Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese (per approfondimenti vedi i link ai documenti in coda al paragrafo).
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020.
Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati in un recente articolo su Data in Brief, mentre i dati giornalieri pre-elaborati sono direttamente accessibili sul repository di Zenodo.
Dopo un periodo prolungato di anomalie termiche positive, in aprile le temperature sono state prossime ai valori medi climatici su tutto il territorio. Sebbene gli apporti precipitativi siano stati ancora sotto la media, ad esclusione del Mezzogiorno (+17%), non si evidenziano particolari criticità per quanto riguarda il bilancio idroclimatico e l'indice di siccità.
A livello globale, come mostrano le analisi mensili del servizio C3S di Copernicus [1], il mese di aprile 2023 è risultato il quarto più caldo dall'inizio delle rilevazioni. Le temperature sono state superiori alla media in diverse parti dell'Africa, nell'Asia centrale intorno al mar Caspio, nell'Asia sud-orientale, in Giappone, e nell'area settentrionale del Nord America. Al contrario, temperature più basse della media si sono registrate in Alaska, nella penisola arabica, in Mongolia, India e Australia.
In Europa, temperature più alte della media si sono avute nella regione sud-occidentale, con record di temperature in Spagna e Portogallo, mentre condizioni più fredde della norma hanno caratterizzato una fascia di territorio compresa tra il Regno Unito e l'Europa sud-orientale.
Rispetto alle precipitazioni, su scala globale condizioni più secche della media hanno interessato gran parte degli Stati Uniti, una vasta regione della Russia occidentale, così come la regione extratropicale del sud-est asiatico, oltre a Corno d'Africa, gran parte dell'Africa meridionale, Argentina e parti del Brasile. Condizioni opposte si sono verificate in Stati Uniti sud-orientali, Asia orientale, Australia nord-occidentale e Tanzania.
Gran parte dell'Europa è stata interessata da condizioni più umide della media. Fanno eccezione la penisola iberica, il Nord-Ovest dell'Italia e la Francia mediterranea, dove permane la siccità, raggiungendo anche livelli estremi, e in misura minore la Scandinavia nord-occidentale, i paesi baltici e gran parte della Russia occidentale.
Il monitoraggio dei bacini idrografici e delle risorse idriche in Italia, svolto dall'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (ANBI), evidenzia al 27 aprile 2023 [2], un miglioramento delle condizioni siccitose rispetto ai mesi precedenti. Nelle regioni settentrionali, sono cresciuti i livelli dei fiumi Po, Adda, Serio e Oglio e di molti dei grandi bacini (lago di Como, d'Iseo, Verbano e Benaco), e lo stesso è avvenuto per il fiume Adige, il Bacchiglione e il Cellina. Sono rimasti preoccupanti i livelli dei fiumi piemontesi (ad eccezione della Dora Baltea e dell'Orco) e del Tagliamento in Friuli-Venezia Giulia, quelli del Serchio in Toscana, dei fiumi Tevere, Chiascio e Nera nonché del lago Trasimeno in Umbria, Tevere e Aniene nel Lazio. Si sono, invece, confermate buone le disponibilità idriche al Sud e nelle isole.
Ad oggi (22 maggio 2023) però la situazione è radicalmente cambiata e non si può non fare cenno alle piogge intense che nel mese di maggio hanno portato alla drammatica alluvione in Romagna. In un comunicato del 18 maggio, l'ANBI (che, ricordiamo, raggruppa consorzi di bonifica e irrigazione) riporta un bilancio dell'emergenza disastroso [3]. Sarà nostra cura descrivere con maggiore dettaglio nel nostro report del prossimo numero di PianetaPSR relativo al mese di maggio.
Analizzando nello specifico il mese di aprile, la temperatura minima (fig. 1a) è risultata nella norma in gran parte del territorio italiano, con anomalie negative diffuse, in particolare in alcune regioni del Nord-Est come Friuli Venezia-Giulia (-1,5°C) e Veneto (-1,1°C), e del Sud come Basilicata e Calabria (per entrambe -1,1°C). Al contrario, per le temperature massime (fig. 1b) si osservano anomalie positive in Piemonte (+ 1,2°C a livello regionale) e localmente in Sardegna, mentre anomalie negative (tra -1 e -1,5°C) hanno interessato il Friuli Venezia-Giulia al Nord e gran parte delle regioni peninsulari, soprattutto sul versante adriatico (Marche, Umbria, Abruzzo, Molise e Puglia) oltre che la Campania e la Basilicata.
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - aprile 2023
La frequenza delle temperature minime estreme (fig. 2a) ha superato il 10% soltanto in Sicilia, Alto-Adige e Piemonte. Più diffuso, sebbene moderato, è stato il fenomeno delle temperature massime estreme (fig. 2b), con valori medi regionali superiori al 10% nel Nord-Ovest e in Alto-Adige e nel Lazio.
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - aprile 2023
Le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio, mostrano, come atteso, i valori maggiori sulle fasce costiere e nelle isole, che superano 1300 gradi giorno in Puglia, Sicilia e Sardegna (fig. 3a). Estese anomalie positive (fino a +156 gradi giorno in Piemonte) hanno interessato il Nord (+119 gradi giorno) e in misura minore il Centro (+85 gradi giorno). Situazioni nella norma perdurano in quasi tutto il Mezzogiorno.
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - aprile 2023
Le sommatorie termiche con soglia di 10 °C sono ancora molto contenute (fig. 4a) e superano i 225 gradi giorno solo nelle Isole maggiori e in Puglia, valori che rientrano pienamente nella norma (fig. 4b) ad eccezione di alcune aree costiere di Sardegna e Toscana, e localmente in Piemonte.
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - aprile 2023
Le precipitazioni mensili hanno superato i 130 mm in Calabria e in Friuli-Venezia Giulia (fig. 5a). Apporti piovosi superiori ai 100 mm, si sono verificati in Trentino, Abruzzo, Basilicata e Campania. La mappa degli scarti (fig. 5b), mostra vaste aree in deficit pluviometrico, ancora una volta nel Nord-Ovest (circa -40% in Piemonte e Liguria) e in Sardegna, oltre che in buona parte dell'Emilia-Romagna, nelle aree del delta del Po e nel nord della Toscana. Fenomeni analoghi si osservano nelle aree sud-occidentali della Sicilia. Condizioni di surplus idrico hanno caratterizzato gran parte del Sud, con valori medi regionali superiori al 50% in Puglia, Basilicata e Calabria, dove si è raggiunto il 79%.
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - aprile 2023
Considerando l'indice rx1day che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6), i principali eventi di piogge particolarmente intense si sono verificati nelle aree più settentrionali del Nord-Ovest (in media 49 mm in Valle d'Aosta e 36 mm in Piemonte, con picchi superiori a 60 mm). A livello regionale si raggiungono i 20 mm, soglia giornaliera considerata in grado di provocare danni all'agricoltura (definita a livello internazionale "very heavy rain") in ben 10 regioni.
Figura 6 - Precipitazioni intense - aprile 2023
Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), buona parte dei valori medi regionali ricadono nel range di 75-100 mm, ad esclusione delle regioni più alpine del Nord, che restano nella classe inferiore, e della Sardegna che raggiunge i 104 mm. Nel complesso la situazione è nella norma tranne in Piemonte dove si osserva una debole anomalia positiva (+12 %) e Appennino dauno.
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - aprile 2023
Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) risulta positivo in parte del Nord-Est (+65 mm in Friuli-Venezia Giulia e +53 mm in Trentino) e localmente in Calabria. Più della metà del territorio delle isole maggiori presenta un bilancio negativo, inferiore a -60 mm. A livello medio, due regioni presentano valori fuori dalla norma (fig. 8b), il Piemonte con uno scarto negativo di -64 mm e la Calabria con una anomalia positiva di +61 mm.
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a, sx) e anomalia (b, dx) - aprile 2023
Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), nel mese di aprile permane una situazione di siccità da moderata a severa al Nord-Ovest, ad esclusione della Liguria. Al contrario, l'Umbria, la Campania meridionale, le isole Eolie e parte del Gargano mostrano condizioni di umidità moderata.
L'analisi dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, mostra una maggiore estensione delle condizioni di siccità su quasi tutto il Nord e una parte consistente della Toscana e della Sardegna, che interessano localmente anche le province di Frosinone, Caserta e Isernia. Un fenomeno opposto si osserva nell'estremo sud della Sicilia.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b) - aprile 2023
Fenomeni di gelate tardive (episodi giornalieri in cui la temperatura minima raggiunge o scende al di sotto di 0°C) hanno interessato soprattutto le aree alpine e prealpine (fig. 10a), e in misura minore buona parte della dorsale appenninica. Su metà della superficie regionale di Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia si sono verificati almeno 4 eventi di gelate. Sui territori più a nord del Triveneto si osservano anomalie positive non trascurabili con un picco locale nel Veneto di +9 giorni (fig. 10b).
Figura 10 - Gelate tardive (a) e anomalie (b) - aprile 2023
Le gelate tardive che possono caratterizzare il mese di aprile sono in grado di provocare danni alle strutture vegetali in misura differente a seconda di diversi fattori. Tra questi, assumono un ruolo di fondamentale importanza la persistenza di temperature minime al di sotto della soglia critica, la sensibilità propria della specie e soprattutto la fase fenologica in cui si verifica l'evento avverso.
Riguardo alla robinia (Robinia pseudoacacia L.), specie spontanea di interesse apistico monitorata nell'ambito del progetto IPHEN, la ripresa del ciclo vegeto-riproduttivo avviene generalmente tra i mesi di marzo e aprile. In tale periodo questa specie risulta particolarmente vulnerabile ai ritorni di freddo poiché si trova in fase di germogliamento ed emergenza delle infiorescenze, esponendo le parti più sensibili a condizioni meteorologiche avverse. Come riportato dall'Osservatorio Nazionale Miele [4], nei primi giorni del mese, in alcune zone del Centro-Nord Italia, sono stati registrati degli abbassamenti termici tali da danneggiarne i germogli. In particolare, tra il 5 e il 7 aprile sono giunte segnalazioni da regioni quali il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia-Romagna e le Marche.
Il quadro fornito dal Bollettino fenologico del 6 aprile 2023 [5], basato sui monitoraggi dei rilevatori della rete IPHEN e sul modello di fioritura, conferma che durante la prima metà del mese di aprile la robinia si trovava in germogliamento (fase BBCH 11-13) e in piena emergenza delle infiorescenze (fase BBCH 51-55) su gran parte del territorio nazionale (fig. 11). Considerata la situazione fenologica presente e l'entità dell'abbassamento termico, l'integrità dei germogli di robinia è stata compromessa, mettendo a rischio le produzioni del monoflora di acacia dell'anno in corso.
Figura 11- Fasi fenologiche della robinia - 6 aprile 2023
Da questo mese riprende l'analisi degli indici bioclimatici che si concentra sulle colture della vite e dell'olivo.
Riguardo alla vite, durante il periodo vegetativo, è importante valutare il soddisfacimento delle esigenze termiche proprie delle diverse varietà e a questo scopo, l'indice di Huglin fornisce informazioni utili (figure 12a-12b). Questo indice considera soltanto le sommatorie delle temperature durante il periodo diurno, quando si manifesta l'attività fotosintetica delle piante, pertanto è anche denominato indice eliotermico. Nel primo mese di analisi, il valore dell'indice a livello nazionale è pari a 113, mentre i valori regionali maggiori si riscontrano in Puglia (153), Sicilia (156) e Sardegna (180); non si rilevano anomalie particolari, ad esclusione di lievi scostamenti positivi che interessano piccole aree del Piemonte (+55).
Figura 12 - Indice di Huglin (a, sx) e anomalie (b, sx) - aprile 2023
In figura 13 viene mostrata la situazione a inizio maggio dello sviluppo fenologico per l'olivo, come risulta dall'analisi combinata dei dati provenienti da simulazioni modellistiche e da osservazioni in campo (si veda anche https://www.reterurale.it/bollettinofeno). In Pianura Padana, nelle zone centrali più interne e sulla costa adriatica questo si trova tra la fase di apertura delle gemme fiorali (BBCH51) e la mignolatura (BBCH55), mentre nelle isole e sul litorale tirrenico lo sviluppo è più avanzato raggiungendo le fasi di inizio fioritura (BBCH 61-63). Tuttavia, in alcune aree interne della penisola e in parte del Nord, la specie non ha ancora raggiunto le fasi riproduttive.
Questa situazione è confermata dalle rilevazioni del Servizio fitosanitario della regione Puglia [6] e dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente del Veneto [7].
Figura 13 - Fasi fenologiche olivo - 4 maggio 2023
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Fausto Carbonari, Flora De Natale, Chiara Epifani, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 124 maggio 2023