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Agricoltura sociale

Lo stato dell'arte dell'Agricoltura Sociale in Sardegna: presentati i primi risultati del progetto di monitoraggio delle politiche di agricoltura sociale nel territorio regionale.

L'identikit aggiornato delle aziende agricole sarde che scelgono la via dell'AS. 

Lo scorso martedì 12 dicembre 2023 si è tenuto, presso la sala convegni dell'Hotel "L'anfora" di Tramatza (OR), il convegno dal titolo "Lo stato dell'arte dell'Agricoltura Sociale in Sardegna", in cui sono stati presentati i primi risultati del progetto di monitoraggio delle politiche di Agricoltura Sociale nella Regione Sardegna, finanziato dall'agenzia regionale AGRIS[1].

Il progetto sviluppato a partire dal 2021 attraverso un piano operativo di ricerca concordato tra Agris e le due società autori della ricerca (Centrale Valutativa e Idea2020) ha tra gli obiettivi principali quelli di ricostruire il quadro delle politiche regionali (e dei fondi) che sono state implementate a favore dell'agricoltura sociale, identificando i nodi più influenti (i portatori di interesse), i beneficiari dei fondi e i principali destinatari dei progetti e dei servizi finanziati .Il progetto individua contemporaneamente anche gli approcci metodologici più idonei per esplorare gli effetti delle politiche sui soggetti chiave (fattorie sociali iscritte all'albo), identificando gli strumenti per l'acquisizione dei dati e la restituzione delle informazioni al livello di analisi più idoneo (territoriale e tematico) in modo da riuscire a monitorare e valutare l'evoluzione degli effetti delle politiche nel tempo.

La prima fase della ricerca, presentata dal Prof. Senni (Idea2020), è stata condotta tramite analisi desk dei dati primari, successivamente approfondita attraverso un questionario somministrato in modalità CATI[2]  alle fattorie sociali iscritte all'albo regionale della multifunzionalità della Regione Sardegna. L'albo è costituito da 29 aziende, 23 delle quali hanno risposto all'indagine sullo stato dell'arte dell'attività sociale praticata, necessaria al fine di identificare una rosa di aziende che potrebbe essere inclusa attivamente nel percorso di monitoraggio e valutazione. L'analisi sulle 23 aziende che praticano a diverso titolo l'agricoltura sociale in Sardegna è stata condotta evidenziando anche i parametri oggettivi delle stesse come ad esempio le forme giuridiche, la dimensione media economica e di SAU, i metodi di produzione, le attività agricole, il grado di diversificazione, il numero di addetti presenti compresi quelli dedicati alle attività sociali. Inoltre, è stato indagato anche il grado di operatività delle fattorie sociali intervistate in cui si evidenzia che il 17% non ha ancora iniziato le attività, il 26% pratica l'agricoltura sociale in maniera continuativa, il 22% in maniera periodica e il 17% ha sospeso le attività. Si noti, inoltre, che il 23% ha avviato l'attività a seguito di un finanziamento ma parallelamente il 71% ha però realizzato investimenti connessi con l'attività di agricoltura sociale, con mezzi propri o attraverso bandi regionali.

Figura 1 - Stato di operatività delle fattorie sociali al primo semestre 2022   Fonte: Centrale Valutativa, Idea2020 (2022)
Figura 1 - Stato di operatività delle fattorie sociali al primo semestre 2022 Fonte: Centrale Valutativa, Idea2020 (2022)

La ricerca ha anche indagato sulle diverse tipologie di servizi offerti nelle aziende agricole isolane, rappresentati principalmente dallo svolgimento di iniziative educative, assistenziali, formative e inserimento socio-lavorativo di lavoratori svantaggiati, mentre i soggetti che beneficiano delle attività sociali sono principalmente minori e categorie protette, seguite dai disoccupati e dagli anziani.

Le maggiori criticità emerse per lo sviluppo dell'agricoltura sociale in Sardegna sono imputabili sia alla burocrazia, che si concretizza con tempi lunghi e pesanti adempimenti necessari allo svolgimento delle attività sociali, sia alla mancanza di cultura specifica nei diversi livelli (Comuni, Province, Unioni dei Comuni, etc) degli interlocutori pubblici (agricoltura, servizi sociali, istruzione, etc). Inoltre, come più volte segnalato anche a livello nazionale, sono aspetti di criticità la mancanza di continuità temporale nelle progettualità e la scarsa attenzione verso i partenariati progettuali che spesso sono relegati ad un ruolo di secondo piano sia sotto l'aspetto decisionale, sia sotto l'aspetto del riconoscimento economico.

La ricerca si è spinta oltre l'analisi dell'albo regionale della multifunzionalità e ha individuato, tramite registri regionali e nazionali delle cooperative sociali, 30 cooperative sociali agricole o con attività prevalente in agricoltura. In particolare, di queste 30 cooperative, 3 sono iscritte anche all'Albo Regionale della multifunzionalità nella sezione delle fattorie sociali, 13 sono le cooperative sociali che non sono iscritte come fattorie sociali, ma sono presenti nell'Albo regionale delle cooperative sociali con attività prevalente in agricoltura e altre 14 sono le cooperative sociali iscritte soltanto all'Albo nazionale delle cooperative, con sede sul territorio regionale e che presentano l'indicazione "cooperativa sociale agricola". 

Oltre alle informazioni presenti nei diversi albi, sono stati intervistati attraverso questionario online una serie di testimoni privilegiati della provincia di Nuoro: rappresentanti di organizzazioni di categoria in agricoltura, funzionari delle PP.AA. e degli EE.LL. coinvolti (Istituti di pena, servizi sociali a scala comunale), Direzione Servizi sociali dell'Ass.to alla Sanità/ATS, rappresentanti di Centrali cooperative, Agenzie regionali in agricoltura (Laore, Argea), rappresentanti del mondo produttivo agri-sociale (sia gli operatori agricoli a vario titolo che le cooperative sociali B che praticano attività di cui alla LR 11/95), organizzazioni di garanzia e credito in agricoltura, Gruppi di azione Locale (GAL).

Queste informazioni mostrano come l'agricoltura sociale in Sardegna presenta diversi livelli di conoscenza e notorietà, dove accanto alle aziende agricole che svolgono agricoltura sociale sono presenti anche altri soggetti che a vario titolo contribuiscono allo sviluppo di servizi alla persona nelle aziende agricole regionali.

La seconda parte della ricerca, presentata dal Dott. Tenna (Centrale Valutativa),.si è concentrata sulle attività di costruzione di un modello di monitoraggio delle fattorie sociali, sugli strumenti utilizzati e sulla presentazione delle future attività di progetto del 2024.

Questa fase del lavoro è stata realizzata tramite interviste strutturate alle aziende "agrisociali" con lo scopo di analizzare e identificare le fattorie sociali iscritte all'albo regionale della multifunzionalità che fossero idonee per avviare le attività monitoraggio. Il modello di monitoraggio proposto si basa su una batteria di «indicatori» sensibili alle politiche e al contesto con l'obiettivo finale di restituire periodicamente una visione dello stato di salute delle fattorie sociali oggetto di indagine. Le dimensioni oggetto di monitoraggio sono il modello di gestione, l'utenza e la sostenibilità che sono "valutate" attraverso una serie di indicatori specifici per ogni dimensione.

Attraverso la combinazione dei diversi indicatori delle suddette dimensioni è possibile ottenere una visione di sintesi a livello di singola azienda, condividendo con l'imprenditore il livello di sostenibilità dell'azienda, identificare punti di forza e debolezza e soprattutto supportare la fattoria sociale nel definire una strategia di azione e identificare il percorso evolutivo aziendale.

Figura 2: Cruscotto sullo stato di salute dell'agricoltura sociale sarda Fonte: Centrale Valutativa, Idea2020 (2023)
Figura 2: Cruscotto sullo stato di salute dell'agricoltura sociale sarda Fonte: Centrale Valutativa, Idea2020 (2023)
 

Le informazioni raccolte in questa fase sono valorizzate su apposite dashboard interattive navigabili a cui accedere tramite il sito web di progetto (http://www.agrisociale-sardegna.it).

La giornata è proseguita con la presentazione del contesto regionale delle politiche di welfare ed in particolare del ruolo dei Piani Locali Unitari dei Servizi (PLUS) e le connessioni con l'agricoltura sociale, a cura del Dott. Canu (Centrale Valutativa). In particolare, il PLUS è un documento per la gestione unitaria e associata dei servizi socioassistenziali sanitari (L R n 23 2005 art 20) in cui sono descritte le attività di programmazione, realizzazione e valutazione dei servizi e delle prestazioni volte a favorire il benessere delle persone e delle famiglie che si trovino in situazioni di bisogno sociale, esclusi gli interventi predisposti dal sistema sanitario, previdenziale e di amministrazione della giustizia. 

In Sardegna sono presenti 25 PLUS, finanziati dalla Regione attraverso il Fondo regionale per il sistema integrato dei servizi alla persona, localizzati in territori definiti omogenei e all'interno dei quali i comuni che ne fanno parte individuano un ente capofila (Comune o Unione dei Comuni o Comunità Montana) presso il quale viene istituito l'Ufficio di Piano. Nei PLUS di Iglesias, Oristano e Sorgono sono stati organizzati tre workshop tematici con i soggetti pubblici e privati afferenti a diversi ambiti PLUS per realizzare un'analisi SWOT e capire il possibile ruolo dell'agricoltura sociale. In generale è emerso come l'agricoltura sociale, se pensata e realizzata in maniera continuativa ed efficiente, potrebbe contribuire a mitigare le principali criticità che sono emerse durante i workshop (disgregazione sociale dovuta allo spopolamento, isolamento da area interna, perdita dei saperi agricoli tradizionali, etc.).

L'ultima presentazione della giornata, a cura della Dott.ssa Sitzia, ha riguardato invece le attività dell'Agenzia Agris sui temi dell'agricoltura sociale che, a partire dal 2017 con il protocollo d'intesa con la Caritas diocesana di Cagliari ha messo la ricerca scientifica al servizio della società e successivamente ha proseguito con altri progetti locali specifici (terre ritrovate) e su cui l'agenzia ha intenzione di investire ancora.

In particolare, è previsto il finanziamento di 8 progetti pilota di agricoltura sociale che si basino su partenariati pubblico-privato e utilizzino la co-progettazione come strumento progettuale, anche sostenuti attraverso azioni dedicate da parte dell'Agenzia che comprendono il supporto e accompagnamento tecnico e formazione specifica su temi inerenti la produzione e la trasformazione, marketing del prodotto etico, individuazione canali di vendita privilegiati, creazione di reti di impresa.

L'evento si è concluso con un momento di discussione guidato che ha visto intervenire oltre ad Agris, gli autori della ricerca e l'Assessorato all'Agricoltura della Regione Sardegna, anche i rappresentanti del CREA-PB Sardegna, dell'Agenzia Laore Sardegna[3]  e Anci Sardegna, in cui è emerso ancora una volta come le attività di agricoltura sociale, se ben co-progettate e accompagnate anche dai soggetti pubblici, possano contribuire a trovare soluzioni innovative di welfare generativo per persone svantaggiate presenti in territori che progressivamente stanno perdendo servizi alla persona, luoghi di aggregazione, tradizioni agricole e presentano preoccupanti dinamiche di spopolamento.

 
 

Note

 
 

Bibliografia

 
 

Fabio Muscas
Valentina Carta

 
 

PianetaPSR numero 130 gennaio 2024