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Sostenibilità

Beenomix: la rivoluzione sostenibile nell'apicoltura lombarda

Il progetto, giunto alla sua seconda fase, intende introdurre tecnologie genomiche per la valorizzazione genetica di Apis mellifera.

L'importanza dell'apicoltura è ormai riconosciuta universalmente e gli effetti dell'impollinazione sono considerati indispensabili per l'agricoltura mondiale, per l'ambiente e per l'uomo (ISMEA, 2020). Le api, infatti, garantiscono al pianeta un aumento della biodiversità, vitale per la nostra sopravvivenza. La perdita di biodiversità può ridurre la produttività degli ecosistemi e contribuisce a destabilizzarli, indebolendo anche la loro funzione di contenimento dei disastri naturali e di mitigazione dei danni provocati all'ambiente dall'uomo, come l'inquinamento e le modificazioni al clima.

Il settore apistico ha un'inestimabile importanza per l'agricoltura, secondo la Commissione Europea è, infatti, responsabile in Europa dell'80% delle impollinazioni dei prodotti agricoli (ISMEA, 2020).

Apicoltura e agricoltura sono quindi correlate e dipendono l'una dall'altra: le api garantiscono l'impollinazione efficiente e favoriscono quindi la produzione di molte colture e le piante coltivate sono buone fonti di alimentazione e possibilità di bottinatura per le api.

I cambiamenti climatici, l'aumento dell'inquinamento e alcune pratiche agricole hanno purtroppo creato un'ambiente inospitale per le api e con il passare degli anni il numero si è notevolmente ridotto. 

Le api prediligono ambienti ricchi di piante da fiore (prati, aree boschive, ecc.) e hanno bisogno di luoghi adatti per costruire gli alveari. In Italia la specie più diffusa e allevata è l'Apis mellifera che ha origine principalmente nel Nord Italia; si tratta di una specie particolarmente operosa, infatti, è considerata anche un'ape industriale altamente produttiva. 

Nel nostro territorio l'interesse per l'allevamento delle api è in aumento, nel 2021, secondo i dati di ISMEA e del Sistema Informativo Veterinario, sono stati censiti più di 68.000 apicoltori, 46% in più rispetto a cinque anni fa, e ci sono oltre 167.000 apiari (+61% rispetto al 2017) con quasi 1,7 milioni di alveari. Le Regioni con il maggior numero di alveari sono localizzate nell'area Nord ovest e sono Piemonte e Lombardia con rispettivamente il 12,3% e il 10,6% (ISMEA, 2022).

 
Fig. 1 Numero di apicoltori in Italia (anni 2017- 2021)   Fonte: elaborazioni degli autori su dati ISMEA 2022
Fig. 1 Numero di apicoltori in Italia (anni 2017- 2021) Fonte: elaborazioni degli autori su dati ISMEA 2022
 
Fig. 2 Distribuzione degli alveari nelle Regioni e Provincie autonome italiane (anno 2021)   Fonte: elaborazioni degli autori su dati ISMEA 2022
Fig. 2 Distribuzione degli alveari nelle Regioni e Provincie autonome italiane (anno 2021) Fonte: elaborazioni degli autori su dati ISMEA 2022
 

Anche l'associazionismo in apicoltura è molto diffuso ma segmentato: secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale Miele, nel 2020 risultano, infatti, operative in Italia 119 associazioni, 12 che operano a livello nazionale, 107 a livello locale di cui circa 30 a livello regionale, per lo più concentrate in Lombardia e Veneto (ISMEA, 2022).

Le scelte della Lombardia

Dunque, la Regione Lombardia considera importante il settore apistico e l'ha anche riconosciuto, con la legge per l'apicoltura[1], come attività essenziale per l'ambiente. Promuovere l'apicoltura, infatti, significa tutelare l'ambiente e la biodiversità, pertanto, sono stati incentivati accordi che prevedono campagne di informazione con l'obiettivo di prevenire avvelenamenti e spopolamenti e promuovere il consumo di miele locale. 

Da qualche anno ormai, l'apicoltura lombarda può puntare sempre più su un maggior interesse da parte degli imprenditori e non solo, propensi all'innovazione. Un piccolo partenariato costituito da aziende agricole e istituti di ricerca ha aderito dal 2016 ad un programma di miglioramento genetico sull'ape mellifera: Beenomix. Il progetto è nato dalla necessità di due aziende apistiche di avere a disposizione un protocollo scientifico per elaborare e condurre un piano di selezione sulle proprie regine.

Il progetto Beenomix

Il progetto Beenomix, finanziato nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Lombardia 2014-2020 operazione 16.2.01 "Progetti pilota e sviluppo di innovazione", intende introdurre tecnologie genomiche per la valorizzazione genetica di Apis mellifera. Sebbene il genoma di Apis mellifera sia stato tra i primi ad essere sequenziato, la genomica nel nostro Paese non ha ancora avuto alcun impatto in questo importante comparto a causa della frammentazione organizzativa, della mancanza della misurazione rigorosa e standardizzata dei fenotipi e del limitato valore economico degli animali.

Il progetto, quindi, integra all'attività selettiva delle due aziende nella produzione di regine selezionate, le misurazioni fenotipiche razionali, quantitative e standardizzate e il sequenziamento di un numero consistente di regine. Il fulcro del progetto è l'individuazione di un sito di fecondazione controllato per definire uno schema selettivo che comprenda anche l'apporto paterno (maschile) nel processo riproduttivo. Durante l'attuazione del progetto, un elemento di interesse generale ha riguardato l'analisi del DNA affiancata a quello morfometrica per distinguere le sub-specie di api presenti sul nostro territorio, in modo che tutti gli apicoltori italiani e le associazioni del settore avessero a disposizione uno strumento valido, moderno ed efficiente in grado di riconoscere la sub-specie di appartenenza delle proprie api.

Fig. 3 Le fasi del progetto e il ruolo dei partner   Fonte: elaborazioni degli autori su sito Beenomix
Fig. 3 Le fasi del progetto e il ruolo dei partner Fonte: elaborazioni degli autori su sito Beenomix
 

Nell'ambito del progetto è stato elaborato uno schema selettivo che lavora sulla componente sia femminile che maschile, utilizzando un sito di fecondazione controllata (SFC) dove i fuchi provengono da famiglie (DPQ, Drone-producing Queen) con precise caratteristiche genealogiche: la componente paterna è quindi tracciabile. Lo schema selettivo Beenomix è un modello applicabile da qualsiasi breeder, con le necessarie capacità, a qualsiasi base razziale (Ligustica, Carnica o tipi genetici) ottenuta da meticciamento selettivo di diversa origine con la conseguente creazione di nuova biodiversità. 

La fase 2.0

Lo stesso partenariato coinvolto nel progetto Beenomix, insieme ad un'altra azienda agricola e ad un altro Istituto di ricerca, ha deciso di partecipare ad un bando del PSR 2014-2022 della Regione Lombardia. Nell'ambito della operazione 16.1.01 "Gruppi Operativi PEI" è stato finanziato il progetto Beenomix 2.0 che aveva l'obiettivo di implementare una rigorosa attività selettiva sia per via materna che paterna; infatti, normalmente in apicoltura la selezione viene operata producendo, dalle famiglie migliori, nuove regine vergini, che vengono fecondate in ambiente naturale da 10-20 fuchi sulla cui origine non è possibile esercitare alcun controllo. Per una selezione che possa avere ampie possibilità di successo, è necessario che anche la componente paterna venga controllata attraverso l'implementazione di SFC in cui sia le regine sia i fuchi abbiano una provenienza certa e sia disponibile per ogni individuo una ricostruzione accurata del pedigree.  

L'elemento più innovativo di Beenomix 2.0 è la predisposizione, nella Val Bodengo in provincia di Sondrio, di una stazione di fecondazione, un'area di accoppiamento (ADA) aperta e gratuita per ogni apicoltore che vi potrà portare le regine prodotte per garantire una fecondazione in totale purezza e controllO, e dove il Gruppo operativo (GO) ha messo anche a disposizione il proprio materiale genetico maschile migliorato. La diffusione di un tale modello assicura benefici e importanti effetti sul contenimento dell'erosione genetica che attualmente tanto preoccupa molti apicoltori. 

All'interno dell'ADA operano tre diverse figure ognuna con un compito ben specifico: il primo operatore gestisce le colonie controllando lo stato di salute delle famiglie, il secondo raccoglie e coordina il carico e lo scarico dei nuclei di fecondazione e, il terzo è il fornitore della genetica delle colonie per produrre i maschi.

Fig. 4 Il ruolo degli operatori nelle Aree di Accoppiamento    Fonte: elaborazioni degli autori su sito Beenomix 2.0
Fig. 4 Il ruolo degli operatori nelle Aree di Accoppiamento Fonte: elaborazioni degli autori su sito Beenomix 2.0
 

Inoltre, nell'ambito delle attività progettuali sono stati anche realizzati video con finalità didattiche destinati a chi lavora con le api ed è attento alle problematiche genetiche.

Il progetto del GO ha voluto, dunque, proporre un modello concreto di gestione delle popolazioni apistiche lombarde per promuovere una selezione sostenibile e attenta all'impatto dei cambiamenti climatici e una difesa dei tipi genetici presenti sul territorio a tutela della biodiversità attuale, sottolineando la necessità di proteggere le varietà locali dai fenomeni di erosione genetica e valorizzare le razze più competitive rispetto a tipi genetici interessanti per le caratteristiche sia comportamentali sia produttive.

 
 

Note

  • [1] Legge regionale n.21/2020
 
 

Bibliografia e sitografia

 
 

Rita Iacono (rita.iacono@crea.gov.it), Valentina Carta (valentina.carta@crea.gov.it), Patrizia Borsotto (patrizia.borsotto@crea.gov.it
CREA-PB

 
 

PianetaPSR numero 118 novembre 2022