Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese (per approfondimenti vedi i link ai documenti in coda al paragrafo).
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020.
Le elaborazioni grafiche ed altri materiali integrativi sono disponibili al seguente link CREA-AgroMeteorology (github.com), spazio di archiviazione dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia del CREA Agricoltura e Ambiente, nella cartella dedicata al monitoraggio (AgroMIND). Altre informazioni sono reperibili al sito dell'Osservatorio.
Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati in un recente articolo su Data in Brief, mentre la serie periodicamente aggiornata dei dati giornalieri pre-elaborati è direttamente accessibile sul repository di Zenodo.
Il quadro di sintesi meteo-climatico del mese di aprile mostra anomalie positive di temperatura, in generale più contenute rispetto ai mesi precedenti (Tab 1). Il fenomeno appare più rilevante nelle aree del Centro e del Mezzogiorno, dove le massime e le minime hanno superato la media climatica rispettivamente di circa 2 °C e 1 °C, mentre i valori delle anomalie al Nord si sono mantenuti al di sotto di +0,9 °C. L'andamento nel Nord si è differenziato dal resto del territorio nazionale anche per tutte le altre grandezze principali. In questa zona, le precipitazioni sono risultate infatti nella norma, mentre un deficit di piogge si è manifestato al Centro (-32 %) e nel Mezzogiorno (-43 %).
Analogamente, la domanda evapotraspirativa, ovunque superiore ai valori climatici, ha mostrato un'anomalia moderata al Nord (+6 %), circa doppia al Centro (+13,8 %) e ancora più elevata nel Mezzogiorno (+17 %). Il bilancio idrico riflette questa situazione, risultando al Nord positivo e in linea con il clima (+34 mm) e nelle altre due ripartizioni geografiche negativo (tra -33 e - 68 mm) e inferiore alla norma di almeno 40 mm. In termini di siccità, se la media nazionale è Nella norma, si nota un gradiente negativo lungo la latitudine, con il Nord in Umidità moderata, il Centro Nella norma e il Mezzogiorno in Siccità moderata.
Passando a un maggior dettaglio territoriale, la temperatura minima (fig. 1a) è risultata nella norma in gran parte del Nord e delle Isole maggiori, oltre che in Toscana. Anomalie positive diffuse si sono evidenziate nel Nord-Ovest e nel resto della penisola, confermate anche dai valori medi regionali, che hanno raggiunto + 1,7 °C in Valle d'Aosta e Basilicata e superato + 1 °C in varie regioni del Centro (Marche, Umbria e Lazio) e del Mezzogiorno (Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia e Campania).
Per le temperature massime (fig. 1b) le anomalie positive sono state più estese e più marcate. Al Nord hanno riguardato soprattutto i settori orientali e alcune aree ad occidente, con medie regionali pari a + 1,4 °C sia in Friuli-Venezia Giulia, sia in Valle d'Aosta, e prossime a + 1,1 °C in Trentino, Veneto e Liguria. I valori medi regionali hanno superato + 2 °C in gran parte del Centro (Marche, Lazio e Umbria) e + 2,4 °C nel Mezzogiorno peninsulare, arrivando oltre + 2,8 °C in Abruzzo e in Basilicata.
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - aprile 2024
In media, la frequenza delle temperature minime estreme (fig. 2a) ha superato il 20% in tutte le regioni. Tale frequenza è stata maggiore del 30% in 8 regioni, al Nord in Friuli-Venezia Giulia (32%) e in Valle d'Aosta (37%), al Centro nelle Marche (37%), e al Mezzogiorno in 5 regioni, risultando inferiore soltanto in Campania (29%) e nelle isole e sfiorando il 39% in Calabria.
Ancora più elevata è stata la frequenza delle temperature massime estreme (fig. 2b), con valori medi regionali superiori al 40% in ben 10 regioni, tutte peninsulari o insulari, ad eccezione della Toscana (34%) e della Sardegna (36%), e superiori al 30% in gran parte del Nord, soprattutto nei settori orientali.
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - aprile 2024
A fine aprile, le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio, sono risultate, come atteso, più elevate sulle fasce costiere, oltre i 1700 gradi in Sicilia (fig. 3a). I valori medi regionali più bassi, tra circa 200 e 450 gradi giorno, hanno interessato le regioni alpine (Valle d'Aosta, Alto Adige, Trentino), e quelli maggiori (1450-1550 gradi giorno) le regioni insulari e le più meridionali (Puglia e Calabria). Ancora una volta si tratta di accumuli termici superiori alla media climatica (fig. 3b): in media, le anomalie vanno da + 86 gradi giorno per l'Alto Adige a + 339 gradi giorno per l'Abruzzo e i valori più elevati si concentrano nelle regioni del medio versante adriatico e in Umbria.
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - aprile 2024
I valori regionali delle sommatorie termiche con soglia di 10 °C (fig. 4a), inferiori di 10 gradi giorno in Valle d'Aosta e Alto Adige (come su tutto l'arco alpino), superano i 370 gradi giorno in Puglia e in Sicilia. Ovunque, e più marcatamente nel Centro e nel Mezzogiorno, le anomalie sono positive (fig. 4b), arrivando in media fino a + 154 gradi giorno in Calabria e oltre + 140 in Puglia e in Sicilia.
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - aprile 2024
Valori medi regionali di precipitazioni mensili (fig. 5a) maggiori di 100 mm hanno caratterizzato tutto il Nord, raggiungendo 129 mm in Friuli-Venezia Giulia. Nelle regioni peninsulari si sono superati 70 mm in Toscana e Abruzzo, mentre gli apporti più bassi, tra 42 e 47 mm, hanno interessato Basilicata, Puglia, Calabria e Lazio. Ancora minori sono state le precipitazioni in Sicilia (29 mm) e Sardegna (21 mm). La mappa degli scarti (fig. 5b), mostra condizioni nella norma in gran parte del Nord e sopra la norma (localmente oltre + 60%) nelle province occidentali dell'Emilia-Romagna (in media + 21%).
Nel resto del Paese, e soprattutto sui settori occidentali, si notano vaste aree in deficit pluviometrico: le situazioni peggiori si evidenziano in Sardegna (in media - 68%) e Lazio (-53%), ma in molte regioni gli scarti sono scesi sotto il -40%, come in Sicilia, Campania, Calabria e Basilicata.
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - aprile 2024
Considerando l'indice rx1day, che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6a), i fenomeni più rilevanti si sono verificati al Nord, dove si sono raggiunti i 20 mm, soglia giornaliera considerata in grado di provocare danni all'agricoltura (definita a livello internazionale "very heavy rain"), con un valore medio di 39 mm per il Friuli-Venezia Giulia e superiore o prossimo a 30 mm in Lombardia, nelle province di Trento e Bolzano e in Emilia-Romagna. Nelle altre regioni, i valori più elevati riguardano la Puglia (18 mm) e la vicina Basilicata (17 mm), mentre in Sardegna (7 mm) e nel Lazio (10 mm) non si notano fenomeni di particolare rilievo.
L'indice rx5day, relativo ai valori massimi di precipitazione giornaliera cumulati nell'arco di 5 giorni consecutivi (fig. 6b), conferma la particolare criticità degli eventi verificatisi al Nord, dove apporti pluviometrici in media superiori a 50 mm hanno investito tutte le regioni, arrivando a toccare i 90 mm in Valle d'Aosta e 83 mm in Piemonte, nel quale si sono superati i 175 mm nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Nel Mezzogiorno, spiccano gli eventi di Abruzzo e Molise, con un accumulo medio intorno ai 50 mm, e di Campania e Puglia (circa 40 mm).
Figura 6 - Precipitazioni intense: valori massimi cumulati in un singolo giorno (a, sx) e nel corso di 5 giorni consecutivi (b, dx) - aprile 2024
Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), molti valori medi regionali del Nord e del Centro ricadono nel range di 75-100 mm, ad esclusione delle regioni più alpine del Nord, che restano nella classe inferiore. In quasi tutto il Mezzogiorno i valori medi sono maggiori di 100 mm (o molto prossimi a questa soglia) e variano da 94 mm in Abruzzo a 119 mm in Sardegna.
La situazione è complessivamente nella norma in Toscana e al Nord (fig. 7b), tranne in Liguria (+13%), e moderatamente sopra la norma nelle altre regioni, con le anomalie maggiori in Sardegna (+23 %), nelle Marche e in Basilicata (+18%).
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - aprile 2024
Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) risulta neutro o positivo in tutto il Nord, raggiungendo o superando + 50 mm in Valle d'Aosta (+60 mm), Trentino (+56 mm) e Friuli-Venezia Giulia (+50 mm) e localmente in varie zone dell'Emilia-Romagna, del Piemonte, del Veneto e dell'Alto Adige. Il bilancio è invece negativo in particolare nelle isole maggiori (-98 mm in Sardegna e -87 mm in Sicilia), in Puglia (-73 mm), Basilicata (-63 mm), Calabria (-59 mm) e Lazio (-53 mm), spesso con deficit locali molto più marcati (<-80 mm).
In generale, la situazione è in linea con le medie climatiche in quasi tutte le regioni, tranne quelle del medio-basso versante tirrenico, dove emergono le anomalie del Lazio (-64 mm) e della Campania (-57 mm) ma criticità si osservano anche in più di un terzo dei territori di Basilicata e Calabria, e in Sardegna (-66 mm).
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) e anomalie (b) - aprile 2024
Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), nel mese di aprile gran parte del Nord risulta in Umidità moderata, ad eccezione di Valle d'Aosta e Alto Adige (in Umidità severa) ed Emilia-Romagna (in media Nella norma). Il Centro risulta quasi interamente Nella norma, se si escludono le Marche in Siccità moderata. Più diffuse sono invece le criticità nel Mezzogiorno, con Siccità moderata in Calabria, Basilicata, Puglia e Sardegna e severa in Sicilia.
L'analisi dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, mostra una maggiore estensione ed intensità delle condizioni di umidità su quasi tutto il Nord e una minore diffusione e intensità delle condizioni di siccità nel Mezzogiorno.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b) - aprile 2024
Fenomeni di gelate tardive (episodi giornalieri in cui la temperatura minima raggiunge o scende al di sotto di 0 °C) hanno interessato soprattutto le aree alpine e prealpine (fig. 10a), e soltanto alcuni tratti della dorsale appenninica, in corrispondenza delle quote più alte in Abruzzo. Il fenomeno risulta ovunque inferiore alla media climatica, con anomalie rilevanti (fig. 10b) concentrate in Valle d'Aosta (-7 giorni) e Alto Adige (- 3 giorni).
Figura 10 - Gelate tardive (a) e anomalie (b) - aprile 2024
Da questo mese riprende l'analisi degli indici bioclimatici che si concentra sulle colture di vite e olivo, e su robinia, la cui fioritura è di particolare interesse per la produzione di miele.
Riguardo alla vite, durante il periodo vegetativo è importante valutare il soddisfacimento delle esigenze termiche proprie delle diverse varietà e, a questo scopo, l'indice di Huglin fornisce informazioni utili (figure 11a-11b). Questo indice considera soltanto le sommatorie delle temperature durante il periodo diurno, quando si manifesta l'attività fotosintetica delle piante, pertanto è anche denominato indice eliotermico. Nel primo mese di analisi, il valore dell'indice a livello nazionale è pari a 169,42 gradi superiore alla media climatica. I valori regionali più bassi riguardano il Nord, dove, se si escludono Alto Adige, Trentino e Valle d'Aosta, sono compresi tra 110 (Piemonte) e 180 (Emilia-Romagna). Al Centro l'indice varia in media tra 169 e 194, a cui si allineano anche Molise e Campania. Ad eccezione dell'Abruzzo (158), nel resto del Mezzogiorno si concentrano i valori regionali più elevati, prossimi o superiori a 200, che toccano 248 in Puglia. L'indice ha superato la media climatica ovunque, con anomalie rilevanti in quasi tutto il Centro e il Mezzogiorno (escluse Toscana e Sardegna), che hanno raggiunto in media + 76 in Basilicata (fig. 11b).
Figura 11 - Indice di Huglin (a, sx) e anomalie (b, sx) - aprile 2024
Nelle figure 12, 13 e 14 sono rappresentate le fasi fenologiche raggiunte a inizio maggio dalla vite, dall'olivo e dalla robinia, come risulta dall'analisi combinata dei dati provenienti da simulazioni modellistiche e da osservazioni in campo (si veda anche https://www.reterurale.it/bollettinofeno).
Le mappe di vite evidenziano l'inizio della fioritura lungo le coste del Mezzogiorno, mentre la gran parte del Paese si trova nel mesostadio di emergenza delle infiorescenze (BBCH 53-57), in condizioni più avanzate per lo Chardonnay, varietà precoce (Fig 12a) rispetto al Cabernet, più tardivo (fig. 12b), così come riportato per l'Abruzzo, la Puglia, la Liguria e il Veneto [1-4], in queste ultime due regioni si segnalano anche prime infezioni di peronospora.
Figura 12- Fasi fenologiche della vite: Chardonnay (a, sx) e Cabernet sauvignon cvv. (b, sx) - 2 maggio 2024
In figura 13 si mostra la situazione fenologica dell'olivo, generalmente in fase di mignolatura (BBCH 55-57), come riportato dai bollettini della Liguria, dove viene segnalato un anticipo rilevante rispetto alle scorse due annate [5], di Veneto, Abruzzo e Trentino [4, 6, 7]. Nelle isole e nelle aree costiere del Sud si osserva una situazione fenologica più avanzata, prossima alla fioritura, riscontrata in Puglia e in Abruzzo, per alcune varietà precoci [6]. In Veneto è stato evidenziato un aumento delle catture di maschi della mosca dell'olivo, indice che la dinamica della popolazione è molto attiva [4].
Figura 13 - Fasi fenologiche olivo - 2 maggio 2024
Ad inizio maggio la fioritura della robinia è in fase avanzata quasi ovunque sul territorio (fig 14). Come riportato dall'Osservatorio Nazionale Miele [8], le alte temperature di inizio aprile hanno anticipato le fioriture esponendo maggiormente le piante alla fase fredda, subentrata a fine mese con pioggia e neve, in particolare sulle regioni centro-settentrionali e in parte su quelle del versante tirrenico e della Sardegna, procurando danni alle produzioni, mentre al Sud e, in particolare in Sicilia, le perdite sono legate principalmente alla prolungata siccità.
Figura 14- Fasi fenologiche della robinia - 2 maggio 2024
Come riportato nelle analisi del servizio C3S di Copernicus [1], per l'undicesima volta consecutiva, la temperatura media mensile globale, in questo caso di aprile 2024, ha superato tutte quelle registrate per lo stesso mese dall'inizio delle rilevazioni ERA5 (1950). La temperatura globale di aprile 2024 è stata maggiore di 0,7 °C rispetto al valore medio climatico 1991-2020 e di 1,6 °C confrontata con quello preindustriale (1850-1900). Le anomalie positive più estreme si sono verificate nella parte Nord-Est del Nord America (come accaduto a marzo 2024), in Groenlandia e nel Sud-Est asiatico. Rilevanti anomalie positive si sono verificate anche nella zona Nord-occidentale del Medio Oriente, dove Tel Aviv ha raggiunto la temperatura di 40,7 °C, superando il precedente record del 1939. Anche la gran parte del Sud America e dell'Africa hanno registrato temperature al di sopra della media. Al contrario, fortemente sotto la media climatica sono state le temperature in Australia. Anomalie termiche negative hanno interessato in parte l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l'Oman, l'Iran e il Pakistan, probabilmente legate alle abbondanti piogge che hanno colpito quelle zone, il Nord della Siberia e la parte meridionale del Sud America.
Gran parte dell'Europa è stata più calda della media climatica 1991-2020, in maniera più marcata nella zona compresa tra Ucraina, Turchia e Russia orientale, dove le anomalie hanno raggiunto i +7 °C. Anche l'Europa Sud-orientale, l'Italia meridionale e la Penisola Iberica hanno registrato anomalie termiche positive, raggiungendo su quest'ultima massime giornaliere di 30 °C. Temperature al di sotto della media si sono al contrario registrate in Finlandia e Scandinavia dove, in Svezia, si è raggiunto il record di temperatura minima giornaliera più bassa dal 1955 (-32,2 °C a Västerbotten). Condizioni termiche variabili si sono verificate su Francia orientale, Germania occidentale e Svizzera, dove la prima parte del mese è stata mite ma è stata seguita da episodi di gelate che hanno messo a dura prova vigneti e frutteti.
Precipitazioni, umidità del suolo e umidità dell'aria hanno mostrato valori al di sopra della media [2] su gran parte dell'Europa centrale e settentrionale. Al contrario, la maggior parte dell'Europa meridionale, compresi l'Italia, i territori dei Balcani occidentali, la Turchia, l'Ucraina e la Russia meridionale, ma anche l'Islanda occidentale, hanno mostrato condizioni più secche della media. In Spagna, la siccità prolungata nel settore orientale continua a perdurare da decine di mesi, ad esclusione della Catalogna che ha tratto estremo beneficio dalle precipitazioni abbondanti verificatesi nella seconda parte del mese di aprile. Infine, le regioni occidentali e centrali della Penisola Iberica e parte del Caucaso meridionale hanno registrato condizioni di suolo più umido della media, nonostante precipitazioni complessivamente inferiori alla norma, conseguenza delle abbondanti piogge di marzo scorso; al contrario, parte dei Balcani orientali e della Russia Nord-occidentale, pur con precipitazioni sopra la media, hanno mostrato suoli asciutti per il periodo.
A livello europeo, in base alle elaborazioni del JRC (dal 1 marzo 2024 al 13 aprile 2024) [11], le temperature primaverili più alte della media e un'adeguata disponibilità idrica hanno favorito le colture invernali e creato situazioni favorevoli per la semina, l'emergenza dei cereali primaverili e le colture estive. Nella Penisola Iberica tali condizioni sono state particolarmente favorevoli, con stime al rialzo per le rese del grano duro, orzo e triticale. Tuttavia, condizioni di umidità sopra la media nell'Europa nord-occidentale hanno ridotto le stime di resa e le possibilità di semina, in particolare in Irlanda e nel Regno Unito. In Francia, Belgio e Olanda le colture invernali nei campi non adeguatamente drenati, dopo le piogge dei mesi precedenti, non riusciranno a recuperare pienamente. Deficit idrici sono ancora segnalati in Turchia, Grecia centrale e Cipro, e in Sicilia, Marocco, Algeria e in Romania orientale le poco piogge occorse sembrano non essere sufficienti a recuperare lo stress idrico subito dalle colture invernali. In Italia, le abbondanti precipitazioni che hanno investito il Nord durante il periodo in esame hanno rallentato la semina precoce delle colture estive (come il mais) e hanno portato a condizioni non ottimali per le colture invernali, ma senza incidere sul potenziale di resa che, in fasi successive, potrebbero beneficiare delle riserve idriche supplementari del suolo. In Sicilia, la siccità è stata mitigata da alcuni eventi di pioggia che hanno sostenuto la crescita delle colture, pur se con accumuli di biomassa sotto la media. Anticipi nella semina hanno riguardato la barbabietola da zucchero.
Come riportato dall'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ANBI [12], vista la complessiva situazione di caldo anomalo per aprile, nonostante la seconda parte del mese sia stata caratterizzate da una decisa e sostanziale diminuzione delle temperature, la situazione idrica italiana vede ancora una volta l'Italia divisa in due. La drammatica scarsità idrica siciliana ha continuato a perdurare anche per questo mese, che si è chiuso con i bacini di Disueri, Comunelli e Cimia (Caltanissetta) quasi all'asciutto e con un deficit idrico regionale complessivo di circa 670 milioni di metri cubi (-68%), ben 145 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto al minimo storico registrato durante il siccitosissimo 2017. Secondo il Sistema Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS), da settembre 2023 è piovuto circa la metà (300 mm) del valore climatico medio di precipitazioni (620 mm). Di conseguenza, a stagione turistica già avviata, è sempre più difficile conciliare le destinazioni idriche per usi potabili con quelle necessarie per l'agricoltura. Sul resto della Penisola la situazione è rimasta simile a quella dello scorso mese.
Al Nord si sono attestati sopra alla media i riempimenti dei grandi laghi, e sull'arco alpino il manto nevoso è stato segnalato ancora abbondante e sopra norma. In Valle d'Aosta è cresciuta la portata del torrente Lys ma è calata quella della Dora Baltea. In Piemonte sono cresciuti i fiumi Tanaro e Stura di Demonte ma sono diminuiti Stura di Lanzo e Tose. In Lombardia il surplus idrico si è attestato intorno al 39% e la quantità di neve presente in montagna ha superato del 50% il valore medio del periodo. È calato il livello del fiume Adda. In Veneto si è osservata una diminuzione generale delle portate fluviali rispetto allo scorso mese, ma complessivamente i valori sono risultati in media o ancora al di sopra di essa. In Emilia-Romagna, ad eccezione delle pianure romagnole a sud del corso del Reno, sia i bacini montani che quelli in pianura hanno ricevuto apporti pluviometrici in media con i valori climatici o poco al di sopra, come nel caso dei bacini montani dalla Trebbia al Panaro e dal Tidone alla Parma. Flussi superiori alla media sono stati registrati sui fiumi appenninici Nure, Enza, Secchia e Panaro.
La portata del fiume Po è segnalata in calo ma è rimasta comunque in linea con i valori medi del periodo, superandoli localmente in Lombardia e in Emilia-Romagna (a Pontelagoscuro: +15%). In Liguria è risultato leggermente deficitario solo il Magra. Al contrario dei bacini montani settentrionali, sono scesi sotto la media i flussi dei fiumi toscani Arno, Serchio e Sieve. Le scarse precipitazioni sui versanti adriatici dell'Appennino sono state segnalate dalla foce del fiume Reno fino alla Puglia. Nelle Marche sono calati i livelli dei fiumi, specialmente l'Esino. In Umbria il lago Trasimeno ha guadagnato un altro centimetro ma ne mancano ancora 7 per raggiungere il livello minimo vitale; si sono inoltre osservate solo minime contrazioni delle portate di Topino e Chiascio. È cresciuta la portata del Tevere nel Lazio, sebbene manchi oltre il 58% del flusso per raggiungere valori in media col periodo. Sono cresciuti anche il Velino e la Fiora, ma è calato l'Aniene.
Gli invasi in Basilicata sono riusciti a trattenere poco più di 340 milioni di metri cubi a fronte dei 462 dello scorso anno in questo periodo. In Puglia sono risultati mancanti oltre 113 milioni di metri cubi rispetto al 2023. Infine, in Calabria, dove è cresciuto il fiume Coscile, è risultato quasi asciutto il fiume Ancinale nel catanzarese, mentre il fiume Lao al confine con la Basilicata ha fatto registrare una portata inferiore del 63% rispetto ai valori medi del periodo.
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Giulia Maria Bellucci, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 134 maggio 2024