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Aree rurali

Il contributo delle politiche europee e nazionali alla visione di lungo termine dell'UE: a che punto siamo?

La relazione della Commissione fa il punto della situazione nell'ottica della programmazione PAC appena avviata e guarda già al post 2027. 

La relazione della Commissione Europea, del 15 aprile 2024 "La visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE: risultati principali e vie da seguire" offre sia un quadro aggiornato del contributo delle Politiche UE e nazionali rispetto agli obiettivi della Visione in Italia, sia spunti di riflessione per il periodo di programmazione successivo al 2027.

Fra tutti i Programmi dell'UE il contributo maggiore alle finalità della Visione UE viene dai Piani Strategici della PAC (PSP). I PSP destinano complessivamente 24,6 miliardi di EUR (l'8% della dotazione finanziaria totale della PAC) a tre interventi volti a sostenere le zone rurali al di là dell'agricoltura: 1) LEADER, 2) investimenti extra-agricoli; 3) creazione di imprese rurali. 

Il LEADER è il principale strumento dei PSP per rispondere a molteplici esigenze rurali in settori quali l'occupazione, l'inclusione sociale o i servizi; affrontare le questioni relative al rinnovo generazionale e alla parità di genere; sbloccare, con il sostegno agli smart village, il potenziale dell'innovazione digitale, sociale e tecnologica nelle zone rurali. Per quanto riguarda gli investimenti (non indirizzati ad aziende e infrastrutture agricole), la valutazione dei 28 piani strategici della PAC mostra che alcuni piani hanno introdotto o intensificato gli sforzi per rispondere alle esigenze legate all'accessibilità delle zone rurali, nonché a servizi e infrastrutture di base migliori. Mentre alle azioni per lo sviluppo economico per le aree rurali, oltre al sostegno per la commercializzazione e alla creazione di imprese legate all'agricoltura e alla silvicoltura, è assegnato il compito di sostenere il turismo, la bioeconomia e i servizi sociali.

Da evidenziare che la maggior parte dei Piani della PAC affidano al LEADER, in via esclusiva, il compito di sostenere le zone rurali al di là dell'agricoltura, attribuendogli anche il compito di favorire gli investimenti per le infrastrutture non agricole e per lo sviluppo economico e delle imprese (extragricole e diversificazione agricola). 

LA VISIONE UE DI LUNGO TERMINE PER LE ZONE RURALI

Nel giugno 2021 la Commissione europea ha delineato una "Visione di lungo termine per le zone rurali dell'UE (LTVRA)". Questa iniziativa riconosce che le zone rurali sono una parte fondamentale dell'identità e del potenziale economico dell'Europa. La Visione rurale ha individuato 10 obiettivi condivisi e 4 ambiti di intervento per zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040.
Per conseguire tali obiettivi, la Commissione ha promosso un "Patto Rurale" condiviso con le autorità pubbliche e i portatori di interesse di tutti gli Stati Membri. Inoltre, ha introdotto un "Piano d'azione rurale dell'UE" con 30 azioni attuate direttamente dalla Commissione.
Il CREA PB, nell'ambito dei progetti 19.1 ReteLeader e 4.1 Monitoraggio Strategico della Rete Rurale Nazionale, ha accompagnato il MASAF nel processo di consultazione che ha portato il Consiglio dell'UE ad adottare all'unanimità le conclusioni sulla visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE in occasione della riunione del Consiglio "Agricoltura e pesca" del 20 novembre 2023.
Le attività di accompagnamento della RNN sono state avviate all'inizio del 2021 con iniziative per favorire il confronto fra gli attori dello sviluppo rurale locale italiani, contribuire alla elaborazione della Visione UE, organizzati eventi, redatti documenti, raccolte buone pratiche, realizzate attività di ricerca, partecipato con relazioni a eventi internazionali, predisposti documenti tecnici di supporto alla segreteria tecnica del Ministro del MASAF  in occasione delle conferenze di alto livello e del Consiglio Europeo.

Per informazioni sulle attività RRN per la Visione UE:
https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/25500

 

Purtroppo, come riportato dalla relazione, a questa attribuzione di responsabilità non corrisponde una adeguata dotazione finanziaria. Infatti, gli importi assoluti assegnati a LEADER (7,7 miliardi di EUR per il periodo 2023-2027) non sono aumentati rispetto al periodo precedente. LEADER dovrà fare di più con meno risorse. Anche gli investimenti nei servizi sociali di base e nelle infrastrutture rurali, rispetto alla programmazione 2014-2022, sono finanziariamente meno ambiziosi (soprattutto quelli per la connettività digitale e i trasporti). Egualmente gli interventi per lo sviluppo economico, ad eccezione del sostegno per la bioeconomia, non registrano particolari novità nelle forme di supporto e significativi incrementi di risorse per le imprese agricole e extra-agricole.

Lo studio conclude che la PAC dovrebbe rafforzare la sua azione per l'imprenditoria rurale, l'innovazione, la connettività e l'inclusione sociale. Su questi aspetti, anche la politica di Coesione e altre politiche non esprimono azioni mirate per le zone rurali facilmente identificabili e misurabili se non per poche zone rurali.  Nell'ambito della Politica di Coesione il "sostegno alle zone rurali ... deriva soprattutto da interventi di ampia portata, compresi quelli volti a rafforzare le interazioni tra zone urbane e rurali. Le zone rurali beneficiano inoltre del sostegno alle piccole aree urbane, che sono numerose e geograficamente distribuite e fungono da punti di ancoraggio e da poli di infrastrutture e servizi per le zone rurali, attraverso interazioni economiche e sociali, flussi di lavoro, connettività e collegamenti ambientali, tutti elementi che possono essere sostenuti strategicamente per la coesione tramite strumenti territoriali integrati" (cfr. par. 2.1.1 della relazione UE).  Nel caso italiano lo strumento integrato utilizzato è la SNAI - Strategia Nazionale per le Aree interne che però, come noto, agisce su una porzione limitata di zone rurali.

La relazione UE sull'attuazione dei programmi rispetto agli obiettivi della Visione evidenzia la persistenza di problematiche (divario strutturale, la minore capacità di innovazione, la qualità della vita, la crisi occupazionale) sulle quali l'attuale programmazione ancora non agisce in maniera consistente.

Infatti, la crisi demografica si sta acuendo perché "le regioni rurali invecchiano più rapidamente anche nel triennio 2019-2022, a causa dei tassi inferiori di crescita naturale e migrazione netta (cfr. paragrafo 1)". Questa tendenza rende necessaria, nella programmazione post 2027, una maggiore finalizzazione di tutti gli strumenti sia a livello unionale sia in ambito nazionale, per rendere le aree rurali più attrattive per le fasce di popolazione più giovani. 

I PSP con gli interventi AKIS (sul sistema della conoscenza e dell'innovazione in agricoltura) e il LEADER (per lo sviluppo locale) sta avviando percorsi di sviluppo per ricostruire l'identità delle zone rurali come luoghi aperti, innovativi ad alto potenziale imprenditoriale. Quindi, il sostegno per gli interventi AKIS e LEADER andrebbe rafforzato nell'attuale e futura programmazione. Rafforzare gli interventi AKIS significa favorire il collegamento con la ricerca e l'alta formazione, l'adozione di soluzioni produttive più sostenibili e di qualità. Mentre con il LEADER si assicura nelle zone rurali un ecosistema socioeconomico dinamico, diversificato e inclusivo.  

In chiave di strategie future si richiama la necessità di prevedere risorse aggiuntive nell'ambito della PAC (FEASR) da destinare a interventi dedicati alle aree rurali, come ad esempio: interventi finalizzati all'incentivazione di servizi ecosistemici prevedendo la remunerazione degli agricoltori e dei cittadini delle aree rurali che si impegnano nella realizzazione di interventi sulla tutela e conservazione del territorio, del paesaggio, della biodiversità anche al di fuori delle aziende agricole; misure sul modello di quelle già in essere il FSE+, che nell'attuale regolamentazione mal si adattano alle esigenze delle aree rurali; azioni per rafforzare la densità di istituzioni e imprese culturali anche attraverso la cooperazione urbano-suburbano-rurale; interventi che favoriscono l'interconnessione fra gli attori e le popolazioni di diversi territori.

Rispetto agli obiettivi della LTVRA, a fronte di una difficoltà di intervento sulle infrastrutture di base delle zone rurali, sarebbe utile prevedere, nella regolamentazione comunitaria afferente agli Accordi di partenariato della Politica di coesione, una riserva finanziaria specifica da destinare a interventi per soddisfare i fabbisogni delle aree rurali (es. mobilità periferica, istruzione, formazione professionale extra-agricola, servizi socio-sanitari) che sia gestito in coordinamento con la politica agricola. 
Non va sottovalutato il ruolo della governance delle politiche per le aree rurali che dovrebbero tendere a rafforzare la coerenza tra la politica di coesione, la PAC e le eventuali altre politiche coinvolte, ad esempio, attraverso la creazione di una "cabina di Regia" comunitaria e rispettive cabine di regia nazionali che coinvolgano in maniera equilibrata tutti i soggetti coinvolti nella LTVRA.

L'informazione, l'animazione e l'accompagnamento degli interventi relativi alla strategia LTVRA sono elementi imprescindibili per assicurare l'efficacia delle azioni introdotte. A tal fine, un ruolo importante potrebbe essere svolto dalle Reti Nazionali della PAC. Nello specifico le Reti PAC, oltre a stimolare il confronto e la collaborazione a livello territoriale, possono svolgere una pluralità di azioni (studi, analisi, ricerca, diffusione, ecc.) a sostegno della Visione. In questo contesto andrebbe anche rafforzato il rapporto con Università ed Enti di ricerca per ricostruire un quadro aggiornato delle realtà delle aree rurali.

 

Raffaella Di Napoli, Serena Tarangioli
CREA PB

 
 

PianetaPSR numero 133 aprile 2024