Sono ormai quattro anni - e quattro edizioni - che il CREA contribuisce alla redazione del Rapporto sul turismo italiano, offrendo, al suo interno, una panoramica del ruolo e del peso che tale settore ricopre nell'ambito delle politiche di sviluppo rurale e della pesca. Nel Rapporto, arrivato alla XXIV edizione, e curato dall'Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi del CNR, si affronta il turismo a 360 gradi con un'analisi quantitativa e qualitativa dell'offerta turistica e della domanda, e uno studio delle strategie, dei provvedimenti normativi, delle dinamiche delle molteplici tipologie di turismo in cui si suddivide il comparto fino agli aspetti macro e micro economici che il turismo determina".
Il contributo del CREA, riportato nel capitolo "Il turismo nelle politiche di sviluppo rurale e della pesca" si colloca all'interno della quinta sessione del Volume, dedicata alle politiche pubbliche per lo sviluppo del settore turistico e coordinata dal Dipartimento per le politiche di coesione. Al suo interno sono sviluppati approfondimenti volti a fornire un quadro delle risorse mobilitate e delle realizzazioni conseguite nei cicli di programmazione delle politiche comunitarie nelle diverse aree del Paese per la valorizzazione e potenziamento dell'attrattività turistica. Nello specifico, l'attenzione si focalizza sugli ultimi due cicli di programmazione 2007-2013 e 2014-2020.
Relativamente al contributo CREA, nel corso delle diverse edizioni del Rapporto, oltre a fornire un quadro generale sullo stato di avanzamento delle risorse e delle misure dei PSR di impatto - diretto e indiretto - sul turismo, sono stati sviluppati approfondimenti orientati a fornire uno spaccato delle diverse sfaccettature che assume il fenomeno in ambito rurale.
Inoltre, nel capitolo è un elemento costante di focalizzazione lo stato di avanzamento degli interventi previsti dalla politica per la pesca, in relazione anche al ruolo riservato al turismo; particolare attenzione è dedicata alle azioni messe in campo dai Gruppi di Azione Costiera (GAC), nonché alle future proposte di programmazione.
Al fine di cogliere le diverse interrelazioni che si possono creare fra turismo e le altre componenti dello sviluppo rurale, la chiave di lettura adottata dai ricercatori CREA riguarda tutte le tipologie di intervento cofinanziate dai Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020. Ciò al fine di dare evidenza a tutti gli interventi che supportati dalla politica di sviluppo rurale, pur se non direttamente finalizzati, favoriscono la creazione di un contesto territoriale idoneo per innescare potenziali asset turistici. Interventi che sono stati ricondotti a cinque macro ambiti le cui tipologie di investimento trovano collocazione specifica in alcune misure di PSR (Tab.1), concorrendo a perseguire determinate finalità e strategie:
Come è evidente, si tratta, nel complesso, di interventi che hanno un impatto significativo sul turismo, in quanto contribuiscono a rendere fruibili - fisicamente e culturalmente - i luoghi al visitatore, nonché ad arricchire l'offerta esperienziale dei turisti nei territori rurali.
Le risorse finanziarie programmate e destinate alle venti sotto-misure di interesse, diretto o indiretto, per lo sviluppo di attività turistiche nelle aree rurali, ammontano a circa 4.500 mln di euro (il 41% della dotazione complessiva delle otto misure di riferimento), di cui 831 mln di euro relativi alle sotto-misure riconducibili alla macroarea "Turismo".
L'organizzazione del sistema di monitoraggio adottato per i PSR 2014-2020 non ci permette di rilevare informazioni di dettaglio sullo stato di avanzamento delle venti sottomisure di interesse per il settore turistico in quanto i dati disponibili si fermano a livello di Misura. Se facciamo riferimento a queste ultime, al 31 dicembre 2019, lo stato di avanzamento finanziario delle stesse risulta essere pari al 29% delle risorse pubbliche assegnate (+22% rispetto al 2018), che raggiunge il 35% a ottobre 2020 (Tab. 2).
Per verificare l'avanzamento delle procedure inerenti all'attuazione degli interventi di impatto diretto sul settore turistico, però, possiamo fare ricorso alle informazioni relative alle risorse finanziarie messe a bando e consultabili dalla Banca dati Bandi PSR della Rete Rurale Nazionale [1]. Relativamente alle quattro sotto-misure interessate, risulta che, a ottobre 2020, complessivamente, quasi il 60% delle risorse programmate sono state messe a bando (Tab. 3).
Fra di esse, la sotto-misura 7.5 risulta ancora essere quella meno performante (31% delle risorse programmate); probabilmente, il suo ritardo è da imputare al fatto che la gran parte delle Regioni hanno previsto la sua attivazione nell'ambito dell'approccio Leader e quindi risenta delle difficoltà che i Gruppi di Azione Locale hanno incontrato, inizialmente, nell'attivare i loro Piani di Sviluppo Locale. Nello stesso tempo, non va sottovalutato il fatto che la tipologia di interventi rientra spesso nell'ambito delle infrastrutture pubbliche e che pertanto la loro realizzazione è demandata agli Enti Locali, obbligati a rispettare l'impianto normativo degli appalti pubblici nell'affidare i lavori.
Registrano una buona performance le due sotto-misure indirizzate a sostenere la diversificazione aziendale (6.2 e 6.4), con impatto positivo su quelle di natura turistica (alloggio, ristorazione, parcheggio per mezzi di trasporto, didattica, circuiti di benessere e salute, forme di terapia, informazione, ecc.). La buona performance registrata dalle due sotto-misure è, in primo luogo, da attribuire al fatto che la gran parte degli interventi è richiesta da aziende agricole, beneficiarie standard dei PSR, con le quali le Autorità di Gestione dei PSR hanno maggiore dimestichezza nel programmare gli interventi; altro elemento positivo è determinato dal fatto che, ancora oggi, la gran parte delle richieste di finanziamento è volta a potenziare i servizi legati all'attività agrituristica, attività questa ormai di pieno dominio delle Regioni e per la quale possono contare su un'esperienza di gestione ben consolidata.
Da evidenziare, inoltre, che causa emergenza COVID, le attività agrituristiche, nel corso del 2020, sono state beneficiarie di ulteriori risorse finanziarie volte a compensare la perdita di reddito dovuta alla chiusura degli esercizi durante il lockdown della prima fase.
Il turismo rurale trova espressione in differenti forme, che si rinnovano in funzione dei nuovi stimoli che si generano sia sul fronte della domanda turistica (evoluzione e diversificazione dei fabbisogni dei turisti) che dell'offerta (maggiore consapevolezza delle potenzialità delle risorse locali, necessità di diversificare le attività produttive, ecc.). La politica di sviluppo rurale ha, fra i suoi compiti, la funzione di cogliere la molteplicità di queste forme, ampliando, man mano, la tipologia di investimenti da finanziare all'interno dei suoi Programmi.
Da una fase iniziale in cui l'agriturismo rappresentava l'unica forma di diversificazione aziendale extra-agricola contemplata nei PSR si è gradualmente passati a considerare l'attività turistica - e le sue differenti espressioni - come parte integrante dei percorsi di sviluppo delle aree rurali, prevedendo il suo finanziamento in differenti Misure dei PSR. In questo ha sicuramente giocato un ruolo strategico l'approccio Leader, il quale, ha rappresentato per le aree rurali, soprattutto nelle fasi iniziali, un laboratorio nel quale sperimentare approcci e interventi innovativi, anticipando tipologia di investimento che, successivamente, sono stati inseriti nel menu degli interventi finanziabili all'interno delle misure dei PSR.
Catia Zumpano - CREA PB
PianetaPSR numero 103 giugno 2021