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mano che accarezza le nuove piantine su un campo di terra
Cambiamenti climatici

Il progetto LIFE ADA "ADaptation in Agriculture": reagire ai cambiamenti climatici in agricoltura

Il progetto Life ADA mira a sviluppare e applicare strategie di adattamento per ridurre o evitare gli effetti negativi del cambiamento climatico in Italia lungo tre filiere agroalimentari: lattiero-casearia (Parmigiano-Reggiano), vitivinicola e ortofrutticola.

Secondo un sondaggio Eurobarometro del 2021 [1], dopo malattie, economia e fame nel mondo il clima è considerata la quarta emergenza in Italia (era la seconda nel 2019, ma chiaramente i cittadini risentono dell'emergenza Covid). Tuttavia, nel nostro paese, otto persone su dieci ritengono il cambiamento climatico un problema "molto serio" (l'84%, superiore alla media UE del 78%) e più di sei intervistati su dieci (63%, uguale alla media UE) considerano responsabili della lotta al cambiamento climatico i governi nazionali piuttosto che l'Unione europea (56%, in linea con la media UE del 57%).

L'UE, del canto suo, per rispondere alle emergenze che minacciano il clima e la biodiversità ha pubblicato nel luglio scorso il pacchetto di proposte "Pronti per il 55%" [2] che fissa obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e per diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. 

Le proposte si basano su politiche e normative UE già predisposte, in particolare il Green Deal europeo [3] che ha gettato le basi per l'economia di domani con strategie in materia di biodiversità, economia circolare, inquinamento zero, mobilità sostenibile e intelligente, alimenti sostenibili, idrogeno, batterie, energie rinnovabili offshore, ecc. Sul fronte delle risorse economiche, il piano di ripresa dell'UE Next Generation destina almeno il 37% della spesa alla transizione verde ed altri finanziamenti arriveranno dal bilancio UE per il periodo 2021-2027 [4].

L'impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi agroalimentari nazionali

Purtroppo, il settore agricolo sarà messo a dura prova nei prossimi decenni a causa di eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e difficilmente prevedibili che esporranno a forte rischio i redditi degli agricoltori e la loro stessa sopravvivenza. 

Secondo una relazione speciale della Corte dei conti europea [5], nonostante siano stati destinati oltre 100 miliardi di euro alla mitigazione dei cambiamenti climatici (oltre un quarto della spesa agricola dell'UE nel periodo 2014-2020), da oltre dieci anni le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall'agricoltura non diminuiscono. Dalla relazione emerge che la maggior parte delle misure finanziate dalla politica agricola comune (PAC) ha limitate potenzialità ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici; la PAC, pertanto, non è riuscita a incentivare l'adozione di pratiche efficaci rispettose dell'ambiente [6].

Viorel Ștefan, responsabile della relazione, ha dichiarato che "le nostre constatazioni dovrebbero essere utili per raggiungere l'obiettivo UE della neutralità climatica entro il 2050 [e far sì che la PAC si concentri] di più sulla riduzione delle emissioni prodotte dall'agricoltura, [sia] più trasparente e [renda] meglio conto del contributo fornito alla mitigazione dei cambiamenti climatici" [7].

Le perdite economiche del nostro paese a causa degli eventi climatici estremi sono tra le peggiori dell'UE [8] e incidono fortemente sul settore agro-alimentare italiano che rappresenta un unicum in termini di qualità delle produzioni, sicurezza alimentare, valore nutrizionale, patrimonio culturale e ambientale con una domanda crescente di prodotti a denominazione di origine e a indicazione geografica (DOP/IGP) o realizzati con metodo biologico. Il settore ha un asset economico fatto di numerosi piccoli produttori, grandi cooperative, aziende di alto profilo e diverse realtà agroindustriali: l'intera filiera, dalla coltivazione alla trasformazione alla logistica alla distribuzione, è un asse portante della nostra economia ed è per questo che occorrono efficaci strumenti di supporto per aiutare gli agricoltori nella definizione di piani di adattamento efficienti sia a livello di azienda agricola che di filiera.

Il progetto LIFE ADA "ADapation in Agriculture"

Nel settembre 2020 ha avuto inizio il progetto LIFE ADA "ADapation in Agriculture" (lifeada.eu) a cui partecipa il CREA-PB, della durata di 3 anni con un budget complessivo di quasi 2 milioni di euro, di cui circa la metà co-finanziati dall'Ue.

logo ADA

Il progetto ha l'obiettivo, attraverso un partenariato pubblico-privato, di contribuire a migliorare l'adattamento ai cambiamenti climatici e favorire una crescita sostenibile e inclusiva nel settore agricolo. Il partenariato è formato da: UnipolSai Assicurazioni - coordinatore del progetto, ARPAE Emilia-Romagna, C.I.A Agricoltori Italiani, CREA - PB, Festambiente, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Leithà, Regione Emilia-Romagna.

L'iniziativa intende fornire a produttori ed agricoltori le conoscenze, anche attraverso specifici corsi di formazione, per adattarsi ai cambiamenti climatici relativamente a tre filiere: lattiero-casearia (Parmigiano-Reggiano), vitivinicola e ortofrutticola. Il progetto avrà come regione pilota l'Emilia-Romagna e sarà esteso a Veneto, Toscana e Lazio con la prospettiva di coinvolgere successivamente l'intero territorio nazionale. 

In particolare, è in fase di sviluppo uno strumento software che avendo in input i possibili scenari climatici, attuali e futuri, unitamente all'identificazione e valutazione dei rischi che ne derivano, e a un insieme di misure di adattamento ai cambiamenti climatici, consentirà agli operatori delle tre filiere di predisporre piani e strategie di adattamento per migliorare la loro capacità ad affrontare i rischi climatici attuali e futuri.

L'elaborazione degli scenari del clima e la definizione delle misure di adattamento sono a cura di ARPAE.

Il CREA-PB, coinvolto in diverse azioni del progetto, è in particolare responsabile delle seguenti azioni:

 
  • analisi di impatto di azioni di adattamento e analisi di incentivi e misure di finanziamento per attuare i piani di azione di adattamento (AAPS);
  • monitoraggio degli impatti del progetto e dell'impatto di attuazione dei piani AAPS;
  • networking con altri progetti LIFE e non-LIFE.
screenshot del sito ADA

La metodologia e i primi risultati

ARPAE ha classificato una serie di misure di adattamento al cambiamento climatico e le ha raccolte in uno strumento definito "biblioteca" suddividendole in base alla filiera agroalimentare di pertinenza.

logo LIFE

Per la valutazione degli impatti relativi all'implementazione delle misure di adattamento così classificate, il CREA-PB ha realizzato un'indagine a livello nazionale con esperti delle tre filiere. Il gruppo di ricerca del CREA-PB, coadiuvato dagli altri partner del progetto, ha identificato le tematiche di approfondimento che hanno dato luogo al questionario, strumento individuato per la raccolta delle informazioni. 

L'indagine è stata effettuata attraverso la somministrazione del questionario con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing). 

A tutti gli esperti, precedentemente individuati, è stata inviata una mail con l'invito a rispondere ad un questionario online; la rilevazione è stata avviata nel mese di luglio 2021 e si è conclusa un mese dopo. Il questionario, per ognuna delle misure di adattamento individuate nella biblioteca, presenta domande prevalentemente con risposte chiuse. 

Nel momento in cui scriviamo si sta procedendo all'analisi delle informazioni raccolte che hanno carattere sia quantitativo sia qualitativo.

Alla somministrazione del questionario si affiancano anche interviste dirette ad operatori del settore, che mirano ad approfondire alcune delle tematiche e a delineare specifici ambiti di applicazione, a definire i costi di implementazione nonché i risultati attesi. 
Quest'ultima attività è tutt'ora in corso e permette di indagare anche alcune specificità emerse dalle risposte ottenute con il questionario. 

A queste due attività di "campo" si aggiunge, inoltre, l'analisi della letteratura scientifica che permette di rilevare attraverso gli studi già esistenti l'impatto delle misure di adattamento su determinate attività produttive.

L'indagine condotta dal CREA-PB permetterà di definire, attraverso un'analisi di tipo quantitativo (analisi costi-benefici) e qualitativo, un quadro sui possibili impatti delle misure di adattamento al cambiamento climatico sulle tre filiere. 

I risultati dell'indagine del CREA-PB saranno implementati nello strumento software e resi fruibili agli agricoltori e alle Organizzazioni di produttori per favorire la scelta delle più opportune strategie di adattamento. 

Inoltre, è stato realizzato un quadro generale delle possibili politiche a supporto dell'adattamento al cambiamento climatico in agricoltura. Tale quadro è propedeutico ad individuare gli specifici interventi di sostegno alle misure di adattamento, prevalentemente provenienti dalle misure di sviluppo rurale, a cui potranno accedere gli agricoltori.

Ai fini del monitoraggio degli impatti del progetto sul cambiamento climatico il CREA-PB ha già creato un database contenente un set di indicatori relativi alle tre filiere e procederà ad aggiornarlo con le nuove informazioni che si renderanno via via disponibili nel prosieguo del progetto.

 
 
 

Note

 
 

Simonetta De Leo, Marco Gaito, Sabrina Giuca
CREA - Politiche e Bioeconomia

 
 

PianetaPSR numero 105 settembre 2021