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Nuovo record per le esportazioni agroalimentari italiane nel 2023

Superati i 64 miliardi, con un aumento del 5,7% rispetto all'anno precedente. La bilancia commerciale rimane negativa per la crescita dei prezzi internazionali delle commodity agricole.

Il 2023 è stato un nuovo anno da record per l'export agroalimentare italiano: dopo quello del 2022, quando venne oltrepassata la soglia dei 60 miliardi di euro, lo scorso anno ha superato i 64 miliardi di euro, registrando un au-mento del 5,7%. 

Buona parte delle esportazioni agroalimentari italiane, 55,3 miliardi di euro sono da ricondurre ai prodotti trasfor-mati (+5,8% sul 2022), 8,8 miliardi di euro ai prodotti agricoli (+5,5%). Nel confronto con il 2019 (situazione pre-Covid) e anche con il decennio precedente (2014) la dinamica delle esportazioni agroalimentari è stata sempre più sostenuta rispetto a quella delle complessive esportazioni di beni e servizi, ancor di più nel 2023 quando que-ste ultime sono rimaste sostanzialmente stabili. 

Allo stesso tempo, la crescita dei prezzi internazionali delle commodity agricole - che, seppur in flessione su base annua si mantengono ancora su livelli elevati - ha continuato a sostenere le importazioni agroalimentari con un valore che ha superato 65 miliardi di euro (+5,4% sul 2022); di questi, 43,3 miliardi di euro si devono a prodotti trasformati dell'industria alimentare (+6,9%) e quasi 22 miliardi a prodotti agricoli (+2,6%).

Il risultato di questi andamenti, in termini di saldo commerciale, si traduce in un disavanzo pari a 889 milioni di eu-ro nel 2023, con una riduzione di 126 milioni di euro rispetto all'anno precedente. 

I principali mercati di sbocco e di provenienza

Nel 2023 le esportazioni nazionali sono aumentate in maniera pressoché generalizzata verso tutti i principali Paesi di destinazione, con particolare riferimento a Germania, Francia e Stati Uniti, che si confermano i tre principali sbocchi, assorbendo congiuntamente più del 37% dei flussi complessivi. Crescono in misura significativa anche le esportazioni verso Polonia, Romania, Croazia e Austria, in controtendenza le spedizioni verso Giappone, Canada e Repubblica Ceca.

In dettaglio, le esportazioni agroalimentari italiane in Germania, primo paese di destinazione in assoluto, hanno oltrepassato 10 miliardi di euro nel 2023, in aumento dell'8% rispetto al 2022, con vino, pasta, formaggi stagionati, prodotti della panetteria e pasticceria e caffè torrefatto che guidano la classifica degli alimenti italiani maggior-mente acquistati. Al secondo posto si colloca la Francia che, con acquisti per circa 7,3 miliardi di euro (+10,2%), supera gli Stati Uniti (+0,9% a 6,7 miliardi di euro). Per la Francia la composizione del paniere di prodotti acqui-stati dall'Italia comprende soprattutto formaggi freschi e stagionati, prodotti della panetteria e pasticceria, pasta, cioccolata e caffè torrefatto. Per gli Stati Uniti il vino si conferma il prodotto italiano più apprezzato (vini fermi e spumanti rappresentano insieme il 26% del valore delle esportazioni agroalimentari italiane negli USA), seguito dall'olio extravergine d'oliva e dalla pasta.

Sul fronte dell'import, le richieste italiane dalla Germania hanno superato i 7,8 miliardi di euro nel 2023 (+16,5% sul 2022) e sono dominate da formaggi freschi e stagionati, carni suine, prodotti della panetteria e pasticceria, tut-ti in aumento, con l'unica eccezione dei formaggi stagionati che si riducono del 7% in valore ma aumentano del 10% circa in volume. Le importazioni dalla Francia (+14,5% a 7,6 miliardi di euro) sono rappresentate soprattutto da bovini vivi, carni bovine, champagne e frumento tenero, anche se quest'ultimo registra una flessione del 24% in valore e del 21% in quantità. Riguardo alle importazioni dalla Spagna (+6,4% a 7,3 miliardi di euro), i prodotti più rappresentativi sono le conserve di tonno (+29%) e le cosce e spalle di suino fresche e non disossate destinate alla trasformazione (+100%); al contrario, a seguito delle pessime campagne produttive degli ultimi anni e della conseguente scarsa disponibilità, le importazioni di olio extravergine di oliva si riducono del 23% in valore e del 57% in volume, anche se il prodotto si conferma la nostra principale voce di importazione dalla Spagna. 

In ambito extra-UE è da evidenziare la riduzione delle nostre importazioni dal Brasile, che nel 2023 sono scese a 1,9 miliardi di euro (-13,8% dopo il +51% annuo del 2022), mentre sono aumentate le importazioni dagli Stati Uniti (+6,3%, attestandosi a poco meno di 1,3 miliardi di euro).

I principali prodotti del commercio agroalimentare italiano

Alla crescita delle esportazioni agroalimentari nel 2023 hanno contribuito tutti i principali prodotti, a eccezione dei vini in bottiglia che comunque continuano a occupare saldamente la prima posizione tra le produzioni del made in Italy inviate oltre confine. Più in particolare, per i vini fermi in bottiglia si registra un fatturato all'estero di 5,1 mi-liardi di euro, in flessione del 2,7% sul 2022 in ragione della riduzione dei volumi esportati (-3,6%). La riduzione delle esportazioni è da ricondurre prevalente agli Stati Uniti (-4,6% in valore e -7,6% in volume) che rappresenta-no il primo mercato di destinazione con una quota sulle totali esportazioni pari al 24% in valore al 19% in volume nel 2023. Seguono la Germania, con valore stabile e una lieve contrazione in volume (-1,1%) e il Regno Unito che, al contrario, ha aumentato le importazioni di vino italiano in bottiglia del 5% in valore e del 2% in volume. 

Rimanendo nel comparto dei "vini", è da segnalare il buon risultato degli spumanti che nello scorso anno sono aumentati del 3,3% in valore ma con una contrazione dei volumi del 2,1%. In particolare, lo spumante italiano nel 2023 ha visto la caduta in volume nei primi due mercati mondiali (Stati Uniti a -12% e Regno Unito a -4,4%), ma un andamento molto sostenuto in Francia, con un +25% circa sia in volume che in valore, grazie all'effetto sostitu-zione dello Champagne con il Prosecco (+21%) anche dettato dal minor potere di acquisto dei consumatori tran-salpini.

Inoltre, i vini sfusi, che peraltro rappresentano solo il 4% del valore dell'intero comparto dei vini, scontando ovvia-mente anche il loro più basso livello di prezzo, hanno mostrato nel 2023 una crescita solo dello 0,3% in valore a 299 milioni di euro, ma molto rilevante in quantità, con volumi che hanno superato 4 milioni di ettolitri (+12% sul 2022). Le maggiori richieste sono pervenute dalla Germania che si configura stabilmente come primo acquirente italiano, con una quota sull'export complessivo nazionale di oltre il 50% in valore e del 64% in volume, guada-gnando nel 2023 rispettivamente il 17% e il 22% sul 2022.   

Sul fronte delle importazioni l'analisi di maggior dettaglio conferma il caffè non torrefatto al primo posto tra i pro-dotti acquistati all'estero dall'Italia nel 2023, seguito dall'olio extravergine di oliva (che per l'Italia è importante an-che sul fronte dell'export), dal mais, dai bovini vivi e dai prosciutti e spalle suine fresche non disossate destinate alla trasformazione; nel loro insieme, questi cinque prodotti rappresentano quasi il 13,5% del valore importato complessivamente nel 2023 dal settore agroalimentare. Tra questi prodotti, soltanto il caffè non torrefatto e il mais evidenziano una riduzione in valore e volume. 

Per l'olio extravergine di oliva, il sensibile aumento del valore importato (+7,6%) avviene nonostante una significa-tiva riduzione dei volumi (-33,5%), cosa che conferma l'incremento del valore medio unitario di questo prodotto sul mercato internazionale, come già rilevato per il 2022. La riduzione delle importazioni è da correlare anche al calo delle vendite al consumo proprio per il forte incremento dei prezzi. 

L'importazione di cosce e spalle di suini freschi, disossati, destinati alla stagionatura registra una crescita in valo-re di tutto rilievo (+35%) a fronte della stabilità dei volumi; gli effetti della scarsa offerta comunitaria che risente ancora delle problematiche relative alla PSA ha influenzato al rialzo i listini. 

Tra i principali prodotti importati dall'Italia è da evidenziare la forte crescita del frumento duro nel 2023: +39% in valore che ha portato a quasi 1,3 miliardi di euro e +66% in volume a 3 milioni di tonnellate. Gran parte di questo risultato è da ricondurre al Canada (+47% a 892 mila tonnellate), che dopo la riduzione delle proprie esportazioni nel 2022 ha ripreso a esportare in maniera consistente grazie all'incremento dei propri raccolti, alla Turchia (le importazioni italiane sono quasi decuplicate raggiungendo 417 mila tonnellate, a fronte di importazioni medie nell'ultimo decennio pari a poco meno di 30 mila tonnellate annue) e alla Russia (445 mila tonnellate, rispetto a 40 mila tonnellate nel 2022).

 

RIFERIMENTI

 
 

Linda Fioriti e Mino Montanaro
ISMEA

 
 

PianetaPSR numero 133 aprile 2024