I seimila ettari della Tenuta presidenziale di Castelporziano come teatro di sperimentazione delle novità previste dalla PAC post 2023, con particolare attenzione alle questioni agroambientali e agli eco-schemi.
È quanto prevede il progetto illustrato lo scorso 9 dicembre dall'Ismea nel corso del convegno "L'architettura verde nell'ambito della nuova Politica Agricola Comune". Il progetto, promosso dal Servizio Tenuta presidenziale di Castelporziano con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, si è sviluppato in un luogo considerato dagli esperti ideale per questo tipo di sperimentazione, dove coesistono ecosistemi naturali caratterizzati da ampie distese forestali, coltivazioni con metodo biologico e allevamento zootecnico.
Nell'area della tenuta, riserva naturale protetta statale inserita nella Rete Natura 2000 sono state applicate pratiche di lavorazione a basso impatto ambientale e utilizzate tecniche di coltivazione di precisione, "testando" gli effetti e le eventuali problematiche degli ecoschemi, orientati a ridurre le emissioni in atmosfera aumentando le riserve di sostanza organica nei suoli. Non a caso Castelporziano, ricorda Ismea, è una Riserva naturale protetta statale, inserita nella Rete Natura 2000.
Le caratteristiche della Tenuta di Castel Porziano
La Tenuta presidenziale di Castelporziano vede la coesistenza di ecosistemi naturali caratterizzati da ampie distese forestali con aree oggetto di coltivazione e allevamento zootecnico e da un patrimonio naturalistico che comprende la maggior parte degli ecosistemi costieri tipici dell'ambiente mediterraneo. Si estende su una superficie di 6.000 ettari e presenta all'interno della Rete Natura 2000 due Zone Speciali di Conservazione (aree ZSC) rispettivamente per la duna antica e per il querceto igrofilo e una Zona di Protezione Speciale (area ZPS) per la protezione di uccelli migratori, stanziali e svernanti.
In questo peculiare contesto di alto valore ambientale si inserisce l'attività produttiva eco-compatibile dell'azienda, rigorosamente biologica e caratterizzata da ampie superfici a pascolo estensivo per la zootecnia con l'allevamento di circa 400 capi di razza maremmana allo stato brado e circa 40 cavalli (a riposo dopo il prestigioso servizio con i Corazzieri al Quirinale).
"La gestione sostenibile del comparto agricolo, sempre più connessa alla compatibilità ecologica e rispettosa delle sensibilità dei giovani e delle generazioni a venire - ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato in occasione dell'evento -, riveste un ruolo strategico per l'esito favorevole del processo di transizione sostenuto con impegno a livello europeo".
"Il nostro Paese trova forma nel paesaggio rurale, nella tipicità delle produzioni salubri e inscindibilmente legate all'ambiente, al clima, alle risorse naturali, alle tradizioni e ai valori delle comunità sociali e occupazionali; la Tenuta di Castelporziano è un esempio rappresentativo di tale connotazione identitaria. L'attenzione alla sua preservazione - conclude il Presidente - è dovuta, con l'uso dell'innovazione tecnologica integrata e della ricerca anche sperimentale".
«La Pac 21-27 peserà per il 31% del bilancio Unionale. Il piano Next Generation Eu integra con 8 miliardi le risorse destinate agli stati membri. L'importo totale è quindi di 386 miliardi di euro, di cui oltre 50 miliardi per il nostro Paese composto da 40 miliardi di quota unionale e ulteriori 11 miliardi di cofinanziamento nazionale e regionale. Dunque una riforma epocale in cui l'architettura verde ha un grande impatto sul primo e secondo pilastro - prosegue il ministro -. Oggi il Piano strategico consente una programmazione unitaria per tutto il Paese. Gli ecoschemi che assorbiranno il 25% delle risorse del primo pilastro sono una novità assoluta».
Il ministro ha poi sottolineato l'importanza del lavoro del Tavolo di partenariato, che ha riguardato tra le altre cose la decisione su quali ecoschemi inserire nel Piano strategico nazionale: «Spetterà agli Stati membri orientare queste scelte. Avremo poi un focus sulla zootecnia, che deve essere accompagnata da politiche di sostegno nel cammino verso la sostenibilità e benessere animale. E ancora l'olivicoltura, che deve essere sostenuta nel mantenimento a tutela del paesaggio e dell'ambiente. E la filiera del riso, un'eccellenza del nostro Paese che deve mantenere alto il livello del sostegno».
Obiettivo: 25% della superficie agricola biologica e tutela delle aree ad alto valore naturalistico
Nella sperimentazione è stata simulata l'applicazione della nuova norma (BCAA 2) "Protezione minima di zone umide e torbiere"con nuovi impegni agronomici a presidio della integrità delle aree stesse (fasce tampone, buffer strips); la norma unionale vieta la conversione a altri usi di tali zone.
L'individuazione e lo studio della morfologia delle c.d. piscine permanenti e di quelle temporanee di Castelporziano, la determinazione della quantità e della qualità dei livelli idrici, hanno permesso di stabilire la funzionalità necessaria ad assicurare l'esistenza di un elevato numero di biomi. Si tratta di aree dinamiche, sensibili all'influenza di fattori naturali ed antropici, che svolgono un ruolo primario dal punto di vista ecologico poiché regolano l'equilibrio per la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali, degli insetti, e degli uccelli che le utilizzano come rifugio, aree di sosta, per la muta, per lo svernamento, per la nidificazione.
Dallo studio sulle foto satellitari multitemporali dal 2017 al 2021 è emerso che gli specchi d'acqua nelle aree seminative hanno impegnato un perimetro variabile da un minimo di 2,7 ettari nel siccitoso agosto del 2020 (pari all'1,6% dei seminativi) fino ad un massimo di 6,4 ettari nella primavera 2019 (3,8% dei seminativi). Tale esercizio ha permesso di simulare l'applicazione di pratiche agronomiche di tutela di queste aree umide, con divieto di lavorazione e fertilizzazione delle fasce perimetrali delle aree umide, fornendo elementi tecnici per la definizione della norma di condizionalità che interesserà nella nuova PAC (dal 2025) oltre 70.000 ettari di aree umide in Italia iscritte negli elenchi della Convenzione di Ramsar (che interessano circa lo 0,5% della superficie agricola italiana).
Obiettivo: Neutralità climatica al 2050
La nuova PAC prevede il concetto del miglioramento continuo delle performance di sostenibilità delle aziende che percepiscono aiuti unionali, onde far concorrere a pieno titolo il settore agricolo alla condivisione degli sforzi per arrivare all'obiettivo di neutralità climatica nel 2050. Fra le pratiche eleggibili ai nuovi ecoschemi del I pilastro della PAC, è stata sperimentata la lavorazione minima e l'inserimento delle leguminose in rotazione rispetto alla situazione standard senza leguminose. L'introduzione di una simile tipologia di pratiche ha consentito di concorrere agli obiettivi dell'aumento del sequestro della CO2 nei terreni agricoli, aumentando il carbon sink della componente forestale e di riserva naturale della Tenuta già stimato annualmente in ca. 3,7 t CO2e ettaro-1 (Grossi et al, 2021 "Valutazione dell'impronta di carbonio della Tenuta Presidenziale di Castelporziano"); tale ricerca ha evidenziato come il già positivo ruolo sul bilancio complessivo del carbonio con un potenziale di sequestro di carbonio annuale di ca. 22 Gg di CO2e può essere migliorato anche da una gestione più conservativa delle pratiche agricole svolte nella Tenuta (i.e., minime lavorazioni): infatti potrebbero più che raddoppiare la capacità annuale di sequestro di carbonio organico dei suoli agricoli (da ca. 0,2 a ca. 0,5 Gg di CO2e anno-1.
Obiettivo: nel 2030 10% delle aree agricole rinaturalizzate
È stata inoltre simulata l'applicazione della nuova norma BCAA 9 "Percentuale minima destinata a elementi non produttivi" che dispone di destinare almeno il 4% dei terreni seminativi a elementi non produttivi e di alta valenza paesaggistica.
L'importanza di tali elementi è confermata dalle prescrizioni dell'attività agricola e zootecnica inserite all'interno del Piano di gestione della Rete Natura 2000 che mirano al rafforzamento e recupero degli elementi naturalistici e delle valenze ambientali e di connettività ecologica nelle aree agricole (es. attirati dalle zone umide, molti anatidi, limicoli e trampolieri stazionano a ridosso di esse).
Dall'analisi è emerso che l'azienda di Castelporziano presenta un rapporto di oltre il 6% di aree di Elementi non Produttivi/ Aree Seminabili, collocandosi sopra il (nuovo) limite minimo del 4% delle aree non produttive; tutte le superfici aggiuntive rispetto a questo limite nella nuova PAC potranno beneficiare di un pagamento ad ettaro nell'ambito degli eco-schemi che il Mipaaf si appresta a definire nel PSN della PAC, con l'obiettivo di Incentivare l'incremento degli elementi del paesaggio anche oltre il 4% obbligatorio. Ciò è anche un nuovo stimolo per le aziende a dichiarare e dettagliare elementi utili alla tutela del paesaggio e alla creazione di Corridoi Ecologici e infrastrutture verdi (Sistemi Agroambientali).
Redazione PianetaPSR
PianetaPSR numero 108 dicembre 2021