Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese (per approfondimenti vedi i link ai documenti in coda al paragrafo).
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020.
Le elaborazioni grafiche ed altri materiali integrativi sono disponibili al seguente link CREA-AgroMeteorology (github.com), spazio di archiviazione dell'Osservatorio di Agro-Meteo-Climatologia del CREA Agricoltura e Ambiente, nella cartella dedicata al monitoraggio (AgroMIND). Altre informazioni sono reperibili al sito dell'Osservatorio.
Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati in un recente articolo su Data in Brief, mentre la serie periodicamente aggiornata dei dati giornalieri pre-elaborati è direttamente accessibile sul repository di Zenodo.
L'andamento termico del mese di maggio mostra un'inversione di tendenza per il Nord, in particolare per la temperatura massima, che è risultata inferiore alla media climatica di 1,2 °C; nel resto del Paese persistono le anomalie positive, sebbene più moderate rispetto ai mesi precedenti, di circa mezzo grado al Centro e un grado nel Mezzogiorno, sia per la minima che per la massima (Tab 1). Molto diverso rispetto ad aprile è anche il quadro delle precipitazioni, che al Nord hanno raggiunto quasi il doppio della media climatica, superandola del 40% al Centro e del 27% nel Mezzogiorno.
Nel complesso, i livelli di evapotraspirazione sono risultati nella media, con una lieve anomalia negativa al Nord (-13%). In questa zona, la minore domanda evapotraspirativa combinata al notevole eccesso di piogge ha portato a un bilancio idrico fortemente positivo (+155 mm), ben 132% in più della media climatica. Il bilancio è invece neutro al Centro e negativo nel Mezzogiorno, in entrambi i casi superiore alla media climatica, rispettivamente del 34% e dell'11%. In termini di siccità, a livello nazionale la situazione è Nella norma, ma rispecchia soltanto le condizioni del Centro, poiché al Nord si evidenziano condizioni di Umidità severa, mentre nel Mezzogiorno persiste la Siccità moderata già rilevata nel mese di aprile.
Passando a un maggior dettaglio territoriale, la temperatura minima (fig. 1a) è risultata nella norma in gran parte del Paese; fa eccezione il Mezzogiorno dove si notano diffuse anomalie positive, con i valori medi regionali più elevati in Calabria (+1,5 °C) e Basilicata (+1,4 °C).
L'andamento delle temperature massime è stato più eterogeneo, in media in gran parte del Centro, in Sardegna e nelle aree del medio versante tirrenico, ma con estese anomalie negative al Nord, dove spiccano i valori medi regionali delle province autonome di Trento (-1,9 °C) e Bolzano (-1,7 °C) e del Piemonte (-1,5 °C), e positive per le regioni del basso versante tirrenico e in Sicilia. In quest'ultima regione e in Calabria si raggiungono i valori regionali più elevati (+1,4°C).
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - maggio 2024
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In media, la frequenza delle temperature minime estreme (fig. 2a) ha superato o sfiorato il 10% in tutte le regioni del Mezzogiorno, eccetto l'Abruzzo. I valori medi più elevati sono stati raggiunti in Calabria (20%), Basilicata (19%) e Sicilia (18%). Nel resto del Paese il fenomeno è stato molto limitato.
Ancora meno rilevante è stata la frequenza delle temperature massime estreme (fig. 2b), con i valori medi regionali maggiori in Calabria (16%) e Sicilia (15%).
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - maggio 2024
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A fine maggio, le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio, sono risultate, come atteso, più elevate sulle fasce costiere; le medie regionali superano i 2000 gradi in Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia (fig. 3a). I valori regionali più bassi, tra 340 e 746 gradi giorno, hanno interessato le regioni alpine (Valle d'Aosta, Alto Adige e Trentino) mentre quelli maggiori (circa 2140 gradi giorno) si sono riscontrati in Puglia e Sicilia. Ancora una volta si tratta di accumuli termici superiori alla media climatica (fig. 3b): in media, le anomalie vanno da +64 gradi giorno per l'Alto Adige a +359 gradi giorno per l'Abruzzo e i valori medi superano i 300 gradi giorno in tutta l'Italia peninsulare (tranne in Toscana). Anomalie positive più contenute si notano localmente nel Piemonte orientale e lungo l'asta del Po.
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - maggio 2024
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I valori regionali mensili delle sommatorie termiche con soglia di 10 °C (fig. 4a), inferiori a 15 gradi giorno in Valle d'Aosta e Alto Adige (come su tutto l'arco alpino), sfiorano o superano i 650 gradi giorno in Puglia e in Sicilia. Se si esclude il Nord, dove si evidenziano estese anomalie negative su più di un terzo del Piemonte e delle province autonome di Trento e Bolzano, i valori superano ovunque la media climatica (fig. 4b), arrivando in media fino a +199 gradi giorno in Calabria e oltre +168 in Puglia e in Sicilia.
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - maggio 2024
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Valori medi regionali di precipitazioni mensili (fig. 5a) maggiori di 200 mm hanno caratterizzato quasi tutto il Nord, eccetto Liguria (130 mm) ed Emilia-Romagna (162 mm), raggiungendo 347 mm in Friuli-Venezia Giulia e sfiorando i 300 mm in Veneto e Trentino. Le precipitazioni mensili hanno superato 100 mm in quasi tutte le regioni del Centro, tranne nelle Marche (84 mm), arrivando a 121 mm in Lazio. In linea con questi valori è risultato anche l'Abruzzo (110 mm), mentre apporti piovosi più bassi, compresi tra 34 mm (Puglia) e 90 mm (Campania) hanno interessato le altre regioni del Mezzogiorno. Da notare che si sono superati 70 mm in Basilicata, Calabria e Molise. La mappa degli scarti (fig. 5b), mostra condizioni estremamente anomale in tutto il Nord, dove le precipitazioni hanno superato la media climatica del 134% in Veneto, del 121% in Lombardia e del 114% in Friuli-Venezia Giulia; una situazione analoga si nota anche in Sicilia (+103 %). Anomalie positive meno rilevanti si notano in tutte le regioni del versante tirrenico, con i valori medi più elevati in Lazio (+54%) e in Toscana (+49%).Nella norma risultano solo Marche e Molise, mentre localmente si notano anomalie negative lungo la costa adriatica. L'unica regione sotto la norma è la Puglia (-20%).
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - maggio 2024
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Considerando l'indice rx1day, che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6a), i fenomeni più rilevanti si sono verificati al Nord, dove in media si sono raggiunti quasi 80 mm per il Friuli-Venezia Giulia e 62 mm in Veneto, ben oltre la soglia giornaliera di danno in agricoltura riconosciuta a livello internazionale (20 mm). Tale soglia è stata superata anche in altre 12 regioni, tra cui spiccano i valori superiori o prossimi a 40 mm riscontrati in Lombardia (46 mm), Trentino e Piemonte. Notevole il dato locale della Sicilia, superiore a 50 mm nell'area del palermitano.
Un pattern analogo viene mostrato dall'indice rx5day, relativo ai valori massimi di precipitazione giornaliera cumulati nell'arco di 5 giorni consecutivi (fig. 6b), che conferma la particolare criticità degli eventi verificatisi al Nord; in media 126 mm in Friuli-Venezia Giulia, 108 mm in Veneto e circa 80 mm in Trentino, Lombardia e Piemonte. Lo stesso vale localmente per la Sicilia (superati 80 mm). Altre aree interessate da questi fenomeni sono in particolare quelle interne montane del Lazio, dove in almeno un decimo del territorio sono stati superati i 75 mm.
Figura 6 - Precipitazioni intense: valori massimi cumulati in un singolo giorno (a, sx) e nel corso di 5 giorni consecutivi (b, dx) - maggio 2024
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Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), i valori regionali maggiori si osservano in Puglia (139 mm), Sicilia (137 mm) e Sardegna (136 mm); livelli simili sono stati raggiunti anche nel materano e localmente nel Molise e nelle Marche. Il valore medio del Nord è pari a 93 mm e i dati regionali ricadono in un range compreso tra 73 mm (Valle d'Aosta) e 109 mm (Emilia-Romagna). Mentre al Nord i livelli evapotraspirativi sono inferiori alla media climatica del 13%, nel resto del Paese la situazione risulta nella norma (fig. 7b).
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - maggio 2024
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Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) riflette fortemente le abbondanti precipitazioni del Nord: risulta infatti fortemente positivo in Friuli-Venezia Giulia (+258 mm), Trentino (+221 mm) e Veneto (+203 mm), oltre che in Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta, dove supera o sfiora i +170 mm. Valori opposti si evidenziano in Puglia (-105 mm) e nelle regioni insulari (-86 mm in Sardegna e -77 mm in Sicilia) e localmente nel materano e lungo le coste. In generale, la situazione è in linea con le medie climatiche nelle isole e in quasi tutta la penisola, mentre nel Nord è notevolmente al di sopra della media climatica (+132 mm). Le anomalie maggiori si notano in Friuli-Venezia Giulia (+196 mm) e in Veneto (+182 mm).
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) e anomalie (b) - maggio 2024
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La mappa dell'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), mostra gran parte del Nord in Umidità severa, ad eccezione di Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, che risultano in Umidità estrema, e Liguria ed Emilia-Romagna, in Umidità moderata. Il Centro rientra quasi interamente Nella norma, se si escludono le Marche, in condizioni di Siccità moderata. Nel Mezzogiorno si osservano diffuse criticità, con Siccità moderata in Calabria, Basilicata, Molise, Puglia e Sicilia e localmente Siccità severa nel foggiano, il messinese e le coste orientali di Calabria e Sardegna.
La mappa dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, evidenzia una maggiore intensità delle condizioni di umidità al Nord, dove prevale l'Umidità estrema, e una minore diffusione e intensità delle condizioni di siccità nella penisola.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b) - maggio 2024
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L'analisi degli indici bioclimatici si concentra sulle colture di vite e olivo, e su robinia, la cui fioritura è di particolare interesse per la produzione di miele.
Riguardo alla vite, durante il periodo vegetativo è importante valutare il soddisfacimento delle esigenze termiche proprie delle diverse varietà e, a questo scopo, l'indice di Huglin fornisce informazioni utili (figure 10a-10b). Questo indice considera soltanto le sommatorie delle temperature durante il periodo diurno, quando si manifesta l'attività fotosintetica delle piante, pertanto è anche denominato indice eliotermico. Il valore dell'indice a livello nazionale è pari a 424 gradi giorno e supera di 45 gradi giorno la media climatica. I valori regionali più bassi riguardano il Nord, dove, se si escludono Alto Adige e Valle d'Aosta, sono compresi tra 118 (Trentino) e 459 (Emilia-Romagna). Nel resto del Paese l'indice varia in media tra circa 400 (Abruzzo) e circa 600 (Puglia) gradi giorno. Mentre nel Nord e nella Toscana settentrionale i valori ricadono nella norma (fig. 11b), anomalie positive si notano per il Centro (in media +65) e il Mezzogiorno (+87); a livello regionale si superano i +100 in Basilicata e Calabria e localmente tra il frusinate e l'aquilano, nel Cilento e nelle aree interne della Sicilia.
Figura 10 - Indice di Huglin (a, sx) e anomalie (b, sx) - maggio 2024
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Nelle figure 11, 12 e 13 sono rappresentate le fasi fenologiche raggiunte a fine maggio dalla vite, dall'olivo e dalla robinia, come risulta dall'analisi combinata dei dati provenienti da simulazioni modellistiche e da osservazioni in campo (si veda anche https://www.reterurale.it/bollettinofeno).
La varietà precoce di vite Chardonnay (Fig 11a), durante il mese ha raggiunto le fasi finali della fioritura (BBCH 65-69) nel Nord-Ovest e nelle aree interne della Toscana e dell'Appennino, mentre nella parte più orientale della Pianura Padana e sulle coste del Centro e del Mezzogiorno si evidenziavano le prime fasi di ingrossamento dei frutti (BBCH 71-75), come riportato nei bollettini di Abruzzo, Puglia e Veneto [1-3]. Secondo l'Arpa Veneto, l'anticipo stagionale, quantificato in 7-10 giorni al momento del germogliamento, nelle fasi successive si è ridotto a 5-7 giorni [3]. Per la varietà Cabernet sauvignon (fig. 11b), più tardiva, la mappa evidenzia un andamento spaziale simile allo Chardonnay ma con fasi di sviluppo meno avanzate, come riporta il bollettino della regione Abruzzo in cui il Cabernet risulta in piena fioritura [1]. A fine maggio in Veneto le infezioni da peronospora erano minime nei vigneti difesi in modalità integrata/convenzionale, più diffuse e già gravi nei vigneti difesi in modalità biologica; per quanto riguarda la tignoletta erano chiaramente visibili i caratteristici glomeruli nei quali si annidano le larve [3].
Figura 11 - Fasi fenologiche della vite: Chardonnay (a, sx) e Cabernet sauvignon cvv. (b, sx) - 30 maggio 2024
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In figura 12 si mostra la situazione fenologica dell'olivo, che ha raggiunto in gran parte del territorio il mesostadio di fioritura (BBCH 61-69). In questa fase, le continue piogge e l'umidità elevata registrate in Veneto destavano preoccupazione per il possibile impatto sull'attività d'impollinazione [3]. In Liguria si sono riscontrati 7-10 giorni di anticipo della fioritura rispetto allo scorso anno [4]. Anche in Abruzzo, la fioritura dell'olivo è avvenuta con un anticipo di alcuni giorni e l'infestazione primaverile della mosca era già molto elevata a fine maggio, raggiungendo quasi il 100% in alcuni campioni di drupe [1]. La mappa evidenzia anche delle aree in fase di allegagione (BBCH 71) lungo le coste di Sardegna, Campania e Puglia, come confermato nel notiziario di quest'ultima regione [2].
Figura 12 - Fasi fenologiche olivo - 30 maggio 2024
A fine maggio la fioritura della robinia è ormai terminata quasi ovunque sul territorio (fig. 13). Purtroppo, come riportato dall'Osservatorio Nazionale Miele [5] le frequenti piogge e le temperature massime sotto la norma registrate nel Nord, hanno azzerato o ridotto fortemente i raccolti e determinato situazioni prolungate di completa assenza di flussi nettariferi. Tali condizioni di instabilità meteorologica non hanno perciò consentito una ripresa rispetto ai raccolti primaverili del miele d'acacia, già fortemente compromessi.
Figura 13- Fasi fenologiche della robinia - 30 maggio 2024
Come riportato nelle analisi mensili del servizio C3S di Copernicus [6], per la dodicesima volta consecutiva la temperatura media globale mensile è stata la più alta rispetto al corrispondente mese dell'anno, a partire dal 1950 (dati ERA5). La temperatura media globale è stata di 15,9 °C, con anomalie positive di 0,7 °C e di 1,5 °C in relazione al valore climatico 1991-2020 e al periodo preindustriale 1850-1900 rispettivamente. Le temperature sono state diffusamente sopra la media, con i valori maggiori in Canada settentrionale, America Centrale, Africa centrale e meridionale e Asia Nord-Occidentale. Sotto la media sono state le temperature mensili in Groenlandia, Russia occidentale, nelle zone occidentali dell'America settentrionale, in quelle meridionali del Sud America e in alcune zone dell'Antartide. In Europa le zone più calde sono risultate quelle settentrionali, specialmente Svezia e Norvegia, mentre le zone meridionali hanno registrato lievi anomalie positive e, nella parte centrale, leggermente negative. Le anomalie negative sono state più consistenti solo in Russia.
Precipitazioni, umidità del suolo e umidità dell'aria hanno mostrato valori al di sopra della media [7] su gran parte dell'Europa centrale e meridionale, ad esclusione della Penisola Iberica. Al contrario, la Penisola Scandinava, i paesi che si affacciano sul Mar Baltico e la Turchia hanno registrato condizioni più secche della media.
Rispetto all'andamento delle principali colture in campo a livello europeo, in base all'ultimo report pubblicato dal JRC [8], il periodo dal 1° aprile al 18 maggio è stato caratterizzato dalla combinazione e alternanza di condizioni di umidità, ondate di freddo e fasi siccitose in vaste aree dell'Europa. In Irlanda e nel Regno Unito, la riduzione graduale delle precipitazioni dalla fine di aprile ha ritardato le semine delle colture primaverili oltre il periodo ottimale, ma al contempo le condizioni umide e calde hanno favorito attacchi parassitari sulle colture invernali e problemi di ristagno idrico, influenzando negativamente la crescita e lo sviluppo delle colture. Situazioni e problematiche simili si sono riscontrate in Olanda, Belgio e Lussemburgo, nella Francia nord-orientale e occidentale, nella Germania occidentale e in Danimarca. Le brusche ondate di freddo e di gelo verificatesi nella seconda metà di aprile hanno avuto impatti importanti sulle colture in gran parte d'Europa, con danni sulle rese che potranno essere valutati solo nelle prossime settimane. Al contempo, fasi siccitose si sono avviate in Polonia, nella Germania orientale e nella Turchia occidentale. Si è confermata la difficile stagione nel Maghreb, in particolare nelle aree orientali, con rese molto basse delle colture invernali.
Per quanto riguarda l'Italia, al Nord le precipitazioni intense di metà maggio hanno causato alluvioni e danni alle colture invernali in fase di sviluppo, mentre il Sud ha mostrato costanti condizioni più calde e secche della norma (siccitose), maggiormente evidenti in Sicilia, con effetti sullo sviluppo delle colture invernali, in particolare del grano.
Alla fine del mese di maggio la situazione idrica italiana è stata ancora caratterizzata da condizioni estremamente variegate, che hanno in parte ricalcato quelle del mese scorso, come riportato dall'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ANBI [9]. Mentre al Nord l'eccessiva abbondanza di acqua, al di sopra delle capacità di assorbimento e stoccaggio, ha determinato la necessità di sversarla e dunque perderla verso il mare, al Sud non si è riusciti ancora del tutto a far fronte al fabbisogno idrico, anche in vista dell'arrivo della stagione estiva. Gli invasi del Mezzogiorno sono rimasti pressoché vuoti. In Basilicata il deficit idrico rispetto al 2023 è risultato di oltre 160 milioni di metri cubi e in Puglia la risorsa idrica stoccata è stata praticamente dimezzata rispetto allo scorso anno. Nelle regioni insulari la situazione è rimasta critica, considerato anche il fatto che il turismo estivo peserà fortemente sulla richiesta e sull'utilizzo delle risorse idriche. In Sicilia, in particolare, le precipitazioni di maggio 2024 hanno interrotto la serie di mesi con piogge inferiori alla norma, senza però ridurre significativamente il pesante deficit idrico accumulato [10].
In Campania l'invaso di Conza ha registrato circa 6 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto al 2023 e le portate di Garigliano, Volturno e Sele hanno mostrato segnali a ribasso. Nel Centro Italia, il Lazio ha visto soprattutto le portate del fiume Tevere, e in misura minore dell'Aniene, al di sotto dei valori medi climatici, e i riempimenti dei laghi dei Castelli Romani hanno continuato a scendere vertiginosamente. In Umbria il livello del Lago Trasimeno è rimasto ancora al disotto della soglia vitale (-1,2 m) e sono state registrate in aumento le portate dei fiumi Topino e Paglia, ma in diminuzione quelle del fiume Chiascio. Anche nelle Marche le altezze idrometriche dei fiumi hanno risentito del periodo meteorologicamente non favorevole, ma in questa regione le riserve idriche stoccate non hanno destato particolari preoccupazioni. In Toscana sono calati velocemente i livelli di Serchio, Sieve, Arno e Ombrone e stessa sorte è toccata ai fiumi liguri Entella Magra, Vara ed Argentina, seppur in maniera molto contenuta. Nel resto del Nord Italia la primavera 2024 è stata tra le più umide degli ultimi anni. Infatti la copertura nevosa alpina è rimasta presente e in alcuni casi anche abbondante (+71% in Lombardia), e gli invasi e le portate dei fiumi hanno continuato a mantenersi ben al di sopra delle medie del periodo. I Grandi Laghi hanno raggiunto livelli di riempimento ragguardevoli: Garda al 100%, Iseo al 93,6% e Maggiore al 102,3% con conseguenti allagamenti delle zone più basse.
Tutti i fiumi di Piemonte e Valle d'Aosta hanno registrato portate leggermente in diminuzione ma largamente al di sopra della media, così come quelli veneti, trentini, altoatesini, lombardi ed emiliani occidentali. Al contrario, i bacini emiliano-romagnoli centrali e orientali, in particolare quelli a sud del fiume Reno, hanno evidenziato una carenza marcata e generalizzata nella risorsa idrica. Infine, anche le portate del fiume Po sono diminuite lungo tutta l'asta, rimanendo però abbondanti per il periodo e raggiungendo livelli doppi rispetto alla media nei rilevamenti emiliani e lombardi.
Diversi episodi precipitativi intensi e grandinate hanno colpito le colture arboree, le orticole e i cereali, in particolare al Nord, in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
All'inizio del mese, una grandinata associata a forti temporali si è verificata nell'area del comune di Roma e lungo il litorale da Nettuno a Pomezia, provocando disagi e danni nelle campagne colpite oltre che nei centri abitati. Tra il 22 e il 23 maggio due episodi grandinigeni hanno provocato danni nel Torinese, su Santena, Cambiano, Trofarello e Moncalieri e tra La Loggia e Villastellone e in Lombardia nel Lodigiano. Il 25 maggio sono state colpite vaste zone del Veneto (Rovigo, Vicenza e Venezia) e la Romagna, tutte aree agricole altamente specializzate, provocando danni importanti alle colture arboree, alle orticole e ai cereali in campo e rendendo anche necessari il ripristino dei terreni e le risemine. Va rilevato che in Veneto, il ristagno idrico ha determinato condizioni di asfissia radicale e ha ostacolato gli interventi di lavorazione del terreno. In Romagna, la grandinata, associata anche a forti temporali e vento, ha causato danni alle importanti produzioni frutticole della zona di Villafranca e Villanova e nel Cesenate su frutteti, vigne e grano.
Particolarmente critiche risultano le condizioni di sviluppo del grano in varie zone dell'Emilia-Romagna (Bolognese, Ravennate e Ferrarese), poiché le grandinate associate a temporali e vento forte hanno causato l'allettamento del grano nella fase di formazione delle cariossidi, influenzando negativamente rese e qualità e aumentando anche il pericolo di attacchi fungini. Al Sud, il 28 maggio è stata colpita la Valle Telesina, nel Beneventano, causando danni all'agricoltura e disagi alla circolazione stradale, mentre il 29 maggio è stato colpito il comune di Nardò in Puglia, che sta valutando la richiesta di riconoscimento della calamità per i danni sulle produzioni, in particolare di uva, angurie, zucchine e pomodori.
Nel Padovano, il 30 maggio, sono stati segnalati danni significativi ai raccolti di fieno maggengo, a mais, frumento e soia, oltre che a ciliegi e vite. Infine, il 31 maggio pioggia e grandine hanno colpito nuovamente in Emilia-Romagna, con anche un crollo delle temperature fino a -10 °C, nel Bolognese, sull'Appennino reggiano e modenese e in Romagna.
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Giulia Maria Bellucci, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 135 giugno 2024