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RRN MAGAZINE/numero 8 maggio 2015

Leader e sviluppo del territorio rurale

Leader ha rappresentato, sin dal suo lancio, un approccio realmente nuovo, introducendo forti cambiamenti, ed effetti dirompenti sull'organizza-zione degli interventi per lo sviluppo locale.

Chi si occupa di politiche di sviluppo non può non conoscere Leader. Leader ha rappresentato, sin dal suo lancio, un approccio realmente nuovo, introducendo forti cambiamenti, ed effetti dirompenti sull'organizza-zione degli interventi per lo sviluppo locale. L'approccio dal basso, la gestione pubblico-privata attraverso un organismo chiamato GAL, il decentramento amministrativo (con il passaggio di funzioni, quali la progetta-zione e l'attuazione, demandate a soggetti a forte prossimità territoriale), la progettazione intersettoriale, che presuppone una visione di sviluppo del territorio nel suo complesso, in tutte le sue componenti economiche, comprese le valenze sociali e ambientali, tenendo conto delle vocazioni. Senza tralasciare altre due carat-teristiche distintive, la Rete e la cooperazione, strumenti capaci di rompere l'isolamento delle aree rurali, spingendole al confronto, allo scambio di informazioni, metodi e soluzioni, favorendo il passaggio delle inno-vazioni. L'approccio Leader è stato un punto di riferimento per il sistema delle politiche di sviluppo, mutuato anche al di fuori del contesto europeo. Nel tempo Leader ha prodotto diverse e complesse esperienze di sviluppo locale, come riportato dagli articoli presenti all'interno di questo numero del Magazine.
Nel primo periodo della sua attuazione Leader ha operato come Programma di Iniziativa Comunitaria, con finanziamenti e regole ad hoc per poi essere integrato come approccio nella programmazione ordinaria dello sviluppo rurale nel periodo di programmazione 2007-13. Nel corso del tempo diversi sono stati i cambiamen-ti che Leader ha subito nelle sue modalità operative, senza però mai mettere in discussione le caratteristiche sostanziali del metodo. Come avviene nel passaggio tra un periodo di programmazione e l'altro, Leader è oggetto di un radicale ripensamento anche nella programmazione che si apre.  
Nel periodo di programmazione 2014-20 le potenzialità dell'approccio sono moltiplicate, l'approccio CLLD (Community-Led Local Development) viene proposto dal regolamento generale sui fondi strutturali e di inve-stimento europei e sostenuto nell'ambito di ciascuno dei fondi, FESR, FSE e FEAMP mantenendo le stesse caratteristiche dell'approccio Leader nel FEASR. Potenzialità di un approccio nuovo che non sempre mostra riscontri a livello operativo. In altre parole viene introdotto un grande cambiamento nel quadro regolamenta-re delle politiche anche se le scelte operative non sempre colgono appieno le potenzialità dell'approccio di sviluppo locale partecipato. La novità assoluta contenuta nel regolamento è innegabile, e questo costituisce un altro punto saldo nel processo di riconoscimento dell'approccio.  
Le prime scelte regionali in ambito FEASR dimostrano un rinnovato e più ampio ruolo dell'approccio Leader e dei Gruppi locali che possono essere chiamati ad intervenire sulla Strategia nazionale per le aree interne, a trovare complementarità con altre politiche, prioritariamente con la Politica per la Pesca (FEAMP). Questo processo di "allargamento" viene descritto ampiamente negli articoli di questo numero.
La partita per l'approccio Leader/CLLD è tutta da giocare e, parte della sfida, è nelle mani dei GAL, chiamati a mostrare la qualità del loro compito di animatore locale e di promotore di sviluppo territoriale ma anche chiamati a dimostrare qualità gestionali e di progettazione dello sviluppo, attento e vicino ai bisogni del terri-torio. Anche le singole Regioni hanno di fronte una responsabilità, potendo intervenire nella scelta di Gruppi Locali competenti e di Piani di Sviluppo di grande qualità. A beneficio dello sviluppo dei territori.

 

Milena Verrascina