Questa analisi, realizzata nell'ambito delle attività dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia istituito presso il CREA-Centro Agricoltura e Ambiente, prende in esame l'andamento delle piogge cadute nella stagione primaverile 2022 (dal punto di vista meteorologico per primavera si considerano i mesi di marzo, aprile e maggio) sulle venti regioni italiane (le province di Trento e Bolzano sono considerate insieme).
Le elaborazioni, eseguite a livello di singola regione amministrativa, mettono a confronto le precipitazioni totali decadali (periodo di 10 giorni) per i tre mesi considerati (vedi grafici riportati a sinistra) con i valori climaticamente attesi nello stesso periodo calcolati sul trentennio di riferimento 1991-2020 (WMO 1996, 2015, 2017). Inoltre, sono messi a confronto anche i valori cumulati trimestrali (linea continua rossa) con i relativi riferimenti climatici 1991-2020 (linea nera tratteggiata).
Per ogni regione si è anche calcolata la media del trimestre primaverile di ciascun anno a partire dal 1989 al 2022 (vedi grafici riportati a destra) al fine di evidenziare le eventuali anomalie positive e negative di ogni anno con il valore medio calcolato sui trentaquattro anni (barra verde) e di compilare una classifica delle primavere più o meno secche e piovose (in questi grafici la barra rossa indica il minimo assoluto, quella blu il massimo assoluto e la barra gialla si riferisce alla primavera 2022). I dati di base utilizzati per le elaborazioni sono i totali decadali di pioggia prodotti dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts - ECMWF), stimati e aggregati spazialmente a livello amministrativo di ciascuna regione, ottenuti tramite il Sistema Globale di Informazione e Allerta Precoce (Global Information and Early Warning System - GIEWIS) della FAO (Food and Agriculture Organization). I risultati delle analisi sono illustrati per le singole regioni che rientrano nelle cinque aree geografiche: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole.
In ognuna delle quattro regioni del settore Nord-occidentale, alla fine del trimestre primaverile, si è registrato un bilancio pluviometrico negativo più o meno marcato, che ha fatto seguito ad un trimestre invernale nel quale la mancanza di precipitazione è stata ancora più significativa. Nella primavera 2022 in Lombardia si è registrata una carenza di pioggia del 42%, seguita dal Piemonte con il 38%, dalla Liguria con il 30% e infine dalla Valle d'Aosta con il 20%.
Valle d'Aosta
Le piogge cumulate nel trimestre primaverile 2022 (grafico a sinistra) sono risultate di 244 mm, con un deficit di circa 59 mm rispetto al valore climatico (circa 303 mm) relativo allo stesso periodo, equivalente a una anomalia negativa del 20%. Rispetto ai riferimenti climatici mensili, a marzo e a maggio si sono registrate carenze di apporti pluviometrici rispettivamente di 46 mm (-57%) e 48 mm (-39%), mentre il mese con maggiori precipitazioni è stato aprile con oltre 134 mm e un surplus del 36%. Infatti, le due decadi più piovose sono state la prima (oltre 60 mm) e la terza (oltre 70 mm) di aprile. Piogge praticamente assenti si sono avute nella prima decade di marzo e nella seconda di aprile. Nel grafico a destra sono riportate le medie dei valori cumulati nei tre mesi primaverili dal 1989 al 2022: la media dei trentaquattro anni è di circa 101 mm, il minimo assoluto si è avuto nel 1997 con quasi 45 mm, mentre il massimo si è verificato nel 2013 con un totale trimestrale di 163 mm. Con una media di 81 mm il trimestre marzo-maggio 2022 si colloca all'ottavo posto tra le primavere meno piovose.
Liguria
In questa regione, gli apporti di pioggia cumulati nei tre mesi considerati hanno avuto sempre un andamento decisamente inferiore alla norma, con un deficit finale di oltre 60 mm, corrispondente a quasi il 30%. Anche considerando gli apporti dei singoli mesi si nota una carenza di precipitazioni rispetto al clima: a marzo il deficit è stato di quasi 51 mm pari a oltre il 60%. Ad aprile e maggio il deficit è stato meno marcato, solo di alcuni millimetri, grazie agli apporti consistenti e superiori alla climatologia, verificatisi nella terza decade di aprile (43 mm) e nella prima di maggio (quasi 45 mm). In tutte le altre decadi i valori medi regionali sono risultati inferiori ai riferimenti climatici. Nella classifica dei totali di precipitazioni primaverili degli ultimi 34 anni (grafico a destra), il 2022 con una media trimestrale di 50 mm si colloca al sesto posto tra le primavere meno piovose (la media dei 34 anni è di 76 mm). Con soli 10 mm di media, il 1997 è risultato in assoluto l'anno con la primavera più secca, mentre quella più piovosa si è avuta nel 2013, con circa 192 mm.
Piemonte
In Piemonte, anche nella stagione primaverile, è proseguita una situazione abbastanza siccitosa registrata nei mesi invernali, durante i quali la carenza di pioggia era risultata del 75%. Alla fine del trimestre primaverile sono caduti poco meno di 160 mm rispetto al dato medio trentennale (256,7 mm), corrispondenti a un deficit di quasi 98 mm, equivalenti ad una anomalia negativa del 38%. Anche a livello mensile il bilancio pluviometrico è risultato sempre negativo: a marzo è caduta poco meno di un terzo di pioggia rispetto al clima (18,3 mm contro i 65 mm della norma), pari a un deficit del 72%, ad aprile è caduta poco meno della metà di quella attesa (47,4 mm contro i 90,3 mm) corrispondente a un deficit del 48%. A maggio la situazione è leggermente migliorata: per effetto delle precipitazioni avute specialmente nella prima e terza decade la media regionale è stata di 93,4 mm, mentre scarsissime piogge (1-2 mm come media regionale) si sono avute nella prima decade di marzo e nella seconda di aprile. Considerando il grafico a destra si evidenzia il minimo assoluto di appena 17 mm di media trimestrale del 1997, il massimo del 2013 con oltre 190 mm e una media pluriennale di circa 84 mm; la primavera 2022, con un valore medio trimestrale di 53 mm si colloca al sesto posto tra gli anni con la primavera più asciutta.
Lombardia
Alla fine del trimestre primaverile i quantitativi di pioggia cumulati sono risultati sensibilmente inferiori ai riferimenti climatici. In media sul territorio regionale sono caduti quasi 134 mm a fronte di un dato climatico di 232 mm, con uno scarto negativo del 42%. Anche analizzando i singoli apporti mensili si evidenziano significativi deficit, in particolare a marzo si è registrato una carenza di pioggia dell'80%, ad aprile del 43% e a maggio del 18%. A livello decadale la situazione ha evidenziato quattro decadi con piogge praticamente assenti o molto scarse: in particolare le prime due decadi di marzo e la seconda decade di aprile e di maggio. Solo negli ultimi giorni di aprile e nei primi dieci di maggio si sono avute precipitazioni superiori al dato medio, mentre nella terza decade di maggio i valori sono risultati in linea con il clima. Nella figura a destra sono riportate le medie delle piogge del trimestre marzo-maggio dal 1989 al 2022. In questa classifica la media dei trentaquattro anni è di 77 mm, mentre la primavera 2022, con un valore di 45 mm, è collocata al terzo posto tra le primavere più asciutte, insieme al 2006. La precipitazione media primaverile più bassa si è avuta nel 1997, con un valore di poco più di 23 mm, mentre la precipitazione primaverile più elevata è stata registrata nel 2013 con oltre 192 mm.
In tutte le regioni settore Nord-orientale si sono avuti andamenti pluviometrici primaverili sempre inferiori ai riferimenti climatici e con quantitativi cumulati alla fine del trimestre inferiori alla norma e con scarti negativi oscillanti mediamente dal 18% del Trentino Alto Adige, al 29% dell'Emilia Romagna, al 37% del Friuli Venezia Giulia fino al 42% registrato in Veneto. A livello decadale si può notare una certa assenza di precipitazioni significative specialmente nelle prime decadi di marzo e nella parte centrale di aprile e di maggio. Nell'ultima decade di aprile si sono registrati apporti consistenti superiori ai dati climatici di riferimento.
Emilia Romagna
Per tutta la primavera 2022, l'andamento dei valori cumulati si è mantenuto inferiore al clima per chiudere il trimestre con uno scarto negativo di oltre 62 mm e un deficit del 29%. In ciascuno dei tre mesi primaverili è caduta meno pioggia di quella climaticamente attesa, con scarti negativi oscillanti dai 12 - 13 mm di aprile e maggio ai quasi 38 mm di marzo. È piovuto molto poco o per niente nella prima e seconda decade di marzo, e nella seconda decade sia di aprile che di maggio. La terza decade di aprile e la prima di maggio hanno fatto recuperare, almeno in parte, la carenza di precipitazioni precedenti, con apporti rispettivamente di 51 mm e circa 43 mm. Prendendo in esame il grafico a destra, anche in questa regione, il 1997 si conferma come l'anno in cui si sono avute scarse precipitazioni primaverili con il minimo assoluto di quasi 37 mm. All'opposto, le piogge primaverili più abbondanti si sono verificate nel 2013 con apporti medi di quasi 140 mm, mentre la media dei trentaquattro anni è risultata di circa 73 mm. La primavera 2022, con apporti di 52 mm, si colloca al sesto posto tra le primavere più secche.
Friuli Venezia Giulia
L'andamento dei valori cumulati della primavera 2022 si è mantenuto sempre inferiore alla climatologia, per chiudere il trimestre con un deficit di oltre 108 mm, corrispondente a uno scarto negativo del 37%. A livello decadale non si sono avute piogge significative nelle prime due decadi di marzo e nella seconda di aprile; solo nella terza decade di aprile ci sono state precipitazioni decadali rilevanti di circa 70 mm, quasi il doppio del dato climatico. Gli scarti negativi mensili hanno oscillato dal minimo di 58 mm di marzo (-78%) agli oltre 62 mm di maggio (-52%). Il valore medio del trimestre, calcolato sulla base dei trentaquattro anni, è risultato di oltre 97 mm, con l'estremo minimo di quasi 45 mm del 2003 e quello massimo di oltre 215 mm del 2013. Nella classifica dei valori medi della precipitazione primaverile, il 2022 con circa 61 mm si colloca al quarto posto tra le stagioni più asciutte.
Trentino Alto Adige
Anche in questa regione l'andamento delle precipitazioni primaverili è risultato nel complesso deficitario rispetto al clima: a fine trimestre lo scarto negativo è stato leggermente superiore a 51 mm, pari a un deficit del 18%. Precipitazioni totali decadali non superiori a 5 mm si sono verificati nelle prime due decadi di marzo e nella seconda di aprile. Valori superiori alla norma si sono avuti nelle ultime decadi aprile e maggio, mentre le piogge sono risultate in linea con il riferimento climatico nelle restanti due decadi. A livello mensile si è avuta una marcata carenza di precipitazioni a marzo: sono caduti appena 15 mm contro gli oltre 68 mm del clima, con un deficit del 78%. La situazione è migliorata nei mesi successivi passando dal -6% di aprile a un +6% a maggio. Il valore medio ultratrentennale delle precipitazioni primaverili è di quasi 97 mm, con l'estremo minimo di poco più di 54 mm del 1997 e di quello massimo di quasi 175 mm del 2013. Con quasi 80 mm di valore medio trimestrale, il 2022 si colloca al sesto posto tra le primavere meno piovose.
Veneto
In Veneto l'andamento delle piogge primaverili è stato analogo alle altre regioni del Nord-Est con una tendenza dei valori cumulati sempre inferiore a quello climatico. Alla fine del trimestre si è registrato uno scarto negativo di circa 105 mm corrispondente a un deficit di precipitazioni del 42%. Si è avuta praticamente assenza o scarsità di piogge nella prima e seconda decade di marzo, nella seconda di aprile e maggio e solo negli ultimi giorni di aprile si sono registrati apporti decadali superiori ai valori climatici. A livello mensile gli scarti negativi sono stati consistenti: a marzo come media regionale si sono avuti poco meno di 13 mm pari a un deficit dell'80%, ad aprile il deficit è stato di 12 mm (-15%) grazie agli apporti di fine mese, mentre a maggio si sono avute poco più della metà delle piogge climaticamente attese con un deficit risalito al 42%. Con riferimento al grafico a destra si evidenzia che il 2022, con una media di quasi 48 mm, è risultato la seconda primavera più secca dopo quella del 1997 (39,2 mm). Con un valore medio di oltre 180 mm, il 2013 si conferma la primavera più piovosa in assoluto, più del doppio del dato climatico corrispondente a una media trimestrale di quasi 82 mm.
Nelle regioni centrali, analogamente a quanto si è verificato in quelle settentrionali, si sono avuti valori cumulati a fine primavera inferiori ai riferimenti climatici. A fine trimestre il deficit pluviometrico primaverile oscillava da circa il 20% della Toscana, al 28% del Lazio e 35% dell'Umbria fino a oltre il 40% delle Marche. Già ai primi di marzo e poi anche nella seconda decade di maggio le precipitazioni sono risultate inferiori ai riferimenti climatici. Comunque, alle decadi alquanto secche più volte si sono alternate decadi più o meno piovose.
Lazio
Alla fine del trimestre primaverile i valori cumulati sono risultati inferiori ai riferimenti climatici con uno scarto di oltre 60 mm, corrispondenti a un deficit pluviometrico del 28%. Scarse precipitazioni, inferiori a 5 mm come valore medio sul territorio regionale, si sono avute nelle prime due decadi marzo, nella decade centrale di aprile e nelle ultime due decadi di maggio. Precipitazioni decadali superiori al dato climatico si sono registrati tra fine di marzo e l'inizio di aprile e poi tra fine aprile e primi di maggio. Considerando i totali mensili si è avuta una carenza di pioggia, sempre con riferimento al clima trentennale, del 41% a marzo, del 7% ad aprile e 33% a maggio. Prendendo in considerazione il grafico di destra, nel quale sono riportate le medie primaverili dal 1989 ad oggi, si evidenzia che il trimestre 2022 si colloca al sesto posto tra le primavere più siccitose, dopo il minimo di 32 mm del 2003. Le precipitazioni più elevate nei mesi primaverili si sono registrate nel 2013 e nel 2018 con oltre 130 mm, mentre la media regionale calcolata su trentaquattro anni è di quasi 70 mm.
Toscana
Anche in Toscana la linea cumulata delle piogge primaverili si è mantenuta sempre inferiore a quella dei riferimenti climatici, chiudendo il trimestre con un deficit pluviometrico di poco più di 43, pari a una mancanza di apporti del 21%. Analogamente alle altre regioni fin qui prese in esame nelle prime due decadi di marzo e nella seconda di aprile e maggio le piogge sono state scarse. Apporti superiori al dato climatico si sono avuti nella terza decade di marzo e aprile e nella prima di maggio. Con riferimento ai totali mensili si rilevano carenze di pioggia del 41% a marzo, del 7% ad aprile e del 39% a maggio. Passando alla classifica delle precipitazioni medie primaverili si evidenzia ancora il minimo assoluto registrato nel 2003 con 37 mm, il massimo di 135 mm del 2018. La primavera 2022 con una media di circa 54 mm, leggermente inferiore al dato medio di 68 mm, si posiziona al settimo posto tra le primavere più siccitose.
Marche
Nel trimestre primaverile 2022 l'andamento dei valori decadali cumulati è risultato inferiore a quello atteso, chiudendo il bilancio pluviometrico in deficit di quasi 98 mm, corrispondenti ad una carenza di pioggia del 41%. Le decadi con poche precipitazioni sono state quelle centrali dei tre mesi primaverili. In linea con i riferimenti climatici sono state la terza decade di marzo e di aprile e la prima di maggio. Analizzando i totali relativi ai singoli mesi si evidenzia sempre un deficit pluviometrico abbastanza rilevante: a marzo è stato del 40%, ad aprile del 37% e a maggio del 45%. Riferendoci poi alle medie delle piogge primaverili dal 1989 al 2022, si evidenzia che il trimestre 2022 con poco meno di 42 mm, è risultato al terzo posto, dopo il 2003 tra le stagioni primaverili più siccitose, insieme anche alla primavera del 1994. Il massimo della piovosità primaverile si è avuta nel 2019 con una media di quasi 124 mm, mentre la media pluriennale è di circa il 77%.
Umbria
In Umbria l'andamento dei valori cumulati è risultato abbastanza simile a quello delle altre regioni centrali: dopo una carenza nelle prime due decadi di marzo nella terza decade gli apporti hanno di gran lunga superato il dato climatico. Scarsi apporti si sono avuti anche nelle decadi centrali di aprile e di maggio. L'assenza di pioggia si è avuta in ciascuno dei tre mesi oscillando da un deficit del 16% di aprile, al 31% di marzo fino al 57% di maggio. A fine trimestre sono caduti quasi 150 mm a fronte dei 230 mm riferiti alla media climatica, con un deficit di oltre 79 mm che corrispondono al 35% di precipitazioni mancanti. Nel grafico di destra sono riportate le serie delle medie trimestrali primaverili: nel 2003 e nel 2017 si sono avuti i minimi assoluti con appena 42 mm, mentre il massimo di 124 mm è stato registrato nel 2018. La media primaverile del 2022 è di 50 mm, inferiore di circa 25 mm alla media dei trentaquattro anni, e si colloca al terzo posto tra le primavere più secche.
Per quanto riguarda le regioni meridionali si è avuta una situazione abbastanza in linea con la climatologia in Calabria e in Campania, mentre il bilancio pluviometrico finale dei tre mesi primaverili è risultato negativo del 17-18% in Molise, Basilicata e Puglia e più marcato in Abruzzo (-33%). Nel complesso in quasi tutte queste regioni la prima decade di maggio è stata la più piovosa con apporti mediamente compresi tra 30 mm e 50 mm. Per contro si sono avute diverse decadi nel corso dei tre mesi in cui le piogge non hanno superato 5 mm.
Abruzzo
Dopo un avvio nella norma, il totale delle piogge alla fine del trimestre è di 154,3 mm, mentre quello climatico è di 230,5 mm, con un deficit del 33%. Nella prima decade di marzo le piogge sono risultate in linea con la norma, mentre nella prima di maggio si sono registrati apporti di oltre 53 mm, il doppio del dato climatico. Nelle altre decadi le precipitazioni sono risultate inferiori ai riferimenti climatici con apporti meno di 10 mm nelle decadi centrali di marzo e aprile e nella seconda e terza di maggio. A livello mensile si sono avuti carenze di pioggia in tutti i mesi: -34% a marzo, -49% ad aprile e -16% a maggio. Considerando le medie storiche primaverili si evidenzia che il 2022 con poco più di 51 mm è risultato il quinto anno più secco; il dato medio della serie storica è di quasi 75 mm, con l'estremo minimo assoluto del 1994 con quasi 41 mm e l'estremo massimo del 2020 con quasi 116 mm.
Puglia
Inizialmente si è avuto un andamento dei valori cumulati prossimo alla climatologia, poi c'è stata una flessione e infine un lieve recupero: alla fine del trimestre primaverile il deficit è risultato di circa 29 mm, pari al 18%. La decade più piovosa è risultata la prima di marzo con quasi 39 mm rispetto ai 23 mm della media climatica, a cui ha fatto seguito la prima di aprile con quasi 32 mm. Scarsi apporti pluviometrici, meno di 10 mm, si sono avuti nella seconda decade di marzo, nella seconda e terza di aprile e di maggio. Per quanto riguarda i dati mensili si è registrato un sostanziale allineamento dei quantitativi di pioggia a marzo con il riferimento climatico, mentre a gennaio il deficit è risultato del 50% e a maggio dell'11%. Con quasi 28 mm, la primavera più asciutta si è avuta nel 1997, quella più piovosa (quasi 80 mm) si è registrata nel 2016, mentre la primavera 2022 con 43 mm, è risultata leggermente inferiore alla media climatica (51 mm).
Basilicata
Il totale cumulato del trimestre della primavera 2022 in Basilicata è risultato inizialmente in linea con la climatologia per poi concludere il trimestre con quasi 149 mm, inferiore di circa 32 mm al dato climatico, equivalente a un deficit del 17%. Analogamente alla precedente regione le decadi che hanno fornito il contributo maggiore sono state la prima di marzo (30,4 mm) e la prima di maggio (42,3 mm). Carenza di pioggia rispetto ai riferimenti climatici si sono avute particolarmente nelle seconde e terze decadi di aprile e maggio. Il mese di marzo, con un deficit del 6%, ha fatto registrare valori nel complesso prossimi alla norma, mentre ad aprile il deficit è stato più marcato pari al 50% delle piogge climaticamente attese e a maggio, con +6%, si è avuto un lieve surplus. Con quasi 50 mm di media trimestrale la primavera 2022 è risultata leggermente meno piovosa del valore climatico. Il trimestre primaverile più secco, con quasi 31 mm, si è avuto nel 1997, mentre quello più piovoso con quasi 91 mm si è verificato nel 2018.
Calabria
In questa regione la pioggia cumulata dei tre mesi primaverili è risultata perfettamente allineata con quella climatica, terminando a fine maggio con un totale trimestrale di 185 mm e facendo registrare un surplus rispetto al dato climatico di 10 mm, pari a un +6%. Il confronto dei totali mensili con i riferimenti trentennali evidenzia un deficit del 17% a marzo e surplus ad aprile e maggio rispettivamente del 9 e del 44%. La prima decade di maggio è risultata la più piovosa con un totale di 51 mm, mentre quelle meno piovose, non più di 5 mm come media regionale, sono state la terza di aprile e le ultime due di maggio. Nel 2000 con appena 18 mm si è avuta la primavera più siccitosa, mentre quella più piovosa è stata la stagione del 2011. Il trimestre primaverile del 2022, con quasi 62 mm, ha superato di poco i 58 mm del riferimento climatico.
Campania
In Campania il bilancio pluviometrico primaverile si è concluso in linea con la norma: gli apporti cumulati del trimestre sono stati di quasi 208 mm, rispetto ai 211 mm del riferimento climatico. Il maggiore contributo è dovuto agli oltre 40 mm caduti nella terza decade di marzo, ai circa 52 mm della prima decade di aprile e ai quasi 50 mm della prima decade di maggio; in queste due ultime decadi l'incremento è risultato più del doppio del dato climatico. Scarse precipitazioni si sono avute nella seconda decade di marzo e di aprile e nelle ultime due di maggio. A livello mensile marzo ha fatto registrare un lieve deficit sul dato climatico del 14%, ad aprile si è registrato un surplus del 16%, mentre a maggio il totale mensile è stato pressoché prossimo alla norma. Considerando le serie storiche dei trentaquattro valori medi primaverili, il 2022 con 69 mm è risultato perfettamente identico al clima. L'estremo minimo si è avuto nel 1997 con appena 31 mm, mentre quello massimo nel 2018 con quasi 130 mm, seguito di poco dal 2013 con oltre 127 mm.
Molise
All'inizio del trimestre l'andamento delle piogge cumulate è risultato prossimo a quello climatico, per concludere poi la stagione con una carenza di quasi 35 mm, corrispondente a un deficit del 18%. Con oltre 56 mm la prima decade di maggio è stata la più piovosa, seguita dalla prima e terza di marzo e la prima di aprile allineate alla norma. Scarsi apporti, non superiori a 5 mm nei dieci 10 giorni, si sono avuti nella seconda decade di aprile e nelle ultime due di maggio. Marzo e aprile hanno fatto registrare deficit di pioggia rispettivamente dell'11% e del 50%, mentre a maggio si è avuta un'eccedenza del 9%. L'anno con la primavera più siccitosa è stato il 1994, mentre il 2018 con oltre 101 mm è risultato l'anno con il trimestre primaverile con maggiore pioggia. La primavera di quest'anno, con una media trimestrale di 52 mm è risultata leggermente inferiore ai 62 mm del riferimento climatico.
Contrariamente a quanto si è verificato nella maggior parte del territorio nazionale, nelle due isole maggiori il bilancio conclusivo di fine trimestre primaverile si è chiuso con una anomalia positiva. In Sicilia lo scarto rispetto al clima è stato di 25 mm, corrispondente a +21%, mentre in Sardegna è risultato di 60 mm, pari a +42%. Le piogge molto abbondanti si sono avute in particolare nella seconda decade di marzo e ancora di più nella prima decade di maggio.
Sicilia
Fino alla terza decade di aprile le precipitazioni cumulate decadali risultavano perfettamente in linea con il clima, per poi superarlo e determinare alla fine del periodo un valore medio areale di 145 mm con un surplus di 25 mm, corrispondenti a un incremento del 21%. Nella seconda decade di marzo con quasi 29 mm si è avuto oltre il doppio di pioggia del riferimento climatico e ancora nella prima di aprile sono caduti quasi 45 mm cinque volte più elevato rispetto agli 8 mm del dato climatico di riferimento. Totali decadali inferiori a 5 mm si sono registrate nella terza decade di aprile e nella seconda di maggio. Considerando i totali mensili si evidenzia un leggero scarto positivo a marzo (+6 mm), uno negativo di 8 mm ad aprile e ancora uno positivo a maggio di quasi 28 mm, pari al oltre il 100%. L'anno con il trimestre primaverile più secco è stato il 1989 con poco meno di 21 mm, quello più piovoso il 2020 con quasi 66 mm, mentre il 2022 con oltre 48 mm ha superato il valore medio di poco meno di 9 mm.
Sardegna
L'andamento pluviometrico primaverile, tranne la prima decade di marzo, è risultato sempre superiore a quello climatico e si è concluso a fine maggio con uno scarto positivo di oltre 60 mm, uguale a +42% della pioggia trimestrale climaticamente attesa. La decade con le piogge più abbondanti è stata la prima di maggio, con oltre 67 mm, seguite dalla seconda di marzo e dalla prima di aprile, mentre assenza o scarsità di precipitazioni si è avuta nella seconda di maggio e nella prima decade di marzo. Considerando i totali mensili nei tre mesi primaverili si è registrato sempre un incremento rispetto al dato climatico con un surplus dell'11% a marzo, del 28% ad aprile fino al 102% a maggio. Nella graduatoria dei valori medi primaverili, il 2022 si colloca al quinto posto tra le primavere più piovose dietro il massimo assoluto di oltre 128 mm del 2013 e dei 127 mm del 2018. La primavera più asciutta si è avuta nel 2001 con appena 17 mm, mentre la media ultratrentennale è risultata di quasi 48 mm.
World Meteorological Organization, 1996: Climatological Normals (CLINO) for the Period 1961-1990 (WMO-No.847). Geneva.
World Meteorological Organization, 2015: Seventeenth World Meteorological Congress (WMO-No.1157). Geneva.
World Meteorological Organization, 2017: WMO Guidelines on the Calculation of Climate Normals (WMO-No.1203). Geneva.
a cura di Stanislao Esposito
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 114 giugno 2022