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Meteo

L'andamento agrometeorologico di gennaio

L'analisi del Progetto Agrometeore della Rete Rurale Nazionale.

Introduzione

Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).

Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese. Alcuni approfondimenti sono disponibili ai link indicati nel testo e tutte le elaborazioni grafiche presentate sulla rivista saranno anche disponibili in una specifica sezione online sul sito reterurale.it/agrometeo.

Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili. 

È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020.

 
 

Agrometeo in cifre

 

Andamento agrometeorologico nel mese di gennaio 2023

Persistono le anomalie positive di temperatura su tutto il territorio nazionale (+1,6 e +1,2°C, rispettivamente per le minime e le massime), più accentuate al Nord soprattutto per le minime (+2,55°C).  Gli apporti piovosi sono stati ovunque superiori alla media climatica, in particolare al Centro (+66%) e nel Mezzogiorno (+45%). L'indice SPEI6 non evidenzia condizioni di siccità. 

A livello globale, le analisi prodotte mensilmente dal servizio C3S di Copernicus [1] evidenziano temperature superiori alle medie climatiche del periodo, con scarti più accentuati negli Stati Uniti orientali, in Canada e in Messico e meno nel Sud America meridionale, nell'Africa settentrionale e centrale e nell'Asia centrale. Al contrario, temperature inferiori alle medie si sono registrate in Siberia (raggiungendo localmente il record di -62°C il 10 gennaio), in Afghanistan, in Pakistan, in Australia, negli Stati Uniti settentrionali, nel Sud America settentrionale, in parte dell'Africa meridionale e diffusamente nel continente antartico. In Europa, la temperatura media ha superato il riferimento climatico (1991-2020) di +2,2 °C, in modo più rilevante nell'Europa orientale e nord-orientale (in Finlandia e nella Russia nord-occidentale). Al contrario, condizioni più fredde della norma si sono registrate nella Penisola Iberica, in Nord Africa, in Islanda e al nord del Mar Caspio. Condizioni più umide della norma hanno interessato gran parte dell'Europa, in modo particolare il nord della Spagna, l'Italia e la fascia compresa dai Balcani verso nord fino alla Scandinavia. Condizioni più secche della norma si sono invece verificate nella Spagna orientale, in Turchia, nella regione del Mar Nero e nella Russia nord-occidentale. 

Rispetto all'andamento delle principali colture autunno-vernine, a livello europeo, il bollettino del JRC "MARS Bulletin - Crop monitoring in Europe - February 2023" [2-3], evidenzia una perdita della resistenza al freddo (de-hardening) precedentemente accumulata dalle colture, dovuta al perdurare delle temperature miti dalla fine di dicembre alla prima metà di gennaio. Ciò determina una maggiore vulnerabilità ai danni da gelo che dovesse seguire nei periodi successivi e un aumento del grado di sopravvivenza di patogeni e fitopatie; inoltre, l'alternanza dei cicli di gelo/disgelo può danneggiare le colture nella crescita primaverile. Questa situazione è proseguita anche nella seconda metà di gennaio nel sud e nel nord Europa, mentre nelle zone centrali e occidentali le temperature sono tornate vicine ai livelli stagionali. I danni da gelo ed eccesso di neve sono stati comunque molto limitati, ad eccezione di alcune aree della Russia. Condizioni molto più secche con precipitazioni anche più che dimezzate rispetto alla norma, hanno caratterizzato la parte meridionale della penisola Iberica, una vasta zona alpina che comprende Francia, Svizzera Italia e il sud della Germania e, ad oriente, gran parte della Turchia e dell'Ucraina, il sud Est della Bulgaria, le zone centrali e meridionali della Russia europea. La scarsità di precipitazioni nevose lungo l'arco alpino determina forti preoccupazioni sulle disponibilità idriche da utilizzare per l'irrigazione in primavera e i deficit precipitativi hanno causato ritardi nelle semine in Turchia, mentre in Algeria e in Tunisia il loro prolungarsi sta per compromettere le rese produttive delle colture in campo.

Con riferimento alle disponibilità idriche in Italia, il monitoraggio effettuato sui maggiori bacini idrografici italiani da ANBI punta l'attenzione sulla situazione in Piemonte, la regione con i valori più preoccupanti di disponibilità sia nel bacino del Po che negli altri bacini regionali (fiumi Maira, Pellice, Bormida e Orba e invasi regionali, tutti ampiamente deficitari). Le portate del fiume Po rimangono largamente sotto la media a monte e peggiorano lungo il bacino, con valori addirittura inferiori al 2022, arrivando a deficit di circa il 54% a Pontelagoscuro. In Lombardia, è molto critica la situazione dell'Adda, e le riserve idriche della regione mostrano un deficit del 42,3%. La situazione è simile in Veneto, con la portata del fiume Adige inferiore alla media 2004-2019 di oltre il 22%. Grazie alle precipitazioni invernali le condizioni dei bacini idrografici nel Centro e nel Sud Italia, risultano meno gravi, sebbene non manchino criticità locali, non solo per le condizioni siccitose. Localmente (come in Campania e nelle Marche) si sono infatti verificate condizioni di rischio, a causa delle forti precipitazioni cadute nella seconda decade di gennaio. [4-5]

Passando all'analisi agrometeorologica di dettaglio, la temperatura ha superato i valori climatici in tutto il Nord Italia, su gran parte del Centro e sui versanti adriatici e ionici. Il fenomeno è stato più marcato per le temperature minime (fig. 1a), in particolare al Nord (+2,5 °C), con scarti medi regionali prossimi o superiori a + 3 °C in Trentino, Lombardia, Alto Adige, e Veneto, e al Centro (+ 1,6 °C), con i valori maggiori in Toscana (+1,9 °C). Al Sud le anomalie sono più contenute anche se in alcune regioni adriatiche superano   + 1 °C (Puglia, Abruzzo e Molise). Riguardo alle temperature massime (fig. 1b), il pattern è simile anche se i valori sono più ridotti: a livello regionale, le anomalie sfiorano o superano i 2 °C in Trentino, Lombardia e Alto Adige e sono prossime o superiori a 1 °C in quasi tutto il Centro (escluso il Lazio) e in alcune regioni del Sud, dove il valore regionale più elevato si osserva in Puglia (+ 1,1 °C)


Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - gennaio 2023

Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) - gennaio 2023
Figura 1 - Anomalie di temperature massime (b, dx) - gennaio 2023


Il fenomeno delle temperature minime estreme (fig. 2a) è stato piuttosto contenuto e ha riguardato soprattutto il Nord, raggiungendo in media una frequenza del 14% in Piemonte (con un picco del 26%) e del 13% in Valle d'Aosta e in Liguria. In molte regioni del Centro, la frequenza è stata del 9-10%. 

Più frequenti sono stati invece i giorni di temperatura massima estrema (fig. 2b). Anche in questo caso i fenomeni più rilevanti si notano al Nord, dove in Piemonte si è raggiunto un valore del 28% e in Trentino del 24%, mentre sfiorano o superano il 20% anche la Liguria, la Lombardia e l'Alto Adige. Nel Mezzogiorno risaltano i valori elevati dell'Abruzzo (23%), della Basilicata, della Puglia e del Friuli -Venezia Giulia (18%), per gran parte delle altre regioni la frequenza supera il 10%.   


Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - gennaio 2023

Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx)  - gennaio 2023
Figura 2 - Temperature massime estreme (b, dx) - gennaio 2023


Le sommatorie termiche con soglia 0 °C , calcolate dall'inizio del nuovo anno, mostrano, come atteso, i valori maggiori sulle fasce costiere e nelle Isole, con valori superiori a 300 gradi giorno in Sicilia (308) e in Puglia (306) e inferiori a 200 gradi giorno in quasi tutto il Nord (esclusa la Liguria) e in alcune regioni peninsulari, quali Molise, Umbria e Abruzzo (fig. 3a). Già nel primo mese di accumulo si evidenziano diffuse anomalie positive soprattutto nel Nord (ad esclusione dell'arco alpino), superiori a +50 gradi giorno, in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia e localmente in vaste aree del Piemonte. 


Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - gennaio 2023

Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx)-  gennaio 2023
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C anomalie (b, dx) - gennaio 2023


In questo primo mese dell'anno le sommatorie termiche con soglia di 10 °C sono molto contenute (fig. 4a) e superano valori di 30 e di 20 gradi giorno rispettivamente nelle Isole maggiori e nelle regioni più meridionali della penisola (Puglia e Calabria), valori che rientrano pienamente nella norma (fig. 4b).    


Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - gennaio 2023

Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) - gennaio 2023
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C anomalie (b, dx) - gennaio 2023


I valori regionali di precipitazione totale media (fig. 5a) sono molto eterogenei, compresi tra 44 mm in Piemonte e 228 mm in Campania. Oltre a quest'ultima regione, gli apporti piovosi maggiori hanno interessato soprattutto i versanti tirrenici (151 mm in Lazio) e le aree appenniniche centro-meridionali (circa 130 mm in Umbria, Abruzzo e Molise). Tra le altre regioni con i valori più bassi, si segnalano al Nord la Lombardia (55 mm), l'Alto Adige e la Valle d'Aosta (56 mm), e tra le Isole la Sicilia (60 mm). Le precipitazioni del mese superano le medie climatiche (fig. 5b) di più del 100% in Campania (109%) e Umbria (103%), e di più del 50% in Sardegna (90%), Lazio (82%), Emilia-Romagna (66%), Basilicata (63%), Molise (62%) e Marche (51%), mentre sono inferiori alla norma di più del 40% in Valle d'Aosta (-46%), e Piemonte (-41%).


Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - gennaio 2023

Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx)  - gennaio 2023
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm anomalie in % (b, dx) - gennaio 2023


Durante il mese gran parte del territorio nazionale è stato interessato da eventi di piogge particolarmente intense, di molto superiori alla soglia giornaliera di 20 mm, considerata in grado di provocare danni all'agricoltura (definita a livello internazionale "very heavy rain"). I fenomeni più rilevanti si sono verificati nel Nord-Est. I valori regionali maggiori di rx1day (fig. 6) si osservano in Friuli-Venezia Giulia (42 mm, con un picco di 55 mm), in Veneto (26 mm) e in Emilia-Romagna (23 mm, con un picco di 49 mm).  


Figura 6 - Precipitazioni intense - gennaio 2023

Figura 6 - Precipitazioni intense - gennaio 2023


Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), i valori medi regionali sono compresi nel range tra 9-10 mm (provincia di Bolzano e Valle d'Aosta) e 38 mm (Puglia e Sicilia) e risultano leggermente superiori alla norma (fig. 7b) in gran parte del Nord, con un'anomalia massima tra + 19 e +17% in Trentino e in Alto Adige, mentre nel resto d'Italia sono prossimi alle medie climatiche. 


Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - gennaio 2023

Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) - gennaio 2023
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm anomalia (b, dx) - gennaio 2023


Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) risulta positivo su tutto il territorio, sebbene con valori contenuti, compresi tra 9 e 38 mm, più elevati nel Mezzogiorno e in particolare nelle Isole maggiori, in Puglia e in Calabria. Questi volumi sono quasi ovunque inferiori alle medie climatiche (fig. 8b), in particolare in Valle d'Aosta (-82 mm) e in Campania (- 55 mm), mentre valori inferiori ai 50 mm si osservano localmente in Friuli-Venezia Giulia, in Piemonte, in Liguria e in Abruzzo. 


Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a, sx) e anomalia (b, dx) - gennaio 2023

Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) - gennaio 2023
Figura 8 - Bilancio idroclimatico anomalia (b) - gennaio 2023


Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), siccità locali interessano soltanto il Piemonte, parte della Valle d'Aosta, le coste ioniche di Calabria e Sicilia e la Sardegna sud-orientale, mentre si osservano diffuse condizioni di eccesso di umidità nell'Italia peninsulare, soprattutto sul versante tirrenico, e nella Sardegna nord-occidentale. A livello regionale, l'indice assume valori al limite della Siccità Moderata in Piemonte (-1,00), mentre supera la soglia della Umidità Moderata (+1) in Lazio, in Basilicata e in Toscana e quella della Umidità Severa (+1,5) in Campania e in Umbria. 

L'analisi dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, mette ancora più in luce il determinarsi di diffuse condizioni di Umidità da Moderata a Severa in gran parte delle aree peninsulari e in Sardegna.


Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b) - gennaio 2023

Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) - gennaio 2023
Figura 9 - SPEI a 3 mesi (b) - gennaio 2023
 
 

Note

 
 
 
 

Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente

 
 

PianetaPSR numero 121 febbraio 2023