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Vino&dintorni

Filiera corta, ma molto diversificata

Il caso di Federico Facciani, 28 anni,  che a Cesena esplora nuove strade: dai vini autoctoni alla vendita  online. E sulla cantina pannelli al posto del vecchio tetto di eternit  
Federico Facciani con suo padre
Federico Facciani con suo padre

"Una filiera corta, anzi cortissima per quanto riguarda le vendita ma anche per la lavorazione: siamo appena in tre". Federico Facciani, 28 anni, descrive così l'azienda agricola "La Castellana",  sulle colline del comune di Bertinoro a 14 km da Cesena, di cui è titolare insieme ai genitori e che produce uva da vino  vinificata tutta in azienda, puntando anche sui vini autoctoni dell'entroterra romagnolo. I vini prodotti sono tutti a marchio Doc e Igt, suddivisi tra sangiovese, cagnina, trebbiano, albana, pagadebit e centesimino, un impianto in via di estinzione che sta dando buoni risultati. Un'azienda modello, piccola come numeri ma con una gran voglia di crescere dimostrata dai risultati ottenuti sul campo: una produzione che aumenta anno dopo anno e che dà sempre più spazio alla vendita diretta in cantina e sulla rete e un fatturato che negli ultimi tre anni è cresciuto del 20%, passando dai 55 mila euro del 2009 ai 70 mila di quest'anno, grazie al sostegno ricevuto dai Psr. E questo, in un'ottica di equilibrio etico e ambientale.
"Sì è vero, siamo piccoli - afferma Facciani  - ma stiamo avendo davvero degli ottimi risultati. Dal 2009 a oggi gli ettari vitati sono passati da 5 a quasi 8, la produzione di vino annua da 40 mila litri a 60 mila, venduta per il 70% a privati, per il 25% (circa 15 mila bottiglie) al circuito Horeca e il restante 5% all'estero. Nel 2009 abbiamo smaltito il tetto di eternit della cantina e abbiamo istallato un impianto fotovoltaico di copertura che produce energia pari a 13 mila kW l'anno e che alimenta l'impianto di refrigerazione necessario per la conservazione delle bottiglie. Possiamo dire che il freddo a noi viene dal sole".
Tanta strada percorsa in poco tempo.
Direi circa in tre anni, perché la domanda per i Psr l'ho fatta proprio nel 2009. A poco più di 20 anni ho iniziato a lavorare a tempo pieno nell'azienda dei miei genitori che fu acquistata da mio nonno nel 1967. Ho voluto cambiarle il volto e il tipo di produzione, puntando sugli autoctoni e sul modo di vendere. Ho allestito, ad esempio, un'ampia terrazza  per le degustazioni dei vini che presento in abbinamento con i tanti prodotti tipici locali, come il formaggio e il miele. Quanto ai costi , per lo sfuso andiamo da 1,40 a 2 euro al litro, mentre per la bottiglia da 3,30 a 6,50.
A quali misure ha aderito dei Piani di sviluppo rurale?
Ho usufruito della misura 112 per il primo insediamento, ottenendo il tetto massimo consentito di 40 mila euro e della misura 121 per il Piano di ammodernamento, per cui ho avuto finanziamenti pari al 35% delle spese destinate alle attrezzature e del 45% per quelle destinate alle strutture. E quindi, su un totale di 180 mila euro di lavori, me ne sono stati finanziati 110. Diverso il discorso per l'impianto fotovoltaico, perché ho usufruito dei  fondi statali di incentivazione e oggi ricevo 0,48 centesimi a kW.
E' stato agevole ottenere i finanziamenti?
"No, non è stato facile. La difficoltà vera sta nel fatto che per le banche parti da zero, pur sapendo che ti sono stati assegnati dei fondi. Ho dovuto fare ovviamente un mutuo di 7 anni per 70 mila euro e la banca ha voluto una fideiussione che ha un costo elevato, l'1% l'anno. E visto che le risorse mi arriveranno in totale circa entro giugno prossimo, sto pagando il 2% di spese. E questo è davvero molto seccante. Il tutto mi è stato concesso, vale la pena sottolinearlo, perché ho un fatturato che da tre anni  a questa parte è aumentato del 20% l'anno".
Quanti finanziamenti ha ricevuto fino ad oggi in totale?
"Circa 40 mila euro del totale della misura 112 e il 50% della misura 121. Entro gennaio farò il documento richiesto di fine lavori e poi per l'erogazione finale occorreranno ancora sei mesi circa.
Certo, scommettere oggi in un contesto dove da anni i consumi pro capite di vino sono in costante calo...
Credo nella filiera corta e i risultati li sto ottenendo; la gente sa riconoscere la qualità e apprezza la trasparenza delle filiera. Puntiamo sulla vendita diretta in cantina , da quella reale a quella virtuale: per Natale infatti debutteremo sull'e-commerce, dove prevedo di investire in motori di ricerca circa 1.500 euro l'anno aprendo un canale dedicato prevalentemente alla clientela privata, per lo più straniera che ha più dimestichezza con questo strumento. In Italia fare e-commerce è ancora un po' una sfida: la gente preferisce i sistemi tradizionali e guarda al commercio elettronico con prudenza. Ma vale la pena provare anche questa strada.
Quali mercati esteri sembrano più promettenti?
Direi Austria e Belgio; ed è proprio in Belgio che, partecipando quest'anno per la seconda volta alla fiera 'Megavini' che si tiene a fine ottobre, sono riuscito a fare molta promozione. Anche in questo caso sto usufruendo dei sussidi messi a disposizione dalla Camera di commercio proprio per la promozione che coprono il 50% delle spese che si sostengono abitualmente in fiera, a partire ad esempio dalla spedizione della campionatura".
 

Sabina Licci

 
 
 
 

PianetaPSR numero 3 - ottobre 2011