Il suolo è un sistema ecologico evolutosi in risposta a stimoli e cambiamenti costituito da particelle minerali ed organiche che si originano dall'alterazione chimico-fisica delle rocce e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. È una risorsa preziosa, fragile, limitata e non rinnovabile che ospita un quarto della biodiversità dell'intero Pianeta.
Costituisce la più grande riserva di carbonio organico esistente e, conseguentemente, svolge un ruolo centrale nel ciclo globale di carbonio e nella lotta ai cambiamenti climatici. Infatti, i suoli contengono più carbonio organico di quanto non ne sia presente nell'atmosfera e nella vegetazione, e pertanto hanno la capacità di assorbire carbonio limitando la presenza di questo elemento nell'atmosfera.
In tale scenario, il convegno proposto, lo scorso 25 novembre, dall'Associazione di promozione sociale Arci Paeseggiando ETS, nell'ambito del progetto di divulgazione "MANGROVIE: Rigener-Azioni e Sinapsi"[1] finanziato dalla Regione Calabria e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presso il comune di Malvito (CS), ha la finalità sia di illustrare le attività di ricerca attuate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) in materia di tutela del suolo e carbon farming, che di sottolineare il ruolo di mitigazione climatica svolto dalla matrice ambientale; nonché di esaminare le opportunità e sfide che dovrà affrontare il settore agricolo a seguito dell'emanazione del Regolamento europeo sul Carbon Farming.
I progetti di ricerca
Inizialmente, si segnala l'European Joint Programme per il suolo (EJP SOIL)[2] che è dedicato allo sviluppo di un quadro di riferimento armonizzato della conoscenza del suolo e al rafforzamento delle conoscenze e consapevolezze sull'importanza del suolo. Il progetto, quindi, intende sia originare un sistema di ricerca integrato europeo sostenibile che sviluppare e implementare un quadro di riferimento volto alla gestione del suolo agricolo sostenibile, intelligente e rispettoso del clima, nonché valutare i costi e benefici derivanti dalla sinergia tra produzione agricola sostenibile, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, degrado del suolo, biodiversità, qualità del suolo e altri servizi ecosistemici tra cui il controllo dell'erosione.
Nel dettaglio, il CREA-PB è co-leader del WP8 "Science to policy interaction" e leader della task 8.3 "Support & translate" che ha lo scopo di supportare i policymakers nell'implementazione di azioni di Carbon accounting e fornitura di servizi ecosistemici
Attualmente, il CREA-PB ha finalizzato la sub-task con la sub-task 8.3.2 "Shared learning" con la produzione di due video divulgativi e la stesura di un articolo scientifico sulle esperienze di Carbon Accounting nei suoli.
All'interno del progetto EJP SOIL si mettono in risalto i seguenti progetti:
- Innovative Soil Management Practices in Europe (I-SoMPE): progetto finalizzato alla raccolta di dati per la costruzione di un inventario completo di pratiche sostenibili per la gestione del suolo a livello Europeo. Tale inventario tiene conto delle caratteristiche biofisiche del territorio (ad es. clima, suolo, uso del suolo e topografia) in quanto tali fattori hanno un forte impatto sull'applicabilità e sostenibilità delle pratiche stesse;
- Stimulating Novel Technologies From Earth Remote Observation To Predict European Soil Carbon (STEROPES): prevede attività di ricerca per la mappatura delle principali proprietà del suolo, come il contenuto di carbonio organico. In particolare, verranno sviluppati modelli per stimare le proprietà del suolo usando serie temporali di dati satellitari (esempio Sentinel 1-2), calibrati e validati con dati misurati a terra, in varie condizioni pedoclimatiche ed in diversi agroecosistemi in Europa. A livello nazionale, sono state selezionate cinque aree pilota (Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e Puglia);
- ROAD4SCHEMES: valuta i punti di forza e debolezza dei vari regimi di carbon credits esistenti in Europa e propone la roadmap per lo sviluppo di un regime di carbon credit basato sui risultati. Il CREA si occuperà sia di sviluppare un'analisi dei costi che le aziende agricole dovranno affrontare per avviare un progetto di carbon credit, che di identificare e confrontare le possibili fonti di finanziamento per le aziende agricole;
- Carboseq: mira a stimare il potenziale di sequestro di carbonio a livello regionale nei suoli agricoli europei tenendo in considerazione i limiti tecnici ed economici. Il CREA-PB lavora al WP8 "Building scenarios for SOC-sequestration" e al WP9 "Estimating SOC-sequestration potentials" in collaborazione con CREA-AA.
- Into-DIALOGUE: il progetto analizza come facilitare la transizione agroecologica attraverso un approccio integrativo multi-attore per l'integrazione dei sistemi basati sul suolo, l'identità ecologica degli agricoltori e la progettazione di misure politiche mediante l'interazione tra stakeholder e il coinvolgimento delle comunità locali. In particolare, il CREA-PB è leader della task 1.2 "Socio-economic analysis of farms applying agroecological soil-based practices", del WP4 "Participatory initiatives in the formulation of policies on soil-based Sustainable Agroecological Systems", della task 4.1 "Analysis of regional, national, EU and Turkish laws, and competencies to incorporate soil-based principles into their laws" e, infine, della task 5.2 "Communication and dissemination";
- EOM4SOIL: mira a identificare le migliori pratiche di apporto di materia organica esogena al suolo in grado di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e di migliorare la salute del suolo. Nel dettaglio, il progetto evidenzia le barriere esistenti in merito allo sviluppo della filiera e alla produzione e impiego delle matrici come il digestato, i reflui zootecnici, il compost e biochar. Inoltre, EOM4SOIL esamina i quantitativi di produzione delle matrici organiche e le loro composizioni e proprietà fisico-chimiche.
Il progetto Life C-FARM, condotto in Italia e, in particolare, nella regione Lombardia, ha l'obiettivo di promuovere le pratiche di "Carbon Farming" attraverso la creazione di un sistema di conoscenze che supporti lo sviluppo di un quadro normativo per la certificazione delle rimozioni di carbonio basato su uno schema di contabilità solido e trasparente in connessione con l'inventario nazionale dei gas ad effetto serra. In merito, gli obiettivi del progetto riguardano: la creazione del sistema informativo geospaziale dimostrativo ad alta risoluzione (GIS-FARMs), che identificherà il potenziale di mitigazione del settore agricolo; lo sviluppo di un quadro normativo per un sistema di certificazione del carbonio in collaborazione con gli attori e le istituzioni pertinenti; la possibilità di utilizzare metodi comuni e/o dati di riferimento e/o dataset in collaborazione con l'inventario dei gas serra relativamente al settore agricolo; la creazione di un quadro metodologico universalmente applicabile per consentire una più ampia diffusione delle pratiche Carbon Farming e la creazione di un sistema di pagamenti mirati all'applicazione di pratiche connesse al Carbon Farming.
Il Progetto Horizon MRV4SOC, progetto triennale avviato a giugno 2023, mira a stimare i gas ad effetto serra e i bilanci completi del carbonio per il settore, coniugare i cicli biogeochimici del carbonio e azoto, quantificare l'accumulo di carbonio organico nel suolo e, infine, valutare i risultati delle pratiche di gestione agroforestali tradizionali di coltivazione del carbonio. I risultati di tale progetto contribuiranno a costruire un quadro di monitoraggio, rendicontazione e verifica per il settore. Il progetto adopera tecnologie all'avanguardia tra cui, ad esempio, la spettrometria, le immagini satellitari e i droni, per acquisire dati affidabili sul sequestro del carbonio e sulle emissioni di gas ad effetto serra connessi all'impiego del suolo. I dati acquisiti in situ e tramite il telerilevamento verranno impiegati per lo sviluppo di modelli geostatistici e basati sui processi in 14 siti dimostrativi che comprendono 9 classi di uso/copertura del suolo.
Il Progetto Life Carbon Farming prevede il coinvolgimento di sei paesi europei (Francia, Germania, Belgio, Irlanda, Italia e Spagna) e ha l'intento di favorire lo sviluppo dei meccanismi di finanziamento per la riduzione dell'impronta di carbonio; sviluppare una metodologia di valutazione della sostenibilità ambientale condivisa a livello europeo; predisporre un processo comune per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica (processo MRV) dei risultati ottenuti in termini di riduzione delle emissioni a seguito dello sviluppo di progetti per la riduzione dell'impronta di carbonio (progetti di Carbon farming); di valutare i costi di attuazione dei progetti di Carbon farming; di diffondere a livello europeo i meccanismi di compensazione del carbonio basati sul calcolo delle emissioni generate dalla produzione zootecnica e sulla valutazione del potenziale di mitigazione del settore zootecnico al fine di sviluppare un "mercato volontario".
Infine, il progetto Life Climate positive individuerà le modalità di gestione forestale più appropriate e sostenibili per incrementare lo stoccaggio del carbonio nelle foreste.
Il Green Deal europeo mira a rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050 e, per rendere giuridicamente vincolante tale obiettivo, la Commissione ha proposto la legge europea sul clima (Reg. UE n. 2021/1119) che fissa anche un ulteriore e più ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Per ottemperare a tali impegni ambiziosi da parte dell'Unione Europea e per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 occorre rettificare alcune proposte legislative in essere, tra cui il Regolamento sulla condivisione degli "sforzi comuni", il Regolamento sull'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura e la Direttiva sulle energie rinnovabili.
Nell'ambito del Regolamento sull'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura vengono proposti obiettivi più ambiziosi per espandere l'assorbimento naturale di carbonio in ambito UE, fondamentale per compensare le emissioni e raggiungere la neutralità climatica.
La Commissione, con l'emanazione del Regolamento n. 2023/839, ha fissato per il 2030 l'obiettivo di assorbimento netto dei gas a effetto serra nel settore LULUCF pari a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti attraverso specifici impegni nazionali. Per l'Italia l'obiettivo di assorbimento transita da - 21 a - 35.8 MtCO2eq[3].
Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica ed incrementare l'assorbimento di carbonio per il settore LULUCF la Commissione ha presentato la Comunicazione sul ciclo del carbonio sostenibile.
La proposta sulla certificazione degli assorbimenti consente di orientare un sostegno più efficace e basato sui risultati verso le attività di sequestro del carbonio nei suoli agricoli e forestali in grado di contribuire al conseguimento di tale obiettivo.
Nella Comunicazione sul ciclo del carbonio sostenibile la Commissione illustra i principi, le azioni a breve e medio termine e le regole necessarie per stoccare l'anidride carbonica in natura con l'impiego di adeguate pratiche di gestione del suolo e di soluzioni tecnologiche innovative.
L'intento dell'Unione Europea è quello di fornire agli Stati membri una regolamentazione univoca a livello europeo che possa sia favorire l'erogazione di finanziamenti pubblici sulla base dei risultati, che promuovere un mercato volontario del carbonio basato su standard rigorosi, trasparenti e verificabili. La proposta promuoverà le tecnologie innovative per la rimozione del carbonio e le soluzioni sostenibili per l'agricoltura del carbonio e contribuirà agli obiettivi climatici, ambientali e di inquinamento zero dell'Unione Europea. Il regolamento proposto, pertanto, migliorerà significativamente la capacità dell'UE di quantificare, monitorare e verificare le rimozioni di carbonio.
Le attività di carbon farming previste dalla Commissione sono suddivise in tre macro - categorie: conservazione permanente (ad es. bioenergie, cattura e stoccaggio del carbonio nell'aria diretta), l'agricoltura del carbonio (agricoltura e silvicoltura) e stoccaggio del carbonio nella produzione (ad es. uso di materiali a base di legno e biochar nelle costruzioni).
Per le attività di agricoltura del carbonio la Commissione ha individuato le pratiche riguardanti il mantenimento dei prati permanenti, l'agroforestazione, l'impiego di colture intercalari e di copertura, la lavorazione dei suoli conservativa, la conversione delle superfici ritirate dalla produzione in prato permanente, la conversione delle terre coltivate in terreni a riposo e il ripristino delle torbiere e delle zone umide.
Infine, la proposta di regolamento definisce quattro criteri, cd. criteri QUALITY, inerenti la quantificazione (le attività di rimozione del carbonio devono essere misurate accuratamente e fornire benefici inequivocabili per il clima), l'addizionalità (le attività di rimozione del carbonio devono andare oltre le pratiche esistenti e quanto richiesto dalla legge), lo stoccaggio a lungo termine (occorre garantire lo stoccaggio permanente del carbonio) e la sostenibilità (le attività di rimozione del carbonio non devono arrecare danni. Infatti, tali attività devono preservare o contribuire a obiettivi di sostenibilità come, ad esempio, l'adattamento ai cambiamenti climatici, l'economia circolare, le risorse idriche e marine e la biodiversità).
La proposta sul ciclo del carbonio sostenibile elaborata dalla Commissione attua in effetti un cambio di paradigma per il settore agricolo: da ruolo passivo e responsabile delle emissioni di gas serra a quello attivo e multidisciplinare in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Tuttavia, si evidenzia l'assenza di una codifica univoca delle metodologie per la misurazione del carbonio sequestrato dai suoli, capacità fortemente dipendente da variabili sito-specifiche come la tessitura del suolo; variabili metereologiche, agronomico-tecniche (ad es. uso del suolo e pratiche attuate dall'agricoltore). Va, inoltre, rilevato che, attualmente, in Italia non è presente un mercato e un registro pubblico dei crediti di carbonio originati dal settore agricolo.
Per quanto concerne il criterio inerente la quantificazione si rappresenta la difficoltà di stima della variazione dei quantitativi di sostanza organica nei suoli a causa dell'elevata anisotropia spaziale del suolo. Di seguito si analizzano le differenti metodologie di stima del carbonio nel suolo. La misura diretta (campionamento) rappresenta la modalità di stima più affidabile ma comporta elevati costi, soprattutto in relazione alle analisi di laboratorio.L'impiego di sensori prossimali necessita ancora di calibrazione e verifica; pertanto, tali sistemi non permettono di ottenere ad oggi un dato del tutto affidabile. Il ricorso a stime basate su immagini da remoto è ancora poco diffuso, mentre le banche dati non sono parimenti disponibili in tutte le regioni italiane e Stati Membri e possono presentare problemi di comparabilità del dato e di aggiornamento.
La proposta della Commissione vorrebbe orientarsi verso l'utilizzo di valori standard e remote sensing al fine di ottenere una quantificazione del carbonio stoccato nel suolo. In particolare, si cita il campionamento areale sull'uso e sulla copertura del suolo (LUCAS, Land Use and Coverage Area frame Survey). A riguardo parrebbe più opportuno adoperare il sistema di monitoraggio della Politica Agricola Comune 2023 - 2027 in quanto, oltre ad essere omogeneo a livello europeo, utilizza dati aggiornati annualmente e ricavati attraverso metodologie certificate (aerofotogrammetria ad alta definizione ed immagini satellitari Copernicus).
Per garantire l'addizionalità occorre delineare una baseline di partenza. Nella proposta di regolamento europeo si indica di voler ricorrere all'utilizzo di una baseline o scenario di partenza o valore di riferimento standardizzato altamente rappresentativo delle attività simili comparabili e in grado di considerare sia le circostanze sociali, economiche, ambientali e tecnologiche; che il contesto geografico e le condizioni locali.
Per quanto concerne lo stoccaggio permanente del carbonio si rappresenta che le pratiche di gestione del suolo agro-ecologiche e conservative non si riferiscono a tecniche in grado di garantire una durata di stoccaggio del carbonio stabile e prolungato nel tempo. Va sottolineato, infatti, che a seconda del contenuto di argilla presente nei suoli, si giunge più rapidamente al livello di saturazione e, conseguentemente, si interrompe l'accumulo di carbonio. Non si può, pertanto, accumulare all'infinito la sostanza organica nei suoli. Si rileva che la capacità di ciascuna pratica agricola di arricchire e migliorare la conservazione di carbonio nel suolo dipende dal periodo temporale considerato.
Inoltre, si rileva che la permanenza nel suolo è sottoposta a dei rischi strutturali come il rischio di rilascio del carbonio dal suolo per eventi naturali incontrollabili (ad es. effetti di eventi meteorologici estremi quali fenomeni erosivi e siccità, incendi boschivi, ecc..) e il rischio di ricollocazione delle emissioni di carbonio su un altro territorio non interessato dall'attività in conseguenza dell'applicazione dell'attività stessa.
Nella proposta di Regolamento l'elencazione delle pratiche agricole in grado di incrementare la sostanza organica del suolo dovrebbe essere esemplificativa e non un sistema definito e suggellato. A riguardo occorre prevedere che le pratiche agricole del carbonio siano strettamente legate a principi agroecologici al fine di incentivare le tecniche agricole olistiche e sostenibili in grado di produrre reali benefici ambientali. Un approccio agroecologico, infatti, non dovrebbe concentrarsi solo su una singola pratica di coltivazione del carbonio ma comprendere una combinazione di tecniche progettate per promuovere la salute generale del suolo e dell'ambiente.
Inoltre, nell'individuazione delle pratiche agricole in grado di incrementare il sequestro di carbonio si rileva l'esclusione delle tecniche di gestione sostenibile degli apporti di sostanza organica (ad es. reflui zootecnici, digestato, compost, ecc.). Il loro coinvolgimento nelle pratiche di assorbimento di carbonio è essenziale, considerando, anche, il ruolo svolto da tali matrici organiche sia in termini di fertilità dei suoli, che per l'incremento di sostanza organica, nonché per il perseguimento degli obiettivi fissati dal Green new deal e dalle Strategie UE in materia di riduzione dell'uso di prodotti chimici di sintesi. Le pratiche inerenti la gestione sostenibile degli apporti organici nel suolo sono in grado di adempiere al criterio della sostenibilità in quanto l'impiego di tecniche di distribuzione della sostanza organica idonee (come, a titolo di esempio non esaustivo, la fertirrigazione, l'iniezione diretta e l'interramento contestuale allo spargimento) permettono di evitare gli impatti inerenti la lisciviazione dell'azoto (eutrofizzazione) e la volatilizzazione degli inquinanti atmosferici (ammoniaca) e dei gas ad effetto serra (metano e protossido d'azoto). Pertanto, l'apporto della sostanza organica è in grado di garantire sia la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, che la transizione verso un'economia circolare, nonché la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento.
In merito alle interconnessioni tra le attività di rimozione del carbonio e la protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi si evidenzia che gli obiettivi raggiunti in termini di biodiversità sono difficili da delineare e monitorare a causa del lasso temporale nel quale si ravvisano i risultati di incremento della sostanza organica nei suoli. Inoltre, non esiste una correlazione univoca tra l'incremento della biodiversità e della sostanza organica e della fertilità. È, infatti, prevista una connessione tra aumento della sostanza organica e quella dei microrganismi presenti nel suolo, ciò non è detto in termini di qualità.
Occorre, infine, considerare il connubio tra condizioni meteo-climatiche, area geografica e pratica adoperata dall'agricoltore. In situazioni di clima caldo-arido gli effetti dei cambiamenti climatici incidono sia sulla modifica del regime delle precipitazioni che sulla diffusione delle pratiche di gestione sostenibile del suolo. Al fine di garantire la produzione agro-alimentare le pratiche agro-ecologiche e conservative devono essere sostituite con quelle tradizionali inerenti l'aratura e la sarchiatura.
Ilaria Falconi e Assunta Amato
CREA
PianetaPSR numero 129 dicembre 2023