"Oleario. Dove l'Italia lascia il segno" è un progetto della Rete Rurale Nazionale nato con l'obiettivo di approfondire la conoscenza del patrimonio olivicolo italiano, ricco di biodiversità, dall'alto valore economico e sociale, capace di conservare, pur nella continua ricerca di innovazione, le radici della nostra cultura comune all'area mediterranea. All'interno di questo progetto il gruppo di ricerca ha avviato una serie di analisi e riflessioni che hanno messo in evidenza come il settore abbia bisogno di rilancio e nuove opportunità per continuare a mantenere economicamente sostenibile la produzione, trovando nuovi spazi commerciali, ristrutturando e rafforzando la filiera, puntando sull'innovazione, sulla qualità e su forme di offerta rivolta ai turisti. Queste riflessioni hanno portato all'intesa con il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell'Università della Calabria che da diversi anni indaga il tema del Turismo delle Radici, con una linea nuova di ricerca volta ad approfondire la percezione dell'olio di oliva da parte degli italiani all'estero, emigrati di seconda e terza generazione. Questo anche alla luce di alcune esperienze, realizzate su territori ad alta vocazione olivicola, che hanno fatto dell'accoglienza di Turisti delle Radici un elemento di diversificazione del reddito, evidenziando anche come queste forme di turismo possono contribuire allo sviluppo non solo delle imprese ma anche delle aree rurali. Può dunque il Turismo delle radici essere un fattore di rivitalizzazione delle aree rurali che possono offrire esperienze turistiche capaci di cogliere l'interesse e il desiderio di queste particolari target turistici?
Queste domande sono state al centro del Convegno nazionale "Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l'olivicoltura e le aree rurali" organizzato il 9 novembre 2023 dal CREA - Centro di Ricerche Politiche e Bioeconomia con il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell'Università della Calabria. I risultati dell'analisi sono stati presentati da Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera dell'Università della Calabria. Riflessioni e proposte per la promozione dell'olio extravergine di oliva sono state discusse nel corso del dibattito che ha visto coinvolti Francesca Baldereschi (responsabile nazionale della Guida Extravergini - Slow Food), Simone Marrucci (responsabile del turismo dell'olio dell'Associazione nazionale Città dell'olio), Enrico Maria Milič (responsabile Turismo Slow) e Fabiola Pulieri (giornalista specializzata nell'olivicoltura e co-autrice del libro "Oleoturismo, Opportunità per imprese e territorio").
Hanno partecipato al confronto, con collegamento on line, anche i rappresentati delle Associazioni degli Italiani all'Estero di Argentina e Cile che hanno raccontato con propria voce la loro ricerca, quando tornano in Italia, di rivivere, attraverso esperienze immersive, i racconti del passato dei loro avi, che hanno la produzione dell'olio come caratteristica comune. Una di queste associazioni era stata coinvolta, sempre nell'ambito del progetto Oleario, in un percorso di degustazione dell'Olio evo "a distanza" - con gli studenti di una scuola italiana, frequentata da figli di italiani di terza e quarta generazione -, volto a sensibilizzare, attraverso un'esperienza diretta, sui benefici del consumo di un olio extravergine di qualità e promuovere l'Italia e la sua biodiversità olivicola.
Il recupero della storia, della memoria e delle tradizioni della propria terra natìa sono le principali motivazioni che inducono gli immigrati italiani a scegliere l'Italia come meta per le loro vacanze e per questo sono ritenuti anche gli elementi fondanti lo sviluppo del turismo delle radici. Riguardo a quest'ultimo, una recente indagine della Confcommercio e Swg, afferma che sono circa 60 milioni gli italiani emigrati all'estero che tornano a visitare e vivere i luoghi italiani con una spesa generata intorno agli 8 miliardi di euro.
Il turismo delle radici ha in sé una forte componente emotiva legata ai ricordi vissuti e a quelli tramandati grazie al racconto dei propri familiari e delle persone del luogo di origine nell'ambito dei quali un ruolo di rilievo è ricoperto dalle produzioni agroalimentari.
I risultati dell'indagine confermano da parte dei turisti intervistati il loro forte legame con la propria terra di origine (71%) e l'elevato interesse per le produzioni agroalimentari e le tradizioni culinarie (83%). La particolare attenzione rivolta ai prodotti agroalimentari e ai piatti tradizionali italiani motiva i turisti delle radici ad acquistarli e a consumarli non solo durante la permanenza in Italia (61%) ma anche al loro ritorno a casa nonché a promuoverli presso parenti e amici nel paese di residenza (87%).
Sul fronte dell'olio di oliva l'indagine evidenzia che i turisti delle radici lo reputano di qualità superiore rispetto a quello locale (73%) tuttavia, il mercato dell'olio evo italiano all'estero è ancora poco sviluppato per la difficoltà a reperirlo e per i prezzi elevati a cui è venduto. Tuttavia, il prodotto maggiormente acquistato è l'olio di oliva non extravergine (84,7%) mentre quello extravergine riscontra un bassissimo livello di acquisto (0,5%).
L'analisi dell'insieme delle risposte dei turisti delle radici permette di raccogliere molti spunti di riflessione per pensare, o ripensare, alla progettazione di un'adeguata offerta di turismo delle radici capace di soddisfare una domanda di tipo esperienziale e alla promozione dell'olio extravergine di oliva.
Ciò che emerso con forza è la necessità della costruzione di un "sistema" capace di valorizzare territori e produzioni olivicole, di dare il giusto valore alla qualità del prodotto e all'attività che gli olivicoltori svolgono nei loro contesti territoriali, di promuovere offerte alternative di turismo esperienziale, ripensando le strutture e formando competenze ad hoc per attirare target turistici interessati, vale a dire Turisti delle Radici. Questo naturalmente richiede una strategia multifattoriale e multiattoriale, e dunque la strutturazione di una rete di soggetti, che metta insieme il livello locale e quello nazionale e internazionale, i soggetti economici e quelli istituzionali, la formazione, la ricerca, la produzione, il commercio. L'olivicoltura italiana deve essere oggetto di attenzione e rilancio e il Turismo delle Radici può rappresentare un validissimo alleato nella diversificazione dei redditi e nelle opportunità di garantire il giusto riconoscimento ad un prodotto che è il nostro passato e il nostro futuro.
Milena Verrascina e Barbara Zanetti
CREA PB
PianetaPSR numero 128 ottobre/novembre 2023