Caldeggiata, osteggiata, suggerita, disincentivata, checché se ne dica, la cooperazione LEADER è uno strumento che da oltre 30 anni dà la possibilità ai Gruppi di Azione Locale (GAL) di aprire il proprio territorio al confronto e alla condivisione e di sperimentare in autonomia forme e modelli di sviluppo innovativi. O almeno si propone di farlo. Ma è ancora così?
Nata nel 1991 - agli esordi dell'Iniziativa Comunitaria LEADER - dall'esigenza di alcuni Gal di scambiarsi idee e conoscenze, la cooperazione è cambiata progressivamente nel corso delle programmazioni per numeri, dimensioni e tematiche.
Quello che era nato come virtuosismo, come la sperimentazione di alcuni GAL pionieri, venne invece istituzionalizzato dalla Commissione Europea che - nell'ambito degli Orientamenti per la concessione degli aiuti del LEADER II - introdusse la misura c "cooperazione transnazionale". Il grafico 1 evidenzia l'evoluzione della cooperazione nel rapporto tra Gal cooperanti e numero dei progetti. Con l'introduzione del LEADER nelle politiche mainstream (2007-2013), infatti, cresce notevolmente il numero dei Gal che fanno cooperazione, mentre diminuisce drasticamente il numero di progetti. Nella fase 2014-2022, il rapporto tra numero progetti e numero di Gal cooperanti ritorna a bilanciarsi, ma decresce il loro valore assoluto. Questo vuol dire che i progetti realizzati hanno previsto partenariati più ampi e che i Gal hanno preferito concentrarsi su pochi progetti strategici. Questo dato, tuttavia, va accompagnato con un altro elemento utile alla lettura del fenomeno e cioè la tipologia dei progetti (grafico 2); crescono, infatti, sempre di più i progetti di cooperazione interterritoriali e, in particolar modo, quelli che, per comodità di analisi, definiamo infra-regionali (con partner appartenenti alla stessa Regione). Si tratta di un cambiamento correlato, molto probabilmente, alla mutata governance del LEADER, che- dal 2007 in poi- comporta la necessità, per la cooperazione, di adeguarsi a procedure e tempistiche differenziate a livello regionale.
La tematica preferita dai Gal per fare cooperazione, sin dalla sua prima edizione, è il turismo; nonostante una leggera flessione nel LEADER + a favore delle progettualità per il miglioramento della qualità della vita, sono principalmente gli scambi per la promozione turistica del territorio ad essere maggiormente presenti nel panorama LEADER, sia in ambito nazionale che transnazionale. Ciò che è interessante notare, tuttavia, indipendentemente dal numero dei progetti sviluppati per tema, è l'evoluzione stessa delle problematiche affrontate con la cooperazione.
Per quanto riguarda il turismo, ad esempio, si è passati dalla realizzazione di itinerari tematici (le vie del vino, la strada del gusto, ecc..) alla strutturazione di proposte integrate di promozione territoriale, fino all'incentivazione di forme di organizzazione aggregate dell'offerta territoriale, passando dal prodotto turistico alla destinazione turistica. La cooperazione ha consentito di favorire il networking tra gli attori locali e di qualificare l'offerta grazie al confronto con territori più organizzati.
I progetti di cooperazione per la promozione dei prodotti locali, invece, hanno subito un'evoluzione sostanziale; nati principalmente con lo scopo di commercializzare i prodotti tra i territori partner, sono pian piano diventati uno strumento di valorizzazione del territorio, attraverso lo sviluppo modelli economici sostenibili, il recupero delle origini contadine (cultivar e processi produttivi) e la realizzazione di forme di tutela, disciplinari, marchi d'area. Grazie alla cooperazione LEADER, il prodotto locale è diventato lo strumento per veicolare i valori della comunità locale all'esterno dell'area Gal e per favorire una competitività in linea con i principi della sostenibilità.
L'ambito tematico della qualità della vita, infine, si è arricchito di dimensioni e significati negli anni. Principalmente rivolto alle questioni ambientali nelle sue prime manifestazioni nel corso del LEADER II (gestione del territorio), l'obiettivo del miglioramento della qualità della vita ha inglobato rapidamente altre questioni dirimenti per le popolazioni rurali: il recupero del patrimonio rurale, dei beni culturali, ma anche l'accesso ai servizi. Si sono inserite, progressivamente anche le problematiche legate alla tutela della biodiversità, l'incentivo all'utilizzo di energie rinnovabili e alla diffusione di forme di inclusione per le categorie più fragili. La cooperazione LEADER, in quest'ambito, ha rappresentato lo strumento per rafforzare le relazioni locali, aumentare la consapevolezza delle proprie risorse e migliorare le conoscenze in questioni complesse come quella ambientale, dove gli interventi acquisiscono forza solo in una visione sistemica.
La nuova PAC 2023-2027 prevede un rafforzamento del contributo della cooperazione LEADER allo sviluppo locale; nell'art.34 del Regolamento CE 1060 del 2021, infatti, si precisa che l'approvazione dei progetti di cooperazione è contestuale all'approvazione della Strategia di Sviluppo Locale (SSL). Questo comporta la necessità, per i Gal, di individuare in fase di strategia, non solo le tematiche su cui cooperare, ma di descrivere in maniera dettagliata un progetto, le azioni previste e il suo piano finanziario. L'inserimento di una proposta progettuale ben strutturata nella strategia presenta una serie di vantaggi, tra cui la possibilità, per le Autorità di Gestione afferenti a diverse Regioni, di disporre di elementi comuni per la valutazione del progetto e operare una più equilibrata selezione dei progetti di cooperazione. Agevolando la valutazione, inoltre, è possibile risolvere alcune delle problematiche legate all'avvio delle attività di cooperazione.
Da una prima lettura dei bandi per la selezione delle SSL (SRG06) e delle prime strategie di sviluppo pubblicate (98 su 200 previste) risulta che il 93% dei Gal ha dichiarato di voler cooperare, ma di questi solo 65 (70%) hanno inserito delle proposte progettuali nella propria Strategia di sviluppo. A marzo 2024 risultano 48 progetti di cooperazione presentati, di cui 35 di natura interterritoriale. La maggior parte di questi, seguendo il trend delle scorse programmazioni, sono finalizzati al rafforzamento dei sistemi del cibo e delle filiere (39%) e alla realizzazione di sistemi turistico-ricreativi (33%). Pur trattandosi di uno stadio ancora iniziale per l'attuazione di LEADER, infatti, è possibile tracciare una linea di continuità della cooperazione con il passato; questo non riguarda solo gli ambiti di intervento ma i progetti stessi, che in molti casi sono aggiornamenti di progettualità già presentate nel periodo 2014-2022, nonché la tendenza a favorire la dimensione interterritoriale a svantaggio di quella transnazionale.
Un'analisi qualitativa dei progetti, tuttavia, seppur allo stato embrionale, sembra restituire l'immagine di una cooperazione meno sperimentale, ma più ancorata alle sfide territoriali. In tale ottica, i progetti che si propongono una finalità turistico-attrattiva pongono l'accento sulla gestione sostenibile delle risorse ambientali, sull'interazione tra urbano e rurale, sull'esplorazione di nuove forme di turismo rigenerativo; quelli finalizzati alla valorizzazione dei prodotti locali, invece, intendono rafforzare il concetto di integrazione con il sistema- territorio, coniugando agricoltura, comunità e paesaggio.
Se ben strutturata, pertanto, la cooperazione LEADER può continuare ad essere una grande opportunità per le aree rurali, che attraverso la condivisione hanno l'occasione di individuare nuovi strumenti di evoluzione, per ripensare il proprio territorio in maniera costruttiva, trovando nuove connessioni e forme di integrazione.
Annalisa Del Prete
PianetaPSR numero 132 marzo 2024