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L'approccio multi-attore: i 7 ingredienti chiave per una proposta di successo

In vista dell'imminente uscita delle call Horizon per progetti multi-attore e dei futuri bandi per i Gruppi Operativi del PEI-AGRI, il progetto PREMIERE fornisce alcuni importanti chiarimenti in merito alle definizioni e alle modalità di valutazione delle proposte.

Le dinamiche socio-economiche e ambientali che influenzano l'agricoltura e lo sviluppo rurale richiedono un sistema aperto e reattivo per generare innovazione, fondato su approcci orientati all'utente finale e alla collaborazione multi-attoriale. Tali approcci hanno come principale caratteristica l'attivazione di dinamiche di scambio trasversale di diverse tipologie di conoscenza (scientifica, tecnica, organizzativa e pratica) e il coinvolgimento attivo dei potenziali utenti nella condivisione delle conoscenze e nella creazione di innovazioni, al fine di facilitare la co-proprietà dei risultati e la loro implementazione (Cristiano et al, 2017).

Per favorire l'approccio multi-attoriale alla ricerca e innovazione, la programmazione europea ha dato una forte spinta alla sua adozione sia nei programmi Horizon 2020 e Horizon Europe che all'interno della PAC (Misura 16 ed interventi SRG). Tuttavia, nonostante l'ampia diffusione e implementazione di queste tipologie di intervento, permangono ancora forti dubbi su cosa si intenda per approccio multi-attore e quali siano le sue caratteristiche e le sue implicazioni anche a livello di proposta progettuale (es. modalità e criteri di valutazione e di verifica).

Per cercare di fare chiarezza e contribuire ad una migliore formulazione dei progetti multi-attore nell'ambito del progetto Horizon Europe PREMIERE [1] è in corso di definizione un documento di Q&A (domande e risposte) concordato con la Commissione Europea, che raccoglie i principali quesiti e le relative risposte sull'approccio multi-attoriale. Tale documento sarà reso disponibile nella seconda metà del 2024. Tali informazioni assumono particolare rilevanza, in considerazione dell'imminente pubblicazione delle prossime call Horizon prevista per settembre e dei futuri bandi per i Gruppi Operativi.

Definizioni

Ma cosa si intende esattamente per approccio multi-attore? Su di esso aleggia ancora molta confusione anche tra gli attori delle proposte in questione. Perché l'approccio multi-attore (MAA) possa essere considerato tale devono sussistere sette requisiti chiave (Figura 1):

1.    Need-based approach: Rilevanza dell'idea progettuale rispetto ai bisogni/problemi/sfide ben identificati per un certo numero di utenti (finali) dei risultati del progetto e, quindi, immediatamente praticabili per essi stessi;
2.    Actor-centered approach: Coinvolgimento attivo di attori chiave rilevanti, inclusi gli utenti finali, in quanto portatori di quelle conoscenze complementari (scientifiche, pratiche, ecc.), anche multidisciplinari, necessarie a realizzare l'idea progettuale. Gli attori devono essere parte attiva del progetto e non soltanto portatori di interessi (stakeholders), orientandone lo sviluppo sin dalla fase di analisi dei fabbisogni e lungo tutto il percorso progettuale, fino alla disseminazione dei risultati. Non solo, quindi, pluralità e multidisciplinarietà ma, soprattutto, azione per il cambiamento da parte degli attori.
3.    Facilitazione di una fertilizzazione incrociata di abilità, competenze e idee tra i diversi attori per generare risultati e soluzioni innovative che abbiano maggiori probabilità di essere applicate su larga scala (ad esempio, includendo nella proposta un numero sufficiente di attività di scambio di conoscenze di alta qualità che delineino i ruoli precisi e attivi dei diversi attori non scientifici nel lavoro);
4.    Facilitazione nel processo di coinvolgimento multi-attore facendo uso dei metodi e delle competenze più appropriati;  
5.    Integrazione tra ricerca e le migliori pratiche esistenti (valore aggiunto del progetto);  
6.    Produzione di conoscenze, approcci, strumenti o prodotti pratici e pronti all'uso, facilmente comprensibili e liberamente accessibili;  
7.    Diffusione di risultati pronti per la pratica attraverso i canali di diffusione esistenti più consultati dagli utenti (finali) dei risultati del progetto nei diversi Paesi Membri e a livello regionale/territoriale.

 
 

Uno degli argomenti più discussi in termini di MAA riguarda la distinzione e possibile integrazione con lo strumento dei Living Labs. Questi ultimi sono iniziative in cui la sperimentazione viene condotta in aziende agricole esistenti, in contesti territoriali e comunitari specifici, con agricoltori e altri attori coinvolti fin dall'inizio come partner paritari nel proporre idee, testarle, migliorarle e promuoverle ulteriormente. Pertanto, i Living Labs adottano un approccio multi-attore (ma non è detto il contrario) che coinvolge gli utenti finali in processi di innovazione aperta basati su un approccio sistematico di co-creazione, adattando i processi di ricerca e innovazione alle specificità delle comunità e alle relative caratteristiche socio-economiche.

Inoltre, nell'ambito delle proposte MAA c'è ancora una grande confusione tra attore e stakeholder. Nel primo caso ci si riferisce ai partner (beneficiari) che partecipano alle attività del progetto, contribuendo attivamente al raggiungimento dei suoi risultati. Gli stakeholder, invece, sono persone o gruppi, esterni al consorzio, che saranno interessati da questi risultati o che hanno un interesse da perseguire in un determinato momento del progetto. Attori e stakeholder sono entrambi necessari per la corretta applicazione del MAA. Infatti, il coinvolgimento di una rete più ampia di stakeholder migliora il processo di co-creazione e la co-proprietà dei risultati del progetto, aumentando così gli impatti. Il coinvolgimento degli stakeholder dovrebbe avvenire in modo costante durante l'attuazione del progetto, per consentire una continua fertilizzazione incrociata di conoscenze e pratiche e garantire che il progetto si stia sviluppando in una direzione appropriata.

Per un coinvolgimento efficace degli attori e degli stakeholder, sono necessarie metodologie partecipative solide, che consentano la creazione di una co-appartenenza e accelerino lo sfruttamento dei risultati del progetto. Le metodologie partecipative consentono la comprensione e la visione comune, il team building, la collaborazione, la costruzione di ponti e la rottura dei silos tra gli attori e i settori. Il coinvolgimento di (più) attori e stakeholder e l'uso di solide metodologie partecipative (insieme alle tecniche di facilitazione) sono elementi fondamentali del MAA e come tali devono essere adeguatamente pianificati, prevedendo attività di scambio concrete, insieme a un budget sufficiente per la loro attuazione. Si tratta di un processo di lavoro collaborativo, che risulta più efficace quando queste relazioni vengono stabilite fin dall'inizio dell'idea progettuale. Le attività di scambio di conoscenze e di coinvolgimento di attori e stakeholder che si sono già svolte durante la fase di sviluppo della proposta (ad esempio, per identificare i bisogni e le aspettative da soddisfare e convergere su obiettivi comuni) possono - e devono - essere giustamente riconosciute e menzionate nella proposta, come qualcosa su cui le attività progettuali previste sono destinate a basarsi durante la sua esecuzione.

Prevedere un WP o un Task (orizzontale) dedicato al MAA, in sede di stesura della proposta, può avere la funzione di definire l'approccio, le regole e le procedure e di monitorare e valutare l'effettiva applicazione dell'approccio multi-attore. Inoltre, è opportuno sottolineare che, sebbene tale approccio debba permeare l'intera proposta, è utile includere un paragrafo dedicato nella sezione "Eccellenza", che evidenzi come viene e verrà affrontata nel corso del progetto.

Valutazione

Riguardo alla fase di valutazione (sia ex-ante che in fase di revisione), le proposte progettuali a cui è richiesto di adottare un MAA devono dimostrare che i 7 requisiti chiave prima menzionati siano soddisfatti. Pertanto, la proposta deve spiegare chiaramente come gli utenti finali saranno coinvolti attivamente nella co-creazione, nella sperimentazione e nella dimostrazione delle soluzioni che emergono dal progetto. La proposta deve, inoltre, evidenziare come i suoi obiettivi siano mirati alle esigenze degli utenti finali.

Anche la transdisciplinarietà del partenariato deve emergere dalla proposta, con l'attribuzione di ruoli specifici. Gli attori chiave devono essere ben identificati in termini di tipi di conoscenze complementari (scientifiche e pratiche).

Infine, la proposta deve illustrare le metodologie e gli strumenti - da utilizzare dalle fasi iniziali fino alla fine del progetto - volti a coinvolgere tutti i potenziali utenti finali attraverso feedback e contributi agli sviluppi del progetto.

 

Note

Bibliografia

 
 
 

Valentina Carta, Simona Cristiano, Filippo Chiozzotto, Patrizia Proietti 
CREA PB

 

 
 

PianetaPSR numero 136 luglio/agosto 2024