Learning (12%). La maggior parte di questi strumenti è impiegata nella mappatura e monitoraggio da remoto dei terreni (41%), nell'analisi dei fattori ambientali e dei terreni (33%), nel monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e nel water management (19%).
(Fig.1) L'evoluzione nel tempo del valore del mercato dell'Agricoltura 4.0 in Italia
L'offerta di soluzioni di Agricoltura 4.0 trova un suo corrispettivo in una nutrita domanda, eterogenea e caratterizzata da molteplici fabbisogni da soddisfare. Dall'indagine condotta dall'Osservatorio Smart AgriFood nel 2020, che ha coinvolto 1064 aziende agricole italiane, emerge che oltre la metà dei rispondenti ha adottato almeno una soluzione di Agricoltura 4.0, e questo dato risulta essere in lieve crescita rispetto alla precedente rilevazione del 2018 (fig.2). Questa quota aumenta man mano che cresce la dimensione della superficie coltivata, così come il numero di soluzioni in parallelo utilizzate, tanto che, se solamente il 22% delle aziende sotto i dieci ettari utilizza due o più soluzioni, questa percentuale cresce progressivamente arrivando a superare il 70% delle aziende sopra i 200 ettari coltivati.
(Fig.2) Lo stato di adozione delle soluzioni di Agricoltura 4.0 da parte delle aziende agricole italiane e il numero di soluzioni utilizzate in parallelo.
Tra le soluzioni 4.0 più utilizzate si trovano, oltre ai software gestionali (scelti dal 37% delle aziende perlopiù come strumenti abilitatori), i sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole (33%) e i sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni (27%), spinti in particolare dalle tecnologie satellitari (fig.3).
(Fig.3) La percentuale di aziende agricole del campione in base all'adozione e alla conoscenza delle soluzioni di Agricoltura 4.0.
Gli investimenti previsti nei prossimi anni sembrano essere indirizzati verso soluzioni in linea allo stato attuale di diffusione e adozione. Le soluzioni di Agricoltura 4.0 in cui investirà la maggior parte delle aziende agricole sono, infatti, i sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole e i servizi di mappatura di coltivazioni e terreni, spinti anche in questo caso principalmente dalle tecnologie satellitari. Oltre il 40% delle aziende dichiara di voler investire, entro tre anni, in almeno una di queste due soluzioni, e poco più del 10% indica di volerlo fare entro l'anno. È significativo rilevare che il 20% di queste ultime è costituito da imprese agricole che investiranno in Agricoltura 4.0 per la prima volta, sintomo dell'avvicinarsi di nuove realtà al paradigma 4.0 e del maggior livello di informazione e propensione al cambiamento.
Il digitale permette alle aziende agricole di raccogliere in poco tempo e con costi limitati una grande quantità di dati che possono essere utilizzati sia a sostegno dei processi decisionali e sia per offrire nuovi o migliori servizi sul mercato. Affinché possa realizzarsi questo valore è necessario che ciascuna azienda approcci il digitale in modo strategico, utilizzando le tecnologie idonee, facendo leva sulle competenze necessarie e sfruttando i dati efficacemente. Per comprendere le dinamiche di successo messe in campo dalle aziende agricole, l'Osservatorio ha condotto diversi business case che hanno portato alla luce le iniziative poste in essere.
Una delle realtà che ha beneficiato dell'utilizzo delle soluzioni di Agricoltura 4.0 è Genagricola, 8.000 ettari coltivati distribuiti in 23 aziende agricole localizzate in 8 differenti regioni orientati principalmente alla coltivazione di viti e cereali. Per supportare le aziende del gruppo nel monitoraggio dell'insorgere delle malattie, per aumentare la visibilità e la consapevolezza sulle aziende agricole e le colture e per ottimizzare l'utilizzo dei fattori produttivi, Genagricola ha installato diversi sistemi di raccolta di dati in campo, come centraline meteo, trappole entomologiche e captaspore, per alimentare un sistema di supporto alle decisioni e ha utilizzato i dati raccolti tramite i contoterzisti per creare delle mappe delle colture e ottimizzare così l'utilizzo dei fertilizzanti e delle sementi. Tutto questo le ha permesso di aumentare la produzione e di renderla più uniforme, così come di ridurre l'utilizzo di input e gli errori commessi in campo.[2]
Le soluzioni di Agricoltura 4.0 non sono però appannaggio solamente delle aziende più grandi e i dati raccolti possono trovare applicazione al di là dell'ottimizzazione delle pratiche agricole. Ne è un esempio l'Azienda Agricola Buondioli, 20 ettari a oliveto destinati alla produzione di olio extravergine d'oliva biologico. Questa azienda ha scelto di installare delle centraline in campo per misurare diversi parametri ambientali: questi non solo sono utilizzati per orientare le attività in campo, ma sono anche integrati con i dati di tracciabilità per raccontare una storia condivisa con il consumatore finale grazie a un QR code presente sulle bottiglie.[3]
In conclusione, il settore agroalimentare sembra aver superato la prova della pandemia, mostrandosi dinamico e aperto all'innovazione e ben consapevole dei benefici che l'applicazione delle tecnologie digitali può apportare in termini di efficienza, competitività, sostenibilità della filiera. Nonostante questo, rimangono ancora ampi margini perché questo mercato possa esprimere appieno il suo potenziale; per far sì che questo accada, sarà necessario lavorare sull'interoperabilità e l'interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione e condivisione dei dati.
Andrea Bacchetti, Chiara Corbo, Maria Pavesi, Francesco Maria Rizzi
Osservatorio Smart AgriFood (School of Management - Politecnico di Milano, Laboratorio RISE - Università degli Studi di Brescia)
PianetaPSR numero 101 aprile 2021