Produrre un pomodoro "Nichel free" adatto anche ai consumatori allergici. Questo il principale obiettivo del progetto PSR denominato "TOwards a MArket of Ni-free Tomato (TOMATO)", finanziato con la misura 16.1 del PSR ligure. Nello specifico il progetto prevede la valutazione della risposta di pomodoro, Solanum lycopersicum, al Ni sulla resa agronomica dei pomodori, in termini di biomassa vegetale e produzione di frutti, applicando interventi colturali cha abbiano come risultato atteso la produzione di pomodori Ni free ottenuti secondo un disciplinare di produzione realizzato nell'ambito del medesimo progetto.
È stato dunque redatto un disciplinare di produzione con lo scopo di definire i requisiti necessari a stabilire un pomodoro a basso contenuto di Ni, oltre a delineare i criteri e le modalità di produzione e di controllo per assicurare la fruizione del pomodoro da parte dei consumatori.
Il pomodoro, Solanum lycopersicum L., è uno tra gli ortaggi principali della dieta alimentare. Purtroppo, la manifesta una elevata resistenza o una risposta specifica a diversi inquinanti ed in particolare ai metalli pesanti (Li et al. 2010, Eid et al. 2021), accumulati generalmente nei frutti (Wieczorek et al. 2010, Hadayat et al. 2018, Nawab et al. 2018, Hattab et al 2019, Ikechukwu et al. 2019).
In particolare il nichel (Ni), un metallo naturalmente presente nel pomodoro fresco con concentrazioni stimate superiori a 1 mg/kg è presente nel pomodoro in quantità che possono variare in base a diversi fattori ambientali, agronomici e tecnici. Oltretutto, è dimostrato che anche il genotipo del pomodoro, la stagionalità e il grado di maturazione del frutto comportano una presenza variabile di Ni nella pianta e nei frutti (Bressy et al. 2013, Kumar et al., 2015; Poulik, 1999). Il nichel contenuto nel frutto può causare problemi di salute sull'uomo: dalla dermatite alla Sindrome sistemica da allergia al Ni (SNAS) (Ricciardi et al., 2014). L'esposizione a tali rischi è significativa, infatti la pianta trasferisce il metallo dal suolo ai frutti senza avere ripercussioni sulla produzione e sulla vitalità della pianta, per questo è difficile individuare i pomodori carichi di Ni.
La direttiva 86/278/CEE stabilisce i limiti relativi alla presenza di tale metallo nei terreni agricoli i quali sono compresi tra 30 a 75 mg/kg, con un pH del terreno rispettivamente di 6 e 7. Per la maggior parte dei prodotti alimentari, il regolamento 1881/2006/CE definisce le concentrazioni massime accettabili di alcuni contaminanti, tra cui i metalli, ma per quanto riguarda la presenza di nichel negli alimenti manca però di una legislazione specifica.
L'unico limite ammesso dalla legislazione europea (direttiva comunitaria 98/82/CE, seguita dal decreto legislativo italiano 31/2001), riguarda l'acqua potabile con un livello massimo di 20 μg/l. Quest'ultimo valore è da considerarsi come limite anche per le acque sotterranee (D. Lgs n.152/2006), mentre per le acque di irrigazione ad uso agricolo non esiste ad oggi una legislazione specifica, ma solo valori consigliati come riportato nel DM 23 Maggio 2000. Mentre l'assunzione giornaliera tollerabile per peso corporeo stabilita da EFSA è pari a 13 μg Ni/Kg (EFSA, 2020).
Tra i principali risultati emersi dalle analisi eseguite sui suoli e sui pomodori campionati durante i mesi di Giugno - Luglio 2021 e Dicembre 2021, le concentrazioni rilevate risultano al di sotto dei limiti del progetto (0,01 mg/kg di Nichel su massa fresca). Dal confronto tra le aziende, sono emerse minime differenze in merito alla concentrazione di Ni nei suoli; mentre i valori medi di nichel presenti nei frutti sono al di sotto dell'unità in tutti gli scenari produttivi esaminati, ma con necessarie misure di mitigazione per portare la produzione a valori Ni-free.
Sono state identificate e analizzate tutte le matrici che rappresentano i principali input di Ni per la pianta: acque, suoli, soluzioni di fertirrigazione, ammendanti organici e concimi minerali, identificando negli ammendanti organici e nell'acqua i possibili principali input di metallo per la pianta.
La presenza di tale metallo nella pianta può essere infatti giustificata dai diversi livelli riscontrabili nel suolo, arricchito a sua volta dalle matrici descritte, come evidenziato dalla correlazione statisticamente significativa tra le concentrazioni nel suolo e nei frutti. Anche il nichel nelle acque utilizzate per irrigare le colture potrebbe favorire l'accumulo del metallo nei frutti di pomodoro, ma, di fatto, ulteriori analisi sono state eseguite sui campioni prelevati nelle aziende agricole e le concentrazioni ritrovate rientrano nei valori normati.
Ulteriori variazioni nei campioni potrebbero anche essere attribuite all'utilizzo di diverse cultivar, e alla stagionalità che porta ad una maggiore concentrazione di elementi nelle acque nella stagione produttiva primaverile ed estiva.
Per ovviare a tali problematiche, durante la seconda fase del progetto, sono state selezionate alcune pratiche agronomiche atte a limitare la captazione di nichel da parte della pianta. In particolare, è stata utilizzata la leonardite sia in forma solida, sia in forma liquida, in parallelo a trattamenti con carbonato di calcio per stimolare l'apparato radicale e immobilizzare il Ni a livello rizosferico. Dalle analisi dei campioni, emerge una netta diminuzione del contenuto di nichel nei frutti, soprattutto per le piante coltivate in fuorisuolo.
Per validare tali risultati è stata fondamentale la collaborazione con il Dipartimento Salute di Regione Liguria, ARPAL e la Dott.ssa Minale, allergologa dell'Associazione Liguri Allergici. Il dialogo costante con le diverse professionalità ed enti territoriali ha dunque consentito di definire il valore limite di Ni nel frutto pronto al consumo (≤ 0,01 mg/Kg su peso fresco) per definire la produzione Ni-free, considerando anche come rapportare tali valori alle esigenze richieste dai soggetti sensibili al nichel.
Il disciplinare di produzione ed i risultati ottenuti forniscono tutte le basi per rendere replicabile e di alto valore il prodotto da mensa pomodoro Ni-free, in primis per il territorio ligure, ma potenzialmente per tutta l'Italia.
Il disciplinare di produzione potrebbe essere applicato anche ad altre tipologie colturali introducendo sul mercato un prodotto sicuro che attualmente si può trovare commercializzato e dichiarato Ni-free nella grande distribuzione solo a seguito di una certificazione volontaria, senza alcun controllo sulla filiera produttiva e senza un chiaro limite di legge.
Gli esiti del progetto TOMATO consentono invece di aprire la strada ad una produzione sicura e chiaramente disciplinata con grande potenziale di mercato.
Gabriella Fenoggio (Coldiretti Liguria)
in rappresentanza di tutti i partner del progetto
PianetaPSR numero 118 novembre 2022