PianetaPSR
foto dall'alto irrigazione di campo coltivato
Risorse idriche 

La gestione sostenibile dell'acqua irrigua e la quantificazione del suo costo ambientale: il progetto Reservaqua

Reservaqua è un progetto Interreg Italia-Svizzera che nasce nel 2018 con l'obiettivo di realizzare una REte di SERvizi per lo studio, la protezione, la Valorizzazione e la gestione sostenibile dell'ACQUA a scala locale e regionale su un territorio transfrontaliero alpino (Valle d'Aosta, Piemonte, Cantone Vallese).

La disponibilità idrica costituisce una risorsa importante per le regioni alpine ma gli impatti della crisi climatica - aumento della temperatura, variazione della distribuzione stagionale delle precipitazioni e riduzione di fenomeni nevosi e dei ghiacciai - stanno facendo temere le conseguenze di un accesso limitato all'acqua anche in questi territori. Ai fenomeni naturali si aggiungono quelli legati ai diversi usi umani, quali quello potabile, agricolo, idroelettrico, ricreativo e industriale. In particolare, le pratiche agricole tipiche dei territori di montagna fanno grande ricorso all'uso dell'acqua a fini irrigui: si pensi alle opere di canalizzazione realizzate nei secoli (ad esempio i rû, in Valle d'Aosta e i bisse nel Vallese -Svizzera), alle concessioni irrigue risalenti in alcuni casi al tardo Medioevo, al ruolo dei consorzi irrigui ed agli investimenti degli ultimi decenni nei riordini fondiari e nei sistemi di irrigazione.

Il progetto Reservaqua

La sfida dei prossimi anni è quella di trovare un equilibrio tra le pratiche agricole e le azioni volte ad ottimizzare l'uso della risorsa idrica, ovvero il giusto bilanciamento tra le esternalità positive dell'agricoltura di montagna (economiche, culturali, paesaggistiche, ...) e gli obiettivi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Il progetto Reservaqua si inserisce in questo quadro in due direzioni, da una parte sviluppando metodi adatti a stimare e prevedere il fabbisogno e gli usi irrigui e dall'altra arrivando a determinare i costi ambientali e della risorsa idrica per scopi irrigui, tenendo in considerazione le possibili ricadute sociali ed ambientali.

Il Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA in collaborazione con le Università di Torino e Napoli sta occupandosi di stimare una tariffa irrigua conforme alla normativa europea (Direttiva Quadro Acque 2000/60) per il territorio della Regione Valle d'Aosta ponendo particolare attenzione alla componente ambientale del valore dell'acqua. Va sottolineato che disporre di una tariffa irrigua è necessario per soddisfare sia le richieste dell'Unione Europea (DQA) sia la condizionalità ex-ante 5.2 che permette di attivare la Focus Area 5A degli attuali PSR che ha l'obiettivo di rendere più efficiente l'uso dell'acqua in agricoltura. Ad oggi la Regione Valle d'Aosta, non avendo potuto attivare questa Focus Area, persegue unicamente gli obiettivi di carattere ambientale della Direttiva attraverso le Misure 10 e 11 nello specifico con la Focus Area 4B. Inoltre, la non piena attuazione della Direttiva Quadro Acque a livello regionale nel periodo 2014-2020 non ha permesso di attivare la Misura 4.3 del PSR volta a sostenere investimenti in infrastrutture irrigue e pertanto sono state attivate delle misure a livello regionale per l'esecuzione di manutenzioni straordinarie ad opere infrastrutturali gestite da consorzi di miglioramento fondiario.

La tariffazione dell'acqua irrigua

Il tema della tariffazione dell'acqua viene affrontato all'Articolo 9 della DQA. Secondo questo Articolo il principio che dev'essere utilizzato per l'attribuzione dei costi è "chi inquina (usa) paga". Questo approccio permette da un lato di assicurare il reintegro dei costi esterni generati dai fruitori del servizio irriguo e dall'altro di incentivare un utilizzo più efficiente e consapevole della risorsa.

Nonostante la linea di principio descritta sia funzionale sia da un punto di vista politico che ambientale, la sua applicazione risulta tutt'altro che semplice. Il calcolo della tariffa prevede la somma di diverse voci di costo, tra cui il costo ambientale che corrisponde alla quantificazione economica dei danni causati dall'utilizzo idrico all'ambiente e all'ecosistema (Figura1).

 

Figura1. La procedura di individuazione dei costi ambientali.

grafico con il funzionamento della procedura di individuazione dei costi ambientali.
Fonte: Decreto Ministeriale n. 39/2015.

La prima tra le difficoltà riscontrate riguarda la possibilità di far emergere tra le indicazioni di questo schema le peculiarità che caratterizzano un territorio montano come quello valdostano. In secondo luogo, per la corretta allocazione dei costi, sarebbe necessario disporre dei contatori [1] che permetterebbero inoltre di favorire un utilizzo più efficiente della risorsa (in Piemonte l'introduzione dei contatori ha portato ad una riduzione del 40% dell'acqua utilizzata in agricoltura). 

Le due facce del costo ambientale

Se da un lato il costo ambientale vuole essere uno strumento per disincentivare il consumo eccessivo e l'inquinamento della risorsa, dall'altro lato cerca di premiare la produzione di servizi ecosistemici e beni pubblici connessi all'utilizzo dell'acqua irrigua. Nelle aree montane come quella in esame, quest'acqua garantisce servizi pubblici utili per il territorio e per l'intera collettività quali:

In questi casi la Direttiva prevede una riduzione della tariffa proporzionale al valore economico dei benefici esterni generati. In Valle d'Aosta per l'attribuzione di un valore economico ai benefici verranno utilizzati metodi mutuati dall'economia ambientale.

Il fine ultimo della ricerca non vuole essere soltanto la stima della tariffa irrigua, ma anche l'apertura di spazi di discussione circa le modalità di applicazione della Direttiva Acque là dove l'attività irrigua interessa i territori più fragili. In tal senso nell'ambito del progetto sono stati organizzati una serie di focus group con diverse categorie di stakeholder sia per individuare le attuali voci di costo dell'acqua irrigua (quantificazione della tariffa) sia per stimare i benefici esterni derivanti dal suo uso: rappresentanti dei consorzi di miglioramento fondiario; cittadini fruitori non agricoltori e cittadini non utilizzatori dell'acqua irrigua.

nuvola grafica con acqua
 
 

Note

 
 

Bibliografia

 
 

Francesca Moino, Patrizia Borsotto
CREA-PB

 
 

PianetaPSR numero 108 dicembre 2021