Uno dei principali temi su cui si sta concentrando il dibattito inerente alla nuova Programmazione della PAC 2023-2027, sin dai consideranda iniziali del Reg. (UE) 2021/2115, è quello relativo allo sviluppo dei cosiddetti "Piccoli comuni intelligenti" o Smart Village, visti come strumento strategico per rafforzare il tessuto socioeconomico delle aree rurali.
Il tema degli Smart Village non è una novità assoluta introdotta dall'imminente quinquennio di programmazione comunitaria. Già nel 2017 l'Unione Europea ha elaborato il documento strategico EU Action for Smart Villages, nell'ambito del quale i villaggi intelligenti sono definiti come "comunità site in aree rurali che utilizzano soluzioni innovative per migliorare la propria sostenibilità e resilienza, sulla base dei punti di forza e delle opportunità locali" (Commissione Europea, 2017). Non si tratta, dunque, di un modello universale da applicare ovunque indistintamente bensì di un approccio che deve essere di volta in volta contestualizzato al territorio e dovrebbe essere integrato in più ampie strategie di sviluppo regionale e/o territoriale (come, ad esempio, le Strategie di Sviluppo Locale LEADER).
Partendo da queste premesse, la Commissione Europea ha attribuito alla PAC 2023-2027 un ruolo strategico per la promozione degli Smart Village, prevedendo il sostegno alle strategie "Piccoli comuni intelligenti" fra gli interventi di cooperazione di cui all'art. 77 del Reg. (UE) 2021/2115. A sottolineare ulteriormente l'importanza conferita a questo tipo di approccio programmatorio, la Commissione ha istituito uno specifico indicatore di risultato dei Piani Strategici della PAC: si tratta dell'indicatore R.40 Transizione intelligente dell'economia rurale, con cui si intende valutare il numero di strategie «Piccoli comuni intelligenti» sovvenzionate tramite i PSP. Tale tipo di intervento contribuisce prioritariamente all'obiettivo specifico 8 "Promuovere l'occupazione, la crescita, la parità di genere, compresa la partecipazione delle donne all'agricoltura, l'inclusione sociale e lo sviluppo locale nelle zone rurali, comprese la bioeconomia circolare e la silvicoltura sostenibile" e rappresenta un ulteriore strumento finalizzato a favorire approcci territoriali e locali aggregati (Figura 1).
La cornice normativa definita dal legislatore comunitario appare comunque piuttosto ampia. Infatti, analizzando i contenuti dei PSP l'articolazione degli interventi a favore degli Smart Village è stata interpretata dagli Stati Membri in modo piuttosto eterogeneo e restituisce finalità, profili di governance, modelli di attuazione molto differenziati.
L'Italia ha scelto di costruire l'intervento interpretandolo, come suggerito dai Tool [1] CE, come un approccio metodologico per sostenere l'attuazione di "strategie" intese come progetti integrati, condivisi da gruppi di beneficiari pubblici e/o privati locali, relativi a specifici settori/ambiti di cooperazione, allo scopo di favorire nelle comunità delle aree rurali l'uso di soluzioni innovative per migliorare la loro resilienza, le condizioni economiche, sociali e/o ambientali, la governance locale, le relazioni e scambi con le zone urbane, sfruttando anche le tecnologie digitali e la multifunzionalità agricola e forestale. Inoltre, nel nostro Pase gli Smart Village possono essere incentivati sia nell'ambito delle Strategie di Sviluppo Locale LEADER sia attraverso bandi regionali.
In altri Stati Membri sono state intraprese strade diverse che vedono gli Smart Village prerogativa esclusiva di LEADER oppure come una delle forme di investimento previste dagli art. 73 e 74 del Regolamento UE. Tuttavia, non tutti gli Stati Membri hanno esplicitamente fatto riferimento alle strategie Smart Village nei propri PSP e ancora meno sono quelli che hanno già provato a dare un'indicazione circa i target da raggiungere in merito alla loro attuazione; tra questi vi sono Spagna, Germania, Austria e Finlandia. La Figura 2 riporta la quantificazione dell'indicatore R.40 da parte dei Paesi citati.
La Spagna è tra i Paesi che ha scelto di annoverare le strategie Smart Village non nell'ambito della cooperazione bensì tra i possibili progetti finanziabili con l'intervento Investimenti non produttivi in servizi di base nelle aree rurali. Trattandosi, come l'Italia, di uno Stato Membro la cui attuazione della PAC è regionalizzata, è interessante notare come tale intervento verrà attuato da 11 delle 17 comunità autonome in cui è suddiviso il Paese. Tuttavia, attualmente solo due comunidad (Galizia e Comunità Valenciana) hanno inserito maggiori dettagli su come intendono attuare le strategie Piccoli comuni intelligenti nel proprio territorio. La Galizia intende finanziare investimenti di dimensione finanziaria piuttosto rilevante (750.000 euro) per l'erogazione di servizi legati alle telecomunicazioni, dall'acquisto delle apparecchiature allo sviluppo di software necessari alla corretta fornitura dei servizi stessi, fino alle attività di pianificazione, gestione o qualsiasi altra attività che concorra al raggiungimento degli obiettivi fissati nei piani di digitalizzazione elaborati. La Comunità Valenciana, invece, ha scelto di orientare il proprio concetto di Smart Village verso progetti più piccoli (250.000 euro) finalizzati all'indipendenza energetica con energie rinnovabili in comuni con meno di 5.000 abitanti.
Come la Galizia in Spagna, anche la Germania ha scelto di indirizzare il proprio supporto alla transizione intelligente dell'economia rurale verso l'ambito della digitalizzazione, allo scopo di fornire alle imprese e alla popolazione delle zone rurali un accesso adeguato alle moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione. A differire marcatamente, tuttavia, è ancora una volta la dimensione media delle strategie Smart Village ipotizzate. Infatti, l'Autorità di Gestione tedesca ha pianificato la realizzazione di 11 operazioni con una dotazione finanziaria complessiva di ben 47,5 milioni di euro, per l'espansione della banda larga. Nonostante anche la Germania sia un Paese ad attuazione regionalizzata, al momento il Piano Strategico non fornisce indicazioni sulla declinazione territoriale dell'intervento in questione.
Diverso è invece l'approccio al tema dei Piccoli comuni intelligenti adottato dall'Austria che, anziché concentrarne l'attuazione in un singolo intervento, ha preferito individuare più interventi in grado di contribuire all'implementazione delle strategie Smart Village. Innanzitutto, l'Austria prevede che tale tipologia di progetti sia attuata principalmente tramite Leader in quanto i principi fondanti i due concetti - dall'approccio bottom-up alla pianificazione di strategie integrate, dal carattere innovativo alla spinta verso la cooperazione tra soggetti - sono molto simili, anche se concentrati a livello più locale rispetto a quello tipico di operatività dei GAL. L'Austria dettaglierà più approfonditamente il contributo di Leader all'approccio Smart Village solo dopo la selezione dei GAL e l'approvazione delle Strategie di Sviluppo Locale. Tuttavia, nel PSP è già specificato che le strategie Smart Village dovranno essere attuate preferibilmente tramite progetti ombrello che potranno vertere su quattro "campi d'azione" (incremento del valore aggiunto, sviluppo sostenibile delle risorse naturali e del patrimonio culturale, potenziamento delle infrastrutture e dei servizi, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici); la spesa massima ammissibile per ogni progetto ombrello non potrà superare i 200.000 euro. Per quanto riguarda, invece, i singoli sotto-progetti realizzati nell'ambito del progetto ombrello, essi dovranno avere un costo pari o inferiore a 100.000 euro.
Oltre che in ambito Leader, le strategie Smart Village saranno attuate tramite altri tipi di intervento, sia nel campo della cooperazione sia in quello degli investimenti e con delle interessanti interconnessioni tra di essi.
Con gli interventi 73-10 - Promozione dei centri urbani e 77-4 - Riattivazione posti vacanti l'Austria intende finanziare da un lato investimenti volti alla riqualificazione e ristrutturazione di aree e/o edifici pubblici abbandonati, sottoutilizzati o utilizzati in modo improprio; dall'altro, sensibilizzare cittadini, rappresentanti delle comunità e operatori economici sul tema del rafforzamento dei centri abitati, finanziando la predisposizione e l'aggiornamento di piani di sviluppo urbano integrato propedeutici al riutilizzo degli spazi riqualificati.
L'Austria, infine, ha scelto di attuare un ulteriore intervento di cooperazione denominato Sistemi di innovazione rurale che, mutuando l'approccio multi-attore introdotto dal PEI-AGRI, intende finanziare strategie di cooperazione per l'innovazione in ambito non agricolo e una rete dell'innovazione che metta in relazione sinergica i partenariati ed i rispettivi progetti.
L'ultimo caso europeo esaminato è quello relativo alla Finlandia. Il paese scandinavo ha stabilito di istituire, nell'ambito dell'art. 77 Cooperazione, un intervento denominato Progetti di cooperazione Smart Village, pensato specificamente per il sostegno di strategie Piccoli comuni intelligenti. L'intervento individua tre macro-temi nell'ambito dei quali i beneficiari possono sviluppare le proprie strategie: innovazione economica, sfera sociale e tutela dell'ambiente. Per ciascuno dei tre ambiti d'azione è individuata poi un'ampia e non esaustiva gamma di settori verso i quali ogni strategia può focalizzarsi: trasporti, Smart farming, formazione, distretti del cibo, ecc. Come avviene già per le Strategie di sviluppo locale LEADER, anche per l'elaborazione delle strategie Smart Village la Finlandia prevede un sostegno preparatorio una tantum, il cui importo massimo è fissato in 5.000 euro, per coprire almeno parzialmente i costi legati a definizione del progetto e ricerca dei partner.
Gli Stati Membri sin qui analizzati non sono gli unici ad aver esplicitato nel PSP i propri intenti in merito all'applicazione dell'approccio Smart Village per la prossima programmazione. Anche Paesi come la Polonia, la Slovenia e l'Estonia prevedono di sostenere a vario titolo strategie Piccoli comuni intelligenti, puntando particolarmente sui concetti di innovazione e digitalizzazione e, soprattutto, sulle affinità con l'approccio Leader. Analogamente a quanto accade in Italia, tuttavia, le loro scelte programmatorie restano al momento ad un livello descrittivo meno puntuale.
Si tratta di una rassegna non esaustiva degli indirizzi adottati dagli altri Paesi UE in merito ai Piccoli comuni intelligenti, limitata in primo luogo dal fatto che i Piani strategici della PAC pubblicati sui siti web istituzionali degli Stati Membri sono da ritenersi bozze non definitive. Inoltre, alcuni elementi inerenti all'attuazione delle strategie Smart Village sono risultati oggetto di osservazioni formali da parte della Commissione Europea e, quindi, saranno verosimilmente integrati o rivisti prima dell'approvazione definitiva dei Piani. Tuttavia, alcuni temi e approcci possono rappresentare utili spunti di riflessione per orientare alcune scelte che devono essere intraprese anche a livello italiano, su un tema strategico destinato ad assumere un ruolo centrale nell'ambito delle politiche UE per lo sviluppo delle zone rurali.
Filippo Chiozzotto, CREA-PB
PianetaPSR numero 114 giugno 2022