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Digitalizzazione e diversificazione aziendale: sfide e opportunità per un'agricoltura multifunzionale

Il tema è al centro di uno studio realizzato da Matteo Metta nell'ambito del dottorato in economia agraria e sociologia rurale presso l'Università di Pisa e Ghent (Belgio). La sua tesi di dottorato ha provato ad analizzare il modo in cui la digitalizzazione viene assemblata nelle realtà delle aziende agricole con attività connesse e le conseguenze che emergono in questo processo.

Secondo il 7° Censimento generale dell'Agricoltura in Italia ben 11.022 aziende diversificate sono scomparse nell'arco di dieci anni (da 76.148 nel 2010 a 65.126 nel 2020). Questo significa che oltre al generale declino del numero totale di aziende (-487.000 nello stesso decennio), nel nostro Paese ci sono sempre meno aziende che svolgono attività connesse all'agricoltura come la trasformazione alimentare e vendita diretta, la prestazione di lavoro per conto-terzi, oppure la gestione del paesaggio o silvicoltura. Questa tendenza potrebbe purtroppo essere mascherata da valori crescenti in punti percentuali, come mostrato nel caso della Figura 1 illustrata dall'ISTAT. La situazione a livello Europeo non è più rosea e la quota di aziende con attività connesse si attesta attorno a valori tra il 5 e 7%, secondo dati Eurostat dal 2007. 

Figura 1 I numeri della diversificazione in Italia - crescita in percentuale, ma declino in valori assoluti   Fonte: https://www.istat.it/it/archivio/272689 Figura 1 I numeri della diversificazione in Italia - crescita in percentuale, ma declino in valori assoluti   Fonte: https://www.istat.it/it/archivio/272689
Figura 1 I numeri della diversificazione in Italia - crescita in percentuale, ma declino in valori assoluti Fonte: https://www.istat.it/it/archivio/272689
 

Allo stesso tempo, la digitalizzazione continua ad avanzare anche in agricoltura e viene proposta da molti come un punto di svolta ("game changer"), tanto da meritarsi sempre più attenzione, priorità, e fondi dalle politiche agricole a quelle di ricerca e sviluppo. Droni, piattaforme cloud, blockchain, e robot riempiono l'immaginario collettivo e i discorsi sul futuro dell'agricoltura, ma questi scenari raccontano poco delle diverse realtà vissute sul campo, soprattutto dal punto di vista specifico dei contadini e delle contadine che s'impegnano nella diversificazione aziendale. 

Matteo Metta, dottorato in economia agraria e sociologia rurale presso l'Università di Pisa e Gent (Belgio), ha provato, attraverso uno studio empirico ed esplorativo, ad analizzare il modo in cui la digitalizzazione viene assemblata nella pratica e nelle realtà delle aziende agricole diversificate. Queste aziende, oltre a coltivare o allevare, s'impegnano in attività connesse come l'agriturismo o l'agricoltura sociale. Le aziende diversificate sono contraddistinte nella letteratura scientifica per il loro carattere dinamico, relazionale, e multisettoriale, come pure precario e talvolta ai limiti della resilienza. 

Attraverso il confronto e le singole esperienze di 14 aziende diversificate selezionate tra Belgio, Irlanda, Italia e Giappone, questa ricerca è entrata nel loro percorso di digitalizzazione per comprendere i bisogni, le decisioni prese, e le numerose ambiguità che emergono in questo processo, spesso circoscritto a dibattiti dicotomi e giudizi decontestualizzati.

Fonte: Leo Zeni© in Matteo Metta (2023)
Fonte: Leo Zeni© in Matteo Metta (2023)
 

Tra il campo e le nuvole: la diversificazione nell'era del cloud-computing

Rispetto alle aspettative riposte nel mondo virtuale e alle tecnologie come fonte di trasformazione, una delle maggiori osservazioni emerse da questa ricerca empirica è che la diversificazione agricola è fortemente connessa al lavoro umano, ai mercati, alle relazioni interpersonali, nonché alle condizioni materiali delle nostre campagne. Pertanto, investimenti nella direzione della digitalizzazione "per" la diversificazione devono andare di pari passo con una ristorazione generale dell'agricoltura diversificata. La digitalizzazione non può mettere in secondo piano le condizioni precarie dei mestieri artigianali, della natura, delle abitazioni dei contadini, o delle infrastrutture pubbliche rurali che sono così vitali per diversificare. Alla ricerca della digitalizzazione, il Dott. Metta si è confrontato con aziende che invece dell'attivismo digitale potevano vantarsi di altri punti di forza, come la storia, la qualità dei prodotti, o le relazioni intrafamiliari come condizioni e motori trainanti della diversificazione. Allo stesso tempo, le tecnologie digitali sono comunque presenti in queste aziende e svolgono un ruolo sempre più riconosciuto. 

La seconda osservazione emersa riguarda prettamente la digitalizzazione in senso tecnico. Piuttosto che moderni trattori automatizzati di grande taglia, sofisticati robot, intelligenza artificiale, e così via, le aziende diversificate mostrano un maggiore affidamento su connessione internet e tecnologie cloud-computing (rimarcati in giallo, Figura 2), come ad esempio le infrastrutture online per stoccare i dati (Google Drive, Dropbox) o i software online per svolgere numerose attività come video conferenze, prenotazioni, gestione vendite e promozioni, etc. 

Eppure, nel piccolo campione intervistato, sono emerse anche delle eccezioni come il gioco Geocaching "Intrigue á la ferme" basato sulla realtà aumentata e GPS, una tecnologia sviluppata dalla regione Vallone in Belgio. Oltre alle tecnologie, la ricerca ha messo in luce il ruolo chiave delle competenze e delle condizioni fisiche (hardware) molto precarie in queste aziende, le quali non sempre sono equipaggiate di spazi, sedie ergonomiche, telefoni, o computer aggiornati a scopo professionale e con stoccaggio sicuro dei dati.

Figura 2 Cyber-elementi della digitalizzazione: infrastruttura, tecnologie e    Fonte: Matteo Metta (2023)
Figura 2 Cyber-elementi della digitalizzazione: infrastruttura, tecnologie e Fonte: Matteo Metta (2023)
 

Le tecnologie digitali: quali, di chi, e per cosa?

Più nel dettaglio, le tecnologie del cloud-computing utilizzate per la diversificazione agricola permettono di svolgere numerose funzioni e attività, come mostrato nella Figura 3. Il design delle tecnologie stesse diventa sempre più multifunzionale e applicato dalle aziende in modo creativo per diversi scopi. Ci sono tecnologie che permettono di completare intere catene di transazioni, dall'offerta fino al pagamento degli utenti e la raccolta dei riscontri per migliorare prodotti e servizi. Ce ne sono altre che invece sono meno verticali e servono alla preparazione dell'offerta come l'amministrazione, la cooperazione orizzontale tra i membri dell'azienda, o la creazione del valore. Nella maggior parte dei casi, le aziende non sono proprietarie di queste tecnologie ma "users". Sarebbe troppo costoso costruire e aggiornare una tecnologia per una piccola e singola azienda agricola. Alcune tecnologie appartengono a multinazionali del big-tech come Google, Meta, e Microsoft. Altre invece sono sviluppate dal basso, a livello aziendale, collettivo, regionale o nazionale. Ad esempio, Accueil Champêtre è una finestra online sviluppata dalla regione Vallone in Belgio che mostra tutta l'offerta della diversificazione agricola a livello regionale. Elloha è una piattaforma francese che permette di sincronizzare più canali di vendita e prenotazione di posti letto, e risolvere una delle difficoltà degli agriturismi in Italia, sempre più costretti a vendere su più piattaforme oltre che sui propri siti e social media. 

Figura 3 Tecnologie cloud-computing nella diversificazione aziendale organizzate per funzioni   Fonte: Matteo Metta (2023)
Figura 3 Tecnologie cloud-computing nella diversificazione aziendale organizzate per funzioni Fonte: Matteo Metta (2023)
 

È chiaro che tra queste tecnologie ci possono essere molte complementarità ma anche molta competizione (sana e scorretta). Per esempio Booking.com con sede in più posti nel mondo, non rientra tra i sei grandi gatekeepers regolati dal nuovo Digital Service Act approvato dall'Unione Europea e gode di una posizione fiscalmente privilegiata e dominante nel settore rispetto a piccole piattaforme del turismo rurale registrate sui territori nazionali come agriturismo.it in Italia, Gîtes et Chambres d'hôtes de Wallonie in Belgio, o Accueil Paysan in Francia. 

Per le singole aziende diversificate, non sempre è facile confrontare e posizionarsi rispetto a queste tecnologie considerando numerosi fattori: la facilità d'uso, gli aggiornamenti, il bacino d'utenza, il costo ma anche rispetto a questioni più profonde e etiche, come la trasparenza, la geopolitica, il pagamento di dazi doganali, o l'uso inappropriato dei dati di ciascuna tecnologia.

Orientarsi tra le ambiguità: gli impatti della digitalizzazione

Mettendo a confronto le esperienze vissute in ciascuna azienda e da diverse aziende, gli impatti della digitalizzazione mostrano una foto a colori più che bianco e nero. Rispetto all'identità di queste aziende, in alcuni casi, la digitalizzazione è servita a proteggere o promuovere i valori e le peculiarità del mestiere; in altri casi, le aziende intervistate lamentavano l'omogeneizzazione del materiale multimediale e l'appropriazione delle immagini rurali da parte del mondo corporativo. Rispetto al lavoro, alcuni intervistati condividevano i progressi ottenuti con la gestione più veloce di documenti o procedure amministrative di routine (scansione, invio, registro, etc.). In altri casi, la digitalizzazione è stata vissuta come uno snellimento del carico burocratico solo a favore delle autorità pubbliche e uno scarico dei costi della digitalizzazione sulle tasche delle aziende, ad esempio, costrette a pagare annualmente per indirizzi PEC privatizzati o a conformarsi a nuove procedure telematiche. Il Capitolo 4.4.2 della tesi illustra molti altri esempi d'impatti rispetto alle agricoltrici, le relazioni dentro e fuori l'azienda, e le attività di diversificazione. 

Ritrovare la bussola: destinazione diversificazione

Di fronte a questa complessità, la tesi sostiene che bisogna continuare a fare chiarezza sulle vere opportunità e intervenire prontamente sui reali rischi della digitalizzazione prima che questi minacciano l'autonomia delle aziende e blocchino l'agricoltura nell'attuale paradigma dominante basato sulla specializzazione e l'intensificazione. Se si cerca un punto di svolta, la tesi suggerisce di partire dalla revisione del quadro politico generale piuttosto che limitarsi solo allo sviluppo di nuove tecnologie. 

Per esempio, in oltre 60 anni di Politica Agricola Comune (PAC), un obiettivo associato ad un target quantitativo ambizioso per sostenere la diversificazione delle aziende agricole è ancora assente. L'Italia non ha bisogno di aspettare ad una nuova riforma nel 2027 se vuole iniziare un cambiamento. Questo obiettivo così importante per le aree rurali, ma anche per la sicurezza alimentare e i redditi agricoli potrebbe essere integrato a livello nazionale e regionale con la revisione annuale del Piano Strategico PAC Italiano, oppure fissato a livello Europeo con un rafforzamento della Strategia Europea Farm-to-Fork.


"La diversificazione non è la panacea per sanare tutti i problemi dell'agricoltura Italiana, ma renderla più facile e promuoverla è senz'altro una visione che merita impegno, ovviamente anche con il supporto della tecnologia ma non solo: cooperative di trasformazione o alleanze contadini-cuochi-scuole sono altre strade da seguire".

Portare l'attuale quota di circa il 7% di aziende agricole in Europa impegnate in attività connesse fino al 25% o oltre entro il 2030 sarebbe un primo passo per sterzare le politiche di digitalizzazione nella buona direzione e in un quadro d'interventi più ampio. Obiettivi per cambiare le politiche sono necessari ma non sempre sufficienti. Bisogna essere vigili sul monitoraggio e la qualità dei target delle politiche pubbliche ed evitare che la diversificazione agricola in paesi come l'Italia non si traduca solo in grandi installazioni private di pannelli solari o biogas al posto di numerose possibilità per integrare l'agricoltura allo sviluppo rurale e cibo sostenibile.

L'Italia può fare molto a livello legislativo rispetto alla regolamentazione PAC o delle piattaforme online nell'economia rurale e dei mercati agro-alimentari. Allo stesso tempo, la multifunzionalità in agricoltura è fatta anche di conoscenza, movimenti, e azioni collettive. Per questo bisogna sostenere un dinamismo dal basso che crea alleanze tra aziende agricole e una vasta rete di attori come le scuole, i comuni, le cantine pubbliche, i consulenti della diversificazione, o gli ingegneri informatici.

 
Link per scaricare e consultare la tesi (versione disponibile solo in inglese).
 

Bibliografia

 
 

Matteo Metta

 
 

PianetaPSR numero 128 ottobre/novembre 2023