La nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, in linea con altre politiche europee e nazionali, attribuisce alla digitalizzazione un ruolo altamente strategico per realizzare un sistema efficiente ed efficace della conoscenza e l'innovazione in agricoltura. La digitalizzazione è infatti richiamata esplicitamente nell'ambito dell'obiettivo trasversale di modernizzazione del settore mediante interventi che favoriscano la promozione, l'uso e la condivisione di conoscenze, di innovazioni nonché processi di digitalizzazione in agricoltura e nelle aree rurali.
Il Piano Strategico Nazionale per la PAC (PSP) ha quindi tra le finalità quella di definire una strategia per la digitalizzazione. Il bisogno di un approccio strategico, la cui urgenza è stata tradotta dalla Commissione in obbligatorietà, affonda le sue radici in una serie di motivazioni. In primo luogo, nei benefici ampiamente riconosciuti che la digitalizzazione è in grado di produrre sulla competitività, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo delle aree rurali. In secondo luogo, nella mancanza di una strategia specifica per l'agricoltura, sebbene fosse già stato delineato un approccio generale nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed esistessero svariate strategie sul digitale in diversi settori ed ambiti (Strategia italiana per la Banda Ultralarga, Italia Digitale 2026, Repubblica Digitale, Strategia Nazionale per le Competenze Digitali, ecc.). In terzo luogo, nelle statistiche impietose sulla diffusione del digitale nel settore agricolo che impongono interventi urgenti volti a colmare i divari. In base ai recenti dati censuari, infatti, le imprese agricole che utilizzano strumenti digitali ("informatizzate") sono poco meno del 16% e sono fortemente connotate. Si tratta di aziende soprattutto di grandi dimensioni gestite da giovani e da soggetti istruiti e specializzati. Al divario tra imprese si aggiunge poi quello tra aree: le aziende agricole informatizzate operano soprattutto al Centro-Nord con percentuali rispettivamente del 16% e del 33%, mentre al Sud la loro presenza è di gran lunga inferiore (appena il 7%). Su questo incide il diverso grado di copertura della rete internet, motivato, come noto, da logiche di mercato e divari reddituali. Al 2019, secondo i dati ISTAT, le famiglie con accesso alla banda larga localizzate nelle aree metropolitane ammontavano al 78% contro il 68% delle famiglie residenti in comuni con meno di 2 mila abitanti. Mentre al Nord, questa percentuale supera il 78%, al Sud scende a quasi il 70%. Ma non è solo una questione di copertura, esiste poi un problema legato alla velocità di connessione, che deve essere necessariamente alta e stabile per assicurare l'applicazione delle nuove tecnologie digitali, specie quelle più avanzate. Al 2019 risultavano coperte dalla banda ultralarga ad almeno 30 Mbps il 67% delle unità immobiliari, mentre le realtà raggiunte dalla banda ultralarga ad almeno 100 Mbps, quella che consentirebbe un reale sviluppo tecnologico, risultavano appena il 20% (Fonte: https://bandaultralarga.italia.it).
Nel proseguo di questo articolo sarà fornita quindi una breve descrizione della strategia e dei suoi presupposti, cui segue un'illustrazione degli interventi di sviluppo rurale più direttamente coinvolti, delle modalità di attivazione e del sistema della governance. L'articolo si conclude con alcune riflessioni e auspici. Per approfondimenti si invita il lettore a consultare il capitolo 8 del PSP "Modernizzazione AKIS e Digitalizzazione" disponibile alla pagina della Rete Rurale Nazionale dedicata al PSP.
La strategia della digitalizzazione in agricoltura si compone di tre finalità, dieci linee strategiche e 22 azioni. Ad ogni finalità corrisponde una o più linee strategiche e ad ogni linea strategica una o più azioni necessarie per realizzare quel dato obiettivo. Per ogni azione vengono identificati gli strumenti che dovranno o potranno essere attivati. La strategia è stata sviluppata parallelamente alla definizione delle schede di intervento con un duplice intento. Quello di identificare il contributo effettivo dei vari interventi del PSP alla digitalizzazione (in particolare quelli per lo sviluppo rurale) e definire una strategia organica e sistemica che integrasse gli interventi del PSP con strumenti esterni a favore della digitalizzazione. La strategia è stata inoltre impostata a partire dai risultati dell'analisi SWOT connessa al PSP che ha messo in evidenza quelle che sono le principali debolezze del sistema italiano, ossia la carenza di informazioni statistiche e di indagini sulle innovazioni già introdotte, la mancanza di adeguati servizi di supporto, lo scarso uso di strumenti digitali, la frammentazione delle attività di sperimentazione, la scarsa disponibilità di servizi di consulenza per piccole e medie imprese e le difficoltà di infrastrutturazione digitali nelle aree periferiche e marginali.
Nello specifico, le finalità perseguite consistono nella a) riduzione del divario digitale tra aree e imprese; b) l'aumento dell'uso dei dati e c) lo sviluppo di modelli imprenditoriali digitalizzati. La riduzione del divario digitale rappresenta un obiettivo cruciale per garantire uno sviluppo uniforme e aumentare le opportunità di crescita. A tal fine sono previste azioni volte a migliorare il livello di connettività, promuovere la digitalizzazione nelle aree rurali, favorire l'informazione sulle opportunità di digitalizzazione e accrescere il livello di competenze digitali. L'altra seconda finalità è la diffusione dei dati, un tema particolarmente strategico. La carenza di dati rappresenta infatti un fattore limitante la digitalizzazione in quanto una scarsa disponibilità impedisce l'uso di strumenti digitali che consentono l'assunzione di scelte razionali ed accurate oltre a frenare ulteriori investimenti in tecnologie digitali. Questo obiettivo sarà perseguito mediante azioni finalizzate a favorire l'accesso ai dati pubblici, a rendere interoperabili database diversi e a raccogliere una mole crescente di dati agricoli, geospaziali e ambientali. L'ultima finalità consiste nel diffondere la cultura digitale tra le imprese mediante azioni rivolte a rafforzare l'ecosistema digitale (ovvero il sistema di relazioni con soggetti che sviluppano innovazioni digitali o che forniscono servizi in forma digitalizzata), a diffondere l'uso delle tecnologie digitale e a facilitarne l'adozione.
In estrema sintesi, la strategia ha come scopo quelli di mettere nelle condizioni di sapere utilizzare, poter utilizzare e consentire a tutti di utilizzare le tecnologie digitali.
Il PSP svolge un ruolo centrale nell'ambito della strategia contribuendo a tutte le finalità. Ma non è il solo (Figura 1). Sono stati infatti identificati altri nove strumenti che contribuiscono a vario titolo alla realizzazione della strategia, quali il PNRR, il Piano Banda Ultralarga, il Programma Europa digitale, l'accordo di partneriato 2021-2027, la futura Rete di Informazione della Sostenibilità Agricola (RISA) che andrà a sostituire la RICA, il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAR), in fase di revisione e aggiornamento, la partnership "Agriculture of Data" di Horizon Europe, il Piano Space economy e il Piano strategico per l'Innovazione e la ricerca nel settore agricolo, alimentare e forestale (PSIR). Di questi, quello che avrà maggiore parte attiva è il PNRR, il quale, per mezzo di una quantità importante di risorse attivate (alla digitalizzazione vengono assegnati quasi 50 miliardi di euro su 235), contribuisce a numerose linee strategiche tra cui il miglioramento della connettività (assieme al Piano Banda Ultralarga e all'accordo di partneriato), il finanziamento di servizi digitalizzati nelle aree rurali, il miglioramento delle competenze digitali, l'interoperabilità (in congiunzione con il SIAN), la raccolta dati (assieme al Piano Space Economy, RISA, SIAN e partnership "Agriculture of Data"), il rafforzamento dell'ecosistema digitale, tramite in particolare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (in associazione al Programma Europa Digitale per quanto concerne l'attivazione della rete dei DIH - Digital Innovation Hub) e la diffusione delle tecnologie digitali mediante appositi incentivi.
Figura 1 - Gli strumenti a favore della digitalizzazione in agricoltura e nelle aree rurali e il loro contributo agli obiettivi strategici
Nota: i cerchi rappresentano le finalità principali e racchiudono all'interno le linee strategiche.
Per quanto riguarda il PSP, sono 23 su 77 gli interventi di sviluppo rurale che contribuiscono alla digitalizzazione (Tabella 1). Si tratta di interventi con richiami espliciti alla digitalizzazione o che saranno comunque funzionali agli obiettivi della strategia. Riguardano varie tipologie di intervento ossia impegni agro-climatico-ambientali (interventi di tipo A), investimenti materiali e immateriali (D), insediamento nuovi agricoltori (E), cooperazione (G) e interventi trasversali relativi a conoscenza e innovazione (H). Dal punto di vista finanziario, mobilitano nel complesso il 44% delle risorse stanziate per lo sviluppo rurale, vale a dire quasi 7 miliardi di € anche se, ovviamente, sola una quota, ancora imprecisata, sarà destinata alla digitalizzazione.
Di questi, nove appaiono gli interventi più strategici in termini di numero di azioni alle quali contribuiscono (più di due) o risorse potenzialmente disponibili (oltre il 3%). Si tratta di: Produzione integrata (SRA01), Pratiche di agricoltura di precisione (SRA24), Benessere animale (SRA30), Investimenti per la competitività (SRD01), che concentrano quasi il 12% di tutte le risorse disponibili, Investimenti per trasformazione e commercializzazione (SRD13), Insediamento di giovani agricoltori (SRE01), Gruppi Operativi PEI-AGRI (SRG01), Leader (SRG06) e Servizi di back-office (SRH06).
Perché possano efficacemente contribuire alla digitalizzazione, gli interventi del PSP dovranno essere opportunamente adeguati alla necessità di stimolare la diffusione delle conoscenze e delle tecnologie digitali. Le modalità concrete di attivazione degli interventi dipenderanno dalle decisioni che saranno assunte a livello regionale oltre che dalla natura stessa degli interventi. Questa scelta è stata dettata dalla necessità di assicurare una certa flessibilità alle Autorità di Gestione in modo da adattare gli interventi alle esigenze specifiche. La strategia, infatti, individua un elenco di opzioni dal quale le Regioni possono attingere, ovvero: condizioni per l'accesso ai contributi; contributi per l'acquisto di strumenti e infrastrutture digitali; compensazioni per l'utilizzo di strumenti digitali, priorità di finanziamento, tassi di aiuto differenziati, risorse dedicate e infine i "Pacchetti per il digitale" che includano almeno interventi relativi a formazione, investimenti e consulenza. Questi ultimi, che traggono ispirazione dal "Pacchetto Giovani", rappresentano una delle novità introdotte nel PSP e sono motivati dalla necessità di potenziare l'azione in favore della digitalizzazione integrando quelli che sono i servizi e i prodotti essenziali per assicurare una adeguata diffusione del digitale.
Chiaramente, data la loro diversa natura, ciascuno degli interventi coinvolti nel processo di digitalizzazione contribuirà in modo diverso ai vari obiettivi strategici e sarà attivato anche in modo diverso.
Per esempio, focalizzando l'attenzione su alcuni degli interventi più rilevanti, gli investimenti per la competitività (SRD01) potranno contribuire al miglioramento della connettività, alla diffusione dell'utilizzo di strumenti digitali e alla raccolta dati. A tal fine, potranno essere attivati prevedendo contributi alle infrastrutture di connettività (per assicurare in particolare il collegamento dell'"ultimo miglio") e per l'acquisto di tecnologie digitali o anche mediante l'indicazione all'interno dei bandi di eventuali obblighi di condivisione dei dati raccolti. Gli impegni per l'adozione di pratiche di agricoltura di precisione (SRA24) potranno essere definiti in modo da accrescere le competenze digitali, facilitare l'uso delle tecnologie digitali, promuovere l'interoperabilità, raccogliere dati e diffondere l'uso di strumenti digitali. E ciò sarà possibile prevedendo pagamenti subordinati all'impegno a partecipare a corsi formativi sull'agricoltura di precisione, a richiedere servizi di consulenza sull'uso delle tecnologie digitali o ad usare piattaforme digitali interoperabili e per la raccolta dati, e riconoscendo premi compensativi per i maggiori costi legati all'uso di registri digitali. I Gruppi Operativi del PEI-AGRI (SRG01) potranno contribuire ad aumentare l'uso dei dati, all'interoperabilità e a diffondere l'uso delle tecnologie digitale mediante l'impegno a rendere pubblici i risultati progettuali e assegnando priorità di finanziamento a progetti che affrontano la questione dell'interoperabilità o che realizzano strumenti di supporto decisionale (DSS). In questo saranno aiutati in particolare dalla possibilità di finanziare gruppi interregionali per la soluzione di problemi comuni e trasversali. Infine, i servizi di back-office (SRH06), che costituiscono una novità di assoluto rilievo nella nuova programmazione a supporto di consulenti e attori AKIS, saranno chiamati a rafforzare l'ecosistema digitale, a diffondere l'uso di strumenti digitali e a facilitarne l'applicazione mettendo in collegamento consulenti, imprese e Gruppi Operativi con la rete dei DIH, realizzando o adattando sistemi DSS e facilitando l'accesso alle piattaforme di raccolta dati.
La complessità della strategia per la digitalizzazione in agricoltura e nelle aree rurali, alla luce dei diversi interventi e delle politiche coinvolte, è tale da richiedere necessariamente l'attivazione di strumenti di coordinamento e di collaborazione tra i soggetti istituzionali e gli stakeholder interessati. A tal fine, la strategia prevede che venga individuato un organismo di coordinamento composto dai responsabili dell'attuazione del PSP e della strategia nazionale di digitalizzazione. Il fine è quello di assicurare una adeguata integrazione tra strumenti e fondi per la digitalizzazione, adeguare la strategia per tenere conto dei cambiamenti futuri e fornire precisi orientamenti e indicazioni per meglio adattare gli interventi previsti nel PSP alle finalità della strategia sulla digitalizzazione. L'organismo di coordinamento sarà supportato dal sistema di monitoraggio e controllo. L'attività di monitoraggio avrà come compiti quello di quantificare gli obiettivi mediante l'uso di indicatori di risultato, di verificare i risultati conseguiti e perfezionare gli interventi strategici oltre a realizzare analisi e studi sui progressi della digitalizzazione. In particolare, per quanto concerne l'attività svolta nell'ambito del PSP, verrà monitorato l'indicatore di risultato R.3 - Digitalizzare l'agricoltura (Percentuale di aziende agricole che beneficiano del sostegno alla tecnologia dell'agricoltura digitale tramite la PAC). L'obiettivo è quello di raggiungere almeno lo 0,1% delle imprese a fine programmazione a livello nazionale. Gli esiti del confronto tra obiettivi e indicatori di risultato serviranno per valutare la necessità di apportare modifiche e adeguamenti alla strategia per la digitalizzazione.
Definire un approccio strategico per la digitalizzazione in agricoltura non era solo una risposta agli obblighi comunitari ma è una necessità imprescindibile se l'obiettivo è dare impulso all'agricoltura e alle aree rurali in un'ottica di sostenibilità.
La strategia che accompagna il PSP ha proprio questo fine. È una strategia senza dubbio molto articolata, che delinea un quadro di quelle che sono le principali politiche che, in sinergia con il PSP, potenzialmente sosterranno i processi di digitalizzazione in agricoltura.
Tuttavia, la domanda principe è quanto delle intenzioni dichiarate si tradurrà in fatti concreti. Proprio per la sua complessità, è innegabile che sarà probabilmente molto arduo raggiungere tutti gli obiettivi della strategia nei tempi previsti. Su questo influiranno indubbiamente alcune delle scelte compiute come quella di non aver imposto vincoli stringenti e di aver demandato molte delle decisioni alle Regioni in merito all'opportunità e alle modalità di attivazione degli interventi del PSP in favore della digitalizzazione con il rischio di veder aumentare anziché ridurre i divari digitali tra le imprese e i territori. E influirà anche il modo in cui sarà svolto il monitoraggio. Basare l'attività di controllo solo sugli indicatori di risultato obbligatori per la valutazione della performance (nel caso della digitalizzazione, un solo indicatore) non è auspicabile. In primo luogo, per il livello prudenziale fissato (poco più di mille aziende a livello nazionale in sette anni che beneficiano di supporto alla digitalizzazione) il quale potrebbe disincentivare a raggiungere traguardi più ambiziosi. In secondo luogo, per i numerosi obiettivi perseguiti che richiedono la definizione di ulteriori e specifici indicatori. Da tenere poi presente che la strategia non è solo competenza di un singolo programma. Questo implica che le azioni per il digitale sostenute direttamente dal PSP, ma strettamente collegate ai successi di altri programmi (si pensi per esempio a tutte quelle attività che dipendono dal livello di connettività, di competenza in particolare di strumenti esterni al PSP), potrebbero essere facilmente penalizzate dalle inefficienze e dai ritardi che si accumuleranno altrove.
Per questo il ruolo dell'organismo di coordinamento sarà fondamentale. La supervisione da parte di un organismo nazionale unitamente ad un monitoraggio continuo, supportato necessariamente dal contributo proveniente dalle singole Regioni, dovranno servire proprio a rimuovere eventuali distorsioni e assicurare il raggiungimento degli obiettivi attivando le dovute sinergie tra i programmi e orientando al meglio le strategie regionali per la digitalizzazione.
Andrea Bonfiglio
Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia - CREA
PianetaPSR numero 120 gennaio 2023