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I Piani Strategici degli Stati Membri regionalizzati: un confronto a partire dalle banche dati della Commissione Europea

Differenze e similitudini nelle scelte strategiche di Italia, Germania, Francia e Spagna.

Il 16 ottobre sono stati pagati i primi Pagamenti Diretti dei Piani Strategici della PAC dei 27 Stati Membri, entrati in vigore il 1° gennaio 2023. La nuova programmazione è dunque entrata nel vivo, dopo lunghi percorsi di pianificazione dei Piani nazionali e di negoziazione con i servizi della Commissione Europea. 

Una delle novità del nuovo impianto della PAC è il New Delivery Model: a fronte di maggiore sussidiarietà e responsabilità nella definizione degli interventi per gli Stati Membri, grande attenzione è dedicata all'efficacia nel raggiungimento degli obiettivi, ovvero ai risultati alle prestazioni. Questo è reso possibile grazie a un sistema di monitoraggio e valutazione che, all'interno di un quadro comune definito nel Quadro di riferimento dell'efficacia e dell'attuazione comune degli indicatori (PMEF)[1], indirizza gli Stati Membri verso importanti e puntuali attività di rendicontazione e di trasmissione agli organi europei, sulla base di un sistema di indicatori che si muove dal livello attuativo (indicatori di output), passa per un livello di efficacia dell'intervento (indicatori di risultato) e arriva a un livello efficacia delle politiche (indicatori di impatto). In un sistema di governance agricola regionalizzato come quello italiano, questo implica una notevole capacità di raccolta dati e di sintesi, sintetizzata in un precedente articolo di Pianeta PSR[2]. Infatti, gli indicatori saranno monitorati mediante relazioni annuali e un riesame semestrale dell'efficacia dell'attuazione dei Piani Strategici per valutare i progressi compiuti dai Paesi dell'UE nel conseguimento dei loro target finali e degli obiettivi della PAC.

In questo contesto, in linea con i suoi impegni di trasparenza e monitoraggio, la Commissione Europea sta mettendo a disposizione numerose informazioni sui Piani Strategici della PAC, sulla loro attuazione e sul loro contributo al raggiungimento degli obiettivi comuni dell'UE. Ciò consente alle autorità nazionali, agli esperti, agli stakeholder, ai ricercatori e alle altre parti interessate di valutare i progressi di ciascun intervento verso gli obiettivi prefissati e di verificare se la PAC è sulla buona strada.

Piani Strategici a confronto: le scelte

Un primo documento utile per orientarsi nel vasto e diversificato panorama del Piani Strategici è sicuramente il report di sintesi pubblicato dalla Commissione[3], che contiene una lettura trasversale delle informazioni finanziarie e degli interventi attivati per rispondere ai tre obiettivi generali della PAC, che ricordiamo ruotano intorno alla competitività, alla sostenibilità ambientale e alle aree rurali, oltre agli strumenti di consulenza e diffusione della conoscenza (AKIS). Per chi volesse, invece, sfogliare direttamente i Piani Strategici, la Commissione mette a disposizione sul proprio portale i testi notificati e approvati [4,5].

Scendendo nel dettaglio, la Commissione ha sviluppato una serie di dashboard per mettere a sistema i contenuti dei diversi Piani Strategici e restituirli in maniera personalizzata da parte dell'utente. Il primo è un catalogo degli interventi attivati[6], che restituisce in forma tabellare una serie di informazioni utili per ricostruire il quadro delle scelte nazionali, dal titolo dell'intervento, alle risorse finanziarie assegnate, alla tipologia di intervento a cui appartiene, agli Obiettivi Specifici e agli indicatori di Output e di Risultato ai quali contribuisce. Una fonte di informazioni importante sia per un utente specializzato, sia per un utente semplice, che può individuare con pochi passaggi quali interventi sono stati attivati in uno o più Stato Membri, filtrando eventualmente le informazioni per Obiettivo Specifico, Indicatori di Risultato o Indicatori di Output. Dall'elaborazione dei dati relativi agli Stati Membri che, per caratteristiche di governance regionalizzata, sono comparabili all'Italia (Francia, Germania e Spagna), è possibile fare qualche osservazione:

  • In termini di ripartizione fra le diverse macrocategorie, Germania, Spagna e Francia assegnano una quota più rilevante delle proprie risorse per i pagamenti disaccoppiati (rispettivamente, 64%, 62,6% e 59%), mentre l'Italia riporta il valore più basso (43,1%).
  • Sugli eco-schemi, che sono parte dei pagamenti disaccoppiati, le scelte sono allineate in termini di percentuale di risorse assegnate e di numero di interventi attivati. Spicca, tuttavia, la Francia che ha deciso di definire un singolo impianto di eco-schema (tuttavia dettagliato in azioni), a cui destina una quota importante di risorse (8,5 miliardi di euro).
  • L'Italia ha scelto di assegnare una quota importante delle risorse per gli interventi dello sviluppo rurale, il 44,7%, pari a 15,52 miliardi di euro, in termini relativi e assoluti i valori più alti fra i quattro Paesi considerati.
  • A fronte di tali risorse, l'Italia ha deciso di dare l'opportunità alle Regioni e PP.AA. di scegliere fra un gran numero di interventi nel II Pilastro: ben 97, rispetto ai 30 interventi Germania e ai 46 della Spagna. Tramite un semplice esercizio di risorse medie assegnate per ciascun intervento, il valore per l'Italia risulta pari a 160 mln €, contro i 388,8 mln € della Germania, i 183,7 mln € della Francia e i 177,1 mln € della Spagna.

L'analisi degli Indicatori di Risultato

Un secondo strumento è un dashboard dedicato agli Indicatori di Risultato, il cuore del PMEF[7]. In questo caso, la Commissione ha fatto lo sforzo di accorpare e permettere la navigazione degli Indicatori di Risultato e dei rispettivi valori target impostati dai diversi Stati Membri per l'intera programmazione. Si ricorda che gli Indicatori di Risultato sono 44 e sono comuni a tutti gli Stati Membri. Per ciascun indicatore, gli SM hanno fissato dei target sia intermedi, cioè su base annua (i cosiddetti milestones), sia finali, che fanno riferimento al termine del periodo di programmazione. Essi indicano qual è stata l'efficacia dell'azione, stabilendo il legame fra un intervento e il suo scopo. Sono utilizzati per la definizione dei target intermedi e finali quantificati in relazione agli Obiettivi Specifici del PSP e per la valutazione dei progressi compiuti verso il conseguimento dei target finali. Da questo punto di vista, la PAC ha un ruolo fondamentale nel determinare gli sforzi messi in atto dall'Unione verso raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo e, in particolare, della Strategia Farm to Fork, che guida la trasformazione del sistema agroalimentare europeo verso un sistema più equo e sostenibile. In un precedente numero di Pianeta PSR, avevamo mostrato come in una recente ricerca siano stati utilizzati proprio gli Indicatori di Risultato per valutare l'orientamento di tre importanti Stati Membri, fra i quali l'Italia, verso gli obiettivi della Farm to Fork[8]. Dall'analisi era emerso che i valori dei target finali fissati da Italia, Spagna e Francia variano molto per alcuni degli indicatori selezionati, mentre per altri appaiono più uniformi. Tuttavia, era emerso come Italia e Francia, rispetto agli indicatori selezionati, abbiano fissato dei target molto più ambiziosi rispetto alla Spagna.

Allocazione per Obiettivi Specifici

Un altro strumento permette, invece, la navigazione all'interno delle allocazioni finanziarie della PAC verso i 9+1 (trasversale) Obiettivi Specifici[9]: il dashboard con le allocazioni finanziarie per Obiettivi Specifici. Il Grafico 1 riaggrega e rielabora i dati forniti dal sistema, comparando la percentuale di risorse assegnate a ciascun Obiettivo Specifico, per i 28 Piani Strategici e per l'Italia.

Come si può osservare, nel Piano Strategico italiano la composizione delle scelte degli interventi e delle relative risorse finanziarie è tendenzialmente in linea con le assegnazioni complessive a livello dei 28 Piani Strategici. L'Italia ha scelto di assegnare più risorse a quegli interventi che specificatamente si rivolgono alla competitività e al miglioramento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, a discapito degli OS di carattere ambientale, che complessivamente assorbono il 9,2% di risorse in meno rispetto al dato aggregato europeo. È da considerare, tuttavia, che il contributo italiano alla transizione ecologica va valutato da una prospettiva più ampia. Infatti, al di là dell'attribuzione sui diversi OS, molti interventi che formalmente non contribuirebbero agli OS 4, 5 e 6, prevedono condizioni di ammissibilità e, soprattutto criteri di selezione, che vanno incontro a una logica di maggiore compatibilità ambientale, selezionando o assegnando premialità ai progetti più virtuosi per gli ecosistemi e per una sana relazione fra attività agricola e risorse naturali. Si ricorda, a tal proposito, che il Piano assegna una cifra ingente per la transizione ecologica del settore, circa 10,7 miliardi di euro fra I e II Pilastro, intervenendo in sinergia con gli interventi del PNRR.

Nonostante la ricchezza di informazioni evidenziate, l'Italia è andata anche oltre. Infatti, la Rete Rurale Nazionale ha costruito un sistema di navigazione personalizzabile del proprio Piano Strategico, attraverso un tool denominato PSP Explorer[10]. Si compone di un set di strumenti progettato per navigare all'interno degli interventi del Piano Strategico italiano. Esso si compone di due tool complementari: il primo[11], progettato tramite Power BI, permette di navigare, attraverso diversi tipi di visualizzazioni per grafici e mappe, le informazioni finanziarie del PSP, riorganizzate per fondo, tipologie di interventi, interventi, indicatori di risultato, Obiettivi Specifici, e altro. Il secondo[12] permette invece di estrapolare le sintesi delle schede relative agli interventi di sviluppo rurale, grazie ad un sistema di interrogazione che permette all'utente di individuare le informazioni in maniera puntuale sulla base del fabbisogno informativo. Proprio nelle prossime settimane il PSP Explorer vedrà ulteriori avanzamenti, con l'inserimento dei dati relativi al Planned Unit Amount (PLUA) e agli Indicatori di Output.

 

Note

 
 

Giampiero Mazzocchi, Pietro Manzoni
CREA

 
 

PianetaPSR numero 128 ottobre/novembre 2023