Il settore delle piante officinali sta mostrando, negli anni più recenti, segni di particolare vivacità e sviluppo, facendo osservare un crescente interesse tra le imprese agricole come produzione complementare o alternativa (Licciardo et al, 2023), grazie anche alle sue numerose modalità di impiego legate alla diffusione della nutraceutica e dell'economia circolare, nonché all'aumento della domanda di prodotti naturali da parte dei consumatori (Assirelli, 2023).
È quello che emerge, inoltre, dalle analisi e dal confronto territoriale svolti attraverso il progetto MEdicinal PLAnts in a SUstainable Supply chain. Experience of land-use practices (MEPLASUS), nel cui ambito sono state realizzate attività di analisi, incontri formativi e scambi di conoscenze/esperienze tra i diversi attori dell'AKIS delle piante officinali, nello specifico, in Basilicata (Cristiano et al., 2023; Verrascina et al., 2023).
La continua evoluzione del settore e l'elevata varietà di specie presenti, che implicano diverse tipologie di gestione e raccolta della coltura, rendono tale comparto fertile per l'introduzione di innovazioni, realizzate anche con l'ausilio di strumenti messi in campo dalla programmazione comunitaria.
In particolare, si è analizzato il contributo dato alle piante officinali da parte dei Gruppi Operativi (GO) del PEI-AGRI, attuati nel periodo di programmazione 2014-2022, che hanno consentito l'attuazione di processi di cooperazione multi-attore finalizzati alla risoluzione di problematiche e opportunità di sviluppo.
Tra gli oltre 730[1] GO attualmente approvati in Italia, 10 progetti hanno interessato aziende che coltivano piante officinali e aromatiche. Tali GO, distribuiti in 6 Regioni (Figura 1), hanno investito un ammontare di risorse complessive pari a circa 3,5 Mln di euro.
Le filiere interessate dalle innovazioni introdotte dai GO della filiera delle piante officinali sono destinate alle coltivazioni vegetali (orticole, florovivaistiche e industriali) ad esclusione di un progetto attinente al settore lattiero caseario e riguardano sia i prodotti (nuovi prodotti e/o migliorati) che i processi (tecniche di coltivazione, di raccolta, lavorazione ed estrazione degli olii essenziali) (Figura 2).
In particolare, le innovazioni mirano, prevalentemente, all'introduzione di prototipi di macchinari e tecnologie applicabili alle diverse fasi di produzione delle piante officinali e, soprattutto, all'estrazione degli olii essenziali e dei principi attivi (Figura 3).
I risultati attesi dalle innovazioni sono fortemente legati alla tutela della biodiversità, all'aumento della redditività e della produttività dei prodotti e delle coltivazioni, al risparmio idrico e alla difesa da malattie e infestanti.
Più nel dettaglio, le innovazioni di processo sono più frequentemente connesse ad aspettative relative alla messa a punto di specifici protocolli di processo e di gestione delle produzioni, alla tutela della biodiversità delle specie autoctone in chiave identitaria dei territori, al contrasto alle malattie e infestanti (es. peronospora del basilico), alla migliore gestione del suolo, a cui è connesso l'obiettivo del risparmio idrico, e alla massimizzazione delle rese produttive.
Mentre, dalle innovazioni di prodotto ci si attende, principalmente, di incrementare la redditività delle produzioni, di diversificare le produzioni aziendali in chiave di aumento della redditività e di offerta turistica dei luoghi di origine, di migliorare la qualità dei prodotti ai fini di un migliore posizionamento sui canali di distribuzione e commercializzazione, di rispondere più adeguatamente alle nuove esigenze dei consumatori ma, anche, di rafforzare la qualità dei prodotti in chiave di salute dei consumatori (Figura 4).
In termini di composizione del partenariato, gli attori complessivamente coinvolti nei GO sono 84, prevalentemente rappresentati dal comparto produttivo (56%) e, a seguire, da quello dell'Università (12%) e della consulenza specializzata (8%) (Figura 5).
Di fatto, il comparto della ricerca e quello dell'università sono presenti, talvolta anche congiuntamente, su tutti i GO, e principalmente con funzioni di:
I soggetti portatori di servizi di consulenza specializzata per il settore agroalimentare (8%) riguardano la promozione di cultura e patrimonio locali (es. branding), il marketing (es. commercio online), la finanza agevolata, l'innovation brokering e la facilitazione delle dinamiche partenariali, e i servizi tecnici per l'innovazione, la R&S agroalimentari, incluse le analisi di laboratorio, la trasformazione, smielatura, igiene - sicurezza alimentare e piani di autocontrollo. Essi sono tutti (7) soggetti che operano sull'intero territorio nazionale, partecipando anche ad altri GO non specializzati nell'innovazione in materia di piante officinali (Cristiano et al, 2023).
I due soggetti afferenti al settore dell'industria operano, in particolare nella farmaceutica, nella produzione di olii essenziali e cosmetica naturale e nella produzione di energia e biomasse.
Inoltre, gli enti di formazione svolgono attività di diffusione delle conoscenze, disseminazione delle innovazioni presso gli stakeholder e i consumatori.
Come evidenziato dai recenti studi e progetti menzionati in questo articolo, la filiera delle piante officinali sta attraversando una fase di particolare crescita che, tuttavia, necessita di forme diverse di supporto specifico, in termini di infrastrutture di ricerca, backoffice e servizi di consulenza agricola e servizi specializzati (fornitori di input, servizi specializzati di certificazione, estrazione di oli, etc.). Queste dovrebbero essere organizzate in maniera sinergica e complementare, orientate da un approccio olistico di assistenza e accompagnamento delle imprese che decidono di introdurre produzioni di piante officinali, tese a rafforzare le competenze locali nei diversi territori, la costruzione di sistemi di rete a livello nazionale/trans-territoriale, nell'ottica di favorire lo sviluppo di innovazioni, soprattutto attraverso percorsi di tipo collaborativo, lungo le diverse filiere delle piante officinali.
Il quadro attuale delle innovazioni messe in atto dai GO mostra una ampia varietà di attori aderenti a tali processi collaborativi, con una spiccata presenza imprenditoriale, sinonimo di innovazioni fortemente farmers' based e disegnate sui fabbisogni del mondo produttivo. Rispetto ad altri comparti, inoltre, la diversificazione degli attori appare accompagnata da una chiara definizione dei ruoli dei partner e una equilibrata suddivisione dei contributi all'interno dei progetti di innovazione.
I servizi di consulenza svolgono spesso funzioni di innovation brokerage a livello trans territoriale/regionale, connettendo le conoscenze e le competenze dei diversi attori. I consulenti, infatti, hanno a disposizione background di competenze scientifiche e tecniche, anche ben solide, sul singolo tipo di pianta (zafferano, basilico, lavanda, rosmarino, origano, etc.) ma, difficilmente, esprimono saperi locali, legati alle specificità delle coltivazioni e delle dinamiche di rete proprie dei diversi territori.
Le filiere delle piante officinali in Italia beneficiano, inoltre, di infrastrutture di ricerca e innovazione importanti e di portata internazionale, che forniscono servizi di assistenza specializzata lungo le diverse fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione.
Pertanto, per sfruttare appieno il potenziale di crescita della filiera delle piante officinali, è fondamentale prevedere un sostegno orientato alla crescita di competenze diffuse e specializzate sulle produzioni dei vari territori e la loro messa in rete, nonché alla promozione di collaborazioni tese a sviluppare innovazioni tailor-made per i produttori.
Simona Cristiano, Valentina Carta, Maria Assunta D'Oronzio
CREA PB
PianetaPSR numero 130 gennaio 2024