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frutta a guscio
Filiere

L'esperienza dei progetti integrati di filiera: focus sul settore della frutta a guscio

Il settore è in crescita per produzione e superfici e rappresenta il 2,6% dei progetti finanziati su scala nazionale, pari a circa 22 milioni di euro di risorse finanziate. Tale quota colloca la frutta a guscio tra le prime 10 filiere della graduatoria nazionale.

Nel 2022, la produzione italiana di frutta a guscio ha ripreso, dopo l'interruzione della campagna 2020/21, il suo decennale sentiero di crescita. A livello aggregato (considerando i quattro maggiori prodotti, vale a dire mandorlo, nocciolo, pistacchio e carrubo) si evidenzia un aumento sia delle superfici (+1,4%), sia dei livelli di produzione (+7,6%) rispetto al 2021 (Licciardo, 2023).

Ad un livello di maggior dettaglio, le mandorle (tabella 1), con 74.600 tonnellate di prodotto raccolto, manifestano un incremento dei volumi di produzione del 4,1% rispetto al 2021, quantitativo che, in controtendenza con le ultime annate, fa registrare un recupero per la mandorlicoltura nazionale sempre più oggetto di attenzione da parte dei frutticoltori italiani. Su tale situazione incide, in particolare, la costituzione, negli ultimi anni, di nuovi impianti di mandorlo anche in aree non storiche per la specie come, ad esempio, nel Lazio per il Centro Italia e in Molise e Sardegna al Sud. Puglia e Sicilia confermano essere i territori più importanti per la coltura concentrando il 94% del prodotto nazionale.

Dopo una campagna 2020/21 da dimenticare, in cui la produzione raccolta di nocciole ha fatto registrare uno dei peggiori livelli degli ultimi anni, il 2022 mostra una decisa ripresa per gran parte delle regioni italiane (tabella 1). Nonostante l'anomalo andamento meteorologico, caratterizzato da siccità prolungata e alte temperature, la produzione ha infatti raggiunto le 98.700 tonnellate, volume comunque al di sotto della media nazionale, con un palese sorpasso delle regioni del Sud che, nell'anno in esame, fanno registrare la performance migliore (+34,8%), generata dall'espansione delle rese (+44% circa) e da un modesto incremento della superficie (+0,7%). Un andamento analogo, anche se più contenuto, si osserva anche nelle regioni del Centro, che vedono aumentare i volumi di produzione del 18,2%, mentre negli areali localizzati al Nord si osservano due tendenze di segno opposto: una crescita, benché inferiore a un punto percentuale, nelle regioni del Nord-ovest e una contrazione del 15,5% in quelle del Nord-est.

Gli strumenti di governance collettivi nei PSR 2014-2022

L'integrazione tra attori diversi all'interno della filiera e l'adozione degli strumenti di governance collettiva nell'ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022, ha rappresentato un'opportunità per potenziare la competitività sistemica e conseguire economie di scala e di scopo a livello settoriale. In particolare, il sostegno alla dimensione collettiva riveste un'importanza cruciale nello sviluppo di iniziative volte alla valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità. Tali iniziative possono favorire la remunerazione di risorse specifiche locali, sia di tipo fisico (come le varietà locali) che antropico (come il know-how), promuovendo così percorsi di sviluppo territoriale e forme di diversificazione del reddito (Licciardo & Tarangioli, 2021).

Tra gli strumenti di governance collettiva, la Progettazione Integrata di Filiera (PIF) ha favorito lo sviluppo di iniziative collettive nel settore agricolo, agro-alimentare e forestale. Questa metodologia, introdotta in Italia nel corso della programmazione 2007-2013, si presenta come un approccio sistemico, attingendo alle misure o ai pacchetti di misure del PSR, di norma attivati in maniera individuale. Al contempo favorisce l'integrazione tra soggetti differenti, uniti dal perseguimento di un obiettivo comune di sviluppo descritto in un progetto, a cui corrispondono una serie di interventi individuali[1] delle imprese aderenti.

Il PIF non ha una propria autonomia finanziaria all'interno dei PSR: promuove un percorso di cooperazione che si conclude con la presentazione del progetto (figura 1), mentre il finanziamento è concesso singolarmente a ciascuno dei partner. Si tratta di strumenti fortemente result orientend e meno legati a principi di conformità, come peraltro suggerisce la nuova PAC.

 

Figura 1 - Gli elementi cardine della Progettazione Integrata di Filiera 

Figura 1 - Gli elementi cardine della Progettazione Integrata di Filiera. Fonte: nostre elaborazioni
Fonte: nostre elaborazioni
 

A fine ottobre 2023 sono dieci le Regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Sardegna, Sicilia e Toscana) che hanno finanziato partenariati pubblico-privati. I progetti selezionati, complessivamente 312, riguardano 17 filiere e coinvolgono oltre 6.200 partner tra aziende agricole, OP/AOP, consorzi, enti locali, Università e centri di ricerca. Le risorse pubbliche erogate sui PSR hanno superato gli 831,3 milioni di euro, un valore che comunque tenderà ad aumentare man mano che le procedure amministrative verranno completate nelle due regioni insulari.

Nonostante siano nati partenariati in quasi tutti i settori dell'agricoltura italiana, va notato che le filiere maggiormente organizzate come quella ortofrutticola (65 PIF), lattiero-casearia (53) e quella vitivinicola (38), si sono dimostrate particolarmente attive nella presentazione dei progetti; seguono le filiere cerealicola e olivicola-olearia con, rispettivamente, 30 e 25 progetti (figura 2). Il numero di progetti per Regione è comunque correlato all'approccio adottato dai singoli PSR.

I numeri dei processi di collaborazione attivati per la frutta a guscio

Nel corso della programmazione 2014-2022, quattro Regioni hanno finanziato iniziative di collaborazione nel settore della frutta a guscio: Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna e Toscana (figure 3 e 4).

Nel complesso si tratta del 2,6% dei progetti finanziati su scala nazionale pari a circa 22 milioni di euro di risorse finanziate, che colloca il settore tra le prime 10 filiere della graduatoria nazionale. Ciò dimostra come questa forma di aggregazione stia creando legami anche all'interno di filiere meno tradizionali del Made in Italy agro-alimentare.

 

Figura 4 - I PIF della frutta a guscio in cifre  

Figura 4 - I PIF della frutta a guscio in cifre   Fonte: nostre elaborazioni su dati https://www.reterurale.it/PIF
Fonte: nostre elaborazioni su dati https://www.reterurale.it/PIF
 

Il PSR della Regione Lazio ha sostenuto attraverso i PIF il settore della frutta a guscio con 15,2 milioni di euro, equivalente al 6,3% dell'intera somma erogata a sostegno delle filiere regionali. Si tratta, nello specifico, di quattro progetti che riguardano nocciole, mandorle, castagne e noci.

Nel caso delle nocciole, ad esempio, è stato supportato un progetto sperimentale basato sull'agricoltura integrata applicata al settore corilicolo, volto al miglioramento della qualità dei prodotti in una logica ecocompatibile. Un altro progetto finanziato ha favorito il potenziamento degli impianti di condizionamento e prima lavorazione aziendale (pre-pulitura, essiccatoi, ecc.) mediante interventi di cui alla sottomisura 4.1.1, ma anche l'adozione di impianti di energia da fonte rinnovabile e da biomasse (misure 4.1 e 4.2) così come di impianti di irrigazione a goccia e sub-irrigazione per fronteggiare i cambiamenti climatici.

Segue, per ordine di importanza, la Toscana con due progetti sostenuti per un importo di 3,8 milioni di euro (circa il 3% delle risorse erogate). Per il caso toscano è utile evidenziare la presenza di un PIF sul comparto castanicolo con fulcro nell'area dell'Amiata, ma che ha interessato più province. Il progetto è stato promosso per fronteggiare il Cinipide Galligeno, valorizzando il riccio della castagna attraverso l'estrazione sostenibile di sostanze bioattive e la produzione di cosmetici dermofunzionali. L'altra iniziativa toscana ha riguardato la corilicoltura ed ha visto la partecipazione di Loacker, storica impresa di Bolzano. Il progetto è volto a favorire lo sviluppo di una nuova filiera agro-alimentare mediante la realizzazione di impianti di nocciolo (275 ettari), centri di stoccaggio e di trasformazione della materia prima, al fine di creare una valida alternativa alle coltivazioni tradizionali promuovendo nuove opportunità di reddito alle imprese agricole toscane.  La sostenibilità, la collocazione in Italia[2] e la qualità sono i principi cardine sui cui il PIF punta per garantire l'indipendenza produttiva.  
 
Mediamente un PIF ha un costo pubblico di circa 3 milioni di euro, anche se i finanziamenti accordati variano da un minimo di 1,8 a un massimo di 6 milioni di euro per progetto. Nel caso del comparto della frutta a guscio, ad esempio, il finanziamento pubblico medio è di 2,4 milioni di euro, con un valore massimo di 4,1 milioni nel caso di uno dei progetti laziali e un minimo di 722 mila euro nel caso di un PIF emiliano-romagnolo.
I progetti integrati si caratterizzano per l'attivazione simultanea di più misure finalizzate al raggiungimento di un obiettivo specifico, intorno al quale viene costruito il partenariato. Nel caso della frutta a guscio, lo strumento è stato ideato per favorire la competitività sistemica della filiera (aziende agricole, imprese di trasformazione primaria e secondaria, imprese di commercializzazione, soggetti pubblici, enti di ricerca, ecc.) mediante l'attivazione sinergica di alcune misure[3] a supporto degli investimenti aziendali (4.1.1 "Sostegno agli investimenti nelle aziende agricole finalizzati al miglioramento della redditività", 4.2.1 "Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli", 4.1.3 "Partecipazione alla progettazione integrata da parte delle aziende agricole"), del sostegno alle produzioni di qualità agricole e alimentari (3.1 "Sostegno alla nuova adesione a regimi di qualità", 3.2 "Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno") e della innovazione tecnologica (16.2 "Sostegno a progetti pilota e di cooperazione"). La misura 16.2, in particolare, è finalizzata sia alla verifica e al collaudo di specifiche innovazioni già messe a punto dalla ricerca, sia all'adattamento e all'introduzione di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie già esistenti, anche di quelle collaudate altrove o per filiere differenti da quella oggetto dell'intervento. Tale misura risulta strategica per il raggiungimento degli obiettivi di integrazione e di cooperazione per l'innovazione.

La composizione dei partenariati è molto varia e rispecchia la natura che a essa hanno dato i diversi bandi regionali.

I PIF nel settore della frutta a guscio hanno coinvolto complessivamente 208 soggetti di varia natura. In media, un partenariato è composto da circa 23 attori, anche se la situazione è abbastanza variegata: in Lazio, ad esempio, una sola iniziativa progettuale (https://www.assofrutti.com/) vede coinvolti 41 partner. Le aziende agricole rappresentano circa la metà dei soggetti aderenti (49,5%), seguono le società cooperative (27,9%) e un piccolo gruppo di altri soggetti, tra cui Università ed Enti di Ricerca, consorzi, associazioni di categoria e organizzazioni professionali, la cui funzione è di accompagnare con misure specifiche le attività economiche previste dal progetto di filiera.

Considerato il numero totale di beneficiari, il finanziamento pubblico unitario nel comparto ammonta a 105.404 euro.

 
 

Note

  • [1]  Il PIF è realizzato dai soggetti aderenti a un accordo di filiera, finalizzato alla:
  •       - soluzione delle criticità di filiera individuate;
  •       - gestione integrata di temi come qualità, tutela dell'ambiente, sanità pubblica;
  •       - realizzazione di operazioni nella produzione primaria, nella trasformazione e nella commercializzazione/distribuzione.
  • [2] Il progetto interessa anche altre regioni italiane.  
  • [3] Regolamento 1305/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).
 
 

Bibliografia essenziale

  • Cremaschi M. (2001), I progetti integrati opportunità e vincoli. Quaderni di Sviluppo Locale Formez. Donzelli Editore, Roma.
  • Licciardo F. (2023), La frutta a guscio, in A.A. (2023), Annuario dell'agricoltura italiana 2022 LXXVI, CREA, Roma. ISBN: 9788833853246;
  • Licciardo F., Tarangioli S., Perinotto M., Gloria R. (2023), L'unione fa la forza, Terra è vita, n. 37/2023, pp. 4-7;
  • Licciardo F., Tarangioli S. (a cura di) (2021), La cooperazione agroalimentare in Italia: un caleidoscopio di opportunità. PSRhub, Rete Rurale Nazionale 2014-2020, Mipaaf, Roma. ISBN: 9788833851440.
  • Papaleo A. (2021), Il PSR Lazio finanzia nuove filiere organizzate per superare limiti strutturali ed organizzativi, PianetaPSR n.99, febbraio 2021, Roma, ISSN 2532-8115.
  • Tarangioli S. (2012) (a cura di), L'approccio integrato nei PSR 2007-2013, Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Mipaaf, Roma.
  • Tarangioli S. (2019), L'integrazione e le azioni collettive della politica di sviluppo rurale nella Pac post 2020, Agriregionieuropa anno 15 n°56, Mar 2019.
 
 

F. Licciardo, M. Perinotto
CREA - PB

 
 

PianetaPSR numero 130 gennaio 2024