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foto di campo FERTY: Feed fertilization crops and energy
Sostenibilità

CLIMATE FARM DEMO: un progetto europeo per raggiungere la neutralità carbonica

Un network europeo di aziende dimostrative pilota per lo sviluppo e l'implementazione di azioni di "Climate smart agriculture" per il raggiungimento della neutralità carbonica.

Le politiche agroalimentari europee si sono fortemente legate alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (sostenibilità economica, sociale ed ambientale). Al contempo, il sistema alimentare dovrà affrontare le sfide caratterizzanti la nostra epoca ed inerenti al connubio tra la sicurezza alimentare, la crescita demografica, il sostegno al reddito degli agricoltori e la sostenibilità ambientale. Tuttavia il settore agricolo, oltre a garantire la produzione di cibo sano e nutriente per una popolazione mondiale in forte crescita, è in grado di eradicare la povertà, migliorando le condizioni socio-economiche degli imprenditori agricoli coinvolti in questo settore e favorendo lo sviluppo dell'economia rurale, e di presidiare il territorio evitando i fenomeni di abbandono delle terre e di dissesto idrogeologico. Parallelamente, è necessario agire per ridurre l'impatto del sistema alimentare in termini di impoverimento delle risorse naturali, di emissioni di gas serra e di inquinanti che sono fattori di rischio per la produttività agricola e per la sicurezza alimentare. 

A partire dal 2010, la FAO ha introdotto il concetto di Climate-smart agriculture, con l'obiettivo di favorire un approccio integrato alle sfide della sicurezza alimentare, dello sviluppo sostenibile e del cambiamento climatico. Questo modello incoraggia l'adozione di pratiche e politiche agricole che possano contribuire contemporaneamente a tre obiettivi: aumentare, in maniera sostenibile, la produttività e il reddito dei produttori agricoli, migliorare la resilienza degli agricoltori e ridurre l'impatto dell'agricoltura sul clima e sulle risorse naturali per limitare il riscaldamento globale a 2°C come stabilito dall'Accordo di Parigi.

 

Il progetto CLIMATE FARM DEMO

Il progetto di ricerca CLIMATE FARM DEMO "A European-wide network of pilot farmers implementing and demonstrating climate smart solutions for carbon neutral Europe" (https://climatefarmdemo.eu), della durata di 7 anni (1 Ottobre 2022-30 Settembre 2029) è coordinato dall'Institut de l'Elevage (IDELE) francese e prevede il coinvolgimento di 24 paesi europei, due paesi associati, la Svizzera e 80 partners (enti pubblici di ricerca, università, enti privati e aziende private).I partner italiani del progetto sono il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) con due Centri di Ricerca (Zootecnia e Acquacoltura e Politiche e Bioeconomia), l'Associazione Italiana Allevatori (AIA), il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia e l'Apo Conerpo, l'organizzazione di produttori ortofrutticoli di Bologna. 

L'obiettivo principale è quello di costituire una rete di aziende dimostrative pilota (Pilot demo farmers-PDF) che siano disposti ad adottare o a incrementare/perfezionare pratiche agricole in grado di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e allo stoccaggio del carbonio nel terreno per favorire la "Climate Smart Agriculture (CSA)" in tutta Europa. L'adozione di tali tecniche potrebbe consentire di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, come previsto dal "Climate Target Plan" dell'UE, e di raggiungere la neutralità climatica nel 2050. 

Pertanto, il progetto adotta un approccio multi-attoriale (Rivera et al., 2005) che favorisce l'interazione tra le aziende pilota, i loro consulenti specializzati in temi climatici, e gli attori coinvolti (ad es. formatori, organizzazioni ambientali, associazioni di categoria, decisori politici, amministrazioni nazionali e regionali, ecc.), contribuendo allo stesso tempo allo sviluppo del Sistema di conoscenza e innovazione in agricoltura (Agricultural Knowledge and Innovation System-AKIS) non solo a livello regionale, ma anche nazionale ed europeo. Questo approccio multi attore favorirà lo scambio e la condivisione della conoscenza scientifica e tecnica e porterà allo sviluppo di soluzioni di Climate Smart Farming (CSF) per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. 

Per favorire l'adozione, lo sviluppo e la replicabilità di tali pratiche da parte delle aziende agricole, ogni partner del progetto supporterà le aziende dimostrative pilota durante la loro applicazione e contribuirà alla realizzazione dei meccanismi di remunerazione adeguati che sosterranno gli agricoltori nella loro transizione sistemica. Lo sviluppo di queste nuove pratiche agricole sarà realizzato in 10 Living Labs (LL) distribuiti in tutta Europa e i risultati ottenuti saranno poi diffusi tra le aziende pilota. Nell'ambito del progetto sarà implementata un'ambiziosa strategia di comunicazione e divulgazione per favorire l'ampia diffusione e adozione dei risultati ottenuti sia a livello europeo che nazionale. 
Gli interlocutori principali del progetto sono gli imprenditori agricoli, perché a loro spetterà il compito di adottare le pratiche di CSF. Pertanto, nella fase di preparazione della proposta progettuale i partner del progetto si sono attivati per coinvolgere il maggior numero di aziende agricole. Infatti, sono state coinvolte 1500 aziende agricole appartenenti ai settori produttivi: allevamento, ortofrutta e produzione agricola (aziende specializzate nella produzione di seminativi). Nell'ambito del progetto sarà valutata l'efficacia dell'applicazione delle pratiche di CSF in termini di miglioramento dell'impatto ambientale, nonché l'impatto economico sulla redditività delle aziende che ne deriva e sarà evidenziato il contributo che gli agricoltori forniranno per il raggiungimento degli obiettivi climatici europei previsti per il 2030.

Figura 1 Struttura del networking nazionale.
Figura 1 Struttura del networking nazionale.

L'adozione delle pratiche di CSF sarà favorita dalla realizzazione di una rete europea e nazionale di aziende agricole costituita da: aziende agricole dimostrative che applicheranno le tecniche di CSF e ospiteranno eventi dimostrativi volti a divulgare le conoscenze acquisite; aziende sperimentali che avranno il compito di testare le nuove strategie di CSF, e dalle aziende sensibili al tema della sostenibilità ambientale e dell'innovazione tecnologica, definite "faro",   che si assumeranno i rischi dell'applicazione tali tecniche (Figura n. 1). 

Il monitoraggio e la valutazione delle attività della rete permetteranno di (i) redigere delle linee guida e delle raccomandazioni volte sia a supportare l'attività dell'AKIS a livello europeo, nazionale e regionale, che a stilare una lista di pratiche di CSF che possano essere applicate; (ii) definire una metodologia di calcolo da applicare per stimare la percentuale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; (iii) di individuare dei criteri da adoperare per la formazione dei tecnici e consulenti che supporteranno le aziende nel processo di transizione verde.

L'individuazione di un Piano di Mitigazione e Adattamento ai cambiamenti climatici (AMP) da parte di ciascuna azienda permetterà di monitorare i progressi ottenuti in termini di riduzione delle emissioni climalteranti. 
Il funzionamento delle reti nazionali sarà assicurato anche dalle reti già esistenti come, a titolo di esempio, quelle costituite nell'ambito dei progetti nazionali o comunitari dai Gruppi Operativi attivati nell'ambito del Partenariato Europeo per l'Innovazione per la produttività e la sostenibilità agricola (PEI-AGRI).

Lo scambio della conoscenza che si realizzerà nell'ambito dell'approccio multi-attore sarà favorito dall'organizzazione di 4500 eventi dimostrativi in tutta Europa che avranno, anche, lo scopo di diffondere i risultati ottenuti da ciascuna azienda agricola. 
Nell'ambito del progetto potranno essere sviluppate delle nuove pratiche di CSF grazie a un processo di co-creazione che si realizzerà nei 10 LLs. Questo processo riguarderà 12 aree tematiche inerenti le principali misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici che favoriranno la riduzione dell'impatto ambientale e l'aumento dello stoccaggio del carbonio nel suolo come la gestione dei pascoli e delle colture, la produzione di foraggio, la gestione del suolo e la biodiversità, l'agroforestazione , il comparto energetico, la produzione di biogas, la gestione delle risorse idriche; la gestione dell'allevamento, lo stoccaggio e lo spandimento dei reflui zootecnici e del digestato, l'utilizzo di additivi per la riduzione del metano derivante dalla fermentazione enterica e il meccanismo di remunerazione.

L'applicazione di queste strategie di CSF non può prescindere dalla presenza di un adeguato sistema di remunerazione pubblico e/o privato in grado di supportare gli agricoltori nel processo di transizione verde. Tale attività premetterà di redigere delle linee guida, in aggiunta a quelle precedentemente sopracitate, relative all'applicazione del meccanismo di Monitoring reporting and verification (MRV), alla base della compensazione e delle raccomandazioni per la definizione delle politiche a livello europeo e nazionale che possano favorire la transizione verso pratiche di CSF.

 

Il ruolo del CREA

Nell'ambito del progetto CLIMATE FARM DEMO, il CREA si occuperà della costituzione della rete nazionale di 130 aziende pilota dimostrative allo scopo di: (i) favorire lo scambio di conoscenze e di innovazioni per lo sviluppo di un' agricoltura più resiliente ai cambiamenti climatici; (ii) valutare insieme agli altri partners italiani, l'effetto dell'applicazione delle pratiche di CSF mediante l'utilizzo del "Calcul Automatisé des Performances Environnementales en Elevage de Ruminants-CAP2ER@" (Niveau 2), sistema per il calcolo dell'impronta di carbonio nelle aziende zootecniche messo a punto dall'IDELE francese, e del Fast Navigator per le aziende ortofrutticole e condotte a seminativo; (iii) supportare gli agricoltori nella realizzazione degli interventi di gestione agricola sostenibile e nel monitoraggio e nella valutazione dei risultati ottenuti dall'applicazione di tali interventi. L'Ente contribuirà alla realizzazione delle linee guida relative alla definizione del meccanismo di MRV europeo, alla diffusione di modelli di "business verdi" per la remunerazione delle aziende agricole, alla promozione dello sviluppo della CSA a livello nazionale, alla certificazione delle riduzioni o degli assorbimenti di gas climalteranti e al coinvolgimento dell'AKIS nazionale per favorire la diffusione della conoscenza e dell'innovazione tecnologica e allo sviluppo del LL nazionale "FERTY: Feed fertilization crops and energy" in collaborazione con il CRPA. 


La soluzione di CSF che si vuole sviluppare nell'ambito del LL italiano è quella relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) e di ammoniaca (NH3) grazie all'impiego di nuove formulazioni mangimistiche più sostenibili in cui ci sia una parziale sostituzione della soia e del mais con delle colture locali (orzo, sorgo e pisello proteico) e in cui si abbia una riduzione del tenore proteico da utilizzare nell'alimentazione del suino pesante destinato all produzione del prosciutto crudo DOP; e al miglioramento della sostanza organica nel suolo applicando il modello del Biogasfattobene® promosso dal Consorzio Italiano Biogas (CIB) che è basato sull'ottimizzazione dell'utilizzo del digestato, sull'agricoltura conservativa e sull'introduzione di rotazioni colturali più sostenibili. La diffusione di questa tecnologia di CSF potrà essere favorita dallo scambio di conoscenze che si realizzerà tra gli stakeholders coinvolti (allevamenti di suini, enti di ricerca, policymakers, mangimifici, associazioni di produttori, produttori di macchine agricole per la distribuzione del digestato, ecc.) e dalla diffusione dei risultati opttenuti in altre filiere produttive (es. produzione di latte e di carne bovina).

 

Bibliografia

  • Rivera W.M., Qamar M.K., Mwandemere H.K. (2005) Enhancing coordination among akis/rd actors: an analytical and comparative review of country studies on agricultural knowledge and information systems for rural development (akis/rd). FAO, Rome, 2005
 
 

Sara Carè*, Saverio Maluccio*, Ilaria Falconi*, Davide Bochicchio**, David Meo Zilio**, Mara Lai*
*CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, Centro di Ricerca Politica e Bioeconomia, sede di Perugia e sede di Roma
**CREA, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura, sede di Modena e sede di Monterotondo (Roma)

 
 

PianetaPSR numero 131 febbraio 2024