Il 5 febbraio 2024, la delegazione italiana composta dal Sottosegretario presso il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), Patrizio Giacomo La Pietra e da due ricercatrici del CREA, Alejandra Navarro Garcia e Raffaella Pergamo, ha partecipato alla sessione ministeriale della quinta edizione del "Mediterranean Water Forum", organizzata a Tunisi. Il Forum costituisce la piattaforma di riferimento per lo scambio di esperienze del settore tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, al fine di sviluppare soluzioni innovative alle problematiche che colpiscono l'area, prima fra tutte la perdurante siccità che affligge la regione - Tunisia inclusa - da anni. Esso anticipa il decimo "World Water Forum" che si terrà a Bali, in Indonesia, dal 18 al 24 maggio 2024.
L'evento di Tunisi è stato organizzato dalla Società Nazionale per lo Sfruttamento e la Distribuzione delle Acque (SONEDE secondo l'acronimo francese) in collaborazione con il Segretario dell'Unione per il Mediterraneo (UPM) e l'Istituto Mediterraneo per l'Acqua (IME). Il Forum è stato articolato in sessioni tematiche, "side events" e "exhibitions" in tre giorni sotto lo slogan "Together for a shared water sobriety" trattando il Nesso Acqua-Energia-Cibo-Ambiente (c.d. WEFE Nexus). Tra gli argomenti discussi: le prospettive future della domanda idrica, passando per la digitalizzazione del settore e la prevenzione delle conseguenze del cambiamento climatico, prime fra tutti siccità e inondazioni.
Con la Dichiarazione di Tunisi, presentata congiuntamente dai Ministri dell'Agricoltura e dell'Ambiente tunisini, è stato evidenziato come l'accesso all'acqua è un diritto umano e sociale ed è stata ribadita la sua centralità per lo sviluppo delle società del Mediterraneo. Nel richiamare gli effetti del cambiamento climatico, i firmatari sottolineano inoltre l'importanza di sviluppare un'azione congiunta, anche per quanto riguarda possibili modalità di finanziamento innovative. L'Italia, in particolare, ha richiamato il ruolo della Politica Agricola Comune (PAC) e dei Piani Strategici nazionali della PAC che affrontano il tema della tutela e dell'uso sostenibile dell'acqua sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo.
Il primo intervento del CREA si è avuto il 5 febbraio al Side Event: "Nouvelles technologies, recherche et innovation durable dans le secteur de l'eau en Tunisie et en Italie" organizzato da AICS Tunisi con la relazione della ricercatrice Raffaella Pergamo dal titolo « L'importanza delle risorse idriche per l'agroalimentare italiano». È stato evidenziato, in questo intervento, che la filiera agroalimentare italiana rappresenta il 4% del PIL, di cui 37,4 miliardi generati dal settore agricolo e 26,7 miliardi dall'industria alimentare. L'Italia è il terzo Paese europeo per disponibilità di acqua anche se, negli ultimi 100 anni, ha perso almeno il 20% della risorsa idrica rinnovabile, che riporta in atmosfera l'acqua che precipita. Si preleva acqua, in Italia, per almeno 30 miliardi di metri cubi all'anno e buona parte dell'utilizzo avviene da parte dell'agricoltura (almeno il 41%). Grazie a modelli sostenibili di gestione come l'irrigazione di precisione, il consumo idrico da parte delle aziende agricole, si è ridotto di almeno il 30% ma bisogna confrontarsi anche con i cambiamenti climatici in atto. L'Italia è un paese ad alta produttività agricola e con numerosi prodotti IG che deve tener conto della Water Use Efficiency per tenere sotto controllo il consumo di acqua e le rese senza trascurare le sfide del miglioramento genetico che diventa utile per una maggiore tolleranza delle piante allo stress idrico, dell'ammodernamento delle infrastrutture idriche che ancora oggi registrano gravi perdite e dell'economia circolare per riutilizzare acque reflue depurate. Il settore primario è caratterizzato da un livello infrastrutturale legato alla gestione dell'acqua non ancora pienamente efficiente: infatti, la diffusa presenza di sistemi di irrigazione a pioggia lo rendono fortemente dipendente da elevati volumi di risorsa idrica e maggiormente vulnerabile alla sua carenza in periodi siccitosi (come il 2022). In questo contesto, la conversione a sistemi di irrigazione a goccia permetterebbe una riduzione dell'utilizzo della risorsa idrica dal -40% al -70% e un risparmio parallelo sull'impiego di fertilizzanti. La transizione renderebbe il sistema di irrigazione più efficiente del +90%/+95%. La combinazione di questi benefici produrrebbe un risparmio idrico annuale di circa 6,4 miliardi di mc di acqua. L'Italia sta puntando molto anche sulle TEA, (tecniche di evoluzione assistita: genome editing e cisgenesi) un insieme di tecniche innovative sviluppate per il miglioramento genetico (genetic improvement), che permettono di ottenere delle "super-piante" (super-crops), più produttive e resistenti a batteri, funghi e ai cambiamenti climatici (siccità, acque salmastre, inondazioni).
Alejandra Navarro Garcia, ricercatrice del CREA Orticoltura e Florovivaismo, ha tenuto il suo intervento il pomeriggio del 6 febbraio nella "Session 6: Digitalization and new solutions for rational resources use resource efficiency" con la relazione "iGUESS-MED: A decision support system for the fertigation management of tomato in Mediterranean greenhouses", dove ha spiegato il funzionamento di un DSS (sistema di supporto alle decisioni) sviluppato all'interno del progetto PRIMA iGUESS-MED "Innovative Greenhouse Support System in the Mediterranean Region: efficient fertigation and pest management through IoT based climate control" del quale è coordinatrice e al quale partecipano 9 partner di 4 Paesi del Mediterraneo: Italia, Spagna, Turchia e Tunisia, includendo le aree più estese di coltivazione del pomodoro in serra, come Almeria in Spagna e Antalya in Turchia. In particolare, Navarro ha fatto vedere come questo DSS fornisca raccomandazioni sui fabbisogni di acqua e nutrienti all'agricoltore e/o ai tecnici delle serre di pomodoro in suolo e senza suolo, che permettono risparmi idrici di un 20%, anche nei Paesi e nei sistemi di coltivazione in cui l'efficienza dell'uso dell'acqua è molto elevata, e un'importante riduzione dei fertilizzanti, tra il 30 e il 50% dipendendo del nutriente e del sistema di coltivazione, consentendo una riduzione della lisciviazione di azoto, fosforo e potassio, che permetterebbe una minor eutrofizzazione dell'acque superficiali e sotterranee.
Raffaella Pergamo*, Alejandra Navarro Garcia**
*CREA - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia
**CREA - Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo
PianetaPSR numero 133 aprile 2024