Un'agricoltura più produttiva, per garantire la sicurezza alimentare, ma anche più "verde" per produrre beni pubblici a beneficio della collettività. Sono i due grandi obiettivi della nuova Politica agricola comune (Pac) che guideranno l'agricoltura europea nel periodo 2014-2020, così come sono stati ridisegnati dalla Commissione Ue. Per questa doppia sfida, la Commissione ha messo sul tavolo del negoziato un fascio di regolamenti che rivoluziona le regole del sostegno, rompendo con alcuni tabù del passato, come i criteri storici per il calcolo degli aiuti diretti, sopravvissuti a mezzo secolo di Pac.
I vecchi premi vengono ricombinati sulla base di ben quattro variabili, tra le quali irrompe a piedi uniti il famigerato "greening", la variabile ambientale; un rompicapo al quale viene agganciato ben il 30% del massimale dei premi, che affiancherà il premio di base uguale per tutti.
La stessa figura di agricoltore subisce una declinazione molto articolata: esordisce l'agricoltore "attivo", l'unico ad aver diritto al premio (il cui identikit già fa molto discutere). C'è poi il "piccolo" agricoltore, che avrà un forfait; il "giovane agricoltore", che avrà diritto a un bonus. Infine, c'è il "grande"produttore, che dovrà fare i conti con un tetto massimo degli aiuti di 300mila euro, che poi in realtà, al netto dei tagli per scaglioni, è di soli 235.000 euro. Ma queste sono solo le regole di base, corrette - tanto per essere fedele all'agognata semplificazione - da una serie di eccezioni ed esenzioni.
Importanti novità anche per la politica di Sviluppo rurale, tra i quali figurano un maggior raccordo con gli altri fondi strutturali europei. Prevista anche una maggiore finalizzazione delle azioni dei Psr, con un sistema di bonus ma anche di riduzioni sulla base del raggiungimento degli obiettivi.
Resta ancora aperta la partita della ripartizione del budget, per quale si dovrebbe comunque tener conto anche dei criteri storici.
E' presto per dire come andrà a finire il negoziato, che ora entra nel vivo con due grandi novità rispetto alle tante riforme agricole passate: è la prima volta che al tavolo siedono i nuovi partner dell'Est (nel 2002 ci fu il patto finanziario che congelò il budget agricolo fino al 2013); ed è anche la prima volta che il Parlamento europeo avrà potere di codecisione su una riforma di questa portata. Di certo, comunque andrà a finire, fin d'ora ci sembra più giusto parlare di "Rivoluzione Pac". E come tutte le rivoluzioni, si sa come cominciano ma non come finiscono.
Vai sul sito della Rete Rurale Nazionale (Riforma Pac, versione non ufficiale in italiano)
Mario Cariello
PianetaPSR numero 3 - ottobre 2011