Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese (per approfondimenti vedi i link ai documenti in coda al paragrafo).
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020.
Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati in un recente articolo su Data in Brief, mentre i dati giornalieri pre-elaborati sono direttamente accessibili sul repository di Zenodo.
Rispetto a gennaio, persistono le anomalie positive di temperatura su tutto il territorio nazionale, ma sono meno pronunciate per le minime (+0,7 °C) e in aumento per le massime (+1,5 °C). Gli apporti precipitativi sono stati scarsi ovunque. Ancora una volta il settore più colpito da queste anomalie è il Nord, in particolare per le temperature massime (+2,63 °C), con un conseguente aumento della richiesta evapotraspirativa, e per il deficit di precipitazioni (-64%) che nel complesso hanno ridotto il bilancio idro-climatico e peggiorato i valori dell'indice di siccità.
A livello globale, le analisi prodotte mensilmente dal servizio C3S di Copernicus [1] evidenziano che il mese di febbraio 2023 è stato particolarmente caldo, con temperature sopra la media in gran parte dell'Europa, e in particolare nelle aree settentrionali di Norvegia e Svezia e nelle isole Svalbard. In Europa l'inverno è stato il secondo più caldo dall'inizio delle registrazioni. Temperature superiori alla media si sono registrate anche negli Stati Uniti orientali, nella Russia settentrionale, in Pakistan e in India. Allo stesso tempo, temperature inferiori alla media hanno interessato la penisola Iberica, la Turchia, gli Stati Uniti occidentali, il Canada e l'Australia del Nord. Deficit pluviometrici hanno riguardato gran parte dell'Europa occidentale e meridionale, con riflessi sull'umidità del suolo che hanno portato in alcuni casi a situazioni estreme. Situazioni analoghe hanno interessato il Messico, gran parte dell'Asia centrale, il Corno d'Africa, l'Australia e il Sud America. Condizioni più umide della media si sono verificate invece negli Stati uniti meridionali, in alcune regioni della Russia, in Asia centro-orientale, in Australia settentrionale, nel Brasile meridionale, in Africa sud-orientale e in Nuova Zelanda. In diversi casi, precipitazioni intense, a volte associate a cicloni, hanno causato alluvioni. L'estensione dei ghiacci in Antartide ha raggiunto il valore mensile più basso osservato tramite i dati satellitari disponibili, del 34% inferiore alla media (anche al di sotto del precedente record di febbraio 2017).
Rispetto all'andamento delle principali colture in campo, a livello europeo, in base alle elaborazioni del JRC "MARS Bulletin - Crop monitoring in Europe - February 2023" [2], nel mese di febbraio, dopo una prima decade con temperature in linea con la stagione, si sono registrate nuovamente condizioni più calde della media che hanno portato a una riduzione della resistenza al freddo delle colture in gran parte d'Europa; il processo di de-hardening si è già concluso per i cereali vernini nell'Europa meridionale ed orientale con un anticipo di 2-3 settimane rispetto allo scorso anno. Deficit severi di precipitazioni hanno riguardato il Portogallo e la Spagna meridionale dove le riserve idriche sono molto scarse con possibili impatti nella scelta delle colture per le semine primaverili (mais e riso potrebbero essere sostituiti da girasole). Persiste il deficit delle precipitazioni anche nel Nord (nel Nord Ovest permane la siccità) e Centro Italia con forti riduzioni del livello degli invasi che preoccupano per i fabbisogni irrigui previsti per la tarda primavera e l'estate. Condizioni prolungate di siccità nella regione del Maghreb hanno già causato un impatto negativo significativo sulle colture [3]. Un surplus di precipitazioni è stato osservato nell'Est della Germania, nella Romania occidentale e in alcune aree della Russia meridionale [2].
Con riferimento alle disponibilità idriche in Italia, il monitoraggio effettuato sui maggiori bacini idrografici italiani da ANBI [4] indica un contesto leggermente migliorato, ma sempre critico. Parlando dei principali bacini settentrionali, la portata del fiume Po permane nettamente sotto il minimo storico mensile nel tratto lombardo-emiliano (con portate di -14% a Pontelagoscuro rispetto ai minimi del periodo), così come per l'Adda e gli altri fiumi lombardi; in Veneto l'Adige si trova a 4 metri sotto lo zero idrometrico. In Valle d'Aosta e un po' lungo tutto l'arco alpino si sono avute delle precipitazioni nevose (del tutto carenti nei mesi precedenti) che dovrebbero contribuire alle portate dei fiumi a valle. In Emilia centrale sono sempre in crisi i fiumi Enza e Secchia, in Toscana diminuiscono le portate dei fiumi Serchio, Arno, Sieve e Ombrone, nelle Marche quelle dei fiumi Esino, Sentino e Potenza, in Umbria e Lazio del Tevere. Permangono situazioni di insufficienza nei bacini di accumulo, naturali e artificiali, quali il lago di Garda e in generale i bacini del Nord Italia. In calo anche le disponibilità del lago Trasimeno in Umbria e dei bacini di Basilicata e Puglia.
Passando all'analisi agrometeorologica di dettaglio, la temperatura massima (fig. 1b) ha superato i valori climatici in tutto il Nord Italia, su gran parte del Centro e in alcune aree del Mezzogiorno. Le anomalie maggiori si riscontrano nelle province di Trento (+4,7 °C) e Bolzano (+3,7 °C), in Valle d'Aosta (+3,5 °C), in Lombardia e Piemonte (+3,1 °C). Il fenomeno è stato più attenuato per le temperature minime (fig. 1a) ed ha riguardato soprattutto il Nord, con scarti medi regionali superiori a +2 °C nelle province di Trento e Bolzano, in Valle d'Aosta e in Lombardia. All'opposto, le minime sono state inferiori alla media climatica nei settori occidentali delle isole maggiori.
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - febbraio 2023
Le temperature minime estreme (fig. 2a) hanno riguardato soprattutto il Nord-Ovest, raggiungendo in media una frequenza del 31% in Liguria, del 26% in Piemonte (con un picco del 46%) e in Valle d'Aosta (16%). Più diffuso è stato invece il fenomeno delle temperature massime estreme (fig. 2b), che ha interessato in particolare il Centro (32%) e il Nord (28%). Frequenze medie regionali superiori al 33% si evidenziano in Piemonte, Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna. Situazioni migliori hanno interessato il Nord-Est e la Sicilia.
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - febbraio 2023
Le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio, mostrano, come atteso, i valori maggiori sulle fasce costiere e nelle isole, con valori superiori a 500 gradi giorno in Puglia, Sicilia, Sardegna e Calabria; e inferiori a 200 gradi giorno nelle regioni alpine (fig. 3a). Estese anomalie positive (tra +100 e +150 gradi giorno) hanno caratterizzato un'ampia porzione della Pianura Padana.
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - febbraio 2023
Le sommatorie termiche con soglia di 10 °C sono ancora molto contenute (fig. 4a) e superano i 40 gradi giorno solo nelle Isole maggiori e in Puglia, valori che rientrano pienamente nella norma (fig. 4b).
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - febbraio 2023
La distribuzione delle precipitazioni sul territorio nazionale (fig. 5a) è molto eterogenea con valori medi regionali compresi tra 12 mm in Puglia e 112 mm in Sicilia (con un picco di quasi 200 mm). In quest'ultimo mese invernale, le precipitazioni in quasi tutte le regioni non hanno superato i 50 mm. Si tratta di un fenomeno fortemente anomalo, come si vede dalla mappa degli scarti (fig. 5b), con deficit medi di precipitazioni inferiori a -40% per ben 17 regioni, superando -70% in Puglia, in Veneto, nella provincia di Trento, in Lombardia e in Valle d'Aosta. La Sicilia si distingue per le notevoli anomalie positive pari in media a +70% che raggiungono un massimo di +225% sul versante ionico.
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - febbraio 2023
Considerando l'indice rx1day che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6), i principali eventi di piogge particolarmente intense si sono verificati sul medio versante adriatico (Marche, Molise e Abruzzo), con valori superiori a 35 mm, al Nord-Est, in Campania e in Liguria con valori di almeno 20 mm, corrispondenti alla soglia giornaliera, considerata in grado di provocare danni all'agricoltura, definita a livello internazionale "very heavy rain".
Figura 6 - Precipitazioni intense - febbraio 2023
Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), quasi tutti i valori medi regionali ricadono nel range di 25-50 mm e risultano moderatamente superiori alla norma in gran parte del Nord (fig. 7b), con un'anomalia massima tra +24 e +26 % in Alto Adige e in Trentino, mentre nel resto d'Italia sono prossimi alle medie climatiche.
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - febbraio 2023
Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) risulta positivo solo in Sicilia (+67 mm) e quasi ovunque ricade nella classe di neutralità tra -50 e + 50 mm. Valori medi regionali di anomalie inferiori a -50 mm interessano circa metà delle regioni (fig. 8b), con la situazione più "secca" in Campania (-67 mm), mentre viceversa, quella più "umida" si verifica in Sicilia raggiungendo un picco di +143 mm rispetto alla media climatica del periodo 1991-2020.
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a, sx) e anomalia (b, dx) - febbraio 2023
Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), permane una situazione di siccità moderata nelle regioni Piemonte e Valle d'Aosta; situazioni siccitose locali si riscontrano su circa 1/3 del territorio di Liguria e Calabria (lungo le coste sud-orientali). L'indice supera la soglia di Umidità Moderata (+1) in Umbria (con metà del territorio in condizioni di Umidità Severa) e in Campania.
L'analisi dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, mostra un quadro più attenuato dei fenomeni sia di siccità che di umidità. Si evidenzia come l'attuale situazione critica di siccità abbia un'origine più lontana nel tempo e interessi ormai l'intero ciclo idrologico.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b) - febbraio 2023
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 122 marzo 2023