Cosa hanno in comune le aziende lucane che coltivano piante officinali? In cosa si differenziano? Quali sono le barriere che ostacolano la possibilità di fare rete?
Questi sono stati i principali interrogativi che hanno mosso l'attività di ricerca su questo comparto produttivo nella fase di chiusura del progetto di cooperazione transnazionale "MEPLASUS - MEdicinal PLAnts in a SUstainable Supply chain. Experience of land-use practices", finanziato dal Programma Operativo Regionale FESR Basilicata 2014/2020.
"Filiera in tour" é l'attività laboratoriale realizzata dal Crea Politiche e Bioeconomia direttamente "sul campo", attraverso interviste qualitative rivolte alle aziende lucane che coltivano piante officinali, finalizzata ad analizzare il comparto regionale secondo un'ottica di filiera.
Il tour si è svolto da aprile a novembre 2023 e ha fatto tappa in 9 comuni della provincia di Potenza, (Anzi, Balvano, Baragiano, Bella, Ripacandida, Lauria, Lavello, Genzano di Lucania e Noepoli) e in 5 comuni della provincia di Matera (Irsina, Tricarico, Grassano, Pisticci e San Giorgio Lucano).
Figura 1 Localizzazione delle aziende intervistate per "Filiera in tour"
Privilegiando aziende condotte da giovani e da donne, gli intervistati sono stati selezionati all'interno del database che conta circa 100 aziende lucane di piante officinali realizzato dal CREA PB nell'ambito delle attività del progetto. I criteri di selezione hanno tenuto conto, inoltre, di una serie di aspetti: dalle tipologie di coltivazioni effettuate, alla localizzazione sul territorio, all'integrazione in azienda delle diverse fasi del processo produttivo.
Le interviste hanno consentito un confronto diretto con i "protagonisti", i quali, oltre a raccontare la propria esperienza lavorativa con le piante officinali, hanno evidenziato anche i reali fabbisogni del settore e le criticità avvertite. Gli incontri sono stati molto partecipati e grazie alla disponibilità degli imprenditori sono state realizzate anche alcune video-interviste pubblicate sul sito web dedicato al progetto La voce alla filiera.
L'attività "Filiera in tour" si è posta come obiettivo generale l'acquisizione di conoscenze e informazioni sul comparto lucano per proporre un modello di sviluppo della filiera coerente con le specificità produttive locali che vada a consolidare le collaborazioni già esistenti, ad allargare la platea delle aziende coinvolte e interessate a far parte di modelli aggregativi, cercando contestualmente di trovare soluzioni alle criticità e ai fabbisogni espressi. Da questa indagine è emerso come in Basilicata, oltre all'area del Pollino, dove nel tempo imprese di grandi dimensioni sono state capaci di riunire in filiera un numero sempre più ampio di microaziende, vi siano altre realtà produttive in espansione. Si tratta di piccole aziende produttrici, le quali, spontaneamente, in maniera non organizzata, hanno dato vita a forme di collaborazione con aziende di trasformazione facendo leva su legami spaziali locali (spesso legati anche a specializzazioni territoriali, come nel caso dello zafferano), trovando in questo modo maggiori sbocchi di mercato e nuovi equilibri tra redditività, sperimentazione e innovazione (D'Oronzio, 2018, Costantini, 2021).
È proprio la relazione interaziendale a rappresentare la forza sia per la filiera del Pollino, rappresentata da EVRA[1], sia per i diversi operatori impegnati nella prima trasformazione delle piante officinali e in attività multifunzionali. La principale necessità emersa dall'indagine è, infatti, proprio quella di incentivare la nascita di forme aggregative all'interno del comparto (consorzi, cooperative, contratti di rete, ecc.) in modo da rendere le aziende più competitive e incrementarne il potere contrattuale.
A seguito di un'attenta analisi delle diverse modalità di aggregazione, il contratto di rete (Legge n. 33 del 9 aprile 2009 e ss.mm.ii) sembra rappresentare un modello organizzativo particolarmente adatto al contesto produttivo regionale, in quanto, rispetto alle tradizionali forme di collaborazione (consorzi, ATI, ecc.), si distingue per la maggiore flessibilità nella definizione degli scopi e dei confini di azione e livello di coinvolgimento dei partner, pur rispondendo alle esigenze di competitività, di innovazione e di integrazione tra le realtà locali.
La costruzione di una rete consente l'accesso a nuove potenzialità di sviluppo, possibilità di sbocchi commerciali all'estero, scambio di know-how, organizzazione e attrezzature per l'immissione in nuovi mercati, facilitando e gestendo l'accesso a finanziamenti di piani di sviluppo rurale regionali e nazionali.
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare la pubblicazione realizzata dal CREA PB "La Filiera delle Piante Officinali in Basilicata - tour presso le aziende del comparto".
Diego De Luca, Domenica Ricciardi
CREA PB Basilicata
PianetaPSR numero 134 maggio 2024