L'indagine realizzata da Eurobarometro nel Marzo 2023, su più di 26 mila residenti nei 27 Paesi dell'Unione con caratteristiche socio-demografiche diverse, conferma l'attenzione dei cittadini europei per il benessere degli animali da produzione. Assicurare condizioni di vita decenti per gli animali negli allevamenti è importante per nove intervistati su dieci, molto importante per la maggioranza assoluta.
Più dell'ottanta per cento ritiene che il livello di protezione degli animali in allevamento nel proprio Paese debba migliorare. Più dei due terzi degli intervistati vorrebbe avere migliore conoscenza della modalità di allevamento degli animali.
In particolare per il nostro Paese, i dati indicano che il 90% dei cittadini ritiene importante assicurare agli animali da reddito condizioni di vita decenti e quasi l'80% gradirebbe avere più informazioni sul trattamento degli animali negli allevamenti. L'88% degli italiani sostiene che il benessere degli animali in allevamento dovrebbe essere maggiormente tutelato e più dell'80% si dichiara a favore della limitazione temporale del trasporto di animali vivi a scopi commerciali; inoltre, per quasi il 90% degli intervistati è importante migliorare il benessere degli animali nei macelli aumentando i controlli, anche introducendo telecamere.
Per gli italiani, accanto all'adeguatezza dell'alimentazione, delle strutture e alla disponibilità di spazi tali da consentire agli animali di muoversi, sdraiarsi e alzarsi, è rilevante la preparazione del personale, considerato importante dal 93% degli intervistati (molto importante per il 54%).
Per quanto riguarda le mutilazioni, il 91% degli intervistati italiani le ritiene accettabili solo se necessarie per tutelare la sicurezza degli operatori e comunque da attuare sotto anestesia.
Un aspetto particolarmente significativo è quello legato alla disponibilità a pagare un prezzo maggiore per prodotti derivanti da sistemi di allevamento più attenti al benessere animale. È interessante infatti notare come, in confronto alla precedente indagine realizzata nel 2015 e in controtendenza rispetto alla media europea, diminuiscano di 6 punti percentuali gli italiani che non sono disposti a spendere di più. Addirittura, si registra un aumento di 7 punti percentuali nella percentuale di italiani disposti a pagare fino al 10% in più (tab 1).
Tabella 1: QC13. Lei sarebbe disposto/a a pagare di più per prodotti derivanti da sistemi di allevamento attenti al benessere degli animali? (%)
Inoltre, sempre rispetto al 2015, aumenta in modo consistente (+13%) la percentuale di coloro che dichiarano di conoscere le etichette di prodotti attenti al benessere degli animali (43%) e di coloro che (67% rispetto al precedente 45%) cerca, occasionalmente o spesso, prodotti identificati con etichette "animal friendly". Infine, aumenta anche il numero degli italiani (+12%) che ritiene sufficiente la presenza di prodotti alimentari attenti al benessere animale nei punti vendita.
L'interesse dei cittadini dell'Unione per il benessere degli animali da produzione ha ricevuto in parte accoglienza nei Piani Strategici PAC (PSP) della programmazione 2023-2027; infatti, 27 PSP[1] prevedono un sostegno specifico per il benessere degli animali e il contrasto alla antimicrobica resistenza, per un contributo totale UE di 6,3 miliardi di euro. Le azioni si concentrano sull'aumento dello spazio disponibile (di almeno il 20%, o dal 15% al 20%) in combinazione con il miglioramento delle condizioni di stabulazione (materiale di arricchimento, luminosità, microclima e accesso al pascolo).
Più in dettaglio, 22 piani strategici (esclusi quelli di Vallonia, Danimarca, Lituania, Paesi Bassi e Portogallo) forniscono sostegno per pratiche volontarie destinate a migliorare il benessere degli animali e/o contrastare la resistenza antimicrobica; Grecia, Italia, Lituania, Austria, Polonia, Portogallo, Romania e Slovacchia sostengono pratiche rispettose degli animali e/o la riduzione nell'impiego di antimicrobici attraverso regimi ecologici (ecoschemi); Fiandre, Estonia e Paesi Bassi finanziano il benessere e la salute degli animali attraverso l'intervento di cooperazione (è possibile accedere ai finanziamenti per partecipare all'etichettatura del benessere degli animali o a programmi di eradicazione delle malattie degli animali; l'obiettivo è coinvolgere il 23% di UBA.
In Italia, la strategia del PSP per il B.A. e il contrasto all'antimicrobico resistenza gravita intorno al Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQBNA) con un'articolazione che prevede, a livello nazionale, nell'ambito del Primo Pilastro, l'attivazione dell'Eco-schema 1: Pagamento per la riduzione della antimicrobico resistenza e il benessere animale" e nello Sviluppo rurale l'intervento "SRA 30 Pagamento per il miglioramento del benessere animale" (2,4 miliardi di euro, circa il 7% dell'intero budget), a cui si aggiunge l'intervento SRD02 - investimenti produttivi agricoli per ambiente, clima e benessere animale (azione D). L'interventoSRA-30 è applicabile secondo due diverse modalità: Azione A - Aree di intervento specifiche e Azione B - Classyfarm; è stato attivato da tutte le regioni i ad eccezione di Lombardia, Veneto e P.A. di Trento.
In conclusione, va sottolineato come, invece, rimanga disatteso l'impegno che la Commissione si era assunta nel giugno 2021 di promuovere una normativa per vietare l'impiego di ogni forma di gabbia in allevamento, come avevano richiesto attraverso l'iniziativa End the Cage Age[2] oltre 1 milione e mezzo di cittadini europei. La procedura si è infatti arenata determinando di fatto la mancata presentazione da parte della Commissione della proposta entro il 2023.
Maria Carmela Macrì e Manuela Scornaienghi
CREA PB
PianetaPSR numero 129 dicembre 2023