Con l'estensione della Programmazione 2014-2020 di due anni, in applicazione del Regolamento (UE) 2020/2220 ("Regolamento di estensione della programmazione corrente e di transizione verso in periodo di programmazione 2023-2027"), i Programmi di sviluppo rurale italiani hanno beneficiato di risorse aggiuntive FEASR pari ad € 3.010.508.905,00 con una relativa quota di spesa pubblica pari ad €6.080.928.004,00.
Lo strumento europeo di ripresa post pandemia da Covid-19 mette a disposizione delle misure dei PSR ulteriori risorse nel biennio 2021-22 pari ad € 910.586.126,00, (fondi che non sviluppano quote di spesa pubblica) al fine di superare le difficoltà riscontrate nel periodo pandemico.
Nel contempo, ulteriori risorse aggiuntive per il biennio in esame, pari a 12 milioni di euro, sono state assegnate allo sviluppo rurale dalla riduzione dei pagamenti diretti italiani (c.d. "capping").
Pertanto, lo sviluppo rurale avrà nel biennio 2021-2022 risorse aggiuntive pari a quasi 7 miliardi di euro a disposizione degli interventi in ambito rurale.
In questi mesi le Amministrazioni Regionali sono state impegnate, dopo l'accordo di riparto dei fondi avvenuto con Delibera ad hoc del Consiglio dei Ministri del 17 giugno scorso, a modificare i rispettivi programmi per tener conto delle maggiori risorse a disposizione. Il processo di emendamenti in parola si è concluso in questi giorni con gli invii delle notifiche delle modifiche dei rispettivi PSR ai Servizi della Commissione Europea.
Da una lettura sistematica delle informazioni raccolte possiamo avere un quadro di quali sono stati gli interventi che hanno maggiormente beneficiato di tali risorse aggiuntive e quali sono state le logiche programmatorie seguite dalle Autorità di gestione, nell'ottica di proseguire gli interventi fino al 2025 (secondo la regola del "N+3").
Tale lettura prende avvio dal documento "La Programmazione nella transizione dei PSR" elaborato dalla Rete Rurale Nazionale. Il documento è suddiviso in due sezioni.
La prima contiene informazioni sulla variazione delle risorse programmate tra la Programmazione 2014-2020 e quella definita di transizione 2014-2022. Da una panoramica delle scelte per priorità strategica è emerso un sostanziale equilibrio tra le due Programmazioni, con la Priorità 4 che continua ad essere la scelta strategica predominante in entrambi gli orizzonti temporali.
Sul versante degli interventi, la percentuale di incidenza di ciascuna Misura sul totale dei fondi non mostra grandi differenze tra i due periodi di Programmazione confrontate, ciò a conferma della linea strategica intrapresa nel periodo 2014-2020 anche nel biennio 2021-2022. Il peso della Misura legata agli Investimenti (M4) raggiunge un'incidenza del 28,57% sul montante Italia, registrando un incremento dell'1.20% rispetto alla Programmazione 2014-2020.
Un balzo più consistente lo notiamo nella Misura volta al biologico (M11) che passa dal 10,41 al 11,92% (+1,51%) e nella Misura Indennità compensativa per le zone svantaggiate (M13) che passa dall'8,13% all'8,78% (+0.65%).
Grazie al cosiddetto principio di non regressione agro-climatico-ambientale, per le risorse aggiuntive 2014-2022 le Misure definite agro-climatico-ambientali sulla base del paragrafo 6 dell'articolo 59 del Reg. (UE) 1305/2013 (cc.dd. misure ACA) passano dal 39.96% al 41,70%, con un incremento dell'1,74%.
La seconda sezione approfondisce l'analisi delle scelte strategiche effettuate dalle Autorità di gestione nel programmare i fondi aggiuntivi a disposizione nelle sole due annualità 2021 e 2022, mostrando la distribuzione di tali risorse (sia ordinarie che NGEU) fra gli interventi già programmati. Tale approfondimento viene fornito per ciascuna Regione. Le quote ordinarie della Programmazione in transizione pari a circa 3 miliardi di euro sono state veicolate in modo evidente nella Misura 4 con il 29,78%, pari a 1.758 milioni di euro in termini di spesa pubblica complessiva. Altrettanto interessanti sono le dinamiche intervenute nelle Misure a carattere ambientale M10 (Pagamenti agro-climatico-ambientali ), M11 (Agricoltura biologica ) e M13 (Indennità zone soggette a vincoli naturali o specifici) che insieme sviluppano una variazione in aumento delle quote ordinarie aggiuntive pari al 38,65%.
Anche relativamente ai fondi aggiuntivi NGEU, pari a 910.586 milioni di euro, l'analisi evidenzia una predominanza della Misura legata agli investimenti (M4) che raggiunge il 38,31%, con una quota FEASR di quasi 349 milioni di euro. A seguire la Misura 6 (Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese) che assorbe il 20,08% delle risorse a disposizione pari a circa 183 milioni di euro di quota FEASR. Anche per la Misura biologica si evidenziano importanti risorse pari a 143,5 milioni di euro di quota FEASR, con un'incidenza del 15,76% sul totale delle risorse a disposizione. Infine occorre sottolineare che anche la Misura dell'indennità compensativa (M13) continua ad avere seguito con 87,4 milioni di euro aggiuntivi, pari al 9,60% sul totale dei fondi NGEU disponibili.
Volendo tirare le somme di quanto avvenuto nella Programmazione in transizione 2014-2022, è possibile evidenziare che le dinamiche di programmazione hanno seguito la scia della precedente in termini di strategie intraprese e di conseguente allocazione delle risorse tra i diversi interventi di sviluppo rurale. Le risorse aggiuntive 2021 e 2022 assegnate ai PSR vengono maggiormente distribuite tra le Misura 4 e la Misura 11 biologico e la Misura 10 "pagamenti agro-climatico ambientali; solo a queste tre misure sono state assegnate quasi il 60% delle risorse aggiuntive degli anni di proroga 2021 e 2022.
Luigi Ottaviani
Consiglia Arena
Augusto Buglione
PianetaPSR numero 106 ottobre 2021