Dagli anni '80, la politica agricola dell'UE ha adottato una visione più ampia degli obiettivi agricoli, comprese le implicazioni ambientali e spaziali della gestione del territorio, accogliendo il concetto di multifunzionalità. Questa prospettiva ha portato il Consiglio europeo nel 1997 a promuovere un "modello agricolo europeo", sostenendo che l'agricoltura deve "essere multifunzionale, sostenibile, competitiva e presente su tutto il territorio europeo, comprese le regioni con problemi specifici". Pertanto, fin dall'inizio, il modello agricolo europeo è stato concepito per tener conto della diversità delle regioni, delle tradizioni e dei sistemi agricoli europei, che si riflette nella grande varietà di strutture agricole, di tipi di colture e di gamma di prodotti agricoli presenti e delle varie eccellenze rurali.
Tuttavia, se l'impatto specifico dell'agricoltura su piccola scala su vari aspetti legati alla multifunzionalità e alla conservazione dei paesaggi agricoli tradizionali europei è stato ampiamente indagata, manca ancora un approfondimento specifico sulle funzioni ed il ruolo che il modello agricolo può assumere a livello europeo.
Infatti, lo studio "Il futuro del modello agricolo europeo: implicazioni socioeconomiche e territoriali del calo del numero di aziende agricole e agricoltori nell'UE", commissionato dal Parlamento europeo, vuole approfondire questi aspetti e lo fa evidenziando gli adattamenti strutturali che sono intervenuti in campo agricolo ed i processi di trasformazione subiti.
Lo studio evidenzia come, contrariamente a quanto suggerisce un modello standard di gestione delle aziende agricole, il processo di trasformazione strutturale a lungo termine rifiuti la nozione di un modello di azienda unica e sottolinea la necessità di sistemi di gestione del suolo che promuovano la multifunzionalità e la fornitura di beni e servizi pubblici come compito centrale dei sistemi agricoli europei, evidenziando la natura dinamica dell'evoluzione della gestione del suolo a livello europeo. Allo stesso modo, la relazione "Agricoltori del futuro" sottolinea "l'emergere di modelli agricoli più diversificati e sperimentali per affrontare le sfide ambientali e i diversi modelli di consumo". Questa transizione verso una crescente diversità di modelli agricoli ha forti implicazioni per la governance, ma dovrebbe anche permettere un adattamento dei sistemi agricoli che tenga conto delle specificità di ogni territorio in tutte le regioni europee. In futuro, il modello agricolo europeo sarà plasmato dalle strategie di adattamento adottate a livello di azienda agricola e lungo le catene del valore per rispondere alle sfide specifiche del settore ed esterne che si presentano.
Quasi tutte le regioni dell'UE stanno subendo cambiamenti strutturali a lungo termine nell'agricoltura: un aumento costante delle dimensioni medie delle aziende agricole e una concentrazione della produzione su aziende agricole di dimensioni maggiori, con importanti variazioni temporali e regionali; il calo è più forte nei nuovi Stati membri. L'analisi dell'evoluzione quantitativa degli adattamenti strutturali conferma un drastico calo del numero di aziende agricole, specialmente di piccole dimensioni, in tutta l'UE.
In maniera specifica, il numero di aziende agricole nell'UE-27 è diminuito tra il 2003 e il 2016 da circa 15 a 10 milioni (-32%), con il calo più forte tra le piccole aziende (50 ha) è aumentato del 7%. Si prevede che una grande maggioranza delle regioni NUTS-2 dell'UE sia a rischio moderato di calo numerico, mentre il 16% è a rischio alto (8%) o molto alto (8%) (proiezione dal 2016 al 2040).
Tale calo, come evidenziato pocanzi, è più pronunciato nei nuovi Stati membri a causa della loro recente adesione, del processo di transizione associato e delle rigide strutture sociali agricole. Per contro, le grandi aziende agricole stanno aumentando di numero. Questa tendenza ha implicazioni significative per il ruolo multifunzionale e la resilienza dell'agricoltura europea, soprattutto in termini di sostegno dell'attività economica e dell'occupazione nelle zone rurali, di valorizzazione delle zone rurali, di mantenimento della qualità ambientale, di protezione della biodiversità e di conservazione del paesaggio e della sua bellezza.
L'analisi di scenario condotta mostra una sostanziale riduzione del numero di aziende agricole in quasi tutte le regioni NUTS 2 dell'UE-27, e una prevalenza di strategie di adattamento che portano a un aumento significativo delle dimensioni delle aziende agricole rimanenti e una maggiore dipendenza dell'Unione dalle importazioni agricole. Questa tendenza alla concentrazione agricola è particolarmente evidente nelle regioni meridionali e orientali. Anche le zone di montagna sono ad alto rischio di abbandono.
I risultati dell'analisi di scenario definiscono i principali fattori di declino delle aziende agricole che presentano un carattere principalmente strutturale, economico e sociale e, in misura minore, ambientale. Fattori come i sussidi e i prezzi agricoli, nonché le variabili macroeconomiche e demografiche giocano un ruolo maggiore nei nuovi Stati membri e influenzano i vari tipi di aziende agricole in modo diverso. Analisi condotte precedentemente mostrano come i fattori di cambiamento agricolo strutturale nell'UE-27 siano legati principalmente alla struttura dell'azienda agricola, inoltre, i problemi legati al cambiamento generazionale e invecchiamento della popolazione stanno inevitabilmente provocando l'esodo delle zone rurale. Sebbene vi siano preoccupazioni riguardo al sistema di sovvenzioni dell'UE, permane un consenso sul fatto che tale sostegno è indispensabile, ma che deve essere ulteriormente adattato per invertire gli effetti negativi.
L'analisi condotta, inoltre, mostra uno scenario al 2040, in cui l'UE potrebbe perdere altri 6,4 milioni di aziende agricole, risultando in un numero residuo di circa 3,9 milioni di aziende agricole in tutta l'UE, un impressionante calo del 62% rispetto ai dati del 2016.
Nonostante la presenza di alcune misure politiche che affrontano il cambiamento strutturale, la Politica agricola comune ha un effetto limitato e indiretto sulle strutture. La sua distribuzione di fondi e misure si concentra su questioni economiche e di conseguenza favorisce le grandi aziende agricole intensive, aggravando lo spostamento verso la concentrazione dettato dalle forze di mercato. Le misure strutturali esistenti (aree svantaggiate/aree soggette a vincoli naturali, pagamento per le piccole aziende agricole e i giovani agricoltori) non compensano questo effetto dovuto a una scarsa mira o a fondi insufficienti, ma dimostrano chiaramente che obiettivi diretti e finanziamenti mirati potrebbero raggiungere obiettivi strutturali.
Per affrontare questi cambiamenti e promuovere la sostenibilità e la resilienza, l'EFM deve adattarsi per includere diversi profili di agricoltori emergenti; nonostante il suo impatto relativamente debole sulle strutture, ciò deve essere approvato da una politica, che dovrebbe includere obiettivi chiari ed espliciti e misure mirate per adattarsi a una maggiore diversità nei profili degli agricoltori attuali ed emergenti e stimolare strategie di adattamento socialmente desiderabili. Una considerazione equilibrata dei potenziali impatti delle politiche sui cambiamenti strutturali potrebbe rivelarsi strumentale per un migliore allineamento con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. La definizione delle priorità del cambiamento strutturale e dei tipi di aziende agricole, la categorizzazione dei beneficiari e l'adeguamento degli strumenti politici per indirizzare direttamente ciascun gruppo è importante per migliorare il targeting. Inoltre, al fine di aumentare la resilienza delle aziende agricole, le misure dovrebbero sostenere la creazione di valore aggiunto ai prodotti, l'istruzione e i servizi di consulenza, rimuovendo maggiormente le barriere all'ingresso, la gestione del rischio e l'azione collettiva, rendendo necessaria una revisione generale della politica agricola e un maggiore spostamento verso misure di sviluppo rurale.
Tuttavia, sebbene sia stato riconosciuto l'impatto specifico dell'agricoltura su piccola scala su vari aspetti della multifunzionalità e sul mantenimento dei tradizionali paesaggi agricoli europei, una revisione della letteratura sulla funzione e il ruolo dell'EFM e l'adeguamento strutturale in corso sottolineano anche il processo a lungo termine di cambiamento strutturale. In contrasto con i presupposti di un prototipo standard di gestione dell'azienda agricola, dissipa la nozione di un modello agricolo unico e sottolinea la necessità di sistemi di gestione del territorio che migliorino la multifunzionalità e la fornitura di beni pubblici come compito principale dell'azienda agricola europea
In conclusione, possiamo affermare come il seguente studio fornisca una panoramica sugli effetti del calo del numero di aziende agricole in tutta l'UE sul modello agricolo europeo, imperniato sul concetto di multifunzionalità e sulla fornitura di beni pubblici attraverso l'agricoltura. Lo studio conclude che, al fine di promuovere la sostenibilità e la resilienza, il modello agricolo europeo e le politiche devono tener conto della crescente diversità dei profili degli agricoltori e promuovere strategie di adattamento socialmente auspicabili che preservino la multifunzionalità del settore agricolo.
Maria Valentina Lasorella
Ilaria Falconi
PianetaPSR numero 114 giugno 2022