Il XXI Rapporto Ismea-Qualivita, presentato lo scorso 18 dicembre a Roma, ci restituisce la fotografia relativa al 2022 di un "made in Italy" Dop e Igp ancora una volta in crescita nonostante le varie crisi ed emergenze che hanno contraddistinto l'ultimo triennio ed hanno colpito particolarmente il settore agroalimentare.
L'Italia si conferma il primo paese al mondo per numero di denominazioni con 855 prodotti Dop, Igp e Stg: 326 per il cibo e 529 per il vino.
Il sistema delle IG conta 296 Consorzi autorizzati dal Masaf (168 per il cibo e 128 per il vino) e oltre 195.000 mila operatori (oltre 85.000 per il cibo e quasi 110.000 per il vino), ai quali fanno capo un numero di rapporti di lavoro, stimati in 580 mila unità nella fase agricola e 310 mila nella fase di trasformazione, e genera un valore alla produzione che per l'anno in oggetto supera i 20 miliardi di euro, che contribuiscono per il 20% al fatturato complessivo dell'agroalimentare italiano. Il comparto vitivinicolo, con oltre 11 miliardi di euro (+5% rispetto al 2021), traina la crescita in valore dell'intero settore, seguito dal comparto cibo che sfiora i 9 miliardi di euro (+9% rispetto al 2021).
Sui mercati esteri, le Dop e le Igp agroalimentari e vitivinicole sfiorano i 12 miliardi di euro (+8% sul 2021). Anche in questo caso, il comparto vitivinicolo rappresenta la "fetta" più ampia della torta con i suoi quasi 7 miliardi di euro destinati principalmente ai Paesi Extra-UE (62%). La filiera del cibo guadagna un +6% in un anno raggiungendo quasi 5 miliardi di euro di cui il 60% proviene dal mercato UE (con la Germania primo paese di esportazione sia nel cibo che nel vino) ed il 40% dal mercato Extra-UE (qui sono gli Stati Uniti ad essere il primo paese di esportazione sia per il cibo, sia per il vino).
La classifica dei primi 15 prodotti per valore alla produzione del comparto Cibo vede il ritorno in cima alla graduatoria del Grana Padano Dop con 1,73 miliardi di euro e, in seconda posizione, il Parmigiano Reggiano Dop che si attesta su 1,72 miliardi di euro. Sul podio anche il Prosciutto di Parma Dop con 932 milioni di euro. Bene anche la Mozzarella di Bufala Campana Dop e l'Aceto Balsamico di Modena Igp, al quinto posto. Un grande balzo in avanti lo compie il Pecorino Romano Dop che si attesta in sesta posizione con un incremento del 25%.
Per quanto riguarda invece il comparto vitivinicolo, dopo l'aumento del 2021, la produzione di vino imbottigliato Dop Igp si porta a 26 milioni di ettolitri, in calo rispetto all'anno precedente (-4%). I dati in valore mostrano, invece, sulla base delle ultime stime aggiornate, oltre alla crescita per il vino imbottigliato anche una crescita del valore dello sfuso che raggiunge i 4 miliardi (+13% su base annua). Tra le prime 10 denominazioni, il Prosecco Dop registra il maggior incremento (+29%) e si conferma di gran lunga il primo vino italiano per valore alla produzione superando abbondantemente il miliardo di euro. Seguono il Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Dop (+28%) con un valore di 239 milioni di euro e il Delle Venezie Dop con 188 milioni di euro ed una crescita superiore al 2%.
A livello territoriale, per il secondo anno consecutivo, crescono 18 regioni su 20 ed è interessante notare come gli oltre 20 miliardi di euro del valore alla produzione della Dop economy siano distribuiti sull'intero territorio nazionale coinvolgendo tutte le 107 province italiane. Il Nord-Est è l'area geografica che contribuisce maggiormente al valore prodotto (55%) grazie, soprattutto, al fatturato Dop e Igp di Veneto ed Emilia- Romagna che occupano il primo e secondo posto nella classifica delle regioni per impatto economico. La crescita maggiore è invece attribuibile al Nord-Ovest (+12% rispetto al 2021), trainato da Piemonte e Lombardia che guadagna il terzo posto della classifica regionale. Il Centro Italia sfiora i 2 miliardi di euro e guidato dalla Toscana (quinta regione per valore economico), segna un +4% sul 2021, mentre l'area "Sud e Isole", dopo gli importanti incrementi registrati nel 2020 e nel 2021, raggiunge i 3 miliardi di euro, grazie alla Campania, Puglia e Sardegna. Nella classifica delle province al primo posto troviamo Treviso che sfiora i 2,2 miliardi di euro di valore alla produzione, seguito da Parma, 1,7 miliardi di euro e Verona con un valore di quasi 1,5 miliardi di euro.
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2023, secondo i dati dell'Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, mette in evidenza che i prodotti Dop e Igp caratterizzano sempre di più il carrello della spesa degli italiani. Infatti, le vendite dei principali prodotti IG a peso fisso e variabile nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro (+3% su base annua) distribuiti tra cibo (66%) e vino (34%). Questo andamento caratterizza anche i primi 9 mesi del 2023 durante i quali si è registrato un incremento dell'8% su base annua. Cresce la rilevanza del canale Discount per una fetta significativa di prodotti DOP e IGP, soprattutto per vino, olio e altri prodotti non freschi. Rimane forte, pur se in calo, l'incidenza delle vendite in promozione per i prodotti IG nella GDO (22% nel 2022), quasi sempre superiore a quella dei prodotti generici.
Le produzioni di qualità agroalimentari si dimostrano ancora una volta un modello produttivo "vincente", espressione di realtà territoriali che sanno coniugare elementi economici, ambientali e sociali, confermando l'importanza strategica delle Dop Igp come fattore di sviluppo economico territoriale e come guida nell'evoluzione dell'agroalimentare Made in Italy.
Roberta Buonocore Massimo Paschino
ISMEA
PianetaPSR numero 130 gennaio 2024